House of Gucci

 Premetto che di tutto il, se così si può definire, "feuilleton" Gucci/Reggiani conoscevo solo l'epilogo finale: grazie a questo film girato magistralmente ho potuto conoscere tutta la storia che ha portato una delle eccellenze italiane ad essere l'unico brand mondiale all'interno del quale non è più presente alcun membro della famiglia creatrice, e questo credo esprima meglio di qualsiasi altra parola la caratura e la tipologia delle persone reali protagoniste della vicenda. Lungi dall'esprimere giudizi lontanamente positivi su una donna che ha avuto evidenti gravissimi problemi psichici, la figura di Maurizio - chiaramente da esterna alla storia, quale qualsiasi altro spettatore  - è stata rappresentata perfettamente nella recitazione quasi inane, ma a mio parere atta a rendere esasperante il soggetto, messa in atto da Adam Driver. Lady Gaga esprime una cifra stilistica perfetta nel divenire con lo scorrere della pellicola forse una Gucci più reale e concreta di chi lo era per sangue. Nelle ottime recitazioni di tutti ho trovato solo una piccola pecca nell'eccessivo spazio espressivo lasciato a Leto, nella realtà della vicenda figura pittoresca, ma abbastanza marginale. Consigliatissimo a chi non vive a Milano per avere il quadro di una certa elite tuttora estremamente presente, di dinamiche perbeniste e famiglie disfunzionali avvelenate da istinti venali e di bassa caratura morale, purtroppo totalmente trasversali e mai debellate ancora oggi nella città e, ampliando il discorso, nella società odierna.