claudiofedele93
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mercoledì 16 settembre 2015
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il grande ritorno della pixar.
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Inside Out arriva in un momento cruciale per la casa di animazione più famosa del pianeta, dato che negli ultimi anni la saltellante lampadina aveva perso un po' di quella luce d’originalità che l'aveva sempre resa unica e inimitabile, abituandoci, nell’ultimo ventennio, a pellicola capaci di riuscire ad andare ben oltre un pubblico di bambini ed a proporre tematiche e riflessioni che, talvolta, solo un adulto poteva apprezzare appieno.
Il 2015 si presta, dunque, a dare un giudizio sulla situazione generale di un gruppo di registi e sceneggiatori che hanno accompagnato l'infanzia di molti, e gli interrogativi, assieme ai dubbi, nati di recente, erano ormai agli sgoccioli, dato che in molti temevano di aver perduto per sempre quei progetti animati che, in un futuro non troppo lontano, avrebbero avuto la forza di essere chiamati classici.
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Inside Out arriva in un momento cruciale per la casa di animazione più famosa del pianeta, dato che negli ultimi anni la saltellante lampadina aveva perso un po' di quella luce d’originalità che l'aveva sempre resa unica e inimitabile, abituandoci, nell’ultimo ventennio, a pellicola capaci di riuscire ad andare ben oltre un pubblico di bambini ed a proporre tematiche e riflessioni che, talvolta, solo un adulto poteva apprezzare appieno.
Il 2015 si presta, dunque, a dare un giudizio sulla situazione generale di un gruppo di registi e sceneggiatori che hanno accompagnato l'infanzia di molti, e gli interrogativi, assieme ai dubbi, nati di recente, erano ormai agli sgoccioli, dato che in molti temevano di aver perduto per sempre quei progetti animati che, in un futuro non troppo lontano, avrebbero avuto la forza di essere chiamati classici.
Ebbene, dietro a qualche leggera caduta come poteva essere Cars 2 o Brave - Ribelle, che tuttavia non ci sentiamo di bocciare nella maniera più assoluta, John Lasseter rammenta a tutti noi perché le sue creazioni hanno sempre fatto breccia nell'immaginario collettivo, e la sua nuova fatica, diretta da Peter Docter, è la prova definitiva che lungometraggi di tale bellezza, al momento, sono solo in grado di farli in un unico universo, quello Disney Pixar.
Arrivati finalmente a dire la nostra su Inside Out, possiamo tranquillamente ammettere che questi è un semplice capolavoro, come lo era stato Toy Story, così come lo fu nel 2008 Wall•e e due anni dopo Up, e, aspetto più importante, è una fonte inesauribile di grande Cinema, che è capace di colpire chiunque gli si pari davanti, presentandosi sovraccarico di originalità e brio, elegante nella sua messa in scena, nel design, nelle animazioni e forte di una storia tanto ben costruita da poter sembrare verosimile e reale.
Gioia, Disgusto, Tristezza, Rabbia e Paura sono quattro stati d'animo che accompagnano ognuno di noi fin dalla nascita, sono quelle sensazioni e sentimenti che ci fanno interagire con il mondo e determinano la nostra natura, ma, aspetto ancor più importante, condizionano i nostri ricordi. Quando, ormai alle porte dell'adolescenza, Riley si trasferisce con i suoi genitori dal Minnesota a San Francisco, le cose prendono una piega inaspettata, e saranno proprio i quattro sentimenti a non comprendere, dalla loro sala di controllo, i cambiamenti emotivi della ragazza. La colpa, apparentemente, ricade su Tristezza, la quale contamina con il proprio stato d'animo quelli che erano momenti felici della giovane protagonista e, durante una lite con Gioia, le due vengono risucchiate all'interno della memoria dei ricordi. Lasciata la cabina di comando a Paura, Disgusto e Rabbia, Riley non trova più un equilibrio interiore e l'improvvisa natura irrequieta si riversa anche nel mondo, a partire dai genitori, i quali non sanno più comprendere appieno lo strano comportamento della figlia.
Approcciarsi ad un opera come quella di Inside Out è tutt'altro che semplice, il film di Peter Docter opera su più livelli, oltre che su ben due narrazioni, unite dal fatto di essere sempre focalizzate su un unico personaggio, Riley, ma ambientate in due mondi completamente diversi. Alla vita reale, quella che condividiamo tutti, viene sovrapposta l'esistenza dei solari, irrequieti, tristi e arrabbiati sentimenti, la cui convivenza, per quanto rocambolesca, raggiunge sempre un particolare equilibrio, il quale, una volta venuto a mancare, darà il via alle (dis)avventure di Gioia e Tristezza, la prima intenta a salvare la memoria della bambina, mentre la seconda in colpa proprio per essere costantemente causa di guai e dolore.
E' una pellicola incredibilmente intelligente, su cui la Pixar ha puntato molto, ed allo stesso tempo ha colto l'umiltà che ha sempre contraddistinto il suo marchio di fabbrica, cercando, proprio in coloro che allontaniamo, di relegare una natura diversa, ma non per questo cattiva o nociva. Accadeva, anni addietro, per Flick in A Bug's Life, dove la formica guastafeste era vista in malo modo dal proprio formicaio in quanto libero pensatore e anticonformista, per poi essere l’unico capace di comprendere appieno la situazione in cui esse vivevano, ed accade, in un certo senso lato, anche qui con Inside Out, ove il messaggio, all'arrivo dei titoli di coda appare ben chiaro: noi tutti, così come i nostri ricordi, siamo un insieme di elementi che possono e devono convivere assieme, e la convivenza, grazie alla diversità, conferisce alle nostre persone un determinato equilibrio.
Eppure, vi è legato, a quest'ultimo gioiello dell'animazione anche un percorso di crescita e formazione, non a caso la pellicola si appresta ad essere quasi un romanzo picaresco trasposto sul grande schermo, proponendo non solo un protagonista dinamico, ma mostrando i tanti mutamenti di quest'ultimo presentandoceli fisicamente. Quel che conta, tuttavia, è la memoria, i ricordi, senza i quali non potremmo vivere, che suggeriscono chi siamo, che ci aiutano a capire dove andare quando temiamo di perderci o non cogliere più il senso di quel che ci accade attorno, e sono proprio i momenti che ricordiamo, alcuni di essi, che formano la nostra persona, il nostro Io.
Affiancate, queste importanti tematiche, a tutta una serie di battute e momenti esilaranti, ma contenuti, perché il film non arriva mai a vette demenziali, né sembra accontentarsi di servire solo gaffe per un pubblico diadolescienti, restano particolari interessanti rivolti alla società americana, osservazioni capaci di vivere in completa armonia con la natura del progetto e che riguardano una sfumatura dell'America quasi ormai divenuta un cliché, vale a dire il concetto di cambiare abitazione e traslocare da una parte all'altra dei cinquantuno stati.
Era successo con il primo Toy Story, e la storia si ripete esattamente anche ora, vent'anni più tardi, ove una famiglia è costretta, per esigenze economiche, a cambiare casa e allontanarsi dal proprio luogo di origine. John Lasseter torna così su un elemento a lui assai caro, causa, per di più, del vero motivo di smarrimento e preoccupazione della piccola Riley, ma allo stesso tempo, è bene notare, come tale cambiamento, la porterà a crescere, dopo aver attraversato tutta una serie di mutamenti e conflitti (interni) che la condurranno ad una nuova serenità emotiva.
Sotto il profilo delle animazioni la Pixar rimane insuperabile, cura nel dettaglio ogni personaggio, caratterizza ogni aspetto espressivo e estetico di protagonisti e comprimari, rende credibili i movimenti fisici e le interazioni dei quattro sentimenti con l'ambiente circostante e le scenografie sono straordinariamente ispirate. Passiamo, infatti, da una biblioteca di ricordi, che hanno una forma sferica, per poi cadere letteralmente in un Tartaro buio e ricoperto di fumi particolarmente suggestivo che potrebbe sposarsi benissimo con una visione originale dell'Inferno Dantesco o quello Omerico. La colonna sonora di Michael Giacchino, alla sua ennesima collaborazione con la casa di produzione co-fondata da Steve Jobs, è una delle migliori scritte dal compositore di origini italiane, i motivi appaiono orecchiabili, ma sopratutto capaci di esprimere alla perfezione quel che accade sullo schermo.
Inside Out mette a tacere in modo definitivo tutti coloro che avevano pensato che la Pixar fosse ormai alla deriva, chi aveva iniziato a mettere in giro cattive voci sul fatto che la vena artistica degli studi di animazione, della fantomatica lampadina, avessero ormai perso il proprio estro, rifugiandosi in pellicole di scarso valore artistico o lontane anni luce dalle migliori da loro prodotte. Dopo una lenta discesa, John Lasseter, assieme a Peter Docter, torna alla ribalta con un film capace di emozionare in modo sincero e parlare per immagini come il grande Cinema sa fare, che riesce a catturare e godere di un fascino fiabesco quasi inarrivabile per la concorrenza.
Tuttavia, Inside Out resta un lavoro impeccabile sopratutto per quel che vuole mostrare e cerca di raccontare, e nel farlo non lascia spazio ad interpretazioni superficiali o retoriche. La tristezza, per quanto sempre difficile da digerire, è una sensazione che ci condiziona, che ci aiuta a crescere e maturare ed è essenziale per noi tutti, così come la felicità, la rabbia, la paura e il disgusto. Questo che abbiamo di fronte è un film che, quando vuole, sa essere cinico e crudele, che affronta in modo netto i nostri ricordi, ricordandoci quanti di essi perdiamo con il passare degli anni e quali, come in una selezione naturale, rappresentino i più importanti, grazie ai quali ci formiamo. Gioia, Rabbia, Paura, Disgusto e Tristezza sono il fiore all'occhiello di questa produzione, ed è un peccato non averli conosciuti prima, oppure, forse, restano così familiari perché abbiamo a che fare con loro ogni giorno, da sempre.
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mask-yoda
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lunedì 21 settembre 2015
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nostalgia di un'infanzia
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Premessa: Inside Out è un capolavoro.
Tesi: si può entrare nella mente di una persona che stia vivendo il periodo forse più complesso della vita, cioè l’adolescenza o meglio la preadolescenza. Si può entrare e si può raccontare cosa succede, ma per farlo occorre usare le emozioni e non la ragione, sentire più che capire, disegnare più che descrivere.
La sceneggiatura dell’ultimo prodotto Disney-Pixar ci conduce attraverso un racconto più curioso e stimolante di Big Hero 6 e più profondo e rivoluzionario di Up. Vuole parlare di mente. Per farlo non teme di slegarsi dal racconto di ciò che sta nel mondo esteriore (Outside) e ridurlo a una trama scheletrica – in fin dei conti “fuori” cosa succede? storia di un trasloco nella vita di una bambina che sta per diventare ragazza, che soffre un cambiamento e si ribella con un fenomeno di fuga - per approfondire invece quel tempo e quello spazio che sono del mondo interiore e più ricchi di significato.
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Premessa: Inside Out è un capolavoro.
Tesi: si può entrare nella mente di una persona che stia vivendo il periodo forse più complesso della vita, cioè l’adolescenza o meglio la preadolescenza. Si può entrare e si può raccontare cosa succede, ma per farlo occorre usare le emozioni e non la ragione, sentire più che capire, disegnare più che descrivere.
La sceneggiatura dell’ultimo prodotto Disney-Pixar ci conduce attraverso un racconto più curioso e stimolante di Big Hero 6 e più profondo e rivoluzionario di Up. Vuole parlare di mente. Per farlo non teme di slegarsi dal racconto di ciò che sta nel mondo esteriore (Outside) e ridurlo a una trama scheletrica – in fin dei conti “fuori” cosa succede? storia di un trasloco nella vita di una bambina che sta per diventare ragazza, che soffre un cambiamento e si ribella con un fenomeno di fuga - per approfondire invece quel tempo e quello spazio che sono del mondo interiore e più ricchi di significato. L’Inside infatti mostra come ognuno di noi sia guidato dalle emozioni che, sotto forma di “omini del cervello”, lavorano alla consolle del quartier generale della mente dove elaborano i pensieri e costruiscono i ricordi. Sono quattro splendidi personaggi che andiamo a conoscere nella mente di Riley. Quattro emozioni fondamentali ognuna delle quali in realtà possiede tratti di ben più di uno dei nostri sentimenti. Gioia: lei è il capo, quella che ha maggiormente influenzato la formazione dei ricordi d’infanzia, quella che è sempre ottimista, positiva, che irradia la sua energia vitale e che talvolta appare fin troppo semplice se non frivola e superficiale. Tristezza: lei è la seccatrice dei giorni felici di una bambina, (inizialmente Gioia non capisce a cosa possa servire), contagia con il suo colore i ricordi, è pessimista, negativa e avvilente. Ma è anche misteriosa, complessa e intelligente. Rabbia: è primitivo, è istinto, è violenza ma anche necessità, impulsività, sopravvivenza. Disgusto: è lo spiacevole, il riprovevole ma anche la sofisticatezza, quella che protegge dai sapori peggiori della vita.
Antitesi: non si possono semplificare i processi mentali complessi, quelli che si sviluppano durante un periodo di cambiamento così drastico e misterioso come è il passaggio all’età adulta. O forse si? O forse semplicemente si può farne metafore? Costruire un film con diversi livelli di lettura – non solo quello per spettatori “adulti” e spettatori “bambini”- che permettono a ciascuno di noi di cogliere il proprio personale significato, la peculiarità dell’esperienza del nostro cammino di crescita. Qualcuno di noi ha dimenticato il suo amico immaginario, qualcuno ha costruito, distrutto e ricostruito le sue personali isole della personalità, tutti abbiamo fatto a meno di emozioni in qualche passaggio, molti hanno capito come la sofferenza faccia parte di noi e ci sia indispensabile per capire noi stessi e gli altri.
Sintesi: Inside Out per il sottoscritto parla di nostalgia. Etimologicamente il termine "nostalgia" deriva da "nostos", che indica il senso del ritorno, e "algos", che significa dolore. Nostalgia è di noi adulti che guardiamo i – come li chiamiamo ancora – “cartoni animati” e continuiamo a imparare da essi. Nostalgia è Tristezza che fa crescere anche quando rende malinconici i “pensieri primari” della fanciullezza. Nostalgia è il dolore della separazione dal nostro Io bambino (onnipotente e fatto di gioia prevadente). Nostalgia è il ricordo della semplicità della vita da fanciulli, che abbiamo perduto per andare a vivere in un mondo più complesso, dove i ricordi e le sensazioni hanno colori emotivi misti.
Nostalgia è la malinconia per la lontananza dai propri riferimenti affettivi, persone, luoghi o cose.
La crescita passa attraverso l’accettare la sofferenza come uno dei nostri sentimenti più importanti. Tristezza deve avere il suo spazio, non può relegarsi in un cerchio tracciato in una stanza della nostra coscienza. Deve partecipare insieme alle altre emozioni nel farci conoscere la vita. Addirittura può essere il “capo” (notare il ruolo di primo piano dell'emozione blu nella mente della mamma di Riley) che ordina il nostro modo di porci alla vita.
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maopar
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sabato 10 ottobre 2015
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la pixar alla consolle della gioia
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INSIDE OUT
La genialità si colora di sensibilità creativa in questo magnifico film d’animazione,
trattando del meraviglioso meccanismo che conduce all’elaborazione dei sentimenti che animano e
Determinano i nostri comportamenti .Un vero trattato di neuropsicofisiologia…incredibilmente
Semplificato e a portata di tutti …I bambini ridono felici con forza…io sono sconvolto dalla genialità e di
come è reso facile , con l’animazione, la comprensione dei complessi meccanismi della coscienza.
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INSIDE OUT
La genialità si colora di sensibilità creativa in questo magnifico film d’animazione,
trattando del meraviglioso meccanismo che conduce all’elaborazione dei sentimenti che animano e
Determinano i nostri comportamenti .Un vero trattato di neuropsicofisiologia…incredibilmente
Semplificato e a portata di tutti …I bambini ridono felici con forza…io sono sconvolto dalla genialità e di
come è reso facile , con l’animazione, la comprensione dei complessi meccanismi della coscienza.
La Gioia, la Tristezza, la Rabbia, Il Disgusto e la Paura personaggi espressivamente perfetti nella
Rappresentazione del proprio ruolo ,intervenendo alla” consolle operativa delle azioni” ,
condizionano famiglia , amici , passioni e valori etici come l’onestà…
Tutto ciò che costituisce gli atti di una giornata diventano perle di vita colorati in base alla influenza
Ricevuta dai simpatici personaggi ,producendo il complesso meccanismo della memoria …
Tutto raccontato con la freschezza e la gioiosità che un cartoon pretende…E i bambini RIDONO
A tutta FORZA….E io sono sempre più affascinato dalla GENIALITA’….e dalla perfetta corrispondenza
Scientifica..(non riesco a scordarmi dei miei studidi medicina)
Senza parlare della TENEREZZA che in tutte le scene sprigiona ricordi e sentimenti che strappano
Lacrime sincere … e dolci come CARAMELLE al miele ….
Grazie PETE DOCTER ,grazie per avermi fatto viaggiare ” dentro” con la magia del fantastico
Addolcendo il “fuori” di questi ultimi tempi non proprio edificanti…
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eugenio
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sabato 22 agosto 2015
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piccole emozioni crescono
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Era dai tempi di Up che non si osservava in casa Pixar un prodotto fresco e originale. Chi non si ricorda la casa che poteva volare con il peso dolce dei palloncini in cielo, la figura del burbero vecchietto e quello del bambino esploratore?
Bene, Pete Docter, regista del fortunato film produce un seguito originale, capace di commuovere e far riflettere generazioni di genitori e figli.
Inside out, questo il titolo dell’ultimo lavoro, appare un prodotto fresco e vivace, stimolante e mai noioso. Basicamente introdotto come un racconto di formazione, ponendosi come altri prodotti Disney, dal punto di vista “basso” del bambino protagonista, qui l’undicenne Riley, si insinua poi come un “cuore emotivo” capace di mettere alla luce le diverse sfaccettature del nostro animo, ovvero sfruttando la personificazione di emozioni: gioia, paura, disgusto,rabbia,tristezza, che albergano in ognuno di noi.
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Era dai tempi di Up che non si osservava in casa Pixar un prodotto fresco e originale. Chi non si ricorda la casa che poteva volare con il peso dolce dei palloncini in cielo, la figura del burbero vecchietto e quello del bambino esploratore?
Bene, Pete Docter, regista del fortunato film produce un seguito originale, capace di commuovere e far riflettere generazioni di genitori e figli.
Inside out, questo il titolo dell’ultimo lavoro, appare un prodotto fresco e vivace, stimolante e mai noioso. Basicamente introdotto come un racconto di formazione, ponendosi come altri prodotti Disney, dal punto di vista “basso” del bambino protagonista, qui l’undicenne Riley, si insinua poi come un “cuore emotivo” capace di mettere alla luce le diverse sfaccettature del nostro animo, ovvero sfruttando la personificazione di emozioni: gioia, paura, disgusto,rabbia,tristezza, che albergano in ognuno di noi.
Su queste cinque coprimarie, stilisticamente perfette e concettualmente vive, si basa Inside out, che presenta sin dall’inizio un meccanismo opposto a quello di Up. Se il precedente film insinuava un’analisi emozionale dal punto di vista “esterno” con un procedimento inverso, Inside out ci descrive i turbamenti, le mosse, i ricordi, i sogni, la mente di una bambina al limite della pubertà pronta ad affrontare con le sue paure, con l’impegno e grinta la sua vita. E il punto di vista è quello proprio delle emozioni governate dinanzi a un pannello di controllo da Joy, appunto, personificazione della felicità che anima il cuore di ogni bambino/a.
Solo in apparenza perchè Riley, trasferitasi dal Minnesota a San Francisco con i suoi genitori, cerca difficilmente di adattarsi alla nuova vita a scuola, alle attività sportive (l’hockey, suo sport d’infanzia), alla sua iniziale reticenza ad entrare “in empatia” con quel nuovo mondo. A peggiorare le cose ci pensano Sadness e Joy, la prima ostinata a partecipare ai cambiamenti emotivi di Riley, la seconda risoluta a garantire alla bambina felicità e gioia appunto. Peccato che tutto si declini in eventi decisamente poco piacevoli per Riley che la porranno dinanzi a fondamentali scelte di cui buon peso avrà la sua intelligenza e buonsenso.
Tra ricordi base, venati di un giallo oro che tanto sa di piacevole e qualcuno venato dall’azzurra tristezza , tra isole dell’inconscio collegate dal treno dei pensieri alle cui fermate non è raro trovare gli amici immagginari dell’infanzia (qui con il corpo di un proboscidato Bing Bong), Docter lavora nell’Inside out con un film che tutti noi abbiamo in qualche modo visto crescere dentro magari non personificando le emozioni ma sicuramente percependole come cuore pulsante della nostra vita e delle nostre scelte.
Nel divertente e a tratti maliconico ritratto delle inquietudini di una ragazzina, il regista scava grattando con un raschiello la superficie delle cose sino a farci entrare e renderci participi del pensiero onirico di una bambina nel faticoso passaggio dall’infanzia alla pubertà.
Il gioco delle emozioni, la futuristica stazione di controllo che alberga in ognuno di noi, sono specchio dei risvolti della nostra vita, degli errori da cui apprendiamo, dell’interazione sociale con altri, dotati come noi di medesimi “dispositivi” elettronici. Specchio dal quale ogni mattina osservandoci, siamo pronti a muoverci, saldi nei nostri affetti e passioni di sempre come isole fluttuanti in mezzo al mare onirico dei nostri pensieri, affrontando nuove sfide e percorsi nel complicato cammino della vita.
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mario nitti
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sabato 19 settembre 2015
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due film in uno
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Era un po’ che non andavo al cinema tuffandomi nella baraonda provocata da un esercito di bambini, accompagnato da solerti genitori: molti sono così piccoli da dover stare su un seggiolino per vedere lo schermo, alcuni piagnucolano, altri cercano gli occhialini caduti per terra, altri sprofondano le manine le manine in colossali contenitori di popcorn, tutti rumoreggiano. “Non ce la posso fare!”
Poi inizia il film e si compie la magia: i piccoli tacciono, ridono quando c’è da ridere, altrimenti sono presi dalla storia e smettono di disturbare. Straordinario, anche perché “Inside out” non è un film per loro, non solo almeno.
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Era un po’ che non andavo al cinema tuffandomi nella baraonda provocata da un esercito di bambini, accompagnato da solerti genitori: molti sono così piccoli da dover stare su un seggiolino per vedere lo schermo, alcuni piagnucolano, altri cercano gli occhialini caduti per terra, altri sprofondano le manine le manine in colossali contenitori di popcorn, tutti rumoreggiano. “Non ce la posso fare!”
Poi inizia il film e si compie la magia: i piccoli tacciono, ridono quando c’è da ridere, altrimenti sono presi dalla storia e smettono di disturbare. Straordinario, anche perché “Inside out” non è un film per loro, non solo almeno. L’ultimo cartoon della targato Disney – Pixar, racconta la storia di una ragazzina di 11 anni attraverso i conflitti che nel suo cervello contrappongono i protagonisti del racconto che sono la personificazione delle emozioni base della giovane, cioè gioia, tristezza, rabbia, disgusto, paura. Un viaggio nella mente, nell’evoluzione che trasforma il mondo emotivo di un fanciullo in quello di un preadolescente, raccontato in modo emozionante e convincente, con intuizioni a volte fulminanti e passaggi geniali. Alla Pixar si sono superati e ci hanno regalato un film che può esser visto a due livelli, ma che alla fine mette tutti d’accordo perché ad uscire dalla sala con un sorriso soddisfatto erano sia i più piccoli, sia i più grandi.
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laurence316
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mercoledì 9 dicembre 2015
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quando il risultato vale l'attesa...
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Dopo un anno, il 2014, senza nessun film Pixar nelle sale e a seguito dei mezzi fallimenti, quanto meno in termini di qualità, dei tre film precedenti (Cars 2, Ribelle-The Brave e Monster University), Inside Out rappresenta il ritorno in grande stile della Pixar, quella fabbrica di sogni che in molti hanno imparato ad amare, che ancora una volta si dimostra in grado di rinnovarsi, regalando l'ennesimo capolavoro agli spettatori. Inside Out è infatti un film dalle animazioni straordinarie e spettacolari, sostenuto da una trama curata, appasionante e per nulla banale. Fin dal soggetto è fra i più interessanti mai prodotti dalla casa californiana, è un film che ha l'ambizione di condurre lo spettatore in un emozionante viaggio all'interno della menta di una ragazzina, Riley, alle prese con quella che è una delle fasi più critiche dell'adolescenza.
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Dopo un anno, il 2014, senza nessun film Pixar nelle sale e a seguito dei mezzi fallimenti, quanto meno in termini di qualità, dei tre film precedenti (Cars 2, Ribelle-The Brave e Monster University), Inside Out rappresenta il ritorno in grande stile della Pixar, quella fabbrica di sogni che in molti hanno imparato ad amare, che ancora una volta si dimostra in grado di rinnovarsi, regalando l'ennesimo capolavoro agli spettatori. Inside Out è infatti un film dalle animazioni straordinarie e spettacolari, sostenuto da una trama curata, appasionante e per nulla banale. Fin dal soggetto è fra i più interessanti mai prodotti dalla casa californiana, è un film che ha l'ambizione di condurre lo spettatore in un emozionante viaggio all'interno della menta di una ragazzina, Riley, alle prese con quella che è una delle fasi più critiche dell'adolescenza. Lo script, ad opera dello stesso Docter in collaborazione con LeFauve e Cooley, è perfettamente bilanciato, dosa sapientemente gli ingredienti (dramma, azione, commedia), e il film che ne deriva è un inaspettato ma più che benvenuto capolavoro, una nuova vetta del genere che pone nuovi standard per l'animazione. Un film che dimostra una volta in più le enormi potenzialità della computer-graphic se usata con intelligenza, Inside Out presenta anche una trama decisamente più complessa della media, ma per nulla incomprensibile, neppure ai più piccoli. Alcuni detrattori sostengono che, almeno nell'incipit, il film sia tutt'altro che originale (e si possono, effetivamente, identificare diversi esempi antecedenti) ma gli stessi dimenticano che Inside Out procede in modi totalmente differenti e originali, va ben oltre quello spunto iniziale, per lanciarsi in un'avventura appasionante che trasporta lo spettatore in un mondo magico e sfavillante, popolato da personaggi memorabili (Bing Bong su tutti) e reso con straordinaria inventiva scenografica. Per quanto riguarda la qualita dell'animazione non c'é dubbio: alla Pixar hanno superato loro stessi per l'ennesima volta. Grande successo di pubblico e critica, otterrà probabilmente l'Oscar al miglior film d'animazione. L'unica nota negativa non è legata al film in sé, ma bensì al corto allegato Lava (scritto e diretto da James Ford Murphy) che è fra i peggiori della Pixar, malgrado l'eccezionale qualità delle animazioni, melenso e interminabile e definitivamente affosato da un adattamento italiano deprecabile, a dir poco pessimo.
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andre91mortimer
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mercoledì 23 settembre 2015
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un viaggio nella personalità consolo per bambini
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Il "cartone" inizia con un corto davvero fantastico! Un corto che parla di una solitudine di un vulcano che prova un amore incondizionato per una "vulcana". Insegnamento che abbiamo già visto in numerosi cartoni o corti, ma secondo me in una società dove gli adulti sono i primi a dimenticarsi il vero significato dell'amore, c'è sempre bisogno che che qualcuno rinfreschi la memoria degli adulti e che formi quella dei bambini. Ho letto numerose critiche sul web riguardo l'interpretazione di Malika Ayane e Giovanni Caccacamo, ma secondo me l'interpretazione italiana è all'altezza della versione originale, infatti anche la loro voce si sposa amabilmente.
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Il "cartone" inizia con un corto davvero fantastico! Un corto che parla di una solitudine di un vulcano che prova un amore incondizionato per una "vulcana". Insegnamento che abbiamo già visto in numerosi cartoni o corti, ma secondo me in una società dove gli adulti sono i primi a dimenticarsi il vero significato dell'amore, c'è sempre bisogno che che qualcuno rinfreschi la memoria degli adulti e che formi quella dei bambini. Ho letto numerose critiche sul web riguardo l'interpretazione di Malika Ayane e Giovanni Caccacamo, ma secondo me l'interpretazione italiana è all'altezza della versione originale, infatti anche la loro voce si sposa amabilmente.
Ora passiamo al pezzo forte "insidie out". Il film inizia con l'avvenimento più importante di una coppia, la nascita di una bellissima bambina! Qui inizia subito il viaggio, infatti per la prima volta non ci sofferma sull'emozione della coppia, bensì su quelle della bambina nata! Ecco qui che fa la sua prima comparsa Gioia. Subito dopo però entreranno in scena anche altre emozioni, rabbia, paura, disgusto e tristezza. Per il primo periodo della vita gioia prende il sopravvento in questa vera e propria centrale operativa. Ognuno ha un suo scopo, per proteggere e far crescere la bambina, tranne tristezza. lo scopo di queste piccole creature è registrare e catalogare i ricordi dandogli delle emozioni. Alcuni di questi ricordi diventano "ricordi base", i quali creano le isole della personalità, formate per ora solo da ricordi felici. Tutto sembra svolgersi per il meglio fino a che un giorno tristezza crea un ricordo base ma triste, gioia blocca la catena ma da qui verranno espulsi tutti i ricordi base, e per salvarli gioia e tristezza vengono risucchiato al di fuori della sala comando, trovandosi in un viaggio unico tra i processi psicologici della mente umana. Cosa accadrà alla bambina ormai adolescente non avendo più gioia e tristezza, ma soprattutto con la personalità spenta? Lo scoprirete solo vedendo il film, non voglio rovinare tutto. Dietro a questo film di animazione c'è uno studio molto approfondito sulla psiche umana, infatti nel viaggio per il ritorno verso la sala centrale, incontreremo vari personaggi che anche se non hanno un ruolo fondamentale nel film, lo hanno ball'interno del cervello di questa bambina. Trai processi psichici che troviamo abbiamo la memoria a lungo termine, la creazione della personalità tramite ciò che viviamo, la rimozione di alcuni ricordi, la sfera dell'immaginazione ecc... Tutto ciò arricchito da numerose risate, ma anche da momenti tristezza. Un film che i bambini ameranno per le belle immagini e le risate, ma che gli adulti ameranno per lo spessore psicologico che ha. Ggioia capirà che anche tristezza ha un suo ruolo, e che delle volte dietro la felicità c'è anche un pizzico di tristezza. Interessante la plancia di comando con la quale i personaggi registrano tutti i ricordi, infatti più la bambina crescerà più la plancia diventa grande e con più funzioni. Film consigliato a tutti grandi e piccini, da vedere assolutamente.
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filippo catani
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martedì 22 settembre 2015
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sentimenti personalizzati
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Una ragazzina di 12 anni è felice della sua vita in Minnesota che spende tra famiglia, amici e hockey. Un giorno la famiglia si deve trasferire a San Franscisco a causa del lavoro del padre e per la piccola iniziano le difficoltà.
Davvero un'idea geniale quella targata Pixar di raccontare gli sconvolgimenti di una giovane dodicenne attraverso le personificazioni dei sentimenti che prova così come avremo la loro versione adulta quando si entrerà dentro la mente dei genitori. Inutile dire che per tutti si tratta di un viaggio indietro nel tempo tra amici immaginari, sogni e fantasie e un periodo della vita che dovrebbe essere felice e senza pensieri. Inutile dire che tutte le simpatie vanno istintivamente al personaggio di Tristezza che veramente ci strappa quasi una lacrima.
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Una ragazzina di 12 anni è felice della sua vita in Minnesota che spende tra famiglia, amici e hockey. Un giorno la famiglia si deve trasferire a San Franscisco a causa del lavoro del padre e per la piccola iniziano le difficoltà.
Davvero un'idea geniale quella targata Pixar di raccontare gli sconvolgimenti di una giovane dodicenne attraverso le personificazioni dei sentimenti che prova così come avremo la loro versione adulta quando si entrerà dentro la mente dei genitori. Inutile dire che per tutti si tratta di un viaggio indietro nel tempo tra amici immaginari, sogni e fantasie e un periodo della vita che dovrebbe essere felice e senza pensieri. Inutile dire che tutte le simpatie vanno istintivamente al personaggio di Tristezza che veramente ci strappa quasi una lacrima. Battute e non solo animano questo intelligentissimo prodotto che speriamo coroni la sua cavalcata di incassi con l'Oscar.
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stefano capasso
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lunedì 21 settembre 2015
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un percorso evolutivoe di integrazione
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Ho visto Inside Out, animazione della Pixar Walt Disney e l’ho trovato un progetto ambizioso e sviluppato con tratti geniali. L’idea è quella di proporre un percorso educativo sull’importanza delle emozioni, sul loro riconoscimento e sulla loro accettazione. E’ la storia di Reilly, una bambina che nella fase della preadolescenza entra in crisi per il cambio di casa dal Minnesota alla California. Ma i veri protagonisti sono i personaggi che interpretano le 5 emozioni primarie, che da un centro di controllo tecnologico indirizzano i comportamenti e i sentimenti di Reilly, concorrendo alla costruzione delle “isole della personalità”, che sono poi i modi con cui la ragazza si interfaccia col mondo.
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Ho visto Inside Out, animazione della Pixar Walt Disney e l’ho trovato un progetto ambizioso e sviluppato con tratti geniali. L’idea è quella di proporre un percorso educativo sull’importanza delle emozioni, sul loro riconoscimento e sulla loro accettazione. E’ la storia di Reilly, una bambina che nella fase della preadolescenza entra in crisi per il cambio di casa dal Minnesota alla California. Ma i veri protagonisti sono i personaggi che interpretano le 5 emozioni primarie, che da un centro di controllo tecnologico indirizzano i comportamenti e i sentimenti di Reilly, concorrendo alla costruzione delle “isole della personalità”, che sono poi i modi con cui la ragazza si interfaccia col mondo. Quando scoppia la crisi i 5 protagonisti avranno il loro da fare per trovare un nuovo equilibrio funzionale. E’ la storia di un passaggio evolutivo, quello che porta all’adolescenza e che può essere preso come modello per tanti altri momenti di crescita di un individuo. Gioia e Tristezza, sono indiscusse protagoniste del film, vengono individuate come i motori dei comportamenti di Reilly. E sono quelle che una volta lasciati gli assolutismi delle emozioni e dei ricordi infantili, grazie all’integrazione di tutte le componenti emotive, diventano la base su cui si forma la resilienza e la capacità empatica della ragazza. E perché tutto accada è necessario, come sempre, lasciare andare qualcosa che era importante e che ora non è più utile.
Un film molto coinvolgente che mi è piaciuto molto
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midnight
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domenica 20 settembre 2015
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la pixar colpisce e fa centro !!!!
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Era tanto che al cinema un film di animazione non mi creava così tante emozioni.
La Pixar colpisce e fa centro!!!!
Attraverso gli occhi di una bambina, i nostri quattro amici ci fanno capire che per poter diventare grandi occorre una miscela di tutte le emozioni. Rabbia, paura, gioia e disgusto creano la nostra personalità e se loro non sono in sintonia, in noi origina il vuoto. Non so quanto questa pellicola possa essere a grandezza bambino, ma in sala anche i più piccoli e non solo, si sono appassionati alla storia di Riley ridendo e piangendo con lei.
Peter Docter tramite inside out ha risvegliato il bambino che è in tutti noi, facendo riaffiorare ricordi ormai persi nella memoria, dall’amico immaginario alle melodie che ancora oggi canticchiamo.
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Era tanto che al cinema un film di animazione non mi creava così tante emozioni.
La Pixar colpisce e fa centro!!!!
Attraverso gli occhi di una bambina, i nostri quattro amici ci fanno capire che per poter diventare grandi occorre una miscela di tutte le emozioni. Rabbia, paura, gioia e disgusto creano la nostra personalità e se loro non sono in sintonia, in noi origina il vuoto. Non so quanto questa pellicola possa essere a grandezza bambino, ma in sala anche i più piccoli e non solo, si sono appassionati alla storia di Riley ridendo e piangendo con lei.
Peter Docter tramite inside out ha risvegliato il bambino che è in tutti noi, facendo riaffiorare ricordi ormai persi nella memoria, dall’amico immaginario alle melodie che ancora oggi canticchiamo.
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