Uomo Ragno e pure antipatico
di Lietta Tornabuoni L'Espresso
Spider Man 3, il terzo Uomo Ragno diretto da Sam Raimi, è ridondante, monumentale. Quando il personaggio nacque, nel 1963, disegnato da Steve Dikto su testi di Stan Lee (produttore esecutivo del film attuale) per "Amazing Adult Fantasy" e per la Marvel Comics, era uno studente neppure ventenne, un ragazzo di New York che, morso da un ragno radioattivo, diventava fortissimo, agilissimo, dotato di un intuito prodigioso, deciso a combattere i criminali. Adesso è cresciuto, ha una fidanzata suscettibile e una ricca scelta di effetti speciali, vola da un grattacielo all'altro, deve combattere tre nemici.
Il più straordinario è l'Uomo Sabbia, un vortice dal quale emerge una figura dolente, gigantesca e precaria, un nemico afflitto dalla necessità (come Dracula con la sua bara) di avere sempre accanto un contenitore-veicolo della sabbia dalla quale prendere forma. Secondo nemico, l'ex amico che ora odia l'Uomo Ragno perché pensa che abbia ucciso suo padre. Terzo, un giovane fotografo falsario, del quale l'Uomo Ragno ha denunciato la disonestà professionale, Venom. Ci sarebbe pure un quarto nemico non umano né fantastico: un materiale plastico che imprigiona l'Uomo Ragno rendendo nera la sua tuta rossoblu e rivelando i lari più oscuri della sua personalità. così che (anche con l'aiuto di una torbida frangetta e di uno sguardo losco) diventa senz'altro cattivo.
Troppo. Un personaggio eccezionale tollera male un terzetto di personaggi eccezionali. Il segreto della doppia personalità dell'Uomo Ragno è ormai noto a tutti, ne sparisce la suspense. Tobey Maguire non è simpatico, due ore e 20 minuti di film non sono brevi. Soltanto il sogno di volare e gli effetti speciali restano affascinanti.
da L'Espresso, 10 maggio 2007
di Lietta Tornabuoni, 10 maggio 2007
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