wynorski guiaz '80s
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venerdì 12 marzo 2010
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il sequel del nuovo halloween
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Laurie Strode(Scout Taylor-Compton) vive con la figlia dello sceriffo Brackett(Brad Dourif) ancora tormentata da incubi e visioni riguardanti il killer/fratello Michael Myers(Tyler Mane). Quest'ultimo, creduto morto, viene trasportato nell'ospedale di contea più vicini ma durante il tragitto, Michael si risveglia e comincia la caccia a Laurie. A fermare Michael, cerca di intervenire il Dottor Loomis(Malcolm McDowell). Otto capitoli di una serie cult anni '80 più un remake/reboot dello stesso Rob Zombie nel 2007 non sono serviti a sfuggire alla regola Hollywoodiana del sequel. Zombie ritorna da regista e sceneggiatore e per la major questo è un bene visto che il suo precedente aggiornamento sul mito di Myers era andato a buon fine.
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Laurie Strode(Scout Taylor-Compton) vive con la figlia dello sceriffo Brackett(Brad Dourif) ancora tormentata da incubi e visioni riguardanti il killer/fratello Michael Myers(Tyler Mane). Quest'ultimo, creduto morto, viene trasportato nell'ospedale di contea più vicini ma durante il tragitto, Michael si risveglia e comincia la caccia a Laurie. A fermare Michael, cerca di intervenire il Dottor Loomis(Malcolm McDowell). Otto capitoli di una serie cult anni '80 più un remake/reboot dello stesso Rob Zombie nel 2007 non sono serviti a sfuggire alla regola Hollywoodiana del sequel. Zombie ritorna da regista e sceneggiatore e per la major questo è un bene visto che il suo precedente aggiornamento sul mito di Myers era andato a buon fine. Il suo sequel, in un certo senso, rovina nuovamente la saga. Il problema di Halloween 2, oltre che ad un montaggio distorto con flashback e visioni, è caratterizzato da un ritmo lento e poco incisivo; cosa assai diversa in The Beginning. Per non parlare poi, dell'utilizzo di fastidiose scene ralenty anche per gli omicidi commessi da Myers. Il resto è il solito capitolo della serie Halloween che già avevamo visto e stravisto dagli anni '80 in poi. Questo sequel non è un brutto film, però la presenza di elementi non appropriati per il genere horror/slasher e un ritmo narrativo alquanto scialbo rovinano le aspettative verso il potenziale pubblico. Nel film di Zombie, tuttavia, ci sono riferimenti e omaggi espliciti ai vecchi film della serie(come il collegamento psichico tra Laurie e Michael) ed un nuovo Dottor Loomis(interpretato dal buon McDowell) da confrontare con quello più oscuro del compianto Donald Pleasence. Halloween 2, una pellicola riuscita solo per metà ma pur sempre con qualche bell'effetto splatter(degno lavoro di make up). Previsto un sequel in 3D per il 2011.
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beavis
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venerdì 14 gennaio 2011
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insomma... male non è
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avrebbe potuto essere uno di quei rarissimi seguiti ke riescono a superare il primo. E invece il buon Zombie non c'è riuscito. E si vede ke ci ha provato!
In ogni caso vale sicuramente i soldi del biglietto e anke quelli del DVD,per chi volesse averlo nella sua collezione.
Bravo Rob,però la prossima volta non cercare di strafare!
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dandy
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venerdì 5 febbraio 2016
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migliore del primo,ma se il pubblico dice di no...
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Il sequel del remake di "Halloween-The Beginning" mostra nuovamente le capacità notevoli ma da affinare del regista.Rob Zombie riesce qui dove nell'altro film aveva solamente tentato:portare la vicenda fuori dai clichè stantii della serie ventennale e sfruttare con più slancio la propria vena onirico-surrealista(totalmente liberata nel successivo "Le Streghe di Salem")creando un tramite soprannaturale tra la protagonista e l'assassino.Gli omicidi sono inquietanti senza essere troppo truculenti,per quanto facile la cattiveria nella critica alla società americana che sfrutta la curiosità morbosa sui serial killer per lucrarci è genuina(chi dovrebbe rappresentare la nemesi di Michael myers è diventato peggiore di lui)e il finale non lascia spazio alla speranza.
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Il sequel del remake di "Halloween-The Beginning" mostra nuovamente le capacità notevoli ma da affinare del regista.Rob Zombie riesce qui dove nell'altro film aveva solamente tentato:portare la vicenda fuori dai clichè stantii della serie ventennale e sfruttare con più slancio la propria vena onirico-surrealista(totalmente liberata nel successivo "Le Streghe di Salem")creando un tramite soprannaturale tra la protagonista e l'assassino.Gli omicidi sono inquietanti senza essere troppo truculenti,per quanto facile la cattiveria nella critica alla società americana che sfrutta la curiosità morbosa sui serial killer per lucrarci è genuina(chi dovrebbe rappresentare la nemesi di Michael myers è diventato peggiore di lui)e il finale non lascia spazio alla speranza.Il ritmo spezzettato e la lentezza della seconda parte non garberanno di certo ai fan del genere.E certi tocchi ironici sono superflui,come l'apparizione del cantante Al Yankovich che scambia Myers con l'omonimo attore interprete di Austin Powers.Ma se c'è una cosa che in entrambi i film funziona senza alcun dubbio,è Michael Myers.Non più il solito ammazzatore monotono indistruttibile ridotto a macchietta dai suoi stessi film,ma un autentico mostro spietato e disumano come è giusto che sia.Prevedibile flop fuori dagli USA,dove è disponibile in versione più lunga(119').Zombie è anche sceneggiatore,e riprende come nel primo film alcune idee da "Il signore della morte".
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dario carta
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martedì 26 ottobre 2010
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nessuna scossa
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Zombie riprende il racconto dall’epilogo di Halloween (2007) e la nuova storia inizia dove la sua precedente pellicola finisce.
Il film si apre con un estratto da un trattato sulla spiegazione psicologica dei sogni,ove questi indagano nel subconscio della psiche umana e la spiegazione riguarda l’immagine-simbolo del cavallo bianco,letta come segno legato all’istinto,manifestazione di una qual purezza interiore e di una pulsione da parte del corpo a manifestare potenza e forza emotiva,quale la rabbia,con il risultato di perseguire caos e distruzione.
Le sequenze successive tessono un collegamento con lo scritto e,in un breve flashback,mostrano Deborah Myers (Sheri Moon Zombie) in una affettuosa conversazione con il giovane Michael Myers,in una struttura sanitaria mentale,ove la donna dona al ragazzo una statuina raffigurante un cavallo bianco.
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Zombie riprende il racconto dall’epilogo di Halloween (2007) e la nuova storia inizia dove la sua precedente pellicola finisce.
Il film si apre con un estratto da un trattato sulla spiegazione psicologica dei sogni,ove questi indagano nel subconscio della psiche umana e la spiegazione riguarda l’immagine-simbolo del cavallo bianco,letta come segno legato all’istinto,manifestazione di una qual purezza interiore e di una pulsione da parte del corpo a manifestare potenza e forza emotiva,quale la rabbia,con il risultato di perseguire caos e distruzione.
Le sequenze successive tessono un collegamento con lo scritto e,in un breve flashback,mostrano Deborah Myers (Sheri Moon Zombie) in una affettuosa conversazione con il giovane Michael Myers,in una struttura sanitaria mentale,ove la donna dona al ragazzo una statuina raffigurante un cavallo bianco.
Michael spiega che questo gli fa affiorare alla mente un suo sogno,dove il fantasma di Deborah,ammantato in vesti bianche,conduce un cavallo,bianco anch’esso,donandoglielo e dicendogli che l’animale lo avrebbe riportato a casa. Le ulteriori sequenze portano la vicenda a 15 anni dopo e mostrano Laurie Strode (Scout Taylor-Compton) aggirarsi per le strade in stato confusionale,ferita e sanguinante,dopo aver ucciso Michael (Tyler Mane).
Tutto ciò che segue appresso all’incipit del film,immagini e morbosi dialoghi,non portano ad altra conclusione se non a quella di confermare un sospetto già consolidato nell’animo dello spettatore,che si sente già vittima di un ennesimo scarto cinematografico,presentato nella fastidiosa confezione di un prodotto scaduto e deperito.
Decimo sequel di una infelice serie di film che segue la più che dignitosa prima pellicola della saga,diretta da Carpenter nel ‘78,questo “Halloween II” non porta con sé che la presunzione di scuotere le emozioni di un pubblico ormai esausto ed annoiato dal genere,se si eccettuano le frotte di urlanti adolescenti.
In “Halloween II” Zombie decide di prendere le distanze dalle linee tradizionali della saga,cercando di allargare lo sguardo nelle profondità dell’intimo di Michael ed in genere si cimenta nell’affrontare il lato caratteriale dei diversi protagonisti.
Prende così in considerazione l’idea di sviluppare l’aspetto psico onirico,aprendo una finestra,o provandoci,sulla complessità dell’animo di Michael,idealizzando una prospettiva più intimistica dell’omicida.
Non ci riesce ed il risultato è una mescola di farneticanti interpretazioni visionarie,sogni,allucinazioni ed oramai muffe scempiaggini sceniche di strazi corporei da routine perversa,il che è un allarmante segnale per il cinema di genere,che trascina oramai da troppo tempo una pietosa situazione di esaurimento concettuale,sfibrato dall’ossessivo ricorso alla povertà immaginifica.
Insinuare una pretesa dimensione introspettiva in un film di questa fatta,è una impresa fallimentare anche da parte di un filmaker dotato e versatile come Rob Zombie,soprattutto se l’ottica del regista era quella di destabilizzare il punto prospettico dell’ultimo di dieci episodi che apologizzano lo strazio dei corpi.
Le apparizioni e le distorsioni visionarie non entrano in merito al film,se non come infelici componenti metafisiche
che per nulla si armonizzano con il valore già povero in sé della pellicola,nonostante l’intenzione del regista di sviluppare una soluzione psicologica da inserire nella condizione esistenziale dello psicopatico.allo scopo di evadere dagli schemi predefiniti dello slasher più tipico.
Ma come proporre una soluzione differenziata ad un prodotto noto a priori per la sua stessa natura?
Resta compito improbo delegittimare i valori propri di una condizione precostituita nelle dimensioni che ne definiscono la realtà per definizione.
In altre parole,non è utile cercare di snaturare un brutto film splatter con la pretesa di renderlo migliore con pretenziosi risvolti psicologici.
Il film scorre via senza alcun pathos,dai titoli di testa al suo epilogo (si teme non definitivo),scivolando sull’attenzione dello spettatore attonito,che non trova appiglio per alcuno spunto di riflessione,fatto salvo per i grossolani stilemi registici che si traducono in forzati accostamenti tra immagini di stessa desinenza e che Zombie ama riproporre ciclicamente :cibo-carne umana,sangue-pioggia e perfino visioni di scheletri e cartoon di culto.
La trama,come i personaggi e gli attori che li interpretano,è tagliata a fette,dissezionata in scene cucite a stento fra loro,senza alcuna linearità ad immagine di una farsesca arlecchinata di ardua comprensione.
“Halloween II” è un brutto prodotto da speculazone cinematografica,evento ormai fin troppo frequente nell’industria delle Major di questo tempo,e Zombie,compositore e musicista di talento,riesce a dare il meglio di sé solo nella pregevole soundtrack, onorata dai pezzi dei Kiss,Alice Cooper,Peter Frampton,Moody Blues (con video d’annata) e richiami al double feature di Rocky Horror.
Tutte vecchie glorie,ma impotenti di fronte al compito di conferire un valore aggiunto ad un pulp movie da archiviare al più presto
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nicolòmatta
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mercoledì 20 luglio 2011
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halloween ii
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La serie ufficiale, ideata da John Carpenter e Debra Hill, si era malamente conclusa toccando il suo punto più basso con l'ottavo film, Halloween: La risurrezione. In soli cinque anni la nuova saga di Michael Myers, inaugurata nel 2007 da Rob Zombie, ha già avuto un seguito e già si parla del numero 3. Come da tradizione, il nuovo film comincia dove il primo finisce: dopo il ricovero in ospedale e qualche altro morto ammazzato, Laurie si stabilisce a casa dell'amica Annie, figlia dello sceriffo, e continua a fare brutti sogni riguardanti il fratello psicopatico Michael e le sue vittime. Nel frattempo il dottor Loomis (ma non era stato ucciso?) ha pensato bene di ricavare quattrini dalla vicenda scrivendo un libro su Michael.
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La serie ufficiale, ideata da John Carpenter e Debra Hill, si era malamente conclusa toccando il suo punto più basso con l'ottavo film, Halloween: La risurrezione. In soli cinque anni la nuova saga di Michael Myers, inaugurata nel 2007 da Rob Zombie, ha già avuto un seguito e già si parla del numero 3. Come da tradizione, il nuovo film comincia dove il primo finisce: dopo il ricovero in ospedale e qualche altro morto ammazzato, Laurie si stabilisce a casa dell'amica Annie, figlia dello sceriffo, e continua a fare brutti sogni riguardanti il fratello psicopatico Michael e le sue vittime. Nel frattempo il dottor Loomis (ma non era stato ucciso?) ha pensato bene di ricavare quattrini dalla vicenda scrivendo un libro su Michael. Laurie apprende di essere la sorella di Michael e che il suo vero nome è Angel. Visioni oniriche informano gli spettatori della volontà di mamma Myers di voler riunire la famiglia, affidandone il compito a Michael che, puntualmente, alla viglia di Halloween continua a spargere sangue. La ricetta è sempre la stessa (ingredienti: morti ammazzati, sangue in abbondanza e citazioni qua e là), arricchita di deliranti visioni oniriche che manco Freud avrebbe saputo interpretare, ma Halloween II non è il remake dell'originale (uscito in Italia col titolo Il signore della morte) diretto da Rick Rosenthal. Qui Rob Zombie si sbizzarrisce, trasformando persino lo psichiatra Loomis nell'autore di best-seller che specula sulla vita e la morte altrui. Un po' come lo stesso regista, che da scarso imitatore di Carpenter si è pure preso la briga di stravolgere, riassemblare, fare, disfare.
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