Jack

   
   
   

JACK: Narrrare la colpa Valutazione 4 stelle su cinque

di gaiart


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domenica 9 agosto 2015

JACK
di
ELISABETH SCHARANG
 
 
Inquietante, elegante, sociopatico, misterioso. Questo è il ritratto di Jack, (Johannes Krisch) e, gli stessi aggettivi, valgono anche per il film di Elisabeth Scharang che racconta il caso notissimo in Austria di un assassino che uccide una donna.
Quando dopo quindici anni di carcere viene rilasciato, è già una celebrità. Soprannominato «Häfnpoet» ovvero «poeta galeotto» per la sua attività letteraria, diventa il beniamino delle femmine e della buona società di Vienna. Di sicuro molto intelligente, sensibile, figlio dell’occupazione, ricco di amanti, difeso dagli intellettuali tra cui Günter Grass, viene poi incolpato di aver ucciso altre 11 donne.
 
Il ruolo di Johannes Krisch nei panni di Jack, peraltro abilmente recitato, è contraddittorio; da un lato vediamo un uomo colto, affascinante, irrequieto, e dall’altro un efferato serial killer, maltrattato da una madre dura e non amato da piccolo, con un odio interno e forse inconsapevole, verso le donne che “sa far sentire desiderate” - come dice una delle sue amanti.
Egli scompare dietro una maschera e cela tutto se stesso con un viso camaleontico e sorprendente nelle miriadi di mutazioni espressive, rughe, linee marcate che lo caratterizzano. Per entrare e calarsi in questo ruolo così complesso, l’attore racconta che si è sviluppata una totale fiducia e stima con la regista, cose che sgorgano da un lavoro impeccabile anche di studio, inerente la complessa vicenda, sia umana che processuale.
Scharang svela che ha avuto bisogno di vedere le perizie psichiatriche, le diverse e divergenti prese di posizione sul processo l’hanno guidata alla fine in un viaggio nella psiche di quest’uomo.
Il “caso Jack” è molto noto in Austria, ma forse al di là dei suoi confini non è conosciuto da molti e con un film diventa interessante narrare un personaggio degli anni ‘70 che ha scritto un romanzo, e diretto una rivista letteraria.
 
Il tema non è solo la storia in cui si è voluto studiare un omicidio efferato, ma anche cosa accade quando si fa qualcosa che non si può semplicemente mettere nel cassetto del dimenticatoio. Il tema è: come ci rincorre il passato? E come ci si confronta con la colpa?
Il valore della pellicola giace anche nella capacità di comunicazione o manipolazione del proprio passato. Nel film vediamo proprio questo: Jack è parte di questa società, è interessante vedere come coabitiamo gli uni con gli altri, reagisce la società quando vede una persona del genere uscire dalla prigione.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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