fabriziog
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domenica 31 dicembre 2023
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film avvincente e convincente
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Fra i tempi musicali lenti troviamo l’adagio, che, come direbbe Sartre, è anche un avverbio che esaspera la lentezza di un movimento, ma persino un film, “Adagio” di Stefano Sollima, che porta sul Grande Schermo un’azione scenica in totale contrasto con avverbio e sostantivo.
Il sottobosco suburbano e dell’anima percorre le rotaie di esistenza fatte di baccanali orgiastici e dionisiaci moderni, non certamente dissimili da quelli antichi, lungo pendii di storie di corruzione in divisa, nella cornice di una nuova Suburra romana puntellata di volti pasoliniani, visi efebici e donne boccaccesche e felliniane.
Al ritmo del rap ed house, ma anche delle sonorità del Califfo, i migliori attori della cinematografia italiana (Pierfrancesco Favino, Toni Servillo e Valerio Mastandrea, accompagnati da un ottimo Adriano Giannini) fanno vivere le ultime battute degli epigoni degli uomini della Banda della Magliana.
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Fra i tempi musicali lenti troviamo l’adagio, che, come direbbe Sartre, è anche un avverbio che esaspera la lentezza di un movimento, ma persino un film, “Adagio” di Stefano Sollima, che porta sul Grande Schermo un’azione scenica in totale contrasto con avverbio e sostantivo.
Il sottobosco suburbano e dell’anima percorre le rotaie di esistenza fatte di baccanali orgiastici e dionisiaci moderni, non certamente dissimili da quelli antichi, lungo pendii di storie di corruzione in divisa, nella cornice di una nuova Suburra romana puntellata di volti pasoliniani, visi efebici e donne boccaccesche e felliniane.
Al ritmo del rap ed house, ma anche delle sonorità del Califfo, i migliori attori della cinematografia italiana (Pierfrancesco Favino, Toni Servillo e Valerio Mastandrea, accompagnati da un ottimo Adriano Giannini) fanno vivere le ultime battute degli epigoni degli uomini della Banda della Magliana.
Narrazione avvincente e convincente immersa nei fumi tossici di uno dei tanti incendi di rifiuti che hanno avviluppato la periferia romana, incorniciata in una fotografia a tinte accentuatamente accese di una Roma infuocata dai rovi e dal caldo asfissiante estivo.
I bassifondi che fungono da set della malavita ruotano intorno al primo tratto della Tangenziale Est della Capitale, riportando la memoria dello spettatore a “Suburra” (film e serie), “Non essere cattivo” e a “Lo chiamavano Jeeg Robot”.
Film che, come tutti quelli del filone cui appartiene, fa uscire l’ibristofilia che è in noi.
Fabrizio Giulimondi
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ralphscott
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martedì 26 dicembre 2023
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scegli oggi il tuo domani.
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Sollima é ormai una firma da seguire a prescindere dalle recensioni, un film maker straordinario. In quest'opera - ancora una volta cupa, estrema ma, ancora una volta, senza eccessi e compiacimento - gli attori si muovono con credibilità e forza espressiva. Apre Favino, difficile da riconoscere, sulle prime, e via via ci godiamo una galleria di attori eccellenti: Servillo il solito mostro di bravura, sino al faccino che rivedremo sicuramente, con gli occhioni di Manuel. Il ragazzo, senza speranza (?) si muove lungo i marciapiedi della metro mentre lo spietato Giannini vorrebbe abbatterlo e, sullo sfondo, un manifesto pubblicitario recita ironicamente: "Scegli oggi il tuo domani".
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Sollima é ormai una firma da seguire a prescindere dalle recensioni, un film maker straordinario. In quest'opera - ancora una volta cupa, estrema ma, ancora una volta, senza eccessi e compiacimento - gli attori si muovono con credibilità e forza espressiva. Apre Favino, difficile da riconoscere, sulle prime, e via via ci godiamo una galleria di attori eccellenti: Servillo il solito mostro di bravura, sino al faccino che rivedremo sicuramente, con gli occhioni di Manuel. Il ragazzo, senza speranza (?) si muove lungo i marciapiedi della metro mentre lo spietato Giannini vorrebbe abbatterlo e, sullo sfondo, un manifesto pubblicitario recita ironicamente: "Scegli oggi il tuo domani". L'accanimento verso lo scomodo testimone mi fa pensare che ci sia anche una malata forma di invidia. Si, il più spietato dei tre poliziotti corrotti - Vasco - non tollera l'amore estremo che Servillo, seppur padre adottivo, ma soprattuttto Favino, dimostrano verso il giovane sbandato. Giannini, infatti, pare dedicarsi e far tutto per i due figlioli, ma per sbarcare il lunario, da padre separato, cade nell'errore e sprofonda in una spirale di crimine e, appunto, malcelata e malsana invidia. Il legame tra Cammello (Favino), sopravvissuto all'adorato figlio morto tragicamente, ed il ragazzino si fortifica via via ed alcune sequenze intime che li riguadano sono particolarmente toccanti, molto intense, commuovono. Roma é sapientemente raccontata, tra continui blackout ed un grande incendio che esaspera il calore insostenibile di quei mesi estivi. Ho visto il film e nei giorni a seguire, purtroppo, ecco l'incendio di Malagrotta, ma pure la corrente che salta e ferma la diretta della finale dello show di punta della Rai, di sabato sera.
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mario rossi
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lunedì 25 dicembre 2023
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adagio
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Non potevo perdermi l'ultimo film con Pierfrancesco Favino, attualmente il mio attore preferito. Adagio mi è piaciuto molto, i 127 minuti sono volati. Gli attori più bravi a mio giudizio sono stati il ragazzo Manuel (Franchini), il capo della squadra speciale Vasco (Adriano Giannini figlio d'arte) e Francesco Di Leva, Bruno a fianco di Vasco. Quelli che mi sono piaciuti meno sono stati Mastandrea, non c'era bisogno di scomodare lui per una particina del cieco che sarebbe stata interpretata bene anche da un aspirante attore, e Servillo, bravissimo, ma che poteva lasciare la discutibile parte del demente ad altri meno famosi anche perchè come attore sarebbe incasellato tra i buoni.
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Non potevo perdermi l'ultimo film con Pierfrancesco Favino, attualmente il mio attore preferito. Adagio mi è piaciuto molto, i 127 minuti sono volati. Gli attori più bravi a mio giudizio sono stati il ragazzo Manuel (Franchini), il capo della squadra speciale Vasco (Adriano Giannini figlio d'arte) e Francesco Di Leva, Bruno a fianco di Vasco. Quelli che mi sono piaciuti meno sono stati Mastandrea, non c'era bisogno di scomodare lui per una particina del cieco che sarebbe stata interpretata bene anche da un aspirante attore, e Servillo, bravissimo, ma che poteva lasciare la discutibile parte del demente ad altri meno famosi anche perchè come attore sarebbe incasellato tra i buoni. Infine l'attore che mi è piaciuto di meno è il nostro Favino: la scelta di non radersi i capelli non ha scuse, ne esce una sagona informe palesemente posticcia che distrae per tutta la durata del film e quando parla in dialetto spesso non si capisce cosa dice. Concludendo direi che è meno bello degli altri capitoli di "Roma criminale" ma comunque da vedere.
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stefano73
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mercoledì 20 dicembre 2023
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roma violenta tra le fiamme
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ADAGIO: nella criminalità romana vivono vecchie glorie in disgrazia come Daytona, Polniuman e Cammello, ma anche carabinieri corrotti e politici pervertiti. Il regista Stefano Sollima dopo l’esperienza americana torna a raccontare la sua Roma in maniera crudele,disperata e tenebrosa. Con attori di grande talento e una tecnica d’esperienza mette in scena un crime story dai toni forti, serrati e sanguinari. Peccato non vengano approfonditi i temi che fanno da sfondo come i continui black out elettrici e gli incendi sulla capitale. È sul genere di “Suburra” ma sicuramente di un livello inferiore.
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ADAGIO: nella criminalità romana vivono vecchie glorie in disgrazia come Daytona, Polniuman e Cammello, ma anche carabinieri corrotti e politici pervertiti. Il regista Stefano Sollima dopo l’esperienza americana torna a raccontare la sua Roma in maniera crudele,disperata e tenebrosa. Con attori di grande talento e una tecnica d’esperienza mette in scena un crime story dai toni forti, serrati e sanguinari. Peccato non vengano approfonditi i temi che fanno da sfondo come i continui black out elettrici e gli incendi sulla capitale. È sul genere di “Suburra” ma sicuramente di un livello inferiore. Voto:7
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hagrjd
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lunedì 18 dicembre 2023
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tanto rumore per poco
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Un cast di eccezione : Favino, Mastrandrea e Servillo , al servizio di una sceneggiatura a dir poco zoppicante. L'idea di base mi era sembrata interessante, e da un punto di vista tecnico, con sullo sfondo una roma crepuscolare ma ben riconoscibile, il film è corretto, ma possibie che sia sempre più diffiicle immaginare una trama verosimile ? Provando a non fare spoiler, almeno tre sono le pecche che forse con un po' più di immaginazione si potevano evitare:
la motivazione per cui il ragazzo accetta la missione che gli viene affidata ... per quanto possa essere ingenuo, tenuto conto della situazione del padre, è veramente debole. Potevano essere semplicemente offerti dei soldi, oppure lo si poteva far trovare in una situazione più compromettente , più "seria".
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Un cast di eccezione : Favino, Mastrandrea e Servillo , al servizio di una sceneggiatura a dir poco zoppicante. L'idea di base mi era sembrata interessante, e da un punto di vista tecnico, con sullo sfondo una roma crepuscolare ma ben riconoscibile, il film è corretto, ma possibie che sia sempre più diffiicle immaginare una trama verosimile ? Provando a non fare spoiler, almeno tre sono le pecche che forse con un po' più di immaginazione si potevano evitare:
la motivazione per cui il ragazzo accetta la missione che gli viene affidata ... per quanto possa essere ingenuo, tenuto conto della situazione del padre, è veramente debole. Potevano essere semplicemente offerti dei soldi, oppure lo si poteva far trovare in una situazione più compromettente , più "seria".
Il comportamento di Mastrandrea è a dir poco irrazionale, senza speranze, e non vale il passato a giustificarlo
la camaleonticità di Servillo non è credibile, certe modifiche di comportamento e di consapevolezza non sono immediate, piuttosto che quella situazione io ci avrei visto una profonda depressione, qualcosa da cui che in determinate situazioni si può uscire
Infine il finale, direi abbastanza prevedibile , anche se con uno spiraglio di ottimismo nel comportameto finale del ragazzo. Ma non basta a rivalutare il tutto
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jonnylogan
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venerdì 15 dicembre 2023
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roma maledetta
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Stefano Sollima, coautore assieme a Stefano Bises di sceneggiatura e soggetto, mette presumibilmente la parola fine alla parabola narrativa della criminalità Romana d'un tempo, seguendo la fuga di Manuel, Giacomo Franchini, capace di permeare la figura del sedicenne figlio di Daytona (Toni Servillo) con tutti i tratti caratteriali di un adolescente allo sbando cresciuto senza i punti di riferimento di un padre un tempo temuto e oggi deriso perché vittima di una malattia spietata come la demenza senile.
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Stefano Sollima, coautore assieme a Stefano Bises di sceneggiatura e soggetto, mette presumibilmente la parola fine alla parabola narrativa della criminalità Romana d'un tempo, seguendo la fuga di Manuel, Giacomo Franchini, capace di permeare la figura del sedicenne figlio di Daytona (Toni Servillo) con tutti i tratti caratteriali di un adolescente allo sbando cresciuto senza i punti di riferimento di un padre un tempo temuto e oggi deriso perché vittima di una malattia spietata come la demenza senile. Allo stesso modo anche i due ex sodali di Daytona non se la passano molto meglio. Non certo il non vedente Palniuman (Valerio Mastandrea) che risiede nel solaio di un condominio fatiscente. E nemmeno Cammello, il dimagritissimo, per l'occasione, Pierfancesco Favino, ex carcerato con un vecchio conto personale da saldare proprio con il padre di Manuel.
Sullo sfondo Roma come l'abbiamo già vista in più occasioni, ovvero non la cartolina patinata offertaci nelle pellicole dei '60, ma un luogo crepuscolare attanagliato da traffico e degrado. L’ultimo film che ci ha offerto questo spaccato: Siccità, di Paolo Virzì (id.; 2022). In tal caso però non è più l'assenza di acqua e l'arrivo di una febbre mortale che contraddistinguono la narrazione, ma un incendio che pare indomabile e un via vai di continui blackout che non danno tregua a una capitale il cui tratto predominante sembra sempre l'essere vista attraverso i propri scorci più cupi e tetri.
L’autore sa dosare tutti gli elementi in proprio possesso: tre criminali perfettamente caratterizzati contro altrettanti tutori della legge, fra i quali spiccano Adriano Giannini e Francesco Di Leva, che però hanno preferito passare ai ricatti in cambio di molto denaro. La pellicola funzionerebbe quindi grazie anche alle eccellenti interpretazioni di tutti, con una particolare menzione per l’esordiente Giacomo Franchini che grazie al ruolo di Manuel ha vinto il Nuovo Imaie Talent Award 2023. Al tempo stesso l'idea è che il regista abbia preferito giocare in un terreno a lui consono, in cui non dover andare oltre a quello che già ci ha mostrato in passato. Purtroppo dal talento di Sollima esigiamo ben altro rispetto a una pellicola che si adagia sulla comodità del 'già visto' ma capiamo che, per chi è digiuno di un certo cinema d'azione, declinato in maniera differente, la caccia all'uomo possa essere intrigante esattamente quanto la redenzione dei tre ex malavitosi.
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anna
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giovedì 14 dicembre 2023
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pierfrancesco favino
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Consiglio vivamente, Pierfrancesco favino è il migliore attore che abbiamo in assoluto ??
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peer gynt
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lunedì 4 settembre 2023
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malavita al tramonto in una roma infuocata
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Un giovane, ingaggiato da alcuni loschi figuri (buoni o cattivi? si scoprirà poco dopo) per fare foto compromettenti in un gay bar, capisce di essersi cacciato nei pasticci e prova ad uscirne. Ma i personaggi con cui si è implicato non tollerano simili tradimenti e sono molto pericolosi. Il ragazzo si rivolge ad amici del padre perché lo aiutino: vecchi malavitosi sul viale del tramonto, ormai ciechi o malati. Sullo sfondo, una Roma tentacolare incalzata da un enorme incendio che ne illumina la notte, lontano ma in pericoloso avvicinamento, e investita da continui blackout che non fanno presagire nulla di buono.
Buon film di genere di un regista che questo cinema lo sa fare, con una convincente atmosfera dark e prove attoriali all'altezza (Favino irriconoscibile nei panni di un malvivente a un passo dalla morte).
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Un giovane, ingaggiato da alcuni loschi figuri (buoni o cattivi? si scoprirà poco dopo) per fare foto compromettenti in un gay bar, capisce di essersi cacciato nei pasticci e prova ad uscirne. Ma i personaggi con cui si è implicato non tollerano simili tradimenti e sono molto pericolosi. Il ragazzo si rivolge ad amici del padre perché lo aiutino: vecchi malavitosi sul viale del tramonto, ormai ciechi o malati. Sullo sfondo, una Roma tentacolare incalzata da un enorme incendio che ne illumina la notte, lontano ma in pericoloso avvicinamento, e investita da continui blackout che non fanno presagire nulla di buono.
Buon film di genere di un regista che questo cinema lo sa fare, con una convincente atmosfera dark e prove attoriali all'altezza (Favino irriconoscibile nei panni di un malvivente a un passo dalla morte). Il ritmo è quello giusto, senza tempi morti.
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