Elle |
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Un film di Paul Verhoeven (II).
Con Isabelle Huppert, Laurent Lafitte, Anne Consigny, Charles Berling.
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Titolo originale Elle.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 130 min.
- Francia 2016.
- Lucky Red
uscita giovedì 23 marzo 2017.
- VM 14 -
MYMONETRO
Elle
valutazione media:
3,04
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una borghese grande grande
di Emiliano Morreale L'Espresso
Dieci mesi dopo il passaggio al festival di Cannes, arriva in sala uno dei film più sorprendenti dell'anno. Che non è, diciamolo subito, il racconto di uno stupro o su un rapporto carnefice-vittima. Anzi perfino il titolo è in parte fuorviante: se il personaggio di Isabelle Huppert è sempre al centro della scena, infatti, è come polo d'attrazione attorno a cui ruotano una serie di rapporti, che sono ciò che al regista interessa. L'ex marito, il figlio e la nuora, i dipendenti, la madre: una visione della borghesia francese, magistralmente resa coi toni della commedia nera, in dialoghi e scene di feroce intelligenza (la cena di Natale). Se il romanzo di partenza (non eccezionale) di Philippe Dijan è in prima persona, qui il ritratto femminile ne nasconde uno collettivo, e il nume tutelare è "La regola del gioco" di Jean Renoir, geniale ritratto della borghesia tra le due guerre, citato in una battuta. Il plot si rivela secondario: a contare è il contesto, e l'abilità di Verhoeven è di esser riuscito, con il controllo della messa in scena, a fare un film insieme divagante e serratissimo. Verhoeven, in passato provocatore un po' gratuito, smonta il "film d'autore europeo" come smontava la fantascienza in "Robocop". La sua arte è l'ambiguità.
La protagonista Michèle è una donna dura, sarcastica, che sembra non essere sconvolta nemmeno dall'aggressione subita, all'inizio del film, da parte di uno sconosciuto. Alle spalle, peraltro, ha una tragedia neanche tanto sepolta: una notte di 40 anni prima il suo cattolicissimo padre aveva sterminato 27 persone in un attacco di follia. La Huppert (premiata col Golden Globe e il César, e candidata all'Oscar) è di sublime autoironia; il suo personaggio insopportabile, a tratti sinistro, ma anche eroico: circondata da maschi stupidi, deboli, brutali, riesce a rimanere in piedi e a superare ogni orrore. Alla fine, forse, le resta soprattutto il valore dell'amicizia, al di là dei rapporti di sesso e di potere.
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