A proposito di Davis |
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Un film di Joel Coen, Ethan Coen.
Con Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, Ethan Phillips, Robin Bartlett.
continua»
Titolo originale Inside Llewyn Davis.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 105 min.
- USA, Francia 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 6 febbraio 2014.
MYMONETRO
A proposito di Davis
valutazione media:
3,82
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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mercoledì 12 febbraio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Llewyn Davis, cantante folk di origine gallese, è costretto a inventarsi una carriera da solista dopo il suicidio di Mike Timlin, suo amico e collega; ci troviamo però nella New York del 1961 e non è facile affermarsi nella scena musicale, specie in quella country. L'incapacità del proprio produttore discografico non è tuttavia l'unico problema di Davis che, non riuscendo nemmeno a prendersi cura di se stesso, deve fronteggiare la gravidanza dell'amante e la fuga del gatto del professor Gorfien, uno dei tanti amici che lo ospita. Qualche sera dopo dormirà infatti nell'appartamento di Al Cody, musicista fallito conosciuto in uno studio di registrazione, che gli offre l'occasione di raggiungere Chicago; proprio in questa città opera Bud Grossman, proprietario del celebre Gate of Horn, che Davis raggiunge nella speranza di un ingaggio. Il viaggio, condotto in compagnia di un logorroico tossicomane e di un poetastro taciturno, si rivela però fallimentare: la sua musica, per quanto apprezzabile, non è infatti abbastanza commerciale. Davis se torna quindi a New York dove, non riuscendo neppure a imbarcarsi con la marina mercantile, riprende a suonare le solite canzoni nel solito pub: anche lui, come il gatto Ulisse, finisce per approdare al luogo da cui era fuggito. Il tema omerico del naufragio, già affrontato in chiave folk nel precedente “Fratello, dove sei?”, si riaffaccia dunque nella storia di questo musicista, impantanato in una realtà da cui non riesce ad evadere.
I Coen, avendo capito che coi perdenti si può vincere, ripropongo un personaggio che incarna l'essenza stessa del loro cinema, amaro e disincantato. La stanchezza però comincia ad avvertirsi e neppure quel tocco di humor, che ha sempre reso i loro film così godibili, riesce a stemperarla: Davis si prende infatti troppo sul serio perché possiamo farlo anche noi. Qui non si tratta semplicemente degli effetti tragicomici di una sorte avversa ma dell'atteggiamento di una persona che, non riuscendo a trovare la propria strada, disprezza quella altrui con fastidiosa presunzione. Orgoglio ed egoismo sono infatti i caratteri distintivi del protagonista, incapace di prendersi cura di chiunque (gatto, figlio o padre che sia) e, cosa ancora più grave, di ammetterlo. Dalla stasi creativa, se affrontata con onestà, possono nascere opere immense ma i Coen, invece che fare di questo film il loro “8½ ", hanno preferito realizzarne uno che non sarà mai nuovo pur sembrando vecchio.
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