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Da Scrotal Recall a Lovesick: Johnny, Antonia e Daniel sono tornati

Dylan cercava l'amore, ma ha trovato... la clamidia. Ora è sulle tracce delle persone con cui ha fatto sesso e si trova a ripensare ai suoi vecchi amori. Da oggi la seconda stagione su Netflix.
di Lorenza Negri

giovedì 17 novembre 2016 - Netflix

Anche i disperatamente romantici prendono la clamidia. L'iniqua verità è la premessa di Lovesick, sitcom dramedy precedentemente conosciuta con l'irriverente titolo di Scrotal Recall che da oggi è disponibile su Netflix con la seconda stagione inedita. Cambia il nome - quello originale, beffardo, era azzeccato quanto l'attuale, il quale però pone l'accento più sui patemi sentimentali del protagonista pasticcione che sui trascorsi erotici disastrosi racchiusi in undici anni di esperienze sessuali -, permane il resto. Dylan è il giovanotto britannico al centro della storia: svampito, ingenuo, incostante, impermeabile ai misteri della psicologia femminile. Dal giorno della perdita della verginità a oggi ha collezionato rapporti di durata variabile con un folto ed eterogeneo gruppetto di fanciulle - 21 -, ignorando sistematicamente i segnali lanciati nella sua direzione da Evie, la sua coinquilina sveglia e disponibile da sempre affezionata a lui.

Quando Dylan scopre di essere affetto dalla malattia a trasmissione sessuale di cui sopra, il medico gli dà un antibiotico e una missione da compiere: allertare le partner precedenti.
Lorenza Negri

L'elenco di contatti da scorrere è un espediente comune a diverse serie - da My Name is Earl a The Blacklist. Nel caso dell'eccentrico Dylan diventa il pretesto per ricontattare vecchie fiamme: perché liquidare la confessione di essere reo dei fastidi intimi della tua ex via sms quando ci si può umiliare di persona? La prima stagione di sei episodi - la seconda è composta di otto - dedica ciascuna puntata a una di loro. Saggiamente, il creatore della sitcom Tom Edge accantona la soluzione impervia di presentare la guest di puntata attingendo ai ricordi di Dylan e opta per i flashback, più coinvolgenti e immediati. Mentre la lista scorre avanti e indietro - è in ordine alfabetico, non cronologico, secondo una struttura narrativa più audace - nella carriera sentimentale del giovanotto, ogni puntata contribuisce a ricostruire le tappe fondamentali delle esistenze del protagonista e dei suoi amici.


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Attorno a Dylan satellitano la dolce e attraente Evie, il belloccio, sfrontato e apparentemente vacuo Luke, la ritrovata Abigail, prima della lista che torna a frequentare volentieri l'ex (lui non le ha attaccato la clamidia); inoltre, ci sono il supino Angus e l'aggressiva Helen, coppia mal assortita a cui il matrimonio ha creato solo patimenti. Le loro sono storie comuni, fatte di piccole - e grandi - tragedie, di rimorsi, pentimenti, in/soddisfazioni, di sogni e di nostalgia quotidiani e soprattutto dell'innamorarsi e dello smettere, piano piano, di amare.

In virtù del primato britannico nel saper intrecciare sapientemente dramma e commedia, Lovesick è una disamina di relazioni e sentimenti dolceamara; è buffa - specialmente nella messa in scena dei tragicomici pasticci in cui si infila metodicamente Dylan -, ed è drammatica - perché non poter stare con la persona che si ama è una delle più impietose calamità e Lovesick parla soprattutto di questo.
Lorenza Negri

Si era già accennato, a proposito della distopica Black Mirror, delle produzioni di Channel 4, emittente in chiaro inglese che ha sempre sfornato serie mirabolanti. Come Charlie Brooker, anche lo showrunner e sceneggiatore Tom Edge ha traslocato di buon grado sul digitale la sua creatura, pacchetto completo. In Lovesick ritroviamo l'attore e musicista sudafricano Johnny Flynn nei panni stropicciati di Dylan, Antonia Thomas (Misfits) nel ruolo di Evie e Daniel Ings (Psychoville) in quelli di Luke. Buona parte dei responsi positivi che lo show raccolse originariamente si devono alla performance di Flynn, figlio d'arte e curiosa e poliedrica figura nota al pubblico cinematografico per la partecipazione a Sils Maria (e a quello televisivo per un'altra sitcom dove interpreta un giovanotto ancor più svampito, Brotherhood di Comedy Central). Il frontman dei Johnny Flynn & The Sussex Wit, polistrumentista, compositore, scrittore e attore teatrale shakespeariano sa trasformare le situazioni più imbarazzanti in cui si caccia Dylan in epifanie esistenziali, tirando subito dalla sua lo spettatore mentre realizza come le sue ambizioni romantiche siano state nuovamente mal riposte e come, suo malgrado, sia relegato al ruolo dell'eterno fidanzato.
Sei settimane dopo il suo debutto britannico a fine 2014, la prima stagione si era conclusa con un cliffhanger estremo, la telecamera fissa su Dylan ed Evie messi di fronte ai rispettivi sentimenti: in ballo c'erano una lunga amicizia, la sintonia del trio quasi magico di coinquilini squinternati formato con Luke, la relazione in evoluzione tra il biondo protagonista e Abigail, e le prospettive matrimoniali di Evie. La seconda stagione rimette tutto e tutti in gioco, puntando, come suggerisce il titolo, meno sull'aspetto dissacrante e più su quello romantico del vaglio dei rapporti sentimentali. Il futuro di Dylan ed Evie - quali che siano gli esiti del loro confronto - non è scritto, e sulla lista delle ex da ricontattare ci sono ancora, almeno, una dozzina di nomi.


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