stefano capasso
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domenica 10 marzo 2019
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un momento di autentico incontro
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Pina vive in un paesino sulle rive del Po, è impiegata presso un consorzio agrario e ormai trentaseienne sente sempre più la solitudine come un peso. Decide di scrivere un annuncio matrimoniale sul giornale, e tra le diverse risposte ricevute sceglie di iniziare un rapporto epistolare con Adolfo, quarantenne romano impiegato in una cartoleria. Quando arriva il momento di conoscersi Adolfo andrà a passare una giornata da Pina e per i due sarà l’occasione di fare reciproca conoscenza in modo decisamente più approfondito.
Gran bel film di Antonio Pietrangeli, come sempre capace di delineare in modo preciso i caratteri dei suoi personaggi ed analizzare in profondità i loro vissuti, le loro relazioni e le loro difficoltà, in particolar modo per quanto riguarda le donne.
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Pina vive in un paesino sulle rive del Po, è impiegata presso un consorzio agrario e ormai trentaseienne sente sempre più la solitudine come un peso. Decide di scrivere un annuncio matrimoniale sul giornale, e tra le diverse risposte ricevute sceglie di iniziare un rapporto epistolare con Adolfo, quarantenne romano impiegato in una cartoleria. Quando arriva il momento di conoscersi Adolfo andrà a passare una giornata da Pina e per i due sarà l’occasione di fare reciproca conoscenza in modo decisamente più approfondito.
Gran bel film di Antonio Pietrangeli, come sempre capace di delineare in modo preciso i caratteri dei suoi personaggi ed analizzare in profondità i loro vissuti, le loro relazioni e le loro difficoltà, in particolar modo per quanto riguarda le donne. Grazie alla magistrale sceneggiatura scritta insieme a Scola e Maccari, il film conduce lentamente ed inesorabilmente nel confronto ravvicinato di due esistenze caratterizzate dal disagio della solitudine, due esseri umani tagliati fuori dal boom economico di quegli anni e che devono inventarsi una vita ai margini. Man mano che si avvicinano nel loro incontro cadono i veli delle piccole ipocrisie, degli atteggiamenti costruiti ad arte per attenersi alla pubblica morale. E se quello che emerge è l’impossibilità di stare insieme per via di una profonda incompatibilità, allo stesso tempo nel momento in cui i due si aprono completamente alla verità, alle loro debolezze, alle loro meschinità, diventa possibile un incontro autentico, una vicinanza reale che permette un momento di totale abbandono all’altro. È un apertura che pero sarà insostenibile, dettata com’è dalla disperazione: ben presto, una volta ristabilite le distanz0,e il linguaggio della formalità e dell’ipocrisia riprenderà il sopravvento.
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elgatoloco
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martedì 29 maggio 2018
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commedia?
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Decisamente, con questo"La visita"(ANtonio Pietrangeli, 1964, da un racconto di Carlo Cassola), un film duro, che contrasta con il clima"di fondo"da commedia italian style o meglio il regista, anche basandosi su un testo letterario importante, contamina il sermo humilis con quello sublimis, la commedia con il dramma di esistenze vuote, sostanzialmente trascinate, "virate"al nulla...Esistenzialismo senza parere, diremmo, senso della vacuità di un'esistenza trascinata, non "gestita"in base a valori o a idealità, in mano all'effimero"boom"(nel 1964 esso era già in crisi, forse, oppure volgeva al termine, quasi trascinandosi-mi scuso per l'iterazione del termine, che però serve per chiarire il problema stancamente), dove l'ambiente della campagna.
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Decisamente, con questo"La visita"(ANtonio Pietrangeli, 1964, da un racconto di Carlo Cassola), un film duro, che contrasta con il clima"di fondo"da commedia italian style o meglio il regista, anche basandosi su un testo letterario importante, contamina il sermo humilis con quello sublimis, la commedia con il dramma di esistenze vuote, sostanzialmente trascinate, "virate"al nulla...Esistenzialismo senza parere, diremmo, senso della vacuità di un'esistenza trascinata, non "gestita"in base a valori o a idealità, in mano all'effimero"boom"(nel 1964 esso era già in crisi, forse, oppure volgeva al termine, quasi trascinandosi-mi scuso per l'iterazione del termine, che però serve per chiarire il problema stancamente), dove l'ambiente della campagna.quasi mare in contrasto con la capitale da cui viene il protagonista maschile segna una contraddizione, invero una delle tante, dove dovremmo enumerare l'eros, visto da punti di vista diversissimi, la vita e la sua"gestione", la visione del mondo(o non visione.concezione dello stesso). Pientrangli, come in"Io la conoscevo bene"entra molto bene in medias res, con grande sensibilità e intelligenza, come fanno gli interpreti, da una Sandra Milo quasi al"top", a Mario Adorf, grande atore di teatro(aveva lavorato con Brecht, inter cetera) e di cinema spesso trascurato, per non dire di Gastone Moschin, Didi Perego, François Périer e altri/e. Un film da vedre-rivedere. studiare, "riscoprire"nell'accezione piena del lemma. El Gato
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parsifal
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giovedì 19 aprile 2018
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solitudine e provincia
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IL poliedrico Pietrangeli, autore e regista d'eccezione, in collaborazione con Scola e Maccari, sodali nel lavoro quanto nella vita, mette in atto una trasposizione del racconto di Cassola, dando corpo ad una vicenda incentrata sulla solitudine in età adulta, e la conseguente voglia ed incapacità di superarla. Adolfo ( F. Perrier) commesso in una libreria del centro di Roma, insoddisfatto e frustrato , vorrebbe porre fine al suo status di scapolo e così, tramite un annuncio su una rivista femminile entra in contatto con Pina ( S. Milo) , infaticabile lavoratrice di S. Benedetto Po, autonoma ed indipendente, proprietaria di una graziosa villetta ,molto , molto sola anch'essa.
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IL poliedrico Pietrangeli, autore e regista d'eccezione, in collaborazione con Scola e Maccari, sodali nel lavoro quanto nella vita, mette in atto una trasposizione del racconto di Cassola, dando corpo ad una vicenda incentrata sulla solitudine in età adulta, e la conseguente voglia ed incapacità di superarla. Adolfo ( F. Perrier) commesso in una libreria del centro di Roma, insoddisfatto e frustrato , vorrebbe porre fine al suo status di scapolo e così, tramite un annuncio su una rivista femminile entra in contatto con Pina ( S. Milo) , infaticabile lavoratrice di S. Benedetto Po, autonoma ed indipendente, proprietaria di una graziosa villetta ,molto , molto sola anch'essa. I due decidono di incontrarsi e sarà Adolfo ad andare in trasferta. Verrà accolto amorevolmente da Pina, desiderosa di conoscerlo e di sapere quale potrà mai essere il loro futuro. La giornata si svolge serenamente, almeno in apparenza, fino a quando non iniziano ad emergere le varie incongruenze di entrambi, complice anche il fatto che l’ospite tende ad esagerare con le libagioni. Adolfo possiede tutte le idiosincrasie tipiche dell'uomo solo, è portato al giudizio tagliente e sarcastico , ha una forte inclinazione all'avarizia e talvolta è cinico e spietato. Pina, eterna sognatrice ad occhi aperti , per non soffocare nella propria amarezza cerca l’affetto che desidera ovunque ed è l'amante di un uomo sposato, Renato (G. Moschin) che le fa visita quando può , per poi scomparire nella notte. Mano a mano che la narrazione va avanti , risulta evidente l'incompatibilità tra i due , benchè la voglia di non essere più soli sia smaccata in entrambi. Si allontaneranno senza colpo ferire e con scarso rammarico. Commedia dal forte retro gusto amaro, che illustra la difficoltà di costruire una coppia in età adulta, sullo sfondo della provincia italiana, durante il boom economico.
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parsifal
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mercoledì 18 aprile 2018
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solitudine e dintorni
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IL poliedrico Pietrangeli, autore e regista d'eccezione, in collaborazione con Scola e Maccari, sodali nel lavoro quanto nella vita, mette in atto una trasposizione del racconto di Cassola, dando corpo ad una vicemda incentrata sulla solitudine in età adulta, e la conseguente voglia ed incapacità di superarla. Adolfo ( F.Perrier) commesso in una libreria del centro di Roma, insoddisfatto e frustrato , vorrebbe porre fine al suo status di scapolo e così, tramite un annuncio su una rivista femminile entra in contatto con PIna ( S. Milo) , infaticabile lavoratrice di S. Benedetto Po, autonoma ed indipendente, proprietaria di una graziosa villetta ,molto , molto sola anch'essa.
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IL poliedrico Pietrangeli, autore e regista d'eccezione, in collaborazione con Scola e Maccari, sodali nel lavoro quanto nella vita, mette in atto una trasposizione del racconto di Cassola, dando corpo ad una vicemda incentrata sulla solitudine in età adulta, e la conseguente voglia ed incapacità di superarla. Adolfo ( F.Perrier) commesso in una libreria del centro di Roma, insoddisfatto e frustrato , vorrebbe porre fine al suo status di scapolo e così, tramite un annuncio su una rivista femminile entra in contatto con PIna ( S. Milo) , infaticabile lavoratrice di S. Benedetto Po, autonoma ed indipendente, proprietaria di una graziosa villetta ,molto , molto sola anch'essa. I due decidono di incontrarsi e sarà Adolfo ad andare in trasferta. Verrà accolto amorevolmente da Pina, desiderosa di conoscerlo e di sapere quale potrà mai essere il loro futuro. La giornata si svolge serenamente, almeno in apparenza, fino a quando non iniziano ad emergere le varie incongruenze di entrambi, complice il fatto che l'ospite esagera con le libagioni. Adolfo possiede tutte le idiosincrasie tipiche dell'uomo solo, è portato al giudizio tagliente e sarcastico , ha una forte inclinazione all'avarizia e talvolta cinico e spietato. Pina, eterna sognatrice ad occhi aperti , è l'amante di un uomo sposato, Renato (G. Moschin) che le fa visita quando può , per poi scomparire nella notte.Mano a mano che la narrazione va avanti , risulta evidente l'incompatibilità tra i due , benchè la voglia di non essere più soli sia smaccata in entrambi. Si allontaneranno senza colpo ferire e con scarso rammarico. Commedia dal forte retro gusto amaro, che illustra la difficoltà di costruire una coppia in età adulta.
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johngarfield
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domenica 16 ottobre 2011
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un pietrangeli in gran forma
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Se si dovesse indicare un film che meglio rappresenti la personalità e la visione del mondo di Antonio Pietrangeli, questo è probabilmente LA VISITA (1964). Mai come in questo film viene esaltata la figura femminile e, per converso, mortificata quella maschile. Se, per certi versi, si tratta di un pregio, per altri si rivela anche un difetto. Si tratta di pregio se analizziamo come viene trattata la figura di Pina, la protagonista, una delle migliori interpretazioni di Sandra Milo. Nonostante il chiaro intento di fare di Pina un personaggio ai limiti del grottesco (per le sue forme giunoniche, per il pesante abuso del rossetto che finisce per renderla ridicola), il suo personaggio assume contorni sempre più definiti man mano che la storia avanza e che lasciano intravedere, dietro un’apparente immagine di sempliciotta ignorante e piccolo-borghese, un animo nobile e generoso.
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Se si dovesse indicare un film che meglio rappresenti la personalità e la visione del mondo di Antonio Pietrangeli, questo è probabilmente LA VISITA (1964). Mai come in questo film viene esaltata la figura femminile e, per converso, mortificata quella maschile. Se, per certi versi, si tratta di un pregio, per altri si rivela anche un difetto. Si tratta di pregio se analizziamo come viene trattata la figura di Pina, la protagonista, una delle migliori interpretazioni di Sandra Milo. Nonostante il chiaro intento di fare di Pina un personaggio ai limiti del grottesco (per le sue forme giunoniche, per il pesante abuso del rossetto che finisce per renderla ridicola), il suo personaggio assume contorni sempre più definiti man mano che la storia avanza e che lasciano intravedere, dietro un’apparente immagine di sempliciotta ignorante e piccolo-borghese, un animo nobile e generoso.
Il difetto sta nel fare di Pina un concentrato di virtù femminili in opposizione al personaggio becero del signor Adolfo che, a sua volta, rappresenta un po’ tutti i peggiori difetti del maschio italiano.
Questa mancanza di sfumature nella caratterizzazione dei protagonisti rappresenta un punto debole di un film che risulta comunque interessante e valido.
La figura dei due protagonisti, in effetti, pur se macchiata, come si è detto, da un sostanziale manicheismo, è un notevole studio psicologico sulla solitudine e sul costume italiano degli anni ’60.
Pina intende vincere la propria solitudine attraverso annunci sui giornali allo scopo di conoscere ed, eventualmente, contrarre matrimonio con qualcuno che risponda alle sue aspettative.
Adolfo, invece, vorrebbe lasciare luogo di lavoro e il lavoro stesso per trasferirsi in campagna e “accasarsi” in modo economicamente conveniente. Appare quindi chiaro che per Pina si tratta di una motivazione ideale, mentre per Adolfo sono evidenti le sue intenzioni materiali.
Allo scopo di sgombrare il campo da ogni possibile malinteso, ad Adolfo vengono attribuiti comportamenti e difetti tali da renderlo francamente insopportabile (meschinità, avarizia, viltà, falsità, prepotenza, maleducazione, volgarità ecc.), mentre Pina dimostra generosità, altruismo, bontà e nobiltà d’animo. Tutto questo attraverso una sapiente costruzione di una trama che mantiene una interessante valenza realistica mediante l’uso dell’unità di tempo (il tempo appunto della visita che Adolfo compie a casa di Pina).
Il film poteva essere ancora più convincente se l’ambientazione fosse stata studiata con maggior rigore. Purtroppo invece il regista e gli sceneggiatori hanno compiuto scelte superficiali e al limite del grottesco. Uno degli aspetti più negativi della commedia all’italiana è proprio questa tendenza a caricare ambienti e personaggi di contorno con faciloneria, pressappochismo, gusto della battutaccia o dello stereotipo. E LA VISITA non sfugge a questa becera tendenza (la figura del “matto”, il provincialismo grottesco degli abitanti del paesino mantovano, la sbornia e l’arroganza di Adolfo deriso dai compaesani di Pina, ecc.).
Ma la grandezza della commedia all’italiana e, in particolare, di Pietrangeli, sta nella capacità di descrivere a meraviglia la realtà quotidiana, difetti e virtù dei protagonisti attraverso la costruzione di storie credibili, realistiche, pur se viste attraverso la lente della comicità o, nei casi migliori, della fine ironia.
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corrado62
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giovedì 20 agosto 2009
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a proposito di antonio pietrangeli
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Trovare opportunita' per poter parlare di Pietrangeli e' sempre ardua impresa, cosi' come dai critici e' sempre considerato il fratello "minore" dei vari Risi, Monicelli, Germi (senza scomodare Visconti, Antonioni, Rossellini...ci mancherebbe altro...!) ovviamente non sono d'accordo - e non lo considero un mio problema - il suo primo film visto dal sottoscritto e' stato un ventina di anni fa ed era "io la conoscevo bene" tralascio l'effetto che mi fece, se ora sono qui a parlarne.
Ho solo voluto poter "dire" a qualcuno, di quanto consideri grande il lavoro di questo regista, cosi' come - per certi versi ovvio - sia stato perlopiu' considerato un buon artigiano "cacadubbi" che faceva ripetere una scena anche trenta volte.
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Trovare opportunita' per poter parlare di Pietrangeli e' sempre ardua impresa, cosi' come dai critici e' sempre considerato il fratello "minore" dei vari Risi, Monicelli, Germi (senza scomodare Visconti, Antonioni, Rossellini...ci mancherebbe altro...!) ovviamente non sono d'accordo - e non lo considero un mio problema - il suo primo film visto dal sottoscritto e' stato un ventina di anni fa ed era "io la conoscevo bene" tralascio l'effetto che mi fece, se ora sono qui a parlarne.
Ho solo voluto poter "dire" a qualcuno, di quanto consideri grande il lavoro di questo regista, cosi' come - per certi versi ovvio - sia stato perlopiu' considerato un buon artigiano "cacadubbi" che faceva ripetere una scena anche trenta volte.....
Per me veramente un po' poco rispetto a cio' che sapeva tirar fuori a film finito.
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mario
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martedì 12 agosto 2008
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scoperta.
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Ne avevo scoperto l'esistenza leggendo dei commenti che una mia zia cinefila aveva scritto su una vecchia agendina dell'epoca, quando l'aveva visto appena uscito. L'ho finalmente potuto vedere registrandolo in TV mesi fa e finalmente ora ho trovato il DVD, di cui consiglio la visione con il commento dei due critici come audio: un film che dovrebbe essere scoperto da tutti, cose che anche oggi con gli incontri in chat non sono cambiate di una virgola...la lungimiranza dei grandi registi!
[+] viva la zia cinefila!
(di corrado62)
[ - ] viva la zia cinefila!
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un' appassionata di filmografia italiana
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acuto
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L'ho visto recentemente in Tv durante una notte insonne, ho dimenticato il nervosismo e il malessere che mi aveva causato l'insonnia. Non sapevo chi era il regista ma dalla delicatezza con cui era condotto il film ho capito che doveva essere una mano felice; il mio stupore è stato grande quando ho saputo il suo nome, mi sono detta, con soddisfazione, che ho raggiunto una capacità critica notevole e questo soltanto grazie alla passione che ho per i film italiani.
La Milo è veramente superba, non sono una sua fan, la sfrontatezza di certe situazioni sono colorate con un belissomo colore pastello e tutto sembra perdonabile.
Dovrebbero trasmettere più films di questo genere, fare conoscere la nostra migliore produzione, è assurdo ma la realtà è che si deve non dormire la notte per potersi permettere la visione di un bel film.
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L'ho visto recentemente in Tv durante una notte insonne, ho dimenticato il nervosismo e il malessere che mi aveva causato l'insonnia. Non sapevo chi era il regista ma dalla delicatezza con cui era condotto il film ho capito che doveva essere una mano felice; il mio stupore è stato grande quando ho saputo il suo nome, mi sono detta, con soddisfazione, che ho raggiunto una capacità critica notevole e questo soltanto grazie alla passione che ho per i film italiani.
La Milo è veramente superba, non sono una sua fan, la sfrontatezza di certe situazioni sono colorate con un belissomo colore pastello e tutto sembra perdonabile.
Dovrebbero trasmettere più films di questo genere, fare conoscere la nostra migliore produzione, è assurdo ma la realtà è che si deve non dormire la notte per potersi permettere la visione di un bel film.
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