stelio
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mercoledì 25 settembre 2013
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cronaca del massacro di "eden parish"
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The Sacrament, presentato in concorso per la sezione Orizzonti alla 70 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia racconta la storia della comunità di “Eden Parish”, luogo utopico che accoglie una setta religiosa ai margini della società. Ti West utilizza l'espediente narrativo del falso documentario per raccontare i terribili fatti di “Eden Parish” servendosi di due inviati di VICE media accompagnati in questo viaggio dal fratello di una donna appartenente alla setta. Tutti i fatti sono ispirati alle vicende che colpirono una comunità religiosa in Guyana nell'America meridionale il 18 Novembre 1978. Trattandosi di una vicenda realmente accaduta, risulta quindi appropriata e convincente la scelta del regista di girare la pellicola attraverso l'utilizzo del falso documentario in presa diretta, ancor di più se pensiamo al fatto che il genere horror ha ormai sviluppato una certa tendenza all'uso di questa tecnica(“The bay”; “Paranormal activity”; “Rec”).
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The Sacrament, presentato in concorso per la sezione Orizzonti alla 70 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia racconta la storia della comunità di “Eden Parish”, luogo utopico che accoglie una setta religiosa ai margini della società. Ti West utilizza l'espediente narrativo del falso documentario per raccontare i terribili fatti di “Eden Parish” servendosi di due inviati di VICE media accompagnati in questo viaggio dal fratello di una donna appartenente alla setta. Tutti i fatti sono ispirati alle vicende che colpirono una comunità religiosa in Guyana nell'America meridionale il 18 Novembre 1978. Trattandosi di una vicenda realmente accaduta, risulta quindi appropriata e convincente la scelta del regista di girare la pellicola attraverso l'utilizzo del falso documentario in presa diretta, ancor di più se pensiamo al fatto che il genere horror ha ormai sviluppato una certa tendenza all'uso di questa tecnica(“The bay”; “Paranormal activity”; “Rec”). Scelta questa che il regista a nostro malgrado non porta fino in fondo e in modo convincente sullo schermo, abbandonando ad un tratto l'utilizzo della presa diretta, determinante per il coinvolgimento dello spettatore e per conferire una linea unitaria al racconto. Ottima invece la scelta di rappresentare in tutta la sua crudezza e malvagità il progressivo declino della comunità, corrotta dall'arrivo dei corrispondenti, come un germe che divora dall'interno il corpo di chi lo ospita. Il ritmo sostenuto delle ultime sequenze è interrotto banalmente e in maniera abbastanza fortuita e casuale dal finale che convince poco e lascia non poche domande agli spettatori. Delle volte, il regista, deve mostrare più coraggio nelle sue scelte narrative, facendo ad esempio morire qualcuno in più, anche se in questo caso di sangue ne vediamo abbastanza, e lasciando qualche dubbio in meno agli spettatori che si stanno ancora chiedendo in sala: “Come ha fatto a salvarsi??Come è possibile??”.
Consigliato a chi ama il genere e le forte esperienze visive, pesanti da digerire, in questo caso, anche per gli stomaci più forti e abituati.
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[+] perchè non parlare di jonestown nei titoli di coda
(di enduromac)
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luca scialo
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domenica 23 aprile 2023
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l'epilogo tragico dei turbolenti anni '70
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Due documentaristi del network indipendente Vice Media raccolgono la sfida di recarsi in un campo isolato dove la sorella di uno di loro ha deciso di andare a vivere, per salvarsi dalla droga. Il luogo è molto isolato e i tre si ritrovano in una sorta di comune, dove la dottrina cristiana e l'ideologia socialista si fondono e si confondo, fino all'estremo. A creare quel villaggio di emarginati, che funge da Eden al riparo dal capitalismo americano, è un personaggio che tutti chiamano Il Padre. Tuttavia, ben presto scopriranno che quel luogo, così apparentemente armonioso e quieto, nasconde una tragica verità. La filmografia di Tim West si compone di Horror ben intrecciati con la vita reale e per questo appaiono particolarmente efficaci e coinvolgenti.
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Due documentaristi del network indipendente Vice Media raccolgono la sfida di recarsi in un campo isolato dove la sorella di uno di loro ha deciso di andare a vivere, per salvarsi dalla droga. Il luogo è molto isolato e i tre si ritrovano in una sorta di comune, dove la dottrina cristiana e l'ideologia socialista si fondono e si confondo, fino all'estremo. A creare quel villaggio di emarginati, che funge da Eden al riparo dal capitalismo americano, è un personaggio che tutti chiamano Il Padre. Tuttavia, ben presto scopriranno che quel luogo, così apparentemente armonioso e quieto, nasconde una tragica verità. La filmografia di Tim West si compone di Horror ben intrecciati con la vita reale e per questo appaiono particolarmente efficaci e coinvolgenti. Al netto di diverse discrepanze rispetto a come andarono i fatti nella realtà, la pellicola si scopre lentamente, come regola vorrebbe per questo genere di film. Occorre poi soprassedere su qualche semplificazione di troppo, ma il risultato finale è convincente. Resta un efficace racconto di cronaca su un tragico epilogo dei turbolenti anni '70, dove divenne fin troppo facile plagiare le menti e indurle a gesti inconsulti.
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gianleo67
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martedì 6 dicembre 2016
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mockumentary, naturismo e...cianuro di potassio
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Accompagnato dal reporter e dal cameramen di una testata di attualità scandalistica indipendente, il giovane fotografo newyorkese Patrick si reca su invito della sorella Caroline, presso la comunità rurale nella giungla centroamericana dove lei si è trasfertita per disintossicarsi dalla sua dipendenza dalle droghe. Quella che sembra una pacifica comune agricola, fondata sui principi di una singolare dottrina di socialismo evangelico e con a capo un carismatico pastore chiamato 'Il Padre', si rivelerà essere un luogo di costrizioni e promiscuità proprio sull'orlo di una tragica deflagrazione sociale e spirituale.
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Accompagnato dal reporter e dal cameramen di una testata di attualità scandalistica indipendente, il giovane fotografo newyorkese Patrick si reca su invito della sorella Caroline, presso la comunità rurale nella giungla centroamericana dove lei si è trasfertita per disintossicarsi dalla sua dipendenza dalle droghe. Quella che sembra una pacifica comune agricola, fondata sui principi di una singolare dottrina di socialismo evangelico e con a capo un carismatico pastore chiamato 'Il Padre', si rivelerà essere un luogo di costrizioni e promiscuità proprio sull'orlo di una tragica deflagrazione sociale e spirituale.
Dalle parti di un meccanismo della tensione che ricalca la facile formuletta del foud footage spurio (metà in terza persona e metà in soggettiva) Ti West finisce per applicare le ironiche derive del finto cinema veritèe già sperimentate per il fortunato The Inkeepers, con un soggetto tratto a bella posta dal famigerato massacro di Jonestown; il più grande suicidio di massa (o presunto tale) nella storia degli Stati Uniti (909 i morti accertati tra cui quello del membro del congresso Leo Ryan che si erà colà recato insieme ad alcuni parenti dei residenti della comunità e ad alcuni giornalisti). Sotto l'egida dell'esibito sensazionalismo del produttore Eli Roth, West imbastisce l'Eden scenografico a buon mercato di una Guyana francese dalle parti di Savannah, quale puro pretesto per una horror exploitation a corto di sangue ed efferatezze (tranne per il finale, ma è poca roba) col solo scopo di alimentare una ambiguità narrativa che si vorrebbe basare sul potere evocativo della parola e la trappola per topi di una comunità religiosa sotto scorta armata. Il giochetto di una ricercata contaminazione tra ammiccamenti cinefili e l'orrore che sembra fare capolino dalla registrazione oggettiva di una realtà cronologicamente documentata qui sembra funzionare assai meno, risolvendosi in una storia sciatta e telefonata dove nemmeno la biondina di turno (una semisconosciuta Amy Seimetz) riesce ad alimentare le insane simpatie per il macabro che aveva ispirato nel film precedente l'interpretazione civettuola della simpatica receptionist di Sara Paxton. Se sia peggio giocare con il fuoco di una storia di fantasmi da motel in dismissione o con le paranoie millenaristiche di un megalomane naturista votato al massacro poco importa, il film di West pecca soprattutto sul versante della elaborazione di un soggetto che non stà nè dalla parte della docu-fiction nè da quella del thriller de paura, rivelandosi sin da subito per quello che è: un pastiche di banalità cinematografiche da antologia che si risolvono per lo più con infingimenti della tensione di ridicole scene da caccia all'uomo e di inutili rappresentazioni di auto da fè variamente assortite. Recitazione , come tutti gli altri aspetti tecnici e artistici, sotto il livello di guardia, con l'unica eccezione della scena dell'intervista al 'Padre' come pure del suo sermone finale, interpretato dal caratterista Gene Jones (l'altro Jones si chiamava Jim!), che sembra conservare nel nome e nell'aspetto il triste presagio di una ricercata corrispondenza...del casting. Nomination nella sezione Nuovi Orizzonti come miglior film al Festival di Venezia 2013. Come il cianuro di potassio, roba tossica da smaltire in Laguna.
"Non possiamo tornare indietro. Non c'è nessun posto in cui tornare. Il nostro tempo è scaduto."
(Dalla lettera ai Romani)
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