lovemovies
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martedì 30 maggio 2023
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un film intenso e attuale
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Un film intenso e attuale, nonostante vari commenti precedenti lo derubrichino a storia surreale e fantasiosa. Un film che bisognerebbe commentare con serenità di giudizio storico e non con la contaminazione delle ideologie. “Non odiare” fa bene comprendere quanto sia facile abbracciare la violenza e cristallizzarsi su posizioni inconciliabili, alimentate dall'odio reciproco. Solo il tempo però farà capire quanto ancora più cruenta sia la battaglia da combattere per tentare di perdonarsi, per riuscire a perdonare gli altri, per cercare di ricomporre i pezzi della propria vita, magari intrecciandoli con quelli di chi si ha vicino.
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Un film intenso e attuale, nonostante vari commenti precedenti lo derubrichino a storia surreale e fantasiosa. Un film che bisognerebbe commentare con serenità di giudizio storico e non con la contaminazione delle ideologie. “Non odiare” fa bene comprendere quanto sia facile abbracciare la violenza e cristallizzarsi su posizioni inconciliabili, alimentate dall'odio reciproco. Solo il tempo però farà capire quanto ancora più cruenta sia la battaglia da combattere per tentare di perdonarsi, per riuscire a perdonare gli altri, per cercare di ricomporre i pezzi della propria vita, magari intrecciandoli con quelli di chi si ha vicino. Il rimorso tuttavia non si stanca mai di corrodere menti e cuori e ha innalzato barriere che appaiono invalicabili. Forse bisognerebbe fuggire, ma come si può fuggire da se stessi? Come si fa a liberarsi del male che opprime ogni speranza?
Regia misurata e decisamente apprezzabile, ancorché in presenza dell'opera prima di un esordiente. Fotografia ricercata, arricchita da interni accarezzati da illuminazioni che rubano spazio alle ombre e da colori che ricordano le silenziose atmosfere di Hopper.
Attori da applausi, con un Gassmann che ci fa quasi tastare il travaglio interno che recita ed una Serraiocco che a piccoli grandi passi scala e supera ogni prova recitativa.
Film che dovrebbe far riflettere sulle miserie umane, giammai risvegliarle.
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kronos
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domenica 7 maggio 2023
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fantasy all''italiana
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Gli ebrei italiani sono trentamila su cinquantanove milioni di residenti: in termini statistici è improbabile conoscerne qualcuno nel corso della vita.
I naziskin ululanti "da film" con tuta mimetica, stivaloni, saluto fascista (e naturalmente cattivissimi) sono probabilmente ancora meno, ammesso che davvero ve ne siano.
In "Non odiare" le due ultra-minoranze s'incontrano con la massima naturalezza, come se nell'Italia reale accadesse ogni giorno e la qual cosa costituisse un problema sociale, d'ordine pubblico.
Come giudicare questa trama? Gran faccia tosta sinistrorsa o semplice legittima ricerca di vicende fuori dall'ordinario?
Qualunque sia la risposta, la noia regna sovrana.
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Gli ebrei italiani sono trentamila su cinquantanove milioni di residenti: in termini statistici è improbabile conoscerne qualcuno nel corso della vita.
I naziskin ululanti "da film" con tuta mimetica, stivaloni, saluto fascista (e naturalmente cattivissimi) sono probabilmente ancora meno, ammesso che davvero ve ne siano.
In "Non odiare" le due ultra-minoranze s'incontrano con la massima naturalezza, come se nell'Italia reale accadesse ogni giorno e la qual cosa costituisse un problema sociale, d'ordine pubblico.
Come giudicare questa trama? Gran faccia tosta sinistrorsa o semplice legittima ricerca di vicende fuori dall'ordinario?
Qualunque sia la risposta, la noia regna sovrana.
P:S: Gassmann che fa sesso feroce con un'esile ragazzina che potrebbe essere la figlia (o forse la nipotina) non è un gran bel vedere.
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giomo891
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martedì 13 settembre 2022
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alessandro gassmann maturo. giomo891
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Non odiare.
Presentato alla Settimana della Critica nel corso del Festival di Venezia 2020, la pellicola che segna l'esordio alla regia di Mauro Mancini parla di temi, purtroppo, ancora attuali: l'esistenza a distanza di oltre 75 anni dall'ultima guerra di sentimenti neonazisti, e lo fa, senza dare o evocare giudizi frettolosi e rigorosi, evitando una facile retorica, scegliendo invece le strade del dubbio e del silenzio : la bravura di affrontare questa tematica sta proprio in questo. Ma il dubbio resta: "fino a che punto si può personare un carnefice della propria gente ?"
La nota distintiva, proprio dalla retorica è sottolineata dalla speciale predilezione delle riprese sceniche; molte sono quelle "aeree", intendo "dall'alto", con l'evidente scopo di prendere le distanze dai pregiudizi e nello stesso tempo sottolineare il distacco da quel mondo, che si stenta a credere che sia ancora presente.
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Non odiare.
Presentato alla Settimana della Critica nel corso del Festival di Venezia 2020, la pellicola che segna l'esordio alla regia di Mauro Mancini parla di temi, purtroppo, ancora attuali: l'esistenza a distanza di oltre 75 anni dall'ultima guerra di sentimenti neonazisti, e lo fa, senza dare o evocare giudizi frettolosi e rigorosi, evitando una facile retorica, scegliendo invece le strade del dubbio e del silenzio : la bravura di affrontare questa tematica sta proprio in questo. Ma il dubbio resta: "fino a che punto si può personare un carnefice della propria gente ?"
La nota distintiva, proprio dalla retorica è sottolineata dalla speciale predilezione delle riprese sceniche; molte sono quelle "aeree", intendo "dall'alto", con l'evidente scopo di prendere le distanze dai pregiudizi e nello stesso tempo sottolineare il distacco da quel mondo, che si stenta a credere che sia ancora presente.
Una superlativa interpretazione di Alessandro Gassmann, (sta staccandosi dai film da cassetta e, pur sempre lontano anni luce dallo stile paterno, forse, pare raggiunta la maturità artistica), ma anche degli altri due interpreti, figli del neonazista, Sara Serraiocco e Luka Zunic, quest' ultimo, nella sua crudezza, che fa ancora più paura e tristezza nello sguardo di un ragazzo così giovane.
Simone è uno stimato chirurgo di origine ebraica, che conduce una vita tranquilla a Trieste. Un giorno, si trova a soccorrere per strada un uomo, ma una volta scoperta sul petto di quest'ultimo tatuata una svastica, decide di non prestargli soccorso, violando, come medico, il giuramento d'Ippocrate, quello basilare dell'essere umano, di reciproca assistenza, infine quello ben più importante della Pietas e del Perdono.
Simone è un uomo solo, apparentemente sicuro, ma in fondo molto tormentato e diffidente; ma all'inizio anche duro e spietato, anche col cane lupo del padre deceduto, che passa dalla catena alla crudeltà del canile.
Sarà il rapporto con la figlia del neonazista lasciato morire che lo renderanno più umano.
La scena finale lo vede passeggiare in un paesaggio stupendo, insieme al cane che ha finalmente liberato; a quel punto, forse risulta compiuto il processo di redenzione e la regia sfuma con la consueta inquadratura dall'alto.
Il film ha soprattutto un messaggio, rimesso alla sensibilità del pubblico, purtroppo, come sceneggiatura, lascia molte perplessità, con poche varianti sul tema e, quindi una narrazione incompleta, con carenza di azione.
Mentre il figlio del nostro più grande attore, con questa interpretazione non facile, dimostra de aver raggiunto la maturità artistica.
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venerdì 28 maggio 2021
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penoso
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emil
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domenica 23 maggio 2021
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una sbavatura c''è
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Ho trovato un buco nella storia a livello di un rolex in un film Western. Come è possibile che nè i protagonisti, nè chi gira intorno a loro, non individuano in Segrè (Gassman) un coinvolto, anche se positivo, nell'incidente che determina la morte dell'uomo. Avverte la polizia, dà spiegazioni sul suo intervento anche se non a buon fine, racconta come si sono svolti i fatti dei quali è stato involontario testimone, afferma di aver tentato invano di salvarlo e di tutta questa sua presenza nessuno se ne interessa nè la mette in risalto. La stampa, i mezzi di informazione avrebbero certamente parlato di questo individuo, tantopiù essendo un chirurgo non certo sconosciuto.
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Ho trovato un buco nella storia a livello di un rolex in un film Western. Come è possibile che nè i protagonisti, nè chi gira intorno a loro, non individuano in Segrè (Gassman) un coinvolto, anche se positivo, nell'incidente che determina la morte dell'uomo. Avverte la polizia, dà spiegazioni sul suo intervento anche se non a buon fine, racconta come si sono svolti i fatti dei quali è stato involontario testimone, afferma di aver tentato invano di salvarlo e di tutta questa sua presenza nessuno se ne interessa nè la mette in risalto. La stampa, i mezzi di informazione avrebbero certamente parlato di questo individuo, tantopiù essendo un chirurgo non certo sconosciuto. E la figlia, il figlio del deceduto di tutto si interessano tranne che raccogliere testmonianze degliultimi attimi del loro padre. Non è banale un granchio simile.
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thomas84
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lunedì 11 gennaio 2021
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poco credibile
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Si avverte fin troppo bene l'esordio di Mancini.
I temi cupi di questo film, richiedono una particolare scaltrezza e maturità; purtroppo con "Non odiare" si sprofonda in sequele fatte di lunghi silenzi e peraltro poco credibili. Alle volte si ha come la sensazione di assistere ad uno spettacolo teatrale, distaccandoci dalla realtà. La fotografia di Mike Stern Sterzynski è precisa e ogni tanto scandita da riprese in ascesa di un drone, che possono risultare talvolta troppo metodiche (tanto che se ne perde il gusto). Un plauso va a V. Gassman che si muove molto bene all'interno della scena, nonostante non sia solito incarnare personaggi di tale spessore.
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Si avverte fin troppo bene l'esordio di Mancini.
I temi cupi di questo film, richiedono una particolare scaltrezza e maturità; purtroppo con "Non odiare" si sprofonda in sequele fatte di lunghi silenzi e peraltro poco credibili. Alle volte si ha come la sensazione di assistere ad uno spettacolo teatrale, distaccandoci dalla realtà. La fotografia di Mike Stern Sterzynski è precisa e ogni tanto scandita da riprese in ascesa di un drone, che possono risultare talvolta troppo metodiche (tanto che se ne perde il gusto). Un plauso va a V. Gassman che si muove molto bene all'interno della scena, nonostante non sia solito incarnare personaggi di tale spessore.
In pellicole come queste, dove la trama è riassumibile in un minuto di tempo, occorre riempire quegli spazi vuoti di contenuti che non sempre sono apprezzabili con silenzi e sguardi; trovo azzardato dunque, esordire con una storia come questa.
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xerox
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mercoledì 6 gennaio 2021
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bello!
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Sapevo che Alessandro Gassman era un bravo attore, ma in questo film siamo nella sua piena maturità. Bravissimo! La vera sorpresa per me è stata Sara Serraiocco, che vedo per la prima volta. VERAMENTE STRAORDINARIA!!! Spero di vederla ancora in molti film! Il tema del film non è da prendere con le molle, MA CON LE MOLLONE, ma la regia di Mancini è stata perfetta. Un film recitato più con i gesti e gli sguardi che con le parole. Un ebreo che si trova ad avere a che fare con dei neo-nazi... Nella realtà cosa sarebbe successo veramente? Ma questa domanda me la faccio solo io, e il film invece naturalmente è un'altra cosa. Ottimo film, comunque.
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Sapevo che Alessandro Gassman era un bravo attore, ma in questo film siamo nella sua piena maturità. Bravissimo! La vera sorpresa per me è stata Sara Serraiocco, che vedo per la prima volta. VERAMENTE STRAORDINARIA!!! Spero di vederla ancora in molti film! Il tema del film non è da prendere con le molle, MA CON LE MOLLONE, ma la regia di Mancini è stata perfetta. Un film recitato più con i gesti e gli sguardi che con le parole. Un ebreo che si trova ad avere a che fare con dei neo-nazi... Nella realtà cosa sarebbe successo veramente? Ma questa domanda me la faccio solo io, e il film invece naturalmente è un'altra cosa. Ottimo film, comunque...
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jonnylogan
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mercoledì 21 ottobre 2020
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italian history x
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Durante un giro in canoa il chirurgo Simone Segre assiste a un incidente fra un'auto e un pirata della strada. Accorso immediatamente per soccorrere un uomo che sta agonizzando Simone s’accorge che questi ha il corpo segnato da numerosi tatuaggi inneggianti il nazismo e per questo decide di non aiutarlo. Eroso dal rimorso Simone decide però quasi immediatamente di avvicinare la famiglia dell’uomo per capire quali siano gli affetti che questi ha dovuto abbandonare.
La Trieste bagnata dall’odio che ci lascia intravedere Mauro Mancini, alla sua prima opera in solitaria e in cabina di regia, è livida come il cuore di Simone Segre, un Gassmann che sa offrire una prova minimalista fatta di poche battute e molti sguardi.
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Durante un giro in canoa il chirurgo Simone Segre assiste a un incidente fra un'auto e un pirata della strada. Accorso immediatamente per soccorrere un uomo che sta agonizzando Simone s’accorge che questi ha il corpo segnato da numerosi tatuaggi inneggianti il nazismo e per questo decide di non aiutarlo. Eroso dal rimorso Simone decide però quasi immediatamente di avvicinare la famiglia dell’uomo per capire quali siano gli affetti che questi ha dovuto abbandonare.
La Trieste bagnata dall’odio che ci lascia intravedere Mauro Mancini, alla sua prima opera in solitaria e in cabina di regia, è livida come il cuore di Simone Segre, un Gassmann che sa offrire una prova minimalista fatta di poche battute e molti sguardi. Un uomo eroso da un passato familiare pieno di molti bassi a causa di un rapporto molto controverso con un padre irrimediabilmente indurito da un passato di deportato. Nel mentre per Simone Segre s’apre una porta che mai un medico dovrebbe varcare, ovvero scegliere se soccorrere, o meno, un uomo in pericolo di vita. Da quel momento il prezzo da pagare sarà cercare di capire quali le persone, le amicizie e gli affetti che la sua scelta ha reso orfane non senza domandarsi cosa avrebbe fatto proprio suo padre, di origine ebraica, davanti a una scelta così difficile. Il resto del cast s’accoda alla sceneggiatura e alla capacità di dell’attore Romano di calarsi in un ruolo così drammatico e che prima della conclusione lo costringerà a fare i conti con un’inevitabile contrappasso. Nel resto del cast spicca la presenza di Sara Seraiocco, ormai attrice affermata capace di dividersi indifferentemente fra serial tv e produzioni cinematografice, e anche e soprattutto il diciannovenne Luka Zunic che grazie a un ruolo altrettanto potente, ovvero quello di un adolescente imbevuto d’ideologie naziste, riesce a strappare parte della scena allo stesso Gassmann. Pellicola che piacerà molto a chi ha saputo amare le evoluzioni filo naziste e d’oltre oceano di Ed Norton in American History X, s’astengano invece i deboli di cuore.
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paola ruffo
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venerdì 16 ottobre 2020
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meglio se andate a fare una pizza
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Dialoghi inesistenti o banalissimo.
Messaggio più che banale
Mi chiedo se c'è stata sovvenzione statale per questo film piu che mediocre in tutto...
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luca pichinelli
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domenica 27 settembre 2020
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bel film
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Davvero un bel film con un ottimo Alessandro Gassmann, perfetto in quel ruolo. La storia prende molto, stai sempre li a dire chissà che succede. Ottimi i dialoghi brevi che trasmettono una certa tensione e un certo ddistacco tra i protagonisti. Ottimo il finale che a dire il vero mi aspettavo diverso. A me è piaciuto e lo consiglio.
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