Il gioco delle coppie |
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Un film di Olivier Assayas.
Con Guillaume Canet, Juliette Binoche, Vincent Macaigne, Nora Hamzawi.
continua»
Titolo originale Doubles vies.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Francia 2018.
- I Wonder Pictures
uscita giovedì 27 dicembre 2018.
MYMONETRO
Il gioco delle coppie
valutazione media:
3,43
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Carpe diem, punto.di cardclauFeedback: 11399 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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venerdì 4 gennaio 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mia madre, un’ancóra robusta e vispa ottantacinquenne, me lo ripete in continuazione: “il mondo non è più quel che era, è drammaticamente cambiato e continua a cambiare ad una velocità sorprendente, fra mia madre e mia nonna le differenze si scorgevano a malapena, oggi nel giro di cinque anni, tutto viene rivoluzionato e ribaltato; bisogna aggiornarsi in continuazione, è necessario, come l’aria che respiri …”. Di fronte a quest’ultima affermazione mi scopro più vecchio di mia madre, vengo colto da un certo ansioso sgomento, le mie incrollabili convinzioni cominciano lievemente a traballare, ma nel contempo ne sono grato perché riesco a comprendere meglio il film francese Il Gioco delle Coppie del regista Olivier Assayas. Il problema, e il merito, del film, a mio modesto parere, sta nel fatto che non ci vuole mostrare come eravamo, come era la “normalità”, come erano i “buoni sentimenti” e le relazioni di coppia, tenuti/e a bada dai rigidissimi binari della convenzione e dello status quo e del ceto sociale, come la trasgressione doveva essere considerata un evento eccezionale, da segnalare sgomenti con l’indice puntato. La storia ci narra invero di relazioni di coppia di oggi, di una borghesia medio-alta, che non ha alcuna preoccupazione della sopravvivenza, della giustizia, della forbice ricchezza-povertà, della trasgressione, della sacralità delle relazioni d’amore, apparentemente soddisfatta, aggiungerei narcisisticamente, dell’oggi e spensierata su quello che sarà il domani. Consona con le imperturbabili leggi del mercato, giustamente assai poco solidali, l’importante è stare dalla parte “giusta”. Insomma un’interpretazione del “carpe diem” di Orazio (Odi 1, 11, 8) direi un po’ materialista e crassa, nel senso di “cogli l’attimo e goditela fin che puoi”. E aggiungerei, ironicamente, “non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Ma Orazio forse intendeva ben altro quando affermava: “carpe diem quam minimum credula postero” [cogli il giorno confidando il meno possibile nel domani]. Pone in primo piano la libertà dell'uomo nel gestire la propria vita e invita a essere responsabili, sottolineo responsabili, del proprio tempo. Ma il messaggio, all’incontrario, è sulla irresponsabilità del mondo d’oggi, in cui tutto è effimero e vacuo, una danza del materialismo a cui viene data una continua, martellante, pubblicità. Da qui l’importanza del film, che forse va al di là delle intenzioni di partenza. Alain (Guillaume Canet) è un editore che sa il fatto suo, maritato con Selena (Julette Binoche) ma fa sesso con la sua assistente. Léonard (Vincent Macaigne) è uno scrittore, che cerca di trovare nelle sue “avventure” lo spunto per scrivere, forse maritato con Valérie (Nora Hamzawi), ma fa sesso con Selena … oltremodo veritieri, sembra in un certo senso la continuazione, ben s’intende in chiave moderna, un po’ impoverita, del Così è (se vi pare), o Il Giuoco delle Parti di Luigi Pirandello.
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