Avati mette in scena tutte le tradizioni e le usanze tipiche della vecchia società ottocentesca, dai confetti distribuiti con il ramaiolo, ai paggi che reggono lo strascico, passando per il valzer tra coniugi e il letto nuziale preparato da ragazze vergini. Tono lento, malinconico, tra ricordi e ritorni, sogni d'amore e tristezza per un sentimento da reprimere. Un film molto teatrale, girato quasi tutto in interni, che gioca molte sue carte sulla recitazione, ma che nella parte finale presenta notevoli spaccati fotografici delle colline bolognesi e di una Romagna contesa tra paludi e mare.