dandy
|
mercoledì 5 novembre 2014
|
polanski on polanski.
|
|
|
|
Un ritratto tanto semplice quanto appassionante e talora commovente di uno dei più grandi registi di tutti i tempi.Di fronte all'amico e produttore Andrew Braunsberg,Polanski racconta le tappe salienti di una vita tutt'altro che idilliaca:dalla deportazione da Cracovia al ghetto di Varsavia dove perse prima la madre e in seguito il padre,all'assassinio di Sharon Tate fino alla corruzione di una minorenne(consenziente)nel '77 che diede origine a una vera e propria persecuzione giuridica per la quale dopo la fuga dagli USA in Europa si è arrivati all'arresto del regista nel 2009 in Svizzera.Ma oltre ai dolorosi ricordi della prima gioventù e non solo,ad emergere sono soprattutto un'impressionante joi de vivre e la ferra volontà di rialzarsi ad ogni costo.
[+]
Un ritratto tanto semplice quanto appassionante e talora commovente di uno dei più grandi registi di tutti i tempi.Di fronte all'amico e produttore Andrew Braunsberg,Polanski racconta le tappe salienti di una vita tutt'altro che idilliaca:dalla deportazione da Cracovia al ghetto di Varsavia dove perse prima la madre e in seguito il padre,all'assassinio di Sharon Tate fino alla corruzione di una minorenne(consenziente)nel '77 che diede origine a una vera e propria persecuzione giuridica per la quale dopo la fuga dagli USA in Europa si è arrivati all'arresto del regista nel 2009 in Svizzera.Ma oltre ai dolorosi ricordi della prima gioventù e non solo,ad emergere sono soprattutto un'impressionante joi de vivre e la ferra volontà di rialzarsi ad ogni costo.Messa in scena essenziale(il primo piano dell'intervistatore e dell'intervistato,foto,estratti dai vari film del regista[in particolare quelli dove fa capolino la sua vita privata] e filmati d'epoca)che favorisce il coinvolgmento.Forse si poteva approfondire di più il fattaccio del '77,descritto in maniera un pò troppo assolutoria(con l'intervista alla vittima Samantha Geimer che spiega di aver perdonato il regista ed di essere più arrabbiata coi media che non le davano tregua),ma resta il fatto che dopo 40 e passa anni sarebbe ora di dimenticare.E Polanski non è certo l'unico regista ad aver fatto certe cose.Un documentario che somiglia a chi vi è descritto:piccolo fuori e grande dentro.Obbligatorio per chi ama il regista,e utile per chi vuol farsene un'idea più precisa.Tra i produttori figura Luca Barbareschi(una cosa degna di rispetto). e non solo
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
renato volpone
|
lunedì 21 maggio 2012
|
la sua versione dei fatti
|
|
|
|
In un angolo molto raccolto della sua villa di Gstaad in Svizzera, Roman Polansky viene intervistato da andrew Braunsberg e ci racconta la sua vita. Nel migliore stile "politicamente corretto" descrive dal suo punto di osservazione i vari episodi dolorosi che hanno costellato la sua esistenza, come una nonna racconta al nipotino la favola di cappuccetto rosso e il lupo. La sensazione che ne deriva è "l'omissione", l'assenza totale di informazioni che formerebbero il quadro completo. Quindi una sorta di "mea culpa" ma "non ho commesso il fatto". Il ritmo è lento, il timbro di vice costante e, senza nessun colpo i scena, induce pesante sonnolenza.
|
|
[+] lascia un commento a renato volpone »
[ - ] lascia un commento a renato volpone »
|
|
d'accordo? |
|
|