Finchè nozze non ci separino

Tutto quello che avreste voluto sapere sul matrimonio e non avete mai osato chiedere. Ce lo dice garbatamente un’esordiente in “Finchè nozze non ci separino”, commedia francese che mostra il dietro le quinte del giorno più desiderato dalle donne. Tra addii al celibato e confessioni dell’ultima ora i protagonisti di questo teatrino prenuziale ne combinano di tutti i colori prima di arrivare all’altare. Julie Lipinski gioca con gli stereotipi che resistono ancora oggi tra le trentenni senza fede al dito perché, contro ogni pronostico, il mito del principe azzurro è duro a morire. Il gentil sesso continua a sognare l’abito bianco nonostante l’inflazione di separazioni e divorzi, mentre il maschio è imprigionato in un’eterna fanciullezza che lo porta lontano dalle responsabilità. Lola ed Arthur, fidanzati sull’orlo del collasso, decidono di sposarsi quando alcuni amici arrivano all’altare; dopo l’incomprensione iniziale i due si promettono di organizzare una celebrazione con pochi invitati ed un ricevimento nei mari dei Caraibi. La Lipinski dirige un filmetto senza troppe pretese che banalizza le paure che assalgono prima del fatidico sì; tremarella che coglie di sorpresa persino i più innamorati, ricevimento, abito nuziale, tutto sembra già visto eppure “Finchè nozze non ci separino” può contare sulla vivacità di alcuni protagonisti e sulla buona scelta dei tempi. Qui però la ricetta è un po’ antica, i dialoghi non sono originali e dopo un po’ abbiamo la sensazione che si sia voluto allungare il brodo con macchiette da avanspettacolo solo per carenza d’ispirazione: dagli addii al celibato –davvero gustosa la scena con i tre amici che accolgono il futuro sposo vestiti da donne- alla amica sposata che confessa di essere incinta di un altro, dal sesso con l’ex la notte prima delle nozze al braccio di ferro con i genitori per l’organizzazione del ricevimento, “Finchè nozze non ci separino” sembra un campionario di luoghi comuni confezionati con gusto prettamente francese. Marina Berenson regala un tocco di classe con la parte della mamma che ha un ritorno di fiamma con l’ex marito sparito molto tempo addietro per la sindrome da Peter Pan, mentre la splendida protagonista –Helene De Fougerolles- cattura il pubblico con quell’aria romantica e sbarazzina. Finale consolatorio con una fuga in stile “Il Laureato” tra lo stupore degli invitati e degli stessi testimoni. Julie Lipinski strappa qualche sorriso amaro con un prodotto appena corretto che segna anche il suo esordio dietro la macchina da presa. Antonello Villani (Salerno)