The Hateful Eight |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Samuel L. Jackson, Kurt Russell, Jennifer Jason Leigh, Walton Goggins, Demián Bichir.
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Titolo originale The Hateful Eight.
Western,
Ratings: Kids+16,
durata 167 min.
- USA 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 4 febbraio 2016.
MYMONETRO
The Hateful Eight ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Tarantino, attento alla cinefilia
di Francesco2Feedback: 41705 | altri commenti e recensioni di Francesco2 |
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martedì 9 febbraio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo un inizio didascalico e "crocifisso", che già non promette nulla di buono, Tarantino prosegue le sue in-cursioni ed es-cursioni nella Storia; quella -ufficialmente- con la "S" maiuscola, quella che in "Inglorious Bastards" si prende(va) la sua rivincita, complice ed al contempo schiacciata dal cinema (scritto, in una scena, coi caratteri maiuscoli) durante l'incendio finale. Agli interrogativi etici di "Django"si mescolano quelli filosofici, tuttavia nient'affatto lontani da dilemmi morali ( La legittimità della pena di morte, per esempio). Piuttosto cambia il tipo di tensione, più vicina a quella del film con Brad Pitt: ogni scena sottindendeva un'angoscia latente, fino all"ending" precedentemente accennato dove l'ingiustizia e l'effimero ( Il cinema, appunto) sembravano -sembravano?- averla spuntata. Né i dilemmi, per chi sia protagonista del film come per noi spettatori, scompaiono dopo la "scena del caffé", anzi: diventano solo dilemmi di tutt'altra natura, come a sottolineare che in questo film di certo non esiste nulla, fuorché il fatto che i primi due-tre protagonisti maschili si conoscano ( Volendo mettere i puntini sulle "i", la stessa "colpevolezza" del personaggio femminile ci viene raccontata, anche se una taglia su di lei dà sicuramente da pensare). A questo punto tuttavia sorgono i "ma", e riguardano quanto di cinefilo -nel senso negativo- ci sia negli ultimi due Tarantino: paradossalmente, si, partendo proprio da "Django", in linea teorica il suo film più esplicitamente sociale. La parte che comincia col citato "caffé", decisamente ampia, aggiunge veramente qualcosa che non sia la crudeltà degli aguzzini e la "lettera", fra l'altro forse un tantino retorica per essere tarantiniana? E anche sul molto che "avviene" prima è legittimo nutrire qualche dubbio. Questa struttura modello "dieci piccoli indiani", dove tutti potrebbero mentire, non riflette quanto visto in casi precedenti, è un insieme di personaggi che ci e si pongono interrogativi sparsi, dove lui sembra divertirsi a mostrare un'abilità negli incastri modello "I soliti sospetti". Tarantino è un grande uomo di cinema, anche se di cinema postmoderno, ma la cinefilia è un potenziale vizio che rischia di nuocergli.
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