Cloverfield

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Un film di Matt Reeves. Con Lizzy Caplan, Jessica Lucas, T.J. Miller, Michael Stahl-David, Mike Vogel.
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Azione, Ratings: Kids+13, durata 85 min. - USA 2008. - Universal Pictures uscita venerdì 1 febbraio 2008. MYMONETRO Cloverfield * * 1/2 - - valutazione media: 2,82 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

A caccia di realtà... Un bene o un male? Valutazione 3 stelle su cinque

di andrea


Feedback:
sabato 9 febbraio 2008

E' il tempo dei video su internet, dei reality show (che di "reality" hanno ben poco), dei videofonini. Era prevedibile che questa tendenza colpisse anche il mezzo di comunicazione di finzione per eccellenza: il cinema. Iniziamo con i pregi: "Cloverfield" è un film d'intrattenimento ben confezionato, suspance al punto giusto, ritmo frenetico, angoscia in agguato che strizza l'occhio all'horror. Un film catastrofico che vuole porsi come diverso dai soliti. Il fatto di essere girato come un falso documentario, però, non è qualcosa di eccessivamente innovativo, se pensiamo a "The Blair Witch Project". I cliché di genere ci sono sempre: mostro alla Godzilla che ti becca se stai all'aperto, mostricciattoli più piccoli ma ugualmente pericolosi, che ti beccano se stai al chiuso (anche in "Godzilla" di Emmerich c'erano, così come c'erano i Raptor - più piccoli ma più pericolosi dei T-Rex - in "Jurassic Park"). Poi, è presente il classico motivo della "New York = mondo intero". I film catastrofici se la prendono sempre con New York, ma non si può negare che anche questa volta Manhattan stravolta fa il suo buon effetto. E' da sottolineare, poi, che non si indulge in un lieto fine forzato o generoso. Passiamo ai difetti. La prima parte, relativa alla festa, al pre-incidente, è quella meno convincente. Tecnicamente parlando, non è detto che se uno riprende con una handycam debba far traballare l'inquadratura in quel modo, ma è evidente che questo è voluto per esaltare l'aspetto "amatoriale" del film. E' davvero inverosimile, poi, che ci si metta a riprendere i "retroscena" di una festa, addirittura spiando litigi con la videocamera, o facendo confessioni sempre con la stessa accesa. Gli sceneggiatori non sono riusciti a creare una presentazione dei personaggi in modo meno diretto, più indiscreto. Il desiderio di voler registrare il tutto è addirittura più assurdo nella parte iniziale, che non nell'apparizione del mostro, perché dall'incidente in poi, la mania documentaristica è giustificata dal voyeurismo dilagante in questi tempi, che spinge a voler filmare tutto - soprattutto se qualcosa di negativo - per poi affidarlo a mezzi di comunicazione, soprattutto telematici. Il problema è questo: se il film ha così tanta voglia di essere realistico, perché in certi momenti diventa molto poco credibile? Se vedo un mostro di cinquanta metri che mi fissa e vuole divorarmi, io che faccio? Ma certo, lo riprendo con la videocamera! E magari gli faccio un bel primo piano! Da notare, inoltre, che l'inquadratura è sempre quasi perfettamente posizionata per incorniciare ciò che avviene, anche nelle scene più tumultuose, per non parlare di un obiettivo sempre pulito (tranne un po' di sangue in una sequenza). Inverosimili sono pure le reazioni che i personaggi hanno alla morte di persone a loro care. Comunque, difetti o pregi a parte, questa caccia alla realtà, quanto può far bene al cinema? In termini economici, fa bene: il digitale costa meno, è più comodo. Ma che fine fa la messa in scena? Se i film tenderanno sempre di più verso il documentario, cosa resterà della finzione cinematografica, ovvero del processo creativo che distingue un'opera filmica da un filmato di Superquark? Mi si potrebbe rispondere che la messa in scena c'è sempre, ma è mascherata dietro l'intento di voler essere "realistici". Ma perché tutta questa voglia di realtà, se la più grande potenzialità del cinema è invece quella di usare la realtà per far vivere e "respirare" l'immaginazione?

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the man of steel sabato 9 febbraio 2008
grey: impeccabile direi!
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Da leccarsi i baffi questa recensione! :-)Degna del miglior "steven"!!! La critica cinematogragica qui raggiunge picchi "everestiani".Mò però nn t gasà tropp!!! Anche perchè a cadere dall'everest ci si fa male ;-)Ciaaaaaaaaaaaaaaaaaa

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marianna sabato 9 febbraio 2008
azzardo...
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forse perché la realtà è così grottesca di per sé che riportarla nell'alveo di una "messa in scena" annulla la paura e rassicura... che non succederà mai.Che ne dici?

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andrea sabato 9 febbraio 2008
per the man of steel e marianna
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Man of steel, caro concittadino, grazie per il complimento! Cercherò di non cadere dall'Everest! :-) Marianna, hai ragione: la realtà fa più incassi, perché spaventa di più. Però io credo che ci siano davvero pochi registi che abbiano capito le potenzialità creative del cinema. Io, con un mezzo come il cinema, preferirei creare mondi immaginari, anziché imitare la realtà... In ogni caso, nel genere catastrofico, può andare anche bene l'operazione fatta per "Cloverfield", sperando che non si ripeta troppe volte.

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marianna sabato 9 febbraio 2008
dipenderà
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dalle presidenziali Usa.Un candidato repubblicano ha affermato pubblicamente che come i libri di storia ci insegnano la "guerra dei 100 anni" c'è già stata una volta... quindi il suo paese potrebbe restare in Irak fino alla cattura di Bin Laden e alla sconfitta del pericolo islamico.

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luc lunedì 11 febbraio 2008
ho recensito..
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casanova per la tua goduria...

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alexix lunedì 11 febbraio 2008
bravo
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recensione equilibrata e approfondita: complimenti!per quanto riguarda l'uso improbabile della telecamera fatto in frangenti anche molto concitati sono abbastanza d'accordo, tuttavia la cosa più inverosimile di tutte è sicuramente che i militari non solo non costringono a spegnere la camera e consegnare il nastro, ma permettono addirittura che venga ripreso tranquillamente il loro campo base e quello che vi accade! :-P

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paleutta martedì 12 febbraio 2008
ammazza quanto hai scritto !
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vedo che questo film ti ha colpito particolarmente. Mi sono già espresso altrove per cui ti risparmio il contro-commento. Dico solo che questo George Reeves è furbo, molto furbo...pure troppo. Questo film fa un sacco di soldi e secondo me non li merita. Sai cosa mi ha colpito alla fine? La scena in cui stanno tutti li con la videocamera dei cellulari a riprendere o fotografare la testa mozzata della statua della libertà. E' un immagine inquietante dell'imperante e dilagante sindrome dell'idiozia da ultimo modello di cellulare. L'italia è il secondo paese al mondo dopo il giappone ad averne il più alto numero pro-capite.

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reiver martedì 12 febbraio 2008
secondo me...
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...è meglio la recensione del film.Non è un film che mi attira,anche se capisco (ma fino ad un certo punto) che possa attirare i più giovani.Non vado a vederlo perchè non potrei esprimere un giudizio obiettivo,a volte ho fatto questo sbaglio ("Domino") e non lo voglio ripetere.Se il cinema in futuro sarà tutto così,poco male,ripiegherò sui classici,che non tradiscono mai.

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andrea martedì 12 febbraio 2008
è vero, reiver...
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...infatti io già da un po' di tempo il vero cinema lo guardo a casa con i dvd...

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maryluu martedì 12 febbraio 2008
non concordo con la prima parte. per il resto ok
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Davvero una bella recensione Andrea. Io non condivido la prima parte. Un film come tu chiami " ben confezionato" dovrebbe avere una trama, bravura recitativa, colpire l'animo di ogni persona e non il suo stomaco come fa invece Cloverfield. E poi io non vedo nulla di horror in esso. Solo una corsa di 5 amici verso il mostro perchè "casualmente" l'ex di Rob abita a central park e tanta tanta banalità. Il resto della tua recensione è davvero ottimo. Complimenti. Ciao

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andrea martedì 12 febbraio 2008
grazie, maryluu... ho recensito anche...
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..."Paura e delirio a Las Vegas", per chi volesse leggere quello che ho scritto. Comunque, Maryluu, per "ben confezionato" mi riferisco al fatto che è un prodotto d'intrattenimento che ha la sua dose di suspense e che quindi coinvolge. L'effetto disturbante della videocamera a me non ha dato troppo fastidio, tranne che nella scena in cui scappano dopo il crollo del ponte di Brooklyn. L'assenza di trama, come ho già detto, era prevedibile perché tutto il filmato (appunto, non film) è spacciato per una cassetta ritrovata nell-ex Central Park. Per le trovate inverosimili e banali sono d'accordo con te, come anche per le recitazioni da "serie televisiva americana".

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luc domenica 17 febbraio 2008
ho recensito "tropa de elite"..
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..film brasiliano che ha vinto il festival di berlino (cavolo!). un "full metal jacket" in verdeoro.

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andrea mercoledì 20 febbraio 2008
ho recensito "into the wild"...
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...se volete leggere cosa ho scritto...

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