vincenzo morelli
|
mercoledì 6 gennaio 2021
|
superlativo
|
|
|
|
De Angelis non delude mai. Un ottimo direttore d'orchestra tra la bellezza di costumi, musiche, scenografie, fotografie e una recitazione meravigliosa, checchèsenedica. Un artista in grado di interrogarsi continuamente sull'adeguatezza di un linguaggio alla comprensione. Un linguaggio, quello del suo cinema, che è fatto sempre di elementi vecchi, classici, ed elementi nuovi: i primi ci attraggono, i secondi ci sorprendono. Questa compresenza tra vecchio e nuovo è necessaria, perché questo film assomigli alla vita.
|
|
[+] lascia un commento a vincenzo morelli »
[ - ] lascia un commento a vincenzo morelli »
|
|
d'accordo? |
|
luca scialo
|
domenica 3 gennaio 2021
|
da guardare scindendo dall'opera teatrale
|
|
|
|
Quando si traspone su piccolo schermo un capolavoro teatrale, le attese sono sempre molte. Soprattutto per chi sente proprie, per vicinanza culturale e geografica, certe tradizioni ivi rappresentate. Per non cascare in fuorvianti ed inutili confronti, occorre scindere dall'opera originale e apprezzare lo sforzo. Sergio Castellitto ci ha messo tutto l'impegno, non napoletano tra napoletani. Forse proprio il battibecco iniziale appare un po' lungo e noioso, ma poi la pellicola ingrana e mette in scena tutta la magia della commedia originale. Aiutandosi qua e là coi trucchi della Tv. Che cercano di aggiungere qualcosa pur nel rispetto che si deve a qualcosa di sacro. Ma la Tv è anche un mezzo freddo e lo si denota in alcuni frangenti.
[+]
Quando si traspone su piccolo schermo un capolavoro teatrale, le attese sono sempre molte. Soprattutto per chi sente proprie, per vicinanza culturale e geografica, certe tradizioni ivi rappresentate. Per non cascare in fuorvianti ed inutili confronti, occorre scindere dall'opera originale e apprezzare lo sforzo. Sergio Castellitto ci ha messo tutto l'impegno, non napoletano tra napoletani. Forse proprio il battibecco iniziale appare un po' lungo e noioso, ma poi la pellicola ingrana e mette in scena tutta la magia della commedia originale. Aiutandosi qua e là coi trucchi della Tv. Che cercano di aggiungere qualcosa pur nel rispetto che si deve a qualcosa di sacro. Ma la Tv è anche un mezzo freddo e lo si denota in alcuni frangenti. Tutto sommato, comunque, il film emoziona e appassiona.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca scialo »
[ - ] lascia un commento a luca scialo »
|
|
d'accordo? |
|
anna barbara cisternino
|
domenica 27 dicembre 2020
|
perdita di tempo.
|
|
|
|
Sono d'accordo con Filippo lan.
non se ne sentiva il bisogno, anzi ho avuto la sensazione di perdere tempo, nel vederlo, ma ho continuato sino alla fine, restando annoiata. Invece ho sentito il bisogno, il giorno dopo, di andare su raiplay a rivedere Edoardo, quello vero! Attualissimo, ironico umano è consequenziale negli atteggiamenti.
Boccio la presunzione della edizione del 2020.
|
|
[+] lascia un commento a anna barbara cisternino »
[ - ] lascia un commento a anna barbara cisternino »
|
|
d'accordo? |
|
filippo lan
|
sabato 26 dicembre 2020
|
ma se ne sentiva proprio il bisogno?
|
|
|
|
Progetto decisamente coraggioso per il più che inevitabile paragone con gli inarrivabili originali dell'autore.
Ce n'era proprio bisogno? Mah.
Pur non ricopiandone il copione con la carta copiativa, il film ricalca in buona parte il testo di Eduardo, che però nei titoli appare solo come autore del soggetto!?
Sarò serrato. La regia di Edoardo De Angelis risulta nel complesso lenta ed inefficace nei dialoghi. Ma il difetto maggiore che riscontro è l'assoluta mancanza di ironia e di quelle pillole di inconsapevole tragico umorismo che Eduardo saggiamente dosò nei testi e nella recitazione, elemento a parer mio imprescindibile.
[+]
Progetto decisamente coraggioso per il più che inevitabile paragone con gli inarrivabili originali dell'autore.
Ce n'era proprio bisogno? Mah.
Pur non ricopiandone il copione con la carta copiativa, il film ricalca in buona parte il testo di Eduardo, che però nei titoli appare solo come autore del soggetto!?
Sarò serrato. La regia di Edoardo De Angelis risulta nel complesso lenta ed inefficace nei dialoghi. Ma il difetto maggiore che riscontro è l'assoluta mancanza di ironia e di quelle pillole di inconsapevole tragico umorismo che Eduardo saggiamente dosò nei testi e nella recitazione, elemento a parer mio imprescindibile. Il Lucariello di Castellitto ci appare a tratti feroce a tratti melenso, ma va comunque concesso all'attore atto di grande coraggio. Non all'altezza una inespressiva Marina Confalone nel ruolo di Concetta Cupiello ed un inaccettabile Toni Laudadio nel ruolo di Pasquale. Possibile non trovare di meglio?
Nel complesso lavoro abbastanza godibile per quel nuovo pubblico abituato all'"usa e getta", deludente per chi, come al sottoscritto, risulta impossibile liberarsi delle suggestioni e delle emozioni che le versioni del grande Eduardo ci hanno regalato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo lan »
[ - ] lascia un commento a filippo lan »
|
|
d'accordo? |
|
rossana65
|
sabato 26 dicembre 2020
|
carne con il pomodoro
|
|
|
|
" 'O rraù ca me piace a me
m' 'o ffaceva sulo mammà.
A che m'aggio spusato a te,
ne parlammo pè ne parlà.
Io nun sogno difficultuso;
ma luvàmell''a miezo st'uso.
Sì, va buono: cumme vuò tu.
Mò ce avèssem' appiccecà?
Tu che dice? Chest'è rraù?
E io m'a 'o mmagno pè m' 'o mangià...
M' 'a faje dicere na parola?
Chesta è carne c' 'a pummarola."
EDUARDO
|
|
[+] lascia un commento a rossana65 »
[ - ] lascia un commento a rossana65 »
|
|
d'accordo? |
|
jayan
|
sabato 26 dicembre 2020
|
ottima trasposizione in film
|
|
|
|
Ho visto su Raiplay la commedia di Eduardo De Filippo "Natale in casa Cupiello" con l'interpretazione di Sergio Castellitto. E' stata davvero una grande interpretazione. Non capisco le critiche che hanno fatto. Certamente non si poteva fare una copia dell'interpretazione di De Filippo! Bravo il regista e gli attori, oltre alle ottime inquadrature cinematografiche.
|
|
[+] lascia un commento a jayan »
[ - ] lascia un commento a jayan »
|
|
d'accordo? |
|
fabio 3121
|
giovedì 24 dicembre 2020
|
strepitoso ed emozionante film tv
|
|
|
|
il film tv, tratto dall'omonima opera teatrale di Eduardo De Filippo, è ambientato a Napoli nel 1950 ed è tutto girato nella casa della famiglia Cupiello nei giorni dell'antivigilia e della vigilia di Natale. Luca (Sergio Castellitto) è alle prese con la preparazione del presepe che però non piace al figlio Tommasino, detto "Nennillo", giovane scapestrato che arriva a vendersi le scarpe e il cappotto dello zio Pasqualino, precedentemente malato, che convive temporaneamente nella casa. La moglie di "Lucariello" è Concetta (Marina Confalone) alla quale la figlia Ninuccia comunica di aver scritto una lettera perché vuole lasciare il marito Nicola (cui è stata costretta a sposare essendo ricco) perchè ama il giovane Vittorio, amico di Tommasino.
[+]
il film tv, tratto dall'omonima opera teatrale di Eduardo De Filippo, è ambientato a Napoli nel 1950 ed è tutto girato nella casa della famiglia Cupiello nei giorni dell'antivigilia e della vigilia di Natale. Luca (Sergio Castellitto) è alle prese con la preparazione del presepe che però non piace al figlio Tommasino, detto "Nennillo", giovane scapestrato che arriva a vendersi le scarpe e il cappotto dello zio Pasqualino, precedentemente malato, che convive temporaneamente nella casa. La moglie di "Lucariello" è Concetta (Marina Confalone) alla quale la figlia Ninuccia comunica di aver scritto una lettera perché vuole lasciare il marito Nicola (cui è stata costretta a sposare essendo ricco) perchè ama il giovane Vittorio, amico di Tommasino. Di questa decisione Luca ne è però all'oscuro ed involontariamente consegnerà la lettera a "Nicolino" con il conseguente dramma familiare che ne scaturirà. Decisamente siamo di fronte ad un gran bel film, in cui regia e sceneggiatura hanno leggermente velocizzato i tempi teatrali ma senza snaturarne il testo. Davvero strepitosa l'interpretazione di tutto il cast e particolarmente intensa è risultata quella di Sergio Castellitto. Molto belle pure la scenografia e i costumi che ci fanno calare nel predetto contesto storico. Ad accompagnare il tutto le stupende musiche del maestro Enzo Avitabile. Consiglio la visione di questo film dal finale emozionante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio 3121 »
[ - ] lascia un commento a fabio 3121 »
|
|
d'accordo? |
|
raffaele reppucci
|
giovedì 24 dicembre 2020
|
non solo teatro
|
|
|
|
Castellitto credibile ancora una volta, anche da napoletano, non era necessario che fosse perfetto in ogni cadenza. Oserei dire che potrebbe essere un Natale in casa Trevisan, con meno presepe. Chissà che De Angelis, con quella neve a Napoli, non abbia voluto alludere a questo.
La famiglia a pezzi di Eduardo ben pennellata fra cinema e teatro, l'uno sovrapposto all'altro, senza la necessità stucchevole di distinguerli, per santificare l'originale, come qualcuno ha commentato, in preda a quell'eduardismo che a volte serpeggia negli ambienti teatrali in Campania.
[+]
Castellitto credibile ancora una volta, anche da napoletano, non era necessario che fosse perfetto in ogni cadenza. Oserei dire che potrebbe essere un Natale in casa Trevisan, con meno presepe. Chissà che De Angelis, con quella neve a Napoli, non abbia voluto alludere a questo.
La famiglia a pezzi di Eduardo ben pennellata fra cinema e teatro, l'uno sovrapposto all'altro, senza la necessità stucchevole di distinguerli, per santificare l'originale, come qualcuno ha commentato, in preda a quell'eduardismo che a volte serpeggia negli ambienti teatrali in Campania.
La distinzione che farei è fra testo-contenuto e realizzazione:
il testo: un eterno bambino bisognoso di rassicurazione, fino alla negazione, la cecità, la morte. Il suo presepe ancora di salvezza, simbolo di menzogna, tana di protezione dai colpi della natura. Emblema di una famiglia raccontata dal libro di lettura delle elementari, quello della mia generazione.
Le due donne della famiglia esposte, cimentate nei fatti, a dispetto della cultura del capofamiglia-guida dell'epoca. I tre uomini stupidelli e bambinoni, a rivelare un autore che, se non fosse uomo, avremmo definito femminista ante-litteram.
La realizzazione: un remake efficace dell'originale, differenze ed analogie di stile, una sceneggiatura dalle tinte un po' più vicine ai giorni nostri forse.
Meno equilibrio, forse, fra i momenti buffi, le gag, senza le quali lo spettatore andrebbe sotto stress, e le stoviglie scagliate a terra, il malessere della donna giovane e bella incollata al buon partito attempato. Meno potenza nella frase impietosa del giovane amante alla madre di lei: al marito non vuol bene, non vuol bene. Ma uguale efficacia, perché sappiamo che è vero.
Meno vivida certamente Marina Confalone di Pupella Maggio, ma io sono uno a cui non piacciono i mostri sacri. Mi accontento dei tratti di verità, di arte, dimentico perfino i nomi. Mi piace l'opera, sono ingrato con l'artista, qualche volta mi infastidisce certa gratitudine esibizionista.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a raffaele reppucci »
[ - ] lascia un commento a raffaele reppucci »
|
|
d'accordo? |
|
carloalberto
|
mercoledì 23 dicembre 2020
|
un''operazione ardita quanto inutile
|
|
|
|
La domanda che sorge spontanea ad ogni rifacimento dell’opera di Eduardo, sia esso una nuova messa in scena teatrale oppure un adattamento filmico, come in questo caso, è perché ci si ostina a rifare l’opera di Eduardo senza Eduardo.
Fatta salva la performance attoriale del cast, la bravura di De Angelis, che è uno dei registi emergenti più interessanti del cinema italiano, bellissimo il suo Il vizio della speranza del 2018, la colonna sonora di Enzo Avitabile, musicista straordinario ed unico che ha riportato in vita la tradizione musicale partenopea, il paragone con l’originale, anzi con i due originali, gli adattamenti televisivi fatti dallo stesso Eduardo nel 1962 e nel 1977, è naturalmente impietoso.
[+]
La domanda che sorge spontanea ad ogni rifacimento dell’opera di Eduardo, sia esso una nuova messa in scena teatrale oppure un adattamento filmico, come in questo caso, è perché ci si ostina a rifare l’opera di Eduardo senza Eduardo.
Fatta salva la performance attoriale del cast, la bravura di De Angelis, che è uno dei registi emergenti più interessanti del cinema italiano, bellissimo il suo Il vizio della speranza del 2018, la colonna sonora di Enzo Avitabile, musicista straordinario ed unico che ha riportato in vita la tradizione musicale partenopea, il paragone con l’originale, anzi con i due originali, gli adattamenti televisivi fatti dallo stesso Eduardo nel 1962 e nel 1977, è naturalmente impietoso.
Non si può dire Eduardo è morto viva Eduardo, parafrasando il detto è morto il re evviva il re o il proverbio morto un papa se ne fa un altro. Eduardo è unico, e vive nelle rappresentazioni teatrali filmate per al televisione.
Non si crede forse all’unicità irripetibile di Eduardo, si pensa che possa essere sostituito da un pur bravo professionista come Castellitto, oppure, errando egualmente, si ritiene che i testi di Eduardo siano talmente grandi da valere al di là di chi li rappresenta. L’opera di Eduardo drammaturgo e l’interpretazione di Eduardo attore sono immense perché inscindibili.
Fatta questa premessa, non si comprendono alcune scelte che sembrano un timido tentativo di innovare l’opera senza avere il coraggio di stravolgerla. Per prima cosa, nella scena iniziale compare un soldato di colore americano, mentre il dramma è stato scritto nel 1931, poi si sono inserite delle frasi che non ci sono nel testo di Eduardo e se ne sono omesse delle altre. Perché trasferire il dramma nell’immediato dopoguerra? Perché tradire il testo per aggiungere elementi inutili che non mutano il significato dell’opera e perché, se si è scelto di non stravolgere il testo, allora ometterne delle parti?
Infine, pur comprendendo le ragioni di Castellitto, che si è sottoposto ad una prova che eufemisticamente si può dire ardua, ma nei fatti resta impossibile e non soltanto per lui ma per chiunque, non si condivide la caratterizzazione che ha voluto dare al personaggio. Lucariello non è un iracondo isterico che ha scatti di rabbia improvvisi ed ingiustificati, Lucariello è un sognatore, è un uomo che rifiuta la realtà e si chiude nel suo mondo ideale ipostatizzato nel presepe, a sua volta simbolo delle tradizioni che la modernità minaccia. In questo disperato sforzo di tramandare alle nuove generazioni le tradizioni popolari del passato, Eduardo, nel 1931, ha anticipato un tema che si rivelerà attuale nel dopoguerra, quando il conflitto generazionale ed il rifiuto dei valori dei padri si è manifestato nella sua concreta drammaticità.
L’operazione è quindi in definitiva inutile ed in futuro non penso che ci si porrà mai il dubbio se rivedere Natale in casa Cupiello in una delle due versioni di Eduardo o nella versione di Castellito.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carloalberto »
[ - ] lascia un commento a carloalberto »
|
|
d'accordo? |
|
|
lunedì 14 dicembre 2020
|
regalo di natale...in casa cupiello
|
|
|
|
Grazie a mamma Rai per questo meraviglioso regalo di Natale
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|