Oltre al ring, Michael B. Jordan si prende anche la regia della saga spin-off di Rocky. Che prova a camminare sulle proprie gambe, ma l'andamento è a dir poco zoppicante. E non basta la buona prova dell'esplosivo Jonathan Majors
di Valerio Sammarco La Rivista del Cinematografo
Rocky (Sylvester Stallone) non c'è più e la saga di Creed tenta inevitabilmente di intraprendere un nuovo corso.
Dopo i primi due capitoli, diretti da Ryan Coogler e Steven Caple Jr., il testimone passa stavolta allo stesso protagonista del franchise, Michael B. Jordan, che esordisce alla regia e - lo diciamo subito - firma il capitolo meno riuscito dei tre.
Adonis ha smesso i guantoni, ma il mondo della boxe è ancora la sua casa: nella sua palestra si allena il nuovo campione dei massimi, il messicano Chavez, ansioso di poter difendere il titolo contro Drago (Florian Munteanu) nel prossimo incontro. [...]
di Valerio Sammarco, articolo completo (3476 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 28 febbraio 2023
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