Tutta la vita davanti |
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Un film di Paolo Virzì.
Con Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea, Elio Germano.
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Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- Italia 2008.
- Medusa
uscita venerdì 28 marzo 2008.
MYMONETRO
Tutta la vita davanti
valutazione media:
3,35
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dedicato a chi ha "tutta la vita davanti"di GiuliaFeedback: 0 |
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lunedì 28 aprile 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Bisogna riconoscere a Paolo Virzì il grande merito di aver tracciato un profilo cinico e aderente alla raltà del mondo dei giovani lavoratori. Nella giungla dei precari, tra contratti a termine e co.co.co, nella selvaggia landa dei call-center e delle aziende in cerca di lavoratori giovani e avidi di denaro, si snoda il drammatico scenario del lavoro precario, unica sponda sulla quale approdare per poter dare "un senso a questa vita", avrebbe detto Vasco Rossi, tanto caro alle problematiche esistenziali del mondo dei giovani. Caro come lo è Virzì. La sua maestrìa nel dirigere personaggi e storie tutte diverse ma tutte accomunate da un senso di precarietà che non riguarda il solo aspetto lavorativo, ma la vita in genere, con le sue complessità, i suoi ricchi colpi di scena, il suo cinismo ossessivo, ha fatto di un iper-sponsorizzato film un manuale per la sopravvivenza per apprendisti lavoratori e praticanti della quotidianità. La pellicola è un ricco carnet di situazioni appartenenti ai diversi strati sociali: c'è la laureata con lode in filosofia costretta a sopravvivere di turni sfiancanti in un call center; c'è la ragazza madre svampita e irresponsabile pronta a "svendersi" per arrotondare una misera mansilità; c'è la capa-pugno di ferro, dispensatrice di consigli sull'autostima, inafferrabile e inarrivabile sul posto di lavoro, perfettamente attacabile in privato; c'è il "capo dei capi", il responsabile d'azienda avvolto dall'aura del potere; c'è il giovane dipendente frenetico e nevrotico, assorbito da una logica di lavoro assolutamente inesatta; c'è il sindacalista imbranato, forte nella propaganda dei diritti del lavoratore, ma incapace di proteggere i giovani, macinati da un sistema di sfruttamento potente e quasi insfiancabile. Tutti fanno parte di un mondo che non è solo quello dei mortificanti call-center, ma del mondo, quello fatto di lotte per l'affermazione, in piccolo o in grande, di sè. Corre in soccorso la filosofia, non solo quella studiata e da studiare, ma la propria, personalisima filosofia di vita. Il panorama è devastante, le prospettive tutt'altro che rosee, il liet-motiv "tutta la vita davanti" è solo un beffeggio da parte di chi l'età del precariato non sa nemmeno cosa sia o l'ha abbondantemente superata. Ma questo film non lascia solo l'amaro in bocca. Spinge a cercare dentro di sè motivazioni sempre nuove per affrontare un mondo a volte spietato con i giusti. Ed è dedicato a tutti coloro che hanno o sentono di avere davvero "tutta la vita davanti" e non ne hanno paura.
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