Café Society

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vanessa zarastro mercoledì 5 ottobre 2016
nostalgia di epoche e amori lontani Valutazione 3 stelle su cinque
70%
No
30%

La contrapposizione New York-California è sempre un tema avvincente per Woody Allen fin dai tempi di Annie Hall del 1977. Un altro elemento che stimola le fantasie di Allen è il periodo del New Deal, quello della seconda metà degli anni Trenta, di ripresa economica dopo la Grande Crisi. Il mito di Hollywood e della celebrity culture, attrae molta popolazione che sogna il successo, anche se non è ben chiaro in che campo si voglia emergere. Hollywood è il “luogo” della ricchezza per antonomasia, mitopoietico e costruttore dello star system. Così anche il giovane Bobby Dorfman (un bravissimo Jessie Eisenberg) cresciuto in una modesta famiglia ebrea nel Bronx, sbarca a Los Angeles a cercare fortuna per non proseguire il lavoro del padre (artigiano orafo) né quello del fratello Ben – implicato con bande gangster. [+]

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maurizio meres sabato 1 ottobre 2016
così come allen avrebbe vissuto gli anni trenta Valutazione 5 stelle su cinque
60%
No
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Woody Allen,genio cinematografico,consacrato ormai da tutti il più grande commediografo degli ultimi quarant'anni,scrive e dirige ciò che immagina,immune da ogni influenza sociale che possa incidere negativamente nei suoi lavori,il suo set rasenta la perfezione,tutto è perfettamente reale nella finzione cinematografica. Questa volta il suo pensare ci riporta negli anni trenta,questo periodo importantissimo,perché è il confine tra il vecchio e il nuovo. Una storia d'amore esasperata come suo solito,dialoghi accattivanti,paranoici dove una tremenda ansia sicuramente personale viene trasmessa agli attori,attraverso dei sogni forse irreali ,così come lui è,questa è la grande abilità professionale,qualsiasi attore sotto la sua regia da il meglio di se stesso,l'attore Jesse Eisenberg,bravissimo sembra il suo alter ego. [+]

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aquilareale4891 lunedì 19 dicembre 2016
un’opera politematica, spumeggiante e melanconica. Valutazione 4 stelle su cinque
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No
0%

Il ricco e movimentato quartiere di Los Angeles degli anni ’30 accoglie l’introverso e buffo Bobby Dorfman, emigrato dal bronx newyorkese in cerca di fortuna per intercessione dello zio Phil, a capo di un’agenzia artistica in cui le più grandi star s’incontrano e concludono affari. Questi, non felice della visita parentale, tanto da differire di giorno in giorno l’incontro di lavoro col nipote, gli propone de residuo l’unico posto disponibile: dovrà svolgere la mansione di fattorino. Così, immerso a capofitto nello sfarzo e nel traffico della “mecca del cinema”, il giovane, che di audacia e buone speranze sembra essere bene armato, presto conoscerà i trucchi del mestiere, grazie soprattutto a una seducente e disinibita Veronica, ragazza di fiducia dello zio facoltoso. [+]

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stefano capasso domenica 6 novembre 2016
crescere tra speranze e delusioni Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
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Woody Allen ambienta questa storia negli anni 30, tra Hollywood e New York e sceglie come protagonista Bobby, un giovane ebreo che sta cercando di costruire la sua vita. Sceglie di trasferirsi ad Hollywood dove lo zio che lavora nel cinema può offrirgli un lavoro, e li si innamora di Veronica. Ma le cose non sono cosi semplici come appaiono.
Bel film di intrattenimento, curato in tutto e che parla con lo stile tipico di Allen di storie di vita, amore, religione, morte, lavoro. Le cose con cui ogni persona fa i conti nel corso dell’esistenza e che generano speranze e delusioni. Tutti sono alle prese con quel bisogno di ricercare qualcosa di meglio, di più bello e duraturo, direi definitivo. [+]

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tavololaici lunedì 3 ottobre 2016
un film delizioso Valutazione 4 stelle su cinque
52%
No
48%

Che film delizioso, che film delizioso. Era dai tempi di "Harry a pezzi" e di "Midnight in Paris" che non ne vedevo uno cosi' bello e convincente del sommo Allen. E' incredibile si faccia un film di tale eleganza oggi. Non una parola pesante, non un nudo, non un'esplosione. E ironia a fiotti che con sublime leggerezza, e una colonna sonora delle sue, passa sopra tutte le tragedie della vita, le doppiezze dellle persone, la volgarità e le meschinità del mondo. Da Oscar i dialoghi stupendi, brevi e densissimi, tra la coppia ebrea anziana in attesa della morte del marito " che intendeva protestare, duramente protestare" con la morte. Una cura estrema di ogni piccolo particolare, ove tutto sembra, e diventa, prezioso. [+]

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liuk! mercoledì 15 marzo 2017
raffinato Valutazione 4 stelle su cinque
100%
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Continua il ciclo "Liberty" di Woody Allen, sempre più raffinato ed elegante. Questo Cafè Society è una perla di stile, con meno humour rispetto ad altri lavori del regista ma maggiore profondità di sentimenti. Solamente un finale frettoloso, anche se amaramente splendido, probabilmente figlio di tagli in fase di montaggio, non gli permette di raggiungere lo status di capolavoro, ma gli elementi ci sarebbero tutti.
Prodotto complessivamente eccellente che non si può mancare di vedere.
Rimane una sola domanda insoluta: come fa il protagonista a preferire la Stewart alla Lively??

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samuel langhorne giovedì 6 ottobre 2016
luci di hollywood , luci di woody Valutazione 4 stelle su cinque
51%
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49%

 Luci di Hollywood , luci di Woody

 

I film di Allen possono cambiare storia , personaggi e ambientazione eppure sono e saranno sempre attuali.

Non ho mai letto Shakespeare e aspettando che lo faccia , mi accontento di quello che dicono chi lo ha fatto , o chi lo recita ,

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maumauroma venerdì 7 ottobre 2016
cafe' society Valutazione 3 stelle su cinque
49%
No
51%

Si puo' dire che da sempre, e in maniera piu' evidente negli ultimi anni, gli ingredienti che Woody Allen utilizza nella sua cinematografia siano in genere gli stessi: l'Ebraismo, con le sue regole morali, esistenziali e sociali, la ricerca affannosa di dare un significato profondo a questa nostra vita, il fastidioso problema dell' 'ineluttabilita' della morte e i sistemi che il genere umano ha messo in atto nei millenni per esorcizzarne la paura, l'Alchimia ormonale fra i sessi, con le conseguenti tempeste passionali e gli acrobatici giochi sentimentali che ne derivano, le ipocrisie della societa' travestite da false verita' che ogni giorni ci vedono coinvolti, le nevrosi che affligono l'homo sapiens fin dalla notte dei tempi. [+]

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patpat giovedì 20 aprile 2017
raffinato, anche troppo Valutazione 3 stelle su cinque
0%
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Un film quasi perfetto, nelle scelte degli attori, nella fotografia, nelle scenografie, nei costumi,... forse anche troppo ben confezionato da risultare un po' artefatto, senza quelle sbavature che il più delle volte arricchiscono di anima le storie e i personaggi. Resta comunque un bel ritorno di Allen alle atmosfere jazz che tanto amiamo della sua cinematografia migliore. 

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nerone bianchi giovedì 27 ottobre 2016
opera galleggiante Valutazione 4 stelle su cinque
43%
No
57%

I film di Woody Allen sono opere galleggianti, sospese in tempi e luoghi al contempo reali ed irreali. Ogni inquadratura di questo film è un piccolo capolavoro di equilibri, di colori, di luce, come folgoranti sono i dialoghi tra i vari personaggi e imprevedibile è la trama, con i suoi intrecci e situazioni. Siamo certamente nella Hollywood degli anni trenta, quella ruggente dei primi divi, delle ville con l'immancabile piscina, dei party e dei capricci, ma altrettanto certamente siamo altrove, in un non luogo in cui tutti siamo almeno una qualche volta transitati. La vicenda è narrata con garbo e leggerezza, gli attori sono tutti straordinari, il ritmo del racconto non perde un colpo. E' il solito bel film di un regista che non ha mai deluso. [+]

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Marzia Gandolfi
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