Adoro Pif come personaggio televisivo e penso che "Il Testimone" sia uno dei pochi programmi veramente validi al momento. Ed è per questo che mi duole aver trovato "La mafia uccide solo d'estate" un film non all'altezza delle mie aspettative.
La cosa che mi fa ancora più male è l'indulgenza con cui il film è stato accolto. Frasi del tipo "è un capolavoro sfiorato", "un film impegnato, uno sguardo candido"mi risultano incomprensibili. E adesso cerco di spiegare perché, partendo dai (molti) lati negativi del film.
La sensazione che ho avuto vedendolo è che fosse un prodotto amatoriale per i seguenti motivi:
- Il casting: i due bambini protagonisti, oggettivamente, non sono all'altezza del peso che è stato dato loro nel film, senza contare il fatto che anche la Capotondi e lo stesso Pif (per non parlare dei comprimari, primi su tutti i genitori del protagonista) recitano ad un livello sotto la soglia accettabile per un prodotto mainstream. Qualcuno potrà uscirsene con il vecchio adagio riguardante la difficoltà di dirigere attori bambini, ma a tal proposito (tralasciando le produzioni anglosassoni, che sono di un altro pianeta) basta andarsi a rivedere i bambini di un film sottovalutato come "La pecora nera" di Celestini. Quello è il modo giusto di fare un casting e di dirigere dei bambini. Tra gli adulti si salvano solo Ninni Bruschetta e Claudio Gioè, di mestiere.
- La sceneggiatura: dal punto di vista drammaturgico praticamente inesistente. La trama si può riassumere così: "un tizio è innamorato di una tizia ma non riesce mai a dichiararsi, poi ad un certo punto a caso si baciano. Sullo sfondo vari espiodi di cronaca legati alla mafia a Palermo." Non basta. Non è così che si costruisce un tessuto narrativo. Il resto è didascalico, infarcito di luoghi comuni narrativi e tratta i personaggi come macchiette bidimensionali.
- La regia: oltre al discorso di cui sopra relativo alla pessima direzione degli attori direi che non c'è altro da dire. Non un'immagine che resti in mente, non una scelta di basilare grammatica registica che dia valore e senso alla messa in scena. Praticamente televisione.
- E quella che secondo me è la cosa più grave: IL FILM NON FA RIDERE. E potrebbe apparire solo una critica superficiale ma non è così: il senso del film è BASATO sulla ridicolizzazione della mafia (o se vogliamo: la mafia vista da una prospettiva irrisoria, invece che il solito approfondimento in chiave seriosa), ma tutto ciò che prova a fare è costruire una serie di gag/battute trite e prevedibili che strappano al massimo una risatina a qualche spettatore. (La "grande trovata" dei goffi francesismi del presentatore tv, alla quarta volta, mi ha fatto pensare che quello fosse il pezzo forte). E, a causa di questo, crolla tutto il presupposto su cui il film voleva essere costruito ed è la cosa più grave che possa succedere ad un prodotto con questo tipo di ambizione (pensiamo per un attimo a che disastro morale e ideologico, oltre che commerciale, sarebbe stato "La vita è bella" se non avesse fatto ridere quando doveva.)
Per concludere penso che Pif sia un bravissimo autore televisivo, ma che questo tentativo gli sia uscito male, forse per troppa ambizione, forse anche perché in Italia (e solo in Italia) i produttori pensano che basti il "nome" per la riuscita del film. Mentre qualche story-editor o anche solo un produttore che ci capisse qualcosa di cinema potrebbe contribuire alla buona riuscita di un film del genere, aiutando e mettendo nelle migliori condizioni tecniche e creative un regista che, probabilmente, è stato lasciato da solo con la propria inesperienza.
Aspetto il prossimo film e spero vivamente che sia un documentario.
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nibado
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sabato 4 gennaio 2014
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in effetti
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devo dire che ad una prima impressione del suo commento ho pensato a quale stupido potesse criticare un film che mi era sembrato un capolavoro.Rileggendo per una seconda volta sono rimasto sconvolto da come lei abbia smontato tutto ciò che credevo.In effetti pur piacendomi come è stato impostato il film e le sue battute, gli attori sono completamente incapaci e non all'altezza di recitare in un film di così alto valore morale e storico.Lo stesso Pif in certe scene mi è sembrato veramente imbranato.Forse era meglio che non leggessi la sua opinione.comunque grazie!
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outemmy
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martedì 28 gennaio 2014
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il bambino mascherato da andreotti
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Per tutta la durata del film mi sono chiesta le ragioni di tanto successo, senza trovarle. Il lato comico è, a dir poco, puerile. Le vicende sarebbero viste con gli occhi di un bambino: ma un bambino così non è mai esistito!. Non che la verosimiglianza sia necessaria, ma quando, poi, si analizza la parte tragica, la materia è trattata con frettolosa superficialità, tale da non lasciar spazio ad alcuna riflessione. E, per finire, lancio una protesta per la città di Palermo, che appare totalmente priva di qualsiasi attrattiva e i cui abitanti sembrano irrimediabilmente opachi e rozzi.
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lolly pop
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martedì 4 febbraio 2014
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complimenti
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sei un grade critico. i tuoi commenti sono precisi e puntuali. l'analisi e l'anamnesi perfette. PECCATO CHE HAI SBAGLIATO COMPLETAMENTE FILM.spero tu faccia altro nella vita!salù
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no_data
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giovedì 27 febbraio 2014
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ingenuo come eravamo noi
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No vedi... credo che la forza del film stia proprio nella assoluta banalità della storia che racconta. Ma forse bisogna essere di Palermo per capire come in effetti in quegli anni la mafia e l'antimafia attraversavano le nostre vite e le nostre strade sfiorando appena appena le nostre coscienze. Vivevamo in una quasi assoluta inconsapevolezza, nonostante passassimo nelle strade in cui era stato ucciso Tizio o Caio o Sempronio, e conoscessimo figli di magistrati o di mafiosi o di collusi con la mafia. Eppure i miei ricordi sono quelli di una ragazzina qualsiasi: amoretti, scuola, famiglia.Quello che racconta lui, insomma...
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