Shame |
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Un film di Steve McQueen (II).
Con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware.
continua»
Drammatico,
durata 99 min.
- Gran Bretagna 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 13 gennaio 2012.
- VM 14 -
MYMONETRO
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Il coraggio di Steve McQueen.
di ultimoboyscoutFeedback: 89748 | altri commenti e recensioni di ultimoboyscout |
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giovedì 10 maggio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Razionalità contro instabilità. Quella di un uomo, Fassbender, che trascorre la sua piatta esistenza tra routine e sesso (di cui ne è dipendente), contrapposta a quella di una donna, Carey Mulligan, sua sorella, emotivamente fragilissima. L'opera di McQueen parte minimalista, per crescere col trascorrere dei minuti, finendo in maniera convulsa e mostrando la freddezza di passioni mai risolte, cercando di scardinare le grandi certezze quotidiane del suo protagonista (senza riuscirci del tutto) che viene messo a nudo solo fisicamente. E' un film molto complesso, a tratti durissimo e spietato, che giunge al cuore a intermittenza e che non a tutti piacerà. Film realisticamente hot, una storia di eccessi, stavolta erotici, come fu storia d'eccessi il primo film del videoartista britannico, "Hunger" (al cinema da noi in questi giorni, finalmente!!!), così carico di sangue e violenza. Come per il suo esordio da regista, McQueen sceglie ancora Fassbender, maturo, intenso, credibile, nella sua vita che spazia dal sesso al sesso e ci abbaglia con la sua immensa capacità di raccontare con tocco proprio e originalità lasciando che siano spazi, cose e suoni a narrare più (e meglio) delle parole e dei fatti. Anche i corpi servono a questo e Fassbender riesce a dare un'anima al suo corpo nudo, straziante e struggente come un grido senza voce. Regista e attore formano una coppia affiata e già al lavoro per girare il terzo film assieme, ma non potrebbero essere più diversi e ricordano per molti versi, il binomio dei tempi d'oro Scorsese-DeNiro. Tornando al film, che avrebbe meritato maggiore attenzione agli Oscar, è duro e innovativo, un vero e proprio viaggio negli inferi di un uomo libero che si fa imprigionare da un'ossessione, da spazi asettici e da vestiti, con la sciarpa a far da cappio. Anche la New York buia e selvaggia mostrata aiuta a rendere il dramma ancora più torbido, cupo e pericolosamente affascinanate mentre la storia personale del protagonista diventa occasione per riflettere in maniera universale e sfaccettata sul tema del bisogno. L'occhio di McQueen rimane sempre neutrale, il taglio va dal documentaristico al sofisticato perchè l'opera è carica di musica, colpi di classe e virtuosismi registici e segue un percorso logico ben definito. Va visto, ma anche sentito e vissuto, non risultando scandaloso (semmai scabroso), piuttosto un triste melò contemporaneo che fa di McQueen il miglior giovane autore in circolazione e di Fassbender uno dei migliori giovani attori assieme a Ryan Gosling, capace già di di vantare una galleria di personaggi straordinari, da Stelios al giovane Magneto, dal bastardo senza gloria al sex-addict disperatamente incapace di avere relazioni autentiche e di essere schiavo delle sue pulsioni, che forse è quello meglio riuscito e che gli è anche valso una Coppa Volpi.
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