The Sacrament |
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Un film di Ti West.
Con Amy Seimetz, Joe Swanberg, Kate Lyn Sheil, AJ Bowen, Kentucker Audley.
continua»
Horror,
durata 95 min.
- USA 2013.
MYMONETRO
The Sacrament
valutazione media:
2,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Cronaca del massacro di "Eden Parish"di StelioFeedback: 1972 | altri commenti e recensioni di Stelio |
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mercoledì 25 settembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
The Sacrament, presentato in concorso per la sezione Orizzonti alla 70 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia racconta la storia della comunità di “Eden Parish”, luogo utopico che accoglie una setta religiosa ai margini della società. Ti West utilizza l'espediente narrativo del falso documentario per raccontare i terribili fatti di “Eden Parish” servendosi di due inviati di VICE media accompagnati in questo viaggio dal fratello di una donna appartenente alla setta. Tutti i fatti sono ispirati alle vicende che colpirono una comunità religiosa in Guyana nell'America meridionale il 18 Novembre 1978. Trattandosi di una vicenda realmente accaduta, risulta quindi appropriata e convincente la scelta del regista di girare la pellicola attraverso l'utilizzo del falso documentario in presa diretta, ancor di più se pensiamo al fatto che il genere horror ha ormai sviluppato una certa tendenza all'uso di questa tecnica(“The bay”; “Paranormal activity”; “Rec”). Scelta questa che il regista a nostro malgrado non porta fino in fondo e in modo convincente sullo schermo, abbandonando ad un tratto l'utilizzo della presa diretta, determinante per il coinvolgimento dello spettatore e per conferire una linea unitaria al racconto. Ottima invece la scelta di rappresentare in tutta la sua crudezza e malvagità il progressivo declino della comunità, corrotta dall'arrivo dei corrispondenti, come un germe che divora dall'interno il corpo di chi lo ospita. Il ritmo sostenuto delle ultime sequenze è interrotto banalmente e in maniera abbastanza fortuita e casuale dal finale che convince poco e lascia non poche domande agli spettatori. Delle volte, il regista, deve mostrare più coraggio nelle sue scelte narrative, facendo ad esempio morire qualcuno in più, anche se in questo caso di sangue ne vediamo abbastanza, e lasciando qualche dubbio in meno agli spettatori che si stanno ancora chiedendo in sala: “Come ha fatto a salvarsi??Come è possibile??”. Consigliato a chi ama il genere e le forte esperienze visive, pesanti da digerire, in questo caso, anche per gli stomaci più forti e abituati.
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