giacomogabrielli
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venerdì 22 ottobre 2010
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george, l'italiano.
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Consigliato perchè
-è un film "d'autore" come se ne dovrebbero vedere più spesso
-è girato come Dio comanda
-è interpretato magnificamente
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Consigliato perchè
-è un film "d'autore" come se ne dovrebbero vedere più spesso
-è girato come Dio comanda
-è interpretato magnificamente
-bellissimo è lo sviluppo del personaggio principale nella storia
-è ambientato e girato interamente in un'Italia d'altri tempi
Buona visione! | ***
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(di leooooo)
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lucas denny
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venerdì 8 ottobre 2010
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george clooney: perché farsi del male?
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Occasione sprecata per il divo americano che in questo film è sia produttore che attore.
The American è tratto dal libro “A Very Private Gentleman” e narra le vicende di un killer in crisi con la sua coscienza che dalla Scandinavia
raggiunge un paesino dell'appennino abruzzese, ma la storia si perde per strada.
Il film non riesce a decollare, la sceneggiatura è scontata e forzata, anche la recitazione di Clooney è marmorea.
Delle scene sono quasi buffe per quanto improbabili. Ci sono molti tipici stereotipi italiani e nemmeno le generose e ripetute inquadrature del seno
di Violante Placido possono far risalire la china a un film che sembra buttato lì a caso.
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Occasione sprecata per il divo americano che in questo film è sia produttore che attore.
The American è tratto dal libro “A Very Private Gentleman” e narra le vicende di un killer in crisi con la sua coscienza che dalla Scandinavia
raggiunge un paesino dell'appennino abruzzese, ma la storia si perde per strada.
Il film non riesce a decollare, la sceneggiatura è scontata e forzata, anche la recitazione di Clooney è marmorea.
Delle scene sono quasi buffe per quanto improbabili. Ci sono molti tipici stereotipi italiani e nemmeno le generose e ripetute inquadrature del seno
di Violante Placido possono far risalire la china a un film che sembra buttato lì a caso.
Si ha l'impressione che il film sia stato fatto per fare qualcosa e rendere omaggio a Clooney che è il protagonista della scena.
Un film da considerare soltanto per gli amanti dell'attore e del paesaggio abruzzese.
The American 5.5/10
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robi neftali
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mercoledì 29 settembre 2010
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the delusion
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Che delusione!! che noia!! lo spettatore rimane col desiderio di un colpo di scena che non arriva mai!! La trama sembra essere scritta a casaccio e un leggero sussulto lo si ha nel finale, anch'esso fatto così tanto per finire (grazie a dio) il film. George Clooney, che è anche produttore della pellicola, omaggia l'Abruzzo ma interpreta (seppur con sufficiente carisma) un film senza capo né coda! Si apprezzano solo le splendide ambientazioni della provincia dell'Aquila e la discreta prova di Violante Placido. Tutto il resto è... come diceva il buon Califano.
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niccorizzo
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domenica 26 settembre 2010
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tu vuò fa l'italiano...
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A parte la trama poco originale, il film è veramente ridicolo anche sotto quell'opprimente cappa di serietà (tanto che la colonna sonora è praticamente assente) che persiste dall'inizio alla fine. Il cittadino medio abruzzese innanzitutto è il classico stereotipo dell'italiano visto dagli americani: tarchiato e con un bel paio di baffoni alla super mario. Un'altra cosa imbarazzante è il tentativo di realizzare una specie di piccolo documentario sull'Italia, probabilmente con buone intenzioni ma senza risultati: gente che gira in vespa in vicoli che terminano in gradinate, bar che trasmettono (su un televisore ultramoderno) film di Sergio Leone e musica di Patty Pravo.
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A parte la trama poco originale, il film è veramente ridicolo anche sotto quell'opprimente cappa di serietà (tanto che la colonna sonora è praticamente assente) che persiste dall'inizio alla fine. Il cittadino medio abruzzese innanzitutto è il classico stereotipo dell'italiano visto dagli americani: tarchiato e con un bel paio di baffoni alla super mario. Un'altra cosa imbarazzante è il tentativo di realizzare una specie di piccolo documentario sull'Italia, probabilmente con buone intenzioni ma senza risultati: gente che gira in vespa in vicoli che terminano in gradinate, bar che trasmettono (su un televisore ultramoderno) film di Sergio Leone e musica di Patty Pravo...insomma, l'Italia dal loro punto di vista è un paese che è rimasto uguale per sessant'anni...a parte queste sottigliezze, ci sono delle imperfezioni anche sotto altri punti di vista. Quella di Clooney non è sicuramente una delle sue migliori interpretazioni: ha la stessa identica faccia da poker dall'inizio alla fine, che non lascia trasparire alcuna emozione, sia quando è inseguito dagli Svedesi, sia quando è in intimità con Violante Placido, che (e questa non è completamente una nota di demerito) è nuda per metà del film (ma solo perchè nell'altra metà non l'aveva ancora incontrata). Dal punto di vista tecnico è buono, a parte la lentezza impressionante, ma dato che dovrebbe essere un film drammatico si può capire. La seconda stella che ho dato va alle splendide panoramiche, ma non merita di più...questo film è meno innovativo della Tempra di Clooney
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nick castle
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mercoledì 22 settembre 2010
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bruttissimo...
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George torna a cantarsela e a suonarsela da solo la canzone. George Clooney da produttore è come Tom Cruise, riserva le parti migliori per se, infatti se in "Mission: Impossible, Cruise obbligò de Palma a fargli un minimo (piuttosto alto) di primi e primissimi piani, quà il vecchio George fa lo stesso, riserva tutte le inquadrature migliori per se, lasciando le più sbilenche per gli altri, in primis Paolo Bonacelli, sempre inquadrato a faccia tagliata o in campo lungo. Dare la regia ad Anton Corbjin è solo un pretesto per non dire che il film è di George, che quà sfodera se mi permettete la peggiore di tutte le sue intepretazioni, granitica al massimo.
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George torna a cantarsela e a suonarsela da solo la canzone. George Clooney da produttore è come Tom Cruise, riserva le parti migliori per se, infatti se in "Mission: Impossible, Cruise obbligò de Palma a fargli un minimo (piuttosto alto) di primi e primissimi piani, quà il vecchio George fa lo stesso, riserva tutte le inquadrature migliori per se, lasciando le più sbilenche per gli altri, in primis Paolo Bonacelli, sempre inquadrato a faccia tagliata o in campo lungo. Dare la regia ad Anton Corbjin è solo un pretesto per non dire che il film è di George, che quà sfodera se mi permettete la peggiore di tutte le sue intepretazioni, granitica al massimo. L'ambientazione come la storia sono scadenti, e per certi versi come qualcun altro ha già scritto sono anche ridicole. Imperniato di uno staff sconosciuto e senza le minime capacità a partire dalla mediocre fotografia, il film trova posto solo nel dimenticatoio.
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fresh
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martedì 21 settembre 2010
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zero stelle
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Praticamente la storia di uno ( perchè forse è un killer ma forse e solo uno che fa armi su ordinazione a livello artigianale) che riceve l'ordine di costruire un fucile e pensate un pò ... alla fine .... lo costruisce ... e poi finisce il film.
Ma che è???
Un bambino di 5 anni avrebbe scritto una storia migliore.
Dialoghi ZERO
potevano intitolarlo: George.. i pensieri( o meglio le parole mai dette ) di un artigiano.
Mi spiace ma lo metto tra i tre film più brutti che abbia mai visto!!!!!!
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johnnyg
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domenica 19 settembre 2010
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george, che padella di unto sul curriculum!
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Sembra un telefilm italiano degli anni sessanta. Trama desolatamente prevedibile, basata su pochi snodi narrativi del tutto improbabili, che si svolgono in una lentezza biblica. Personaggi di spessore millimetrico, dialoghi patetici. Adoro Violante Placido, ma temo più per ragioni estetiche che artistiche. A Clooney tenderei a perdonare tutto, ma comincio a pensare che se provasse a inserire due o tre espressioni in più nel campionario ne trarremmo tutti giovamento. Scappate dal film a gambe levate. Mi vien solo da aggiungere: diffidate di chi ne elogia i silenzi, l'atmosfera, la fotografia. Sono probabilmente abitanti di condomini dell'ALER.
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sally
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venerdì 17 settembre 2010
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speriamo che il resto della stagione sia migliore!
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Quest'anno la stagione non mi sembra iniziata bene... Sospettavo che questa italianizzazione di George non portasse nulla di buono... ma sto' film è il piu' brutto che ha scelto di fare...Mediocre.... trama vista e rivista.... Violante non convince per niente nel suo ruolo di prostituta - ma tanto per me qualsiasi cosa fa non mi piace-scommetto che come la Marini su Somewhere -si è montata la testa! In compenso, come Violante e la Canalis, anche io sono a conoscenza del fatto che George ha avuto la varicella.... con quelle inquadrature anni 50 era inevitabile scoprire le cicatrici.....George torna in te ridacci e film impegnati o scanzonati alla Coen!
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roberto simeoni
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giovedì 16 settembre 2010
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ottimo film ma poco commerciale
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Noir dell'anima ancor prima che noir d'atmosfera (quasi nulle le scene d'azione), film lentissimo ma ricco di quella lentezza densa di senso che solo il cinema di Sergio Leone (esplicitamente citato nella trama) ci ha mai donato, questo piccolo ed incompreso capolavoro è destinato nel tempo lungo (che spesso è galantuomo) a diventare un cult movie come pochi. Forse il pur bravissimo Clooney è stato proprio la causa dell'insuccesso: ha attirato troppo pubblico culturalmente inadatto ad un cinema di questa particolare fattura. Magico!
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spike
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giovedì 16 settembre 2010
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tutto troppo finto
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Si vede che chi ha lavorato al film non conosce l'Italia: una per tutte, come è possibile che in un paesino sperduto ci sia un bordello? Interpretazioni prive di spessore, situazioni inverosimili e ridicole, personaggi surreali ( il prete è veramente improponibile ), pessima sceneggiatura, si salva in parte la regia. Non ci siamo. Dimenticavo, orrendo il doppiaggio!!!!!
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