Synecdoche, New York

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Un film di Charlie Kaufman. Con Philip Seymour Hoffman, Samantha Morton, Michelle Williams, Catherine Keener, Emily Watson.
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Commedia, durata 124 min. - USA 2008. - Bim Distribuzione uscita giovedì 19 giugno 2014. MYMONETRO Synecdoche, New York * * * - - valutazione media: 3,02 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
bartleby corinzio sabato 17 novembre 2012
film affascinante, folle o assolutamente normale Valutazione 4 stelle su cinque
86%
No
14%

Ci sono personaggi in cerca d'autore e autori in cerca di personaggi, ci sono personaggi che interpretano l'autore che li ha scritturati per interpretarlo e magari anche auto-dirigerlo. Tutto questo accade sì nel mondo dell'arte ma anche, e forse con maggior "recita" nella vita reale. Così come quando il personaggio che va in crisi trova il sostegno dell'autore, che ne suggerisce le contromosse, allo stesso modo l'autore che va in crisi si issa - o magari semplicemente si appoggia - sulle spalle dei suoi personaggi. La crisi di un autore è in fondo la crisi di una vita. Il quotidiano esser in crisi, il momento critico che, come suggerisce il filosofo Derrida, forse intacca già lo svolgimento del processo simbolico. [+]

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jaylee martedì 1 luglio 2014
la vita vista da dietro le quinte Valutazione 1 stelle su cinque
61%
No
39%

Gli scrittori scrivono per se stessi? gli attori recitano per se stessi? i registi dirigono per se stessi? Esiste un’arte fine a se stessa dove l’autore è il principale fruitore e gli altri sono spettatori dell’autore stesso? Domanda a cui Charlie Kaufman, celebrato e originale sceneggiatore (suoi Se Mi Lasci Ti Cancello – titolo italiano da denuncia penale – Confessioni di Una Mente Pericolosa e Essere John Malkovich) cerca di dare una risposta sia all’interno del film, sia come scelta narrativa. Se la cosa vi può sembrare non chiara, infatti non lo è: Synecdoche, New York, il cui titolo (fusione di Shenectady, dove si svolge l’inizio del film, e la forma retorica Sineddoche) è già ermetico, non è un film semplice. [+]

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filippo catani lunedì 23 giugno 2014
il teatro della vita Valutazione 3 stelle su cinque
73%
No
27%

Uno sceneggiatore teatrale, a seguito del suo ultimo successo teatrale, vince un importante premio che gli mette a disposizione una forte somma di denaro. L'uomo decide allora di lanciarsi in una nuova produzione che dovrà rappresentare la sua vita. Nel frattempo lo sceneggiatore viene abbandonato dalla moglie che va a Berlino con la figlia.
Senza dubbio un film difficile ma questo non deve assolutamente scoraggiare lo spettatore. Certo Essere John Malkovich e Se mi lasci ti cancello si seguivano decisamente meglio. Quì Kaufman mette letteralmente in scena la vita e l'impossibilità di rappresentarla in quanto essa è sempre in continua evoluzione e non può mai essere imbrigliata. [+]

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vincenzo ambriola venerdì 20 giugno 2014
virtualità visionaria Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

La vita di Caden, un affermato regista teatrale, è sconvolta dall'abbandono della moglie e della figlia che si trasferiscono a Berlino. Inizia così un calvario scandito da malattie vere e immaginarie, relazioni affettive accettate e vissute senza entusiasmo. Il tutto all'interno di un grandioso progetto teatrale che si protrae per un ventennio, senza mai andare in scena. I temi affrontati in questo film da Kaufman sono numerosi: la depressione, il rapporto con la morte e con il corpo, la schizofrenia e l'ossessione ripetitiva, lo stesso concetto di cinema e di teatro. Colpisce la costruzione logica della trama, con l'iniziale replica dei personaggi reali con attori che li interpretano, con il successivo scambio tra attori e personaggi, fino ad arrivare all'eliminazione della realtà a favore della finzione. [+]

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pepito1948 martedì 1 luglio 2014
l'uomo e la sua moltitudine Valutazione 4 stelle su cinque
83%
No
17%

La sineddoche è una figura retorica con cui un’espressione (o parola) può essere sostituita da altra senza alterarne il significato do fondo, con il semplice cambio di una o più elementi. Applicata alla figura umana, essa ci dice che l’uomo è moltitudine, è un fascio di essenze, una pluralità di facce ognuna delle quali può esprimere il tutto, lo stesso tutto. Il tutto si sdoppia, si ricompone per mostrare un altro sé dal sé di prima, in una girandola di mutanti tutti diversi ma tutti veri perché fanno parte della stessa realtà umana. Stretta parente è un’altra figura, l’ossimoro, che esprime un principio di vita basilare come la dinamica degli opposti, delle contraddizioni che caratterizzano i nostri movimenti interni. [+]

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elettrasammarco venerdì 27 giugno 2014
un po' pletorico Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

Per superare la sua crisi d’identità artistica, Caden Cotard (P. Seymour Hoffmann), un noto regista teatrale, decide di mettere in scena la sua vita e i suoi fallimenti umani: l’abbandono da parte di sua moglie Adele, che si trasferisce a Berlino con la loro bambina; una relazione naufragata sul nascere con una donna, Hazel, che gli rimarrà nel cuore per sempre; una storia d’amore con la sua prima attrice, e poi le sue malattie psicosomatiche, le ipocondrie, la costante paura della morte che è in realtà visione anticipatrice dell’inesorabile. La messa in scena avverrà in tempo reale: durerà una vita, tanto quanto la vita di Caden, e sarà indistinguibile dalle prove (forse un omaggio a Grotowski, peraltro citato nel film, e alla sua predilezione per le prove rispetto allo spettacolo in sé). [+]

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enzo70 lunedì 30 giugno 2014
viaggio profondo nel dolore della vita Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

 Bisogna prepararsi prima di andare al cinema, prendere fiato, vedere Synecdoche è come leggere l’Ulisse di Joyce, è un’immersione nella dimensione della vita, nelle sue contraddizioni. Nulla è semplice, la prima mezz’ora ha una certa linearità, ma poi il film prende la strada della vita, si inerpica, diventa difficile trovare il bandolo della matassa, la coerenza si trova solo nel rigore del dolore e della continua ricerca del tempo perduto, che si perde e che si perderà. La morte diventa il filo conduttore di una vita che si trascina tra mille bivi, di cui difficilmente ne capiamo la ragione. Caden, il protagonista, impersonato da un maestoso Philip Seymour Hoffman, è un autore teatrale che dopo aver vinto un prestigioso premio decide di investire tutto se stesso nella produzione di uno spettacolo teatrale dove proporre una sintesi della sua vita e di quella dei suoi coprotagonisti, le persone che ha amato, anzi tutto la figlia. [+]

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darkglobe mercoledì 6 luglio 2022
specchio di ansie, malumori e dubbi esistenziali Valutazione 2 stelle su cinque
100%
No
0%

Synecdoche, New York, va detto con sincerità, è un film deprimente, uno specchio di ansie, malumori e dubbi esistenziali riversati in pellicola e scaraventati con poco riguardo in faccia al pubblico. Film, come noto, destinato forse a cadere nell’oblio, almeno qui in Italia, ma recuperato dalla BIM a seguito della morte di Hoffman.  Si tratta del primo lavoro come regista di Charlie Kaufman, fino a quel momento già ampiamente noto per aver realizzato gli script di Essere John Malkovich, Confessioni di una mente pericolosa e Se mi lasci ti cancello. [+]

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veritasxxx giovedì 3 luglio 2014
provaci ancora charlie Valutazione 3 stelle su cinque
55%
No
45%

Una bella gatta da pelare questo “Synecdoche, New York”. Ma sapendo che il signor Kaufman era alla sua prima prova alla regia dopo avere scritto la sceneggiatura di film belli e complicati come “Essere John Malkovich” e “Se mi lasci ti cancello”, c’era da aspettarsi un delirio di onnipotenza creativa fuori controllo. Il film è complesso e con molteplici sfaccettature, e lascerà la maggior parte degli spettatori meravigliati, disorientati, commossi. Forse annoiati, dopo due ore di (apparente) nonsense.
Sì, perché nel racconto è spesso poco chiaro quali eventi siano reali e quali siano sogno o immaginazione, come se fosse l’effetto provocato dallo stato alterato della mente di Caden, il protagonista, che ha evidentemente seri problemi di salute e di depressione e che vede la morte avvicinarsi inesorabile. [+]

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howlingfantod martedì 28 luglio 2015
raffinato ed ineseguibile Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

 Ambizioso progetto di film totale, domanda esistenziale e artistica sulla rappresentazione e/o rappresentabilità del reale, film nel film che contiene continue sovrapposizioni ed incursioni anche difficili e sfiancanti, forse eccessive  reale finzione e viceversa. Tutto il il film è infatti il tentavo destinato al fallimento di un regista teatrale di mettere in scena in pratica l’opera monstre in presa diretta della sua vita.
Il film interpretato  quasi come un testamento dal compianto grandissimo Philip Seymour Hoffman è la storia già rivista in altre forme nel mondo del cinema nel cinema o nel teatro (Vanja sulla 42° strada), del tentativo immane di rappresentare la realtà,  è la rappresentazione della grande difficoltà dello sforzo creativo destinato comunque al fallimento come in ogni narrazione “postmoderna” e comunque del suo profondo valore etico (“Miliardi di persone al mondo e nessuno è una comparsa, ognuno è protagonista della sua storia) e per inciso quella che Caden Cotard vorrebbe rappresentare non è nemmeno quella più importante e a tutti gli altri è giusto che gli interessi relativamente. [+]

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