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domenica 15 ottobre 2023
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stallone docet
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Si può dire tutto il bene o tutto il male dei film di Rocky, ma la connessione incessante tra il pubblico e lo Stallone italiano è sempre stata il perno della saga. Creed III chiude i conti con Apollo e Rocky, per riaprirli con Adonis: ottima idea, in effetti approfondire il passato dell'allora Johnson, rassicura il pubblico sulle potenzialità del film. Tutto questo però scompare velocemente, per consegnarci un Creed ed un Jordan, ingessati e compassati; l'attore che era stato delicato nel primo capitolo della saga, maturando insieme al suo personaggio, per poi aiutarci a tirare fuori la rabbia repressa di noi boomer per la morte di Apollo, in Creed II, è poco credibile nei panni di un pugile che si ritira serenamente.
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Si può dire tutto il bene o tutto il male dei film di Rocky, ma la connessione incessante tra il pubblico e lo Stallone italiano è sempre stata il perno della saga. Creed III chiude i conti con Apollo e Rocky, per riaprirli con Adonis: ottima idea, in effetti approfondire il passato dell'allora Johnson, rassicura il pubblico sulle potenzialità del film. Tutto questo però scompare velocemente, per consegnarci un Creed ed un Jordan, ingessati e compassati; l'attore che era stato delicato nel primo capitolo della saga, maturando insieme al suo personaggio, per poi aiutarci a tirare fuori la rabbia repressa di noi boomer per la morte di Apollo, in Creed II, è poco credibile nei panni di un pugile che si ritira serenamente. Mi sembra soffocato nella parte del "coach", poco definito nel dividersi tra palestra, business e paternità; proprio quest'ultima è una delle poche imprevedibilità del film, nota lieta e fresca. Non ci pare convinto Adonis, nel voler fare i conti col passato, così come ci aveva convinto nell'affrontare la paura di Drago, nel morire e rinascere nel deserto. Già il deserto: Creed III manca di una training scene degna di questo nome, mentre l'incontro finale sembra il compitino svolto in gessato. Persino la Los Angeles dell'infanzia di Adonis, sembra un gattino a confronto coi leoni della Philadelphia del primo Creed e l'Ucraina del secondo. Ho letto da qualche parte che sul finale ti sale la voglia del cameo di Stallone; dannatamente vero. Creed era stato un degno erede almeno morale di Rocky, ma per citare Adriana: "Rocky, lui non è te, non ha il tuo cuore, ogni avversario che hai battuto, lo hai fatto col cuore e Mickey lo sapeva, per questo eravate speciali insieme". Michael B.Jordan non volermene, ma questo in Creed III non si è visto, peccato, perché nei primi due episodi, Adonis lo aveva dimostrato. Niente quarto capitolo, per favore.
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felicity
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martedì 23 maggio 2023
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tentativo naufragato di andare oltre rocky
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Il legame con la saga di Rocky è lampante, in particolare con il terzo capitolo, che ci aveva mostrato lo "Stallone Italiano" sazio di vittorie e apparentemente senza più nulla da dare. Creed III ripete lo stesso arcinoto schema (ma con minor epica) fatto di sessioni di allenamento metafora dell'auto-miglioramento, di match rocamboleschi e frasi guerresche, abbracciando un conformismo sbrigativo, con un finale all'acqua di rose veramente poco incisivo. Il tema del passato, dell'affrontare le proprie paure, diventa alla lunga una prigione ripetitiva per scarsità di argomentazioni. Peccato per l'insistenza su dinamiche personali e sentimentali che spesso diventano sfibranti perché sterilizzate, ovvie, accennate senza grandi contenuti.
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Il legame con la saga di Rocky è lampante, in particolare con il terzo capitolo, che ci aveva mostrato lo "Stallone Italiano" sazio di vittorie e apparentemente senza più nulla da dare. Creed III ripete lo stesso arcinoto schema (ma con minor epica) fatto di sessioni di allenamento metafora dell'auto-miglioramento, di match rocamboleschi e frasi guerresche, abbracciando un conformismo sbrigativo, con un finale all'acqua di rose veramente poco incisivo. Il tema del passato, dell'affrontare le proprie paure, diventa alla lunga una prigione ripetitiva per scarsità di argomentazioni. Peccato per l'insistenza su dinamiche personali e sentimentali che spesso diventano sfibranti perché sterilizzate, ovvie, accennate senza grandi contenuti. E dire che nel primo film erano la parte più importante.
Di Rocky, Michael B. Jordan ha compreso solo la superficie: i dialoghi motivazionali, i muscoli, i combattimenti mix di verità e fantasia. Eppure l'impressione finale è che al netto di una ricercatezza anche visiva interessante, di una volontà di verosimiglianza, l'adrenalinica semantica di ciò che ben sei film sul mancino di Philadelphia ci hanno lasciato, sia stata messa da parte con le sue toccanti lezioni sulla vita. Ma in cambio di cosa? Di una copia carbone. Creed III è un tentativo tanto legittimo quanto allo stesso tempo naufragato di andare oltre quel mito, tanto che alla fine ci si ritrova a implorare almeno un cameo a sorpresa di Sly Stallone, uno che conosce così tanto bene il mestiere da poter colpire con un semplice sguardo. Qualcuno dirà che magari è perché è della vecchia scuola, ma forse la realtà è che Rocky è sempre stata un'opera così personale, che per Creed III era un match già perso in partenza pensare non tanto di farne a meno, ma di poterne prendere il posto su basi così fragili.
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luca scialo
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domenica 14 maggio 2023
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il passato bussa di nuovo alla porta di adonis
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Adonis Creed si è ormai ritirato e alleva giovani future promesse. Il suo finalmente trovato equilibrio, con una madre sempre saggia che ancora lo rimprovera ed una moglie ed una figlia che adora e che lo adorano in una casa extralusso, viene interrotto dal passato che ritorna. Un amico di infanzia, Damian, finito 18 anni in carcere per proteggere lui quando erano ancora ragazzi, vuole riprendersi il tempo perso. In pratica, la vita vissuta da Adonis, successi sul ring compresi. Vi riuscirà con un infame escamotage e Adonis non potrà fare altro che rimettere i guantoni per difendere tutto ciò che ha conquistato. Terzo e forse ultimo capitolo di una saga nata come spin-off di Rocky. Michael B.
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Adonis Creed si è ormai ritirato e alleva giovani future promesse. Il suo finalmente trovato equilibrio, con una madre sempre saggia che ancora lo rimprovera ed una moglie ed una figlia che adora e che lo adorano in una casa extralusso, viene interrotto dal passato che ritorna. Un amico di infanzia, Damian, finito 18 anni in carcere per proteggere lui quando erano ancora ragazzi, vuole riprendersi il tempo perso. In pratica, la vita vissuta da Adonis, successi sul ring compresi. Vi riuscirà con un infame escamotage e Adonis non potrà fare altro che rimettere i guantoni per difendere tutto ciò che ha conquistato. Terzo e forse ultimo capitolo di una saga nata come spin-off di Rocky. Michael B. Jordan funge anche da regista ma di novità non se ne vedono. Utilizza il vecchio canovaccio rivisto fin dal primo Rocky, quasi 50 anni fa. Tutto scorre in modo scontato, dall'inizio alla fine, con pochi spunti apprezzabili. E chi sa che in futuro non dovremmo aspettarci sua figlia a boxare. In fondo, sarebbe anche in linea con il politically correct imperante.
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jonnylogan
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sabato 11 marzo 2023
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a volte ritornano
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A tre anni di distanza dall’ultimo combattimento per il titolo dei pesi massimi, Adonis Creed è ormai un manager che gestisce la sua palestra assieme al suo vecchio allenatore Duke. A fargli visita appena uscito dal carcere, e proveniente da un passato molto remoto, un amico dei tempi in cui risiedeva in una casa famiglia con un passato promettente di pugile ormai dietro le spalle.
Michael B.
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A tre anni di distanza dall’ultimo combattimento per il titolo dei pesi massimi, Adonis Creed è ormai un manager che gestisce la sua palestra assieme al suo vecchio allenatore Duke. A fargli visita appena uscito dal carcere, e proveniente da un passato molto remoto, un amico dei tempi in cui risiedeva in una casa famiglia con un passato promettente di pugile ormai dietro le spalle.
Michael B. Jordan sceglie come sua prima regia il terzo capitolo dedicato allo spin-off della saga di Rocky, decidendo di slacciare il personaggio che lo ha reso celebre dall’ala protettrice dello stesso Balboa, del tutto assente dal film se non per qualche rara citazione. Lontano da Philly e con un passato da cercare di combattere, Adonis, nell’immaginario di Damian Anderson, cresciuto come lui nella casa famiglia dalla quale il giovane Creed venne letteralmente salvato dalla madre adottiva, ancora una volta impersonata da Phylicia Rashād, è colpevole di averlo abbandonato per quasi venti anni al suo destino occupando una vita che non si merita.
La figura del nemico – amico Dame Anderson viene ben delineata in bilico fra passato, riconoscenza mancata e desiderio di riscatto, dal trentaquattrenne Jonathan Majors noto al grande pubblico per il ruolo di protagonista nella serie tv Lovecraft Country ed è forse questa la nota più lieta di tutto il film. Film al quale Michael B. Jordan aggiunge l’ennesima resurrezione di un campione ormai finito e che una volta attaccati i guantoni al chiodo deve nuovamente indossarli per regolare i conti con un passato ancora troppo ingombrante.
Film che alla fine strizza per molte ragioni l’occhio alla terza pellicola della saga capostipite in cui Balboa dovette rimettere piede sul ring per affrontare il pugile Clubber Lang, interpretato da Mr. T. ciò nonostante la sceneggiatura alla quale ha contribuito anche Ryan Coogler, autore del primo dei tre spin off e mentore di Jordan, con il quale ha un sodalizio artistico duraturo, risulta ben strutturata ma purtroppo senza particolari sussulti che si limitano a condurre la pellicola verso un prevedibile finale. Film che piacerà comunque molto a chi è innamorato della saga di Creed ormai definitivamente smarcatosi dall’ombra dell’Italo americano Balboa.
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[+] creed sul ring, ancora contro il suo passato...
(di antonio montefalcone)
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fermat
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sabato 11 marzo 2023
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convincente
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Questo nuovo Creed mi è piaciuto molto, gli incontri sono ben fatti (lo dico comunque da profano della box), la recitazione è di ottimo livello e il film è godibile. A livello di trama, sembra un remake di Rocky 5, dove il campione ormai ritiratosi torna per sistemare una questione personale. Benchè "l'antagonista" sia molto superiore come interpretazione a quello poco convincente di Rocky 5, la storia risulta più sottotono e il legame fra Creed e Majors è molto più blando e meno sentito di quello fra Rocky e Tommy. Ero indeciso se dargli 3 o 4 stelle.
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sabato 4 marzo 2023
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creed lll è uno dei miglior film che ho guardato!
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Creed lll mi è piaciuto molto, Amavo gli effetti speciali utilizzati quando i pugni prendevano parti vitali dei personaggi. Anche nel film c'è abbastanza suspance, Se si prende: Boxe Suspance Effetti speciali Anche un pizzico di amore in famiglia e tra amici Bhe questo è creed lll un film meglio di un incontro di wrestling.
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(di samanta)
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