fabrizio friuli
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giovedì 7 luglio 2022
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l'' uso non idoneo del cellulare genera guai.
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Durante una semplice cena tra amici , i personaggi che appaiono differenti tra di loro prendono ( l' insana ) decisione di condividere i messaggi e le telefonate dei loro cellulari e durante il gioco , dei segreti anche perversi , vengono svelati , e questi segreti rendono la cena tra amici un disastro epocale , i rapporti vengono contaminati ( forse ) permanentemente , ed è possibile capire che solo pochi personaggi sono dotati della coscienza pulita , ma verso la fine , si scopre che il gioco con i cellulari non si è mai verificato, e i segreti sono rimasti nascosti nei cellulari.
Perfetti Sconosciuti è un lungometraggio italiano del regista italiano il cui nome corrisponde a Paolo Genovese , e vanta un cast attoriale di prim' ordine : Anna Foglietta , Edoardo Leo , Marco Giallini, Valerio Mastrandrea , Giuseppe Battiston , Kasia Smutniak e infine Alba Rohrwacher , e tutti loro interpretano dei personaggi che si trovano all ' interno di un appartamento, e ciò rende il film simile ad una rappresentazione teatrale, come Carnage di Roman Polansky, ed ovviamente, le differenze tra i lungometraggi sono numerose, ma entrambi sono dei film leggendari , Perfetti Sconosciuti dimostra quanto possa essere pericoloso utilizzare il cellulare in maniera sbagliata , poiché, quel che fa parte del cellulare, non dovrebbe essere mai conosciuto , e invece i personaggi dimostrano di essere delle persone marce, ma non tutti lo sono , pochi di loro hanno la coscienza pulita , gli altri personaggi sono delle persone fetide, dato che nelle loro vite sono presenti delle relazioni segrete , ed uno di loro nasconde la sua omosessualità, ed è Peppe a confessare che lui ha una storia con un uomo , e non ha rivelato nulla per il bene del suo compagno, per proteggerlo da loro , il personaggio di Peppe è interpretato dall' attore Giuseppe Battiston , ed è stato veramente sublime quando ha interpretato il suo personaggio nel momento in cui Peppw rivela di essere lui il " frocio " , ed è lui uno dei pochi personaggi ad avere la coscienza pulita , come Rocco ( Marco Giallini ) e Bianca ( Alba Rohrwacher ) .
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Durante una semplice cena tra amici , i personaggi che appaiono differenti tra di loro prendono ( l' insana ) decisione di condividere i messaggi e le telefonate dei loro cellulari e durante il gioco , dei segreti anche perversi , vengono svelati , e questi segreti rendono la cena tra amici un disastro epocale , i rapporti vengono contaminati ( forse ) permanentemente , ed è possibile capire che solo pochi personaggi sono dotati della coscienza pulita , ma verso la fine , si scopre che il gioco con i cellulari non si è mai verificato, e i segreti sono rimasti nascosti nei cellulari.
Perfetti Sconosciuti è un lungometraggio italiano del regista italiano il cui nome corrisponde a Paolo Genovese , e vanta un cast attoriale di prim' ordine : Anna Foglietta , Edoardo Leo , Marco Giallini, Valerio Mastrandrea , Giuseppe Battiston , Kasia Smutniak e infine Alba Rohrwacher , e tutti loro interpretano dei personaggi che si trovano all ' interno di un appartamento, e ciò rende il film simile ad una rappresentazione teatrale, come Carnage di Roman Polansky, ed ovviamente, le differenze tra i lungometraggi sono numerose, ma entrambi sono dei film leggendari , Perfetti Sconosciuti dimostra quanto possa essere pericoloso utilizzare il cellulare in maniera sbagliata , poiché, quel che fa parte del cellulare, non dovrebbe essere mai conosciuto , e invece i personaggi dimostrano di essere delle persone marce, ma non tutti lo sono , pochi di loro hanno la coscienza pulita , gli altri personaggi sono delle persone fetide, dato che nelle loro vite sono presenti delle relazioni segrete , ed uno di loro nasconde la sua omosessualità, ed è Peppe a confessare che lui ha una storia con un uomo , e non ha rivelato nulla per il bene del suo compagno, per proteggerlo da loro , il personaggio di Peppe è interpretato dall' attore Giuseppe Battiston , ed è stato veramente sublime quando ha interpretato il suo personaggio nel momento in cui Peppw rivela di essere lui il " frocio " , ed è lui uno dei pochi personaggi ad avere la coscienza pulita , come Rocco ( Marco Giallini ) e Bianca ( Alba Rohrwacher ) .la sceneggiatura del film è del regista stesso ed ha ricevuto il supporto di altri quattro sceneggiatori ed hanno permesso l' esistenza di una valida sceneggiatura è il film , nel complesso, è assolutamente degno di essere visto , partendo dal principio fino alla sua conclusione ed essere non apprezzato , bensì amato , dato che Perfetti Sconosciuti è uno dei pochi film italiani di valore , in questa lunga fase di decadimento cinematografico.
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heyjude
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giovedì 6 gennaio 2022
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siamo una mela intera (e non lo sappiamo)
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A prima vista la domanda sembra essere: conosciamo veramente chi ci circonda? Ma in realtà la domanda chiave del film è se conosciamo veramente noi stessi. E’ evidente che I personaggi del film vivono vite in cui non si rispecchiano, o che non li fanno veramente felici (il poligamo che vive da marito monogamo; il gay che si atteggia a etero; la coppia che sta insieme solo per sensi di colpa; l’altra coppia che vive senza comunicare). Basta un gioco stupido per mettere alla luce non tanto chi “sono veramente” I personaggi, ma chi NON sono, ovvero quei ruoli che si sono cuciti addosso e ai quali cercano allo stesso tempo di conformarsi e di scappare.
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A prima vista la domanda sembra essere: conosciamo veramente chi ci circonda? Ma in realtà la domanda chiave del film è se conosciamo veramente noi stessi. E’ evidente che I personaggi del film vivono vite in cui non si rispecchiano, o che non li fanno veramente felici (il poligamo che vive da marito monogamo; il gay che si atteggia a etero; la coppia che sta insieme solo per sensi di colpa; l’altra coppia che vive senza comunicare). Basta un gioco stupido per mettere alla luce non tanto chi “sono veramente” I personaggi, ma chi NON sono, ovvero quei ruoli che si sono cuciti addosso e ai quali cercano allo stesso tempo di conformarsi e di scappare. Un punto chiave del film qui è che questi ruoli non sarebbero sostenibili se non esistessero le scappatoie, I tradimenti, I segreti. Questi tradimenti sostengono le vite dei personaggi tanto quanto le mettono in pericolo. Se al poligamo venisse richiesto veramente di essere monogamo, senza possibilità di tradimento, lui non lo farebbe; se la coppia presa dai sensi di colpa non avesse le proprie individuali scappatelle, non reggerebbe. Il film quindi suggerisce che I tradimenti e le scappatoie sono alla base e a sostegno della vita di coppia che si basa sull’assenza di autenticità e di comunicazione: questa è una vita di coppia che si nutre di una sorta di felicità appannata che intrappola gli individui in ruoli stabili e che gli richiede di non mettere mai in discussione la propria relazione.
Dove il film non convince è nell’assenza di alternativa, o meglio nel suggerire (con il finale che cancella tutto quanto avvenuto a cena) che tutto sommato va bene cosi, e che questo è in effetti l’unico modo di vivere una relazione nella nostra società. Tanto è lucido nel puntare il dito sul fatto che siamo tutti sconosciuti, a noi stessi e agli altri, tanto è invece elusivo sulle possibilità dell’individuo di confrontarsi con se stesso. Sarebbe stato interessante portare all’estremo la situazione del gioco, farla esplodere completamente fino alla possibilità di un nuovo equilibrio, di una situazione in cui (alcuni) personaggi, I più coraggiosi, I più introspettivi, vivono questa nuova situazione come uno slancio liberatorio, costruttivo che li riporta a dialogare con se stessi e con quello che vogliono essere. La frase della neomoglie (“io neanche volevo sposarmi, poi ho conosciuto sto stronzo che mi ha fatto credere che potevamo essere felici”) poteva aprire a una riflessione liberatoria su chi siamo veramente e su quale modello di relazione calza meglio per ognuno di noi.
Questa riflessione non c’è, e la sua assenza dimostra la fondamente mancanza di coraggio dei personaggi quanto del regista, di affrontare il tema serissimo della conoscenza di se stessi e dell’altro in una prospettiva emancipatoria. Noi non conosciamo noi stessi, e non sappiamo se ci ritroviamo bene nei ruoli che giorno dopo giorno ci vengono cuciti addosso. Ma solo la prospettiva di confronto e di riflessione su questi ruoli può essere il fondamento di una coppia autentica (voglio davvero essere monogamo? Voglio davvero sposarmi? Voglio davvero fingermi etero per evitare problemi?). Non sappiamo chi siamo e chi è l’altro, ma dobbiamo avere ogni giorno il coraggio di scoprirlo. Questo è il tipo di coppia al quale il film poteva provocatoriamente strizzare l’occhio. Una coppia che trae la sua forza dalla piena consapevolezza che ognuno basta a se stesso. Non esiste altra metà della mela, perchè ogni individuo è una mela intera.
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heyjude
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giovedì 6 gennaio 2022
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abbiamo il coraggio di conoscere noi stessi e gli altri?
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A prima vista la domanda sembra essere: conosciamo veramente chi ci circonda? Ma in realtà la domanda chiave del film è se conosciamo veramente noi stessi. E’ evidente che I personaggi del film vivono vite in cui non si rispecchiano, o che non li fanno veramente felici (il poligamo che vive da marito monogamo; il gay che si atteggia a etero; la coppia che sta insieme solo per sensi di colpa; l’altra coppia che vive senza comunicare). Basta un gioco stupido per mettere alla luce non tanto chi “sono veramente” I personaggi, ma chi NON sono, ovvero quei ruoli che si sono cuciti addosso e ai quali cercano allo stesso tempo di conformarsi e di scappare. Un punto chiave del film qui è che questi ruoli non sarebbero sostenibili se non esistessero le scappatoie, I tradimenti, I segreti.
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A prima vista la domanda sembra essere: conosciamo veramente chi ci circonda? Ma in realtà la domanda chiave del film è se conosciamo veramente noi stessi. E’ evidente che I personaggi del film vivono vite in cui non si rispecchiano, o che non li fanno veramente felici (il poligamo che vive da marito monogamo; il gay che si atteggia a etero; la coppia che sta insieme solo per sensi di colpa; l’altra coppia che vive senza comunicare). Basta un gioco stupido per mettere alla luce non tanto chi “sono veramente” I personaggi, ma chi NON sono, ovvero quei ruoli che si sono cuciti addosso e ai quali cercano allo stesso tempo di conformarsi e di scappare. Un punto chiave del film qui è che questi ruoli non sarebbero sostenibili se non esistessero le scappatoie, I tradimenti, I segreti. Questi tradimenti sostengono le vite dei personaggi tanto quanto le mettono in pericolo. Se al poligamo venisse richiesto veramente di essere monogamo, senza possibilità di tradimento, lui non lo farebbe; se la coppia presa dai sensi di colpa non avesse le proprie individuali scappatelle, non reggerebbe. Il film quindi suggerisce che I tradimenti e le scappatoie sono alla base e a sostegno di una vita di coppia che si basa sull’assenza di autenticità e di comunicazione: questa è una vita di coppia che si nutre di una sorta di felicità appannata che intrappola gli individui in ruoli stabili e che gli richiede di non mettere mai in discussione la propria relazione.
Dove il film non convince è nell’assenza di alternativa, o meglio nel suggerire (con il finale che cancella tutto quanto avvenuto a cena) che tutto sommato va bene cosi, e che questo è in effetti l’unico modo di vivere una relazione nella nostra società. Tanto è lucido nel puntare il dito sul fatto che siamo tutti sconosciuti, a noi stessi e agli altri, tanto è invece elusivo sulle possibilità dell’individuo di confrontarsi con se stesso. Sarebbe stato interessante portare all’estremo la situazione del gioco, farla esplodere completamente fino alla possibilità di un nuovo equilibrio, di una situazione in cui (alcuni) personaggi, I più coraggiosi, I più introspettivi, vivono questa nuova situazione come uno slancio liberatorio, costruttivo che li riporta a dialogare con se stessi e con quello che vogliono essere. La frase della neomoglie (“io neanche volevo sposarmi, poi ho conosciuto sto stronzo che mi ha fatto credere che potevamo essere felici”) poteva aprire a una riflessione liberatoria su chi siamo veramente e su quale modello di relazione calza meglio per ognuno di noi.
Questa riflessione non c’è, e la sua assenza dimostra la fondamente mancanza di coraggio dei personaggi quanto del regista, di affrontare il tema serissimo della conoscenza di se stessi e dell’altro in una prospettiva emancipatoria. Noi non conosciamo noi stessi, e non sappiamo se ci ritroviamo bene nei ruoli che giorno dopo giorno ci vengono cuciti addosso. Ma solo la prospettiva di confronto e di riflessione su questi ruoli può essere il fondamento di una coppia autentica (voglio davvero essere monogamo? Voglio davvero sposarmi? Voglio davvero fingermi etero per evitare problemi?). Non sappiamo chi siamo e chi è l’altro, ma dobbiamo avere ogni giorno il coraggio di scoprirlo. Questo è il tipo di coppia al quale il film poteva provocatoriamente strizzare l’occhio. Una coppia che trae la sua forza dalla piena consapevolezza che ognuno basta a se stesso. Non esiste altra metà della mela, perchè ogni individuo è una mela intera.
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balunzen
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venerdì 28 maggio 2021
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'na traggedia!
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A mano a mano che si procede nella visione, questo fimaccio diviene sempre più irritante, sia per la stupidità e assurdità del copione della “boccia da biliardo” Rolando Ravello, sia per la solita, ostentata “romaneschità” degli assassini della commedia all’italiana Mastandrea, Giallini e Leo, sia per la pochezza delle corrispondenti femminili Smutniak, Rohrwacher e Foglietta. Insomma, <‘na traggedia>, come direbbero loro. Evitatelo! Voto: 0
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angelo umana
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martedì 21 luglio 2020
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la cena delle beffe
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Bisogna riconoscere a Paolo Genovese una buona capacità d'osservazione dei costumi sociali e qualcosa degli animi delle persone, o dei suoi protagonisti. Principalmente mi riferisco a The Place e a Perfetti sconosciuti, non avendo visto diversi altri suoi film. Con la sua cultura classica riesce a “sfruculiare” - termine volgare ma simpatico che può usarsi per stuzzicare, frugare - discussioni e punti di vista su comportamenti diffusi.
Qui, in Perfetti Sconosciuti, si dicono cose abbastanza conosciute ma che per timore perbenismo privacy o vizi privati (non tanto viziosi poi né giudicabili) non devono essere divulgate, soprattutto nella coppia.
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Bisogna riconoscere a Paolo Genovese una buona capacità d'osservazione dei costumi sociali e qualcosa degli animi delle persone, o dei suoi protagonisti. Principalmente mi riferisco a The Place e a Perfetti sconosciuti, non avendo visto diversi altri suoi film. Con la sua cultura classica riesce a “sfruculiare” - termine volgare ma simpatico che può usarsi per stuzzicare, frugare - discussioni e punti di vista su comportamenti diffusi.
Qui, in Perfetti Sconosciuti, si dicono cose abbastanza conosciute ma che per timore perbenismo privacy o vizi privati (non tanto viziosi poi né giudicabili) non devono essere divulgate, soprattutto nella coppia. Lo diceva anche Clint Eastwood nel suo Hereafter, ma in vicende ben diverse, che “non è bene sapere tutto dell'altro/a”. In fondo il “non detto”, i nostri piccoli segreti o passatempi, fan più bella la vita. E così, tra un “amore sbrigati” e un “tesoro spicciati” - gli amore-tesoro che dopo un anno di matrimonio al massimo diventano un intercalare, un'espressione vuota qualsiasi – tre coppie e un single si trovano a una cena a casa di un “lui” che ama cucinare.
Il ritrovo è un momento di bella atmosfera, scherzi tra amici maturi che si conoscono da tempo, pettegolezzi e ironie in relax, e il cibo è buono. E Battiston Mastandrea Giallini e la Rohrwacher, ma anche tutti gli altri, rendono benissimo l'idea e il piacere del ritrovo. Il regista-sceneggiatore ha voluto combinare uno scherzo a questi, o a noi tutti: ai convenuti ha fatto tirar fuori l'idea – dato che tra amici e in coppia ci conosciamo tutti a memoria e non abbiamo nulla da nascondere - di posare i propri telefonini sul tavolo e ascoltare o parlare col viva-voce nelle telefonate e messaggi che potrebbero arrivare. Una sfida affrontata con ostentata tranquillità da tutti. Così l'atmosfera si stravolge, vengono fuori verità nascoste e conflitti nelle coppie, i segreti vengono messi in “piazza”, la cena diventa delle “beffe”, non è violento come Carnage di Polanski ma poco ci manca. Il film è bello e terribile. La morale la dice il personaggio di Giallini, il cuoco padrone di casa, che ha l'aria molto assennata: siamo esseri frangibili, con queste “scatole nere” che contengono tutti i nostri segreti ci possiamo far del male (… o esse servono soprattutto nei rapporti clandestini, ndr). Eppure il recente ammogliato e in dolce attesa personaggio della Rohrwacher lo dice, i matrimoni mi fanno tristezza, non ci ho mai creduto.
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marco petrini
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mercoledì 18 marzo 2020
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disagio
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Devo confessare che mi ha messo a disagio...che poi è quello che vuole chi ha fatto il film. Bravi tutti. ottimo lo sviluppo: un film da vedere. (magari insieme agli amici...o forse no!)
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francesco2
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giovedì 22 agosto 2019
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film (abbastanza) insolito
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D’accordo, il film funziona. Ha un suo significato –non necessariamene cosi profondo-, empi e dialoghi sono –sostanzialmente- migliori rispetto alla medi del cinema italiano. La –pochissima- musica è buona musica, persino la scena sulla luna è una buona scena sulla lun. Ma basta questo per farne un piccolo caso?
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parsifal
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lunedì 18 febbraio 2019
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bugie e verità
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Diretto e sceneggiato da P.Genovese, regista italiano tra i migliori dell'ultima generazione, con l'aiuto alla scrittura di una valida squadra costituita da Bologna,Costello, Mammini e Ravello, il suddetto film fa parte del filone che nel mondo anglo sassone viene classificato come " Kitchen- Comedy" , ovvero la trama si svolge interamente in cucina e sala da pranzo dove si avvicendano le alterne sorti ed esistenze dei protagonisti. Il film francese " Cena tra amici" ne è un fulgido esempio. Degli amici di lunga data si ritrovano periodicamente a casa di uno di loro, a turno, per una cena , apparentemente spensierata. Stavolta è il turno di Rocco ( M.
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Diretto e sceneggiato da P.Genovese, regista italiano tra i migliori dell'ultima generazione, con l'aiuto alla scrittura di una valida squadra costituita da Bologna,Costello, Mammini e Ravello, il suddetto film fa parte del filone che nel mondo anglo sassone viene classificato come " Kitchen- Comedy" , ovvero la trama si svolge interamente in cucina e sala da pranzo dove si avvicendano le alterne sorti ed esistenze dei protagonisti. Il film francese " Cena tra amici" ne è un fulgido esempio. Degli amici di lunga data si ritrovano periodicamente a casa di uno di loro, a turno, per una cena , apparentemente spensierata. Stavolta è il turno di Rocco ( M.Giallini) chirurgo plastico di talento , ma non affermato come vorrebbe, sposato con Eva ( K.Smutniak) psicoanalista dai modi severi ed in perenne conflitto con la figlia Sofia ( B. Porcaroli) , ad ospitare la ciurma multicolore. Altre due coppie , rispettivamente Cosimo ( E.Leo) funanbolo oltremisura, nel dialogo come nella vita e Bianca ( A.Rohwacher) ,ingenua ed innamoratissima novella sposa. A loro si uniscono Lele ( V.Mastrandrea) loquace , spiritoso ma sempre contraddistinto da un velo di inconfessata malinconia , sposato da dieci anni con Carlotta ( A. Foglietta). Entrambe vivono un momento difficile della propria esistenza , tanto nel matrimonio quanto nella vita quotidiana e non lo nascondono.L 'ultimo arrivato
è Peppe ( G.Battiston) , professore di educazione fisica, momentaneamente disoccupato, pigro e orfano temporaneamente della propria metà Lucilla , che avrebbe dovuto presentare agli amici ma rimasta a casa , bloccata dall'influenza. La serata decolla grazie all'affiatamento decennale che li unisce: non vengono risparmiate battute a doppio senso, tipiche del sarcasmo romano e vari amorevoli sfottò. Nel corso della cena Eva propone un gioco di società , abbastanza originale; ognuno dei presenti dovrà poggiare il proprio telefono sulla tavola ed ogni volta che verrà chiamato, mettere il viva voce e rendere pubblica la conversazione . Idem per il contenuto dei messaggi e delle mail. Ovviamente si inizierà scherzandi e sfottendosi senza alcuna pietà. Ma il gioco prenderà , via via, una strada che si rivelerà un'arma a doppio taglio, come accade spesso quando si vuole a d ogni costo giungere alla verità. Tutto verrà messo in dubbio ed alcuni segreti ( difficili da gestire) confessati pubblicamente: tutto questo non sarà indolore , poichè la verità non lo è mai. Ma quando sembra che ogni baluardo di decenza sia crollato , tantoa da non far rimanere in piedi nemmeno le macerie, arriverà un' escamotage narrativo che salverà i protagonisti dal naufragio esistenziale. La morale è che la Verità , come la Vita d' altronde, non è univoca ma corrisponde al numero di occhi che la guardano e può essere molto, molto tagliente.Ottima scrittura , anche se non del tutto originale, e notevole interpretazione di tutti gli attori del cast.
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lucrezia
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mercoledì 14 novembre 2018
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in quale mondo?
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Sto guardando il film e non l'ho ancora finito. Ora magari alla fine mi risulterà gradevole, ma ci sono cose che io non ammetto, soprattutto in un film realistico e non fantasy o di genere surreale. La premessa di questo film è un gioco che inizia in una serata tra amici, in pratica cellulari in mezzo alla tavola e ci si fa i fatti degli altri e si leggono in diretta i messaggi che arrivano. Ora in quale mondo? Chi è che farebbe una cosa del genere? Quali amici sadici hanno? E soprattutto ma farsi i fatti altrui in questo modo e trovarlo divertente? Non ha alcun senso. Sarà che sono Piemontese vivo a Torino e qui le persone sono riservate per cultura ma una trama del genere non sta in piedi, oppure in questo film si analizza il gruppo più assurdo di amici che si possa immaginare, perchè io in mille serate un'idea così bislacca non è mai venuta a nessuno, al massimo a un capodanno si è usata la palla 8 della verità.
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Sto guardando il film e non l'ho ancora finito. Ora magari alla fine mi risulterà gradevole, ma ci sono cose che io non ammetto, soprattutto in un film realistico e non fantasy o di genere surreale. La premessa di questo film è un gioco che inizia in una serata tra amici, in pratica cellulari in mezzo alla tavola e ci si fa i fatti degli altri e si leggono in diretta i messaggi che arrivano. Ora in quale mondo? Chi è che farebbe una cosa del genere? Quali amici sadici hanno? E soprattutto ma farsi i fatti altrui in questo modo e trovarlo divertente? Non ha alcun senso. Sarà che sono Piemontese vivo a Torino e qui le persone sono riservate per cultura ma una trama del genere non sta in piedi, oppure in questo film si analizza il gruppo più assurdo di amici che si possa immaginare, perchè io in mille serate un'idea così bislacca non è mai venuta a nessuno, al massimo a un capodanno si è usata la palla 8 della verità. Ora posso imaginare il proseguimento in cui OVVIAMENTE si riveleranno fatti privati di ognuno, però tutti consenzienti a partecipare a questo "gioco" del cavolo. Il cinema italiano davvero oramai è di uno squallore unico.
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davide
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giovedì 1 febbraio 2018
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un film geniale e divertente
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è un film geniale e divertente, che tocca con molta semplicità i vari aspetti del mondo odierno, a volte lo fa con leggerezza altre volte con maggiore consapevolezza, un film che appena lo inizi l'hai già finito.
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