New York, 18.01.2008. Un gruppo di amici sta festeggiando il giovane Rob che sta per trasferirsi in Giappone. Hud ha il compito di documentare l'evento con una videocamera. Le sue riprese diventeranno la testimonianza diretta dell'evento mostruoso che ha sconvolto New York la notte del 18 gennaio 2008 e dell'incapacità dell'esercito di difendere la città, costringendo Hud ed i suoi amici a tentare la salvezza con ogni mezzo disponibile. Un tuono assordante, la corrente va e viene, le pareti tremano. La televisione annuncia che un forte terremoto ha appena colpito Manhattan. Enormi palle di fuoco sfregiano la città e inquietanti boati risuonano nell’aria. La testa della Statua della Libertà viene scagliata contro i grattacieli…
Un gruppo di ragazzi, festeggia tranquillamente un loro compagno, ed ecco improvvisamente, che le finestre si frantumano, accompagnate da un inquietante e misterioso ruggito. Globi infuocati percuotono il cielo e in pochi istanti Manhattan diviene uno scenario di completa distruzione. Niente titoli di testa, solo uno schermo nero. Il marchio del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti introduce alla visione di un filmato amatoriale, ritrovato nell’area una volta denominata Central Park, che riferisce di eventi riconducibili al caso catalogato come “Cloverfield”. Prodotto dagli sceneggiatori di Lost e diretto dall’esordiente Matt Reeves (anche lui sceneggiatore di serie Tv), Cloverfield è certamente uno degli eventi della stagione cinematografica, attesissimo soprattutto grazie al battage pubblicitario che ha letteralmente invaso il web e i media in generale, riportandoci ai tempi in cui The Blair Witch Project teneva banco. L’idea dei realizzatori di riproporre un monster-movie classico in chiave moderna, di usare le nuove tecnologie per narrare la storia da un’insolita prospettiva “dal basso” e di collegare a tutto questo sia i film romantici che l’attualità, tirando in ballo i postumi dell’11 settembre, si è rivelata un successo.Nonostante lo scetticismo che spesso accompagna questo tipo di pellicole, Cloverfield è senza dubbio una piacevole sorpresa, un (av)vincente mix di generi capace di offrire colpi di scena e idee narrativamente molto brillanti e rivitalizzare un genere ormai superato, che dopo Godzilla e King Kong sembrava non poter offrire più nulla di interessante al cinema moderno. Realizzato con un budget cinquecento volte superiore al sopra citato film di streghe, di cui ha ricalcato anche il modus operandi, Cloverfield è breve, adrenalinico e visivamente convulso, un coinvolgente intrattenimento per tutte le età che non lascia un attimo di respiro, capace di instillare ansia e paura nello spettatore nonostante l’evento raccontato sia palesemente assurdo e mai mostrato chiaramente al di fuori dell’obiettivo frenetico e offuscato della videocamera.Nell’era di YouTube e dell’informazione divulgata a velocità supersonica, l’occhio indiscreto e spietato di una piccola telecamera a mano segue la fuga disperata di un gruppo di ragazzi nel bel mezzo di un’apocalisse.
Una corsa verso la salvezza documentata in modo discontinuo, immagini che sovrascrivono altre immagini, quelle precedentemente impresse sul nastro e che in qualche brevissimo flash mostrano momenti romantici e spensierati dei protagonisti, spazzati via come i grattacieli di Manhattan sotto i colpi dei tentacoli del mastodontico alieno, quest’ultimo più comparsa che prim’attore. Accompagnato da un moderato mal di stomaco per gli sballottamenti e da un devastante senso di impotenza, lo spettatore giungerà abbastanza velocemente al finale, lasciato intenzionalmente “aperto” e pieno di interrogativi, immedesimandosi completamente in personaggi privi di carisma e di qualsiasi emotività, con i quali non ha avuto né tempo né modo di familiarizzare. Il fine giustifica i mezzi, dunque, quel che importa è che alla fine si esca dalla sala moderatamente soddisfatti e senza rimpianti.
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