dandy
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giovedì 1 marzo 2018
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la "trilogia della morte"
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Fulci,che sceneggia assieme a Dardano Sacchetti,inizia con questo film la cosiddetta "Trilogia della morte",proseguita con "L'aldilà-E tu vivrai nel terrore" e "Quella villa accanto al cimitero".Visto il successo ottenuto con "Zombi 2" i produttori vollero un titolo che citasse i morti viventi per replicare il successo.L'atmosfera c'è,i momenti notevoli abbondano,e pure i trucchi splatter(realizzati tra gli altri da Giannetto De Rossi,collaboratore fisso di Fulci nell'horror),che all'epoca garantirono al film il successo fuori dall'Italia(se la sequenza delle interiora[di pecora]può fare un certo effetto anche oggi,quella del trapano è un pò stiracchiata[ci vuole quasi un minuto prima che la punta penetri la testa]).
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Fulci,che sceneggia assieme a Dardano Sacchetti,inizia con questo film la cosiddetta "Trilogia della morte",proseguita con "L'aldilà-E tu vivrai nel terrore" e "Quella villa accanto al cimitero".Visto il successo ottenuto con "Zombi 2" i produttori vollero un titolo che citasse i morti viventi per replicare il successo.L'atmosfera c'è,i momenti notevoli abbondano,e pure i trucchi splatter(realizzati tra gli altri da Giannetto De Rossi,collaboratore fisso di Fulci nell'horror),che all'epoca garantirono al film il successo fuori dall'Italia(se la sequenza delle interiora[di pecora]può fare un certo effetto anche oggi,quella del trapano è un pò stiracchiata[ci vuole quasi un minuto prima che la punta penetri la testa]).Ma rispetto agli altri film qui c'è più confusione(a tratti funzionale)e il cast,che in parte diventerà fisso nei film del regista,è abbastanza legnoso.Inoltre il pre-finale è decisamente scialbo e sbrigativo,mentre è stata molto lodata l'ultima sequenza con fermo-immagine.Le musiche di Fabio Brizzi sono azzeccate quando imitano quelle dei Goblin per "Zombi",ma in altri momenti non ci stanno a fare nulla.Fulci,non accreditato,è il Dottor Thompson.Michele Soavi è Tom Fisher.Perry Pirkanen,il Jack Andrews di "Cannibal Holocaust",è uno dei becchini.Una chicca per i fan del genere:tarantino lo annovera tra i suoi film preferiti di sempre.
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spoket
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martedì 4 febbraio 2014
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fulci crede in cio' che fa ....
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a mio parere fulci non si limita soltanto a creare scene cruente per il gusto di impressionare ma e' come se volesse mandare un messaggio piu' sottile che porta al rigore morale. e' difficile da interpretare fulci ma e' come se lui nn lasciasse spazio ai sentimenti ed evidenzi il fatto di vivere in una societa' opportunista, materialista che pensa ai soldi al guadagno come unica fonte di vita ai prorpi interessi....il cast non e' il massimo della vita ma fulci grazie alle sue riprese suggestive e agli avversi elementi climatici riesce come sempre ad attirare lo spettatore immedesimandolo , facendolo sentire parte integrante del film. i morti viventi non uccidono per piacere ma secondo una logica.
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a mio parere fulci non si limita soltanto a creare scene cruente per il gusto di impressionare ma e' come se volesse mandare un messaggio piu' sottile che porta al rigore morale. e' difficile da interpretare fulci ma e' come se lui nn lasciasse spazio ai sentimenti ed evidenzi il fatto di vivere in una societa' opportunista, materialista che pensa ai soldi al guadagno come unica fonte di vita ai prorpi interessi....il cast non e' il massimo della vita ma fulci grazie alle sue riprese suggestive e agli avversi elementi climatici riesce come sempre ad attirare lo spettatore immedesimandolo , facendolo sentire parte integrante del film. i morti viventi non uccidono per piacere ma secondo una logica... la logica dice che chi si comporta bene in vita nn verra' ucciso; l'innocenza del bambino viene premiata , cosi come il coraggio dello psicologo, della medium . fulci non lascia spazio ai vili, ai codardi ne tantomeno a quel prete che nn ha avuto il coraggio di approfindire il discorso sulla storia di quella cittadina. non c'e' morto vivente che tenga di fronte alla vilta' dell'essere umano e questo fulci lo sa. il pessimiso di fulci viene sempre a galla in molti dei suoi film... il lieto fine di fulci e' il male , e al male nn c'e' mai fine.
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mercoledì 13 novembre 2013
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l'orrore come idea pura.
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Se un film non avesse pecche diverrebbe capolavoro.“Paura nella città dei morti viventi” non lo è e di pecche ne mostra parecchie.Fulci ne è probabilmente consapevole e tenta di salvare il tutto con un finale ambiguo che lascia spazio alle più svariate conclusioni, plausibilmente inserito a posteriori per recuperare lo scontato e deludente epilogo partorito dalla sceneggiatura di Dardano Sacchetti.“Paura nella città dei morti viventi” non è quindi un capolavoro, ma è sicuramente un film capostipite.
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Se un film non avesse pecche diverrebbe capolavoro.“Paura nella città dei morti viventi” non lo è e di pecche ne mostra parecchie.Fulci ne è probabilmente consapevole e tenta di salvare il tutto con un finale ambiguo che lascia spazio alle più svariate conclusioni, plausibilmente inserito a posteriori per recuperare lo scontato e deludente epilogo partorito dalla sceneggiatura di Dardano Sacchetti.“Paura nella città dei morti viventi” non è quindi un capolavoro, ma è sicuramente un film capostipite.Splatter intenso, zoommate folgoranti, fotografia cimiteriale, reinterpretazione dell'immaginario zombi, fanno di questa pellicola un lavoro che trasuda originalità e tecnica, ma che non riesce a sviluppare al meglio quel potenziale che già dalla magnifica sequenza iniziale sembra promettere allo spettatore.L'idea dell'horror come qualcosa di evocativo e fortemente visivo, prima che razionale e riflessivo fa di Fulci uno maestro indiscusso del genere. Tuttavia, spingere all'esasperazione questo concetto anarco-orrorifico gioca forse un po' troppi scherzi alla completezza del prodotto finale.Consigliato agli amanti del genere e di Fulci regista, per i curiosi e gli stomaci forti.
“... l'orrore si accetta in quanto idea pura. La ragione non c'è, c'è l'idea pura.” [Lucio Fulci]
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mercoledì 13 novembre 2013
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l'orrore come idea pura.
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Se un film non avesse pecche diverrebbe capolavoro. “Paura nella città dei morti viventi” non lo è e di pecche ne mostra parecchie.
Fulci ne è plausibilmente consapevole e tenta di salvare il tutto con un finale ambiguo che lascia spazio alle più svariate conclusioni, ma che con tutta probabilità viene inserito a posteriori per recuperare lo scontato e deludente epilogo partorito dalla sceneggiatura di Dardano Sacchetti.
“Paura nella città dei morti viventi” non è quindi un capolavoro, ma è sicuramente un film capostipite. Splatter intenso, zoommate folgoranti, fotografia cimiteriale, reinterpretazione dell'immaginario zombi, fanno di questa pellicola un lavoro che trasuda originalità e tecnica, ma che non riesce a sviluppare al meglio quel potenziale che già dalla magnifica sequenza iniziale sembra promettere allo spettatore.
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Se un film non avesse pecche diverrebbe capolavoro. “Paura nella città dei morti viventi” non lo è e di pecche ne mostra parecchie.
Fulci ne è plausibilmente consapevole e tenta di salvare il tutto con un finale ambiguo che lascia spazio alle più svariate conclusioni, ma che con tutta probabilità viene inserito a posteriori per recuperare lo scontato e deludente epilogo partorito dalla sceneggiatura di Dardano Sacchetti.
“Paura nella città dei morti viventi” non è quindi un capolavoro, ma è sicuramente un film capostipite. Splatter intenso, zoommate folgoranti, fotografia cimiteriale, reinterpretazione dell'immaginario zombi, fanno di questa pellicola un lavoro che trasuda originalità e tecnica, ma che non riesce a sviluppare al meglio quel potenziale che già dalla magnifica sequenza iniziale sembra promettere allo spettatore.
L'idea dell'horror come qualcosa di evocativo e fortemente visivo, prima che razionale e riflessivo, fa di Fulci uno maestro indiscusso del genere. Tuttavia, spingere all'esasperazione questo concetto anarco-orrorifico (che toccherà l'apice l'anno seguente con “L'Aldilà... e tu vivrai nel terrore!”) gioca forse un po' troppi scherzi alla completezza del prodotto finale.
Consigliato agli amanti del genere e di Fulci regista, per i curiosi e gli stomaci forti.
“... l'orrore si accetta in quanto idea pura. La ragione non c'è, c'è l'idea pura.” [Lucio Fulci]
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orrore come idea pura.
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Se un film non avesse difetti sarebbe un capolavoro.
“Paura nella città dei morti viventi” non lo è e di pecche ne mostra parecchie.
Fulci ne è plausibilmente consapevole e tenta di salvare il tutto con un finale ambiguo che lascia spazio alle più svariate conclusioni, ma che con tutta probabilità viene inserito a posteriori (si dice che proprio l'ultimo fotogramma venne suggerito dall'addetto al montaggio) per recuperare lo scontato e deludente epilogo partorito dalla sceneggiatura di Dardano Sacchetti.
“Paura nella città dei morti viventi” non è quindi un capolavoro, ma è sicuramente un film capostipite.
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Se un film non avesse difetti sarebbe un capolavoro.
“Paura nella città dei morti viventi” non lo è e di pecche ne mostra parecchie.
Fulci ne è plausibilmente consapevole e tenta di salvare il tutto con un finale ambiguo che lascia spazio alle più svariate conclusioni, ma che con tutta probabilità viene inserito a posteriori (si dice che proprio l'ultimo fotogramma venne suggerito dall'addetto al montaggio) per recuperare lo scontato e deludente epilogo partorito dalla sceneggiatura di Dardano Sacchetti.
“Paura nella città dei morti viventi” non è quindi un capolavoro, ma è sicuramente un film capostipite.
Splatter intenso, zoommate folgoranti, fotografia cimiteriale, reinterpretazione dell'immaginario zombi, fanno di questa pellicola un lavoro che trasuda originalità e tecnica, ma che non riesce a sviluppare al meglio quel potenziale che già dalla magnifica sequenza iniziale sembra promettere allo spettatore.
L'idea dell'horror come qualcosa di evocativo e fortemente visivo, prima che razionale e riflessivo fa di Fulci uno maestro indiscusso del genere. Tuttavia, spingere all'esasperazione questo concetto anarco-orrorifico (che toccherà l'apice l'anno seguente con “L'Aldilà... e tu vivrai nel terrore!”) gioca forse un po' troppi scherzi alla completezza del prodotto finale.
Consigliato agli amanti del genere e di Fulci regista, per i curiosi e gli stomaci forti.
“... l'orrore si accetta in quanto idea pura. La ragione non c'è, c'è l'idea pura.” [Lucio Fulci]
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ciccio benzina
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domenica 27 maggio 2012
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mediocre
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belle alcune trovate ma non il miglior film della triologia di Fulci . voto : 7
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wanker
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venerdì 24 luglio 2009
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sangue, vermi, poltiglie, ecc ecc!!
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film per gli appassionati dello splatter.
tipico stile fulci di serie C, personale ed inquietante.
recitazioni discutibili (molto discutibili) ma per il tipo di film ci stà eccome!
tre stelle per le scene gore molto belle.
yeah lucio!
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mauri 67
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mercoledì 24 dicembre 2008
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per stomaci forti
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Nonostante la esile sceneggiatura,i dialoghi ridicoli,la tecnica e la struttura tipica di un film di serie b,Lucio Fulci immobiliza lo spettatore alla poltrona con buone scene di forte impatto visivo.
Tra le scene forti segnalo la trapanazione del cranio di un ragazzo da parte di un padre folle e possesivo.
Un discreto horror tra i 5 migliori di Lucio Fulci (Zombi 2,Quella villa accanto al cimitero,Black cat e Lo squartatore di New york) ricordando che il resto della sua filmografia horror è da buttare nel cestino.
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gregorovius
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giovedì 16 ottobre 2008
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basta splatter !!!!!!!
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SAREBBE UN OTTIMO FILM SENZA QUELLE INSULSE ED INUTILI E RIDICOLE SCENE SPLATTER; mi spiegate perchè uno deve trapanare il cranio al fidanzato della figlia ?
[+] ma lo hai almeno visti il film?
(di nick distefano)
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exo
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lunedì 10 marzo 2008
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questo è il film!!!
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eh già!!il film l'avrò visto una decina di volte:le sceneggiature,le fantastiche scene splatter e il gran tocco del gore al 100%,rendono questa pellicola eccellente!gli zombi sono davvero fatti nella giusta maniera e la colonna sonora è stratosferica,a dir poco!la scena migliore?daniela doria che vomita le sue interiora alla vista del sacerdote!secondo me la sequenza gore più riuscita di tutti i tempi!i difetti(impercettibili direi) sono veramente sottigliezze.
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