iuligi
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venerdì 28 dicembre 2007
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film quasi perfetto
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Gran bel film, che parla dei ragazzi americani che vanno in guerra, poco più che diciottenni, e tornano trasformati, senza valori, banali, violenti, imprevedibili, diversi.
Uno di loro scompare appena rientrato, ed il padre, veterano in pensione, si mette alla sua ricerca.
Dopo qualche giorno del ragazzo vengono trovati solo alcuni resti sbranati dagli animali.
Lo spettatore crede di trovarsi davanti ad un giallo, che magari finisca con una spiegazione di questa morte che tiri in ballo qualche potente, o con un colpo di scena.
E invece il ragazzo è morto, semplicemente e terribilmente, perchè ucciso per una banale lite immotivata dai suoi compagni, con cui aveva condiviso l'orrore della guerra in Iraq.
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Gran bel film, che parla dei ragazzi americani che vanno in guerra, poco più che diciottenni, e tornano trasformati, senza valori, banali, violenti, imprevedibili, diversi.
Uno di loro scompare appena rientrato, ed il padre, veterano in pensione, si mette alla sua ricerca.
Dopo qualche giorno del ragazzo vengono trovati solo alcuni resti sbranati dagli animali.
Lo spettatore crede di trovarsi davanti ad un giallo, che magari finisca con una spiegazione di questa morte che tiri in ballo qualche potente, o con un colpo di scena.
E invece il ragazzo è morto, semplicemente e terribilmente, perchè ucciso per una banale lite immotivata dai suoi compagni, con cui aveva condiviso l'orrore della guerra in Iraq.
Il padre, durante le ricerche, aveva raccolto prove della avvenuta trasformazione del figlio, e quasi non lo riconosceva in quel ragazzo che aveva torturato un prigioniero, o che, tornato, si era ficcato in un locale ed aveva insultato una spogliarellista.
Eppure il figlio gli aveva chiesto aiuto, il giorno in cui con il blindato aveva investito ed ucciso un ragazzino : gli aveva telefonato dall'Iraq e gli aveva chiesto di portarlo via da lì, perchè non ce la faceva più ; lui, il padre, gli aveva rivolto solo frasi di circostanza, non raccogliendo la sua richiesta.
Il ragazzo sapeva che sarebbe morto, non in Iraq, ma appena tornato in America ; poteva capitare a qualcun altro del gruppo, a qualunque altro, per un qualsiasi motivo, perchè ormai erano diventati delle bestie ; lui lo sapeva, e infatti aveva mandato a casa la sua bandiera americana piegata a triangolo, come si fa quando un soldato americano muore. Quella bandiera il padre l'appende rovesciata al pennone del paese, un grido di aiuto che l'America fa al mondo.
I ventenni americani vanno in guerra, come Davide sfidò Golia nella Valle di Elah.
Il protagonista, nel parlare con il bambino figlio della poliziotta che indaga sul caso, da veterano spiega che Golia ha battuto il mostro con il coraggio, ma il senso ultimo del film sta nella risposta del bambino : " Ma perchè il re israelita ha permesso che Davide sfidasse il mostro ? ". E allora, è giusto che l'America permetta che i suoi ragazzi sfidino il mostro della guerra, e che loro e le loro famiglie paghino questo prezzo ?
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[+] il resoconto
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franco
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lunedì 3 dicembre 2007
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non banale pacifismo
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Mi sembra un pregevole film, nutrito, oltre che di una sicura direzione ed alcune spendide interpretazioni, di quel sano gusto per la rappresentazione non ideologica dei fatti che e' la parte migliore della tradizione culturale americana. L' America ha bisogno del resto del mondo, dice questo film. Non significa necessariamente che l' America sta sbagliando tutto, non significa un acritico "no alla guerra". Piu' semplicemente, mi pare, significa letteralmente che senza il resto del mondo , l' America non puo' farcela, perche' il problema che ha davanti, non e' un problema solo suo. Da sola si pup' perdere, militarmente e moralmente. Deve saper chiedere aiuto. Ma c'e' anche un'altra faccia della medaglia.
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Mi sembra un pregevole film, nutrito, oltre che di una sicura direzione ed alcune spendide interpretazioni, di quel sano gusto per la rappresentazione non ideologica dei fatti che e' la parte migliore della tradizione culturale americana. L' America ha bisogno del resto del mondo, dice questo film. Non significa necessariamente che l' America sta sbagliando tutto, non significa un acritico "no alla guerra". Piu' semplicemente, mi pare, significa letteralmente che senza il resto del mondo , l' America non puo' farcela, perche' il problema che ha davanti, non e' un problema solo suo. Da sola si pup' perdere, militarmente e moralmente. Deve saper chiedere aiuto. Ma c'e' anche un'altra faccia della medaglia. L'altra parte del mondo, specie gli europei, non possono nascondersi dietro il dito dell' antimilitarismo tout court o del pacifismo delle buone intenzioni. Quella bandiera rovesciata fa intimamente esultare solo chi pensa che in fondo il male del mondo siano gli USA e che dal loro capovolgimento possa uscire un'umanita' migliore. Credo che questo stravolga le intenzioni del regista. Credo invece che il suo sia un grido di disperazione: ma il desiserio e' di raddrizzarla quella bandiera, con l' aiuto della ragione ma anche ....di un mondo che si faccia pienamente carico di questioni che ovviamente non sono solo americane.
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antonello villani
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martedì 4 dicembre 2007
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film contro la politica interventista di bush
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Ci voleva il talento di Paul Haggis per raccontare il disadattamento dei soldati impegnati nel conflitto in Medio Oriente. Troppo riduttivo definire “Nella valle di Elah” un film antimilitarista ed un attacco per nulla velato alla politica interventista di Bush: il regista di “Crash” è andato oltre le polemiche perché non si è limitato ad una censura, ma ha affrontato i fantasmi di un popolo che ancora sente la ferita del Vietnam. Un padre si mette sulle tracce del figlio scomparso dopo un periodo di licenza nella base americana; una poliziotta osteggiata dai colleghi guida le indagini tra reticenze e falsi indizi. Omertà nel comando militare, il codice d’onore tra i commilitoni non aiuta a fare luce su un corpo fatto a pezzi e dato alle fiamme eppure il sesto senso paterno riesce a scovare la verità di un delitto senza movente.
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Ci voleva il talento di Paul Haggis per raccontare il disadattamento dei soldati impegnati nel conflitto in Medio Oriente. Troppo riduttivo definire “Nella valle di Elah” un film antimilitarista ed un attacco per nulla velato alla politica interventista di Bush: il regista di “Crash” è andato oltre le polemiche perché non si è limitato ad una censura, ma ha affrontato i fantasmi di un popolo che ancora sente la ferita del Vietnam. Un padre si mette sulle tracce del figlio scomparso dopo un periodo di licenza nella base americana; una poliziotta osteggiata dai colleghi guida le indagini tra reticenze e falsi indizi. Omertà nel comando militare, il codice d’onore tra i commilitoni non aiuta a fare luce su un corpo fatto a pezzi e dato alle fiamme eppure il sesto senso paterno riesce a scovare la verità di un delitto senza movente. Tommy Lee Jones esprime nel suo volto rugoso la sofferenza di un uomo che ha servito la patria e si sente ancora soldato mettendo la cromatina sulle scarpe; Charlize Theron, senza trucco ed abiti sexy, convince nella parte della detective dal cuore tenero. Conclusione che arriva come un pugno nello stomaco: la guerra anestetizza, s’insinua sottopelle ed infetta i figli partiti con l’intenzione di portare la democrazia. Cosi’ la bandiera capovolta diventa un grido di disperazione, una presa di coscienza per tanti americani convinti di risolvere tutto con Bibbia e pistola.
Antonello Villani
(Salerno)
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redrose
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mercoledì 2 gennaio 2008
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finalmente un film onesto e coraggioso...
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Un film imperdibile la cui costruzione narrativa non presenta nessuna smagliatura: intreccio, pathos, citazioni bibliche ma senza mai scadere nella retorica e nella commozione facile. Scene forti ma non gratuite, buoni sentimenti ma non falsi moralismi, verità scomode senza indugiare negli intenti e nelle riprese.
Molto forte, più che intenso, forse a tratti un pò lento nella complessa fragilità del soggetto e nel lungo dispiegarsi della trama, ma un film coraggioso con un cast convincente..Riflessioni a 360 gradi, micro e macrocosmi a confronto: ..l'uomo e il mondo...la pace e la guerra, un padre e un figlio...l'atrocità e il nonsense della guerra...un grido d'aiuto da un paese senza voce.
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Un film imperdibile la cui costruzione narrativa non presenta nessuna smagliatura: intreccio, pathos, citazioni bibliche ma senza mai scadere nella retorica e nella commozione facile. Scene forti ma non gratuite, buoni sentimenti ma non falsi moralismi, verità scomode senza indugiare negli intenti e nelle riprese.
Molto forte, più che intenso, forse a tratti un pò lento nella complessa fragilità del soggetto e nel lungo dispiegarsi della trama, ma un film coraggioso con un cast convincente..Riflessioni a 360 gradi, micro e macrocosmi a confronto: ..l'uomo e il mondo...la pace e la guerra, un padre e un figlio...l'atrocità e il nonsense della guerra...un grido d'aiuto da un paese senza voce...la perversa onestà dei lavori sporchi...che imperversa e beffeggia l'ipocrisia del sogno americano...
......un film che ti porti a casa...con il pensiero che la perfezione non è di questo mondo....una pellicola che rende onore per una volta alla dicitura 'ispirato a fatti realmente accaduti'....un film Sulla guerra e non Di guerra...un film che non vuole essere altro da sè: non è documentaristico, non è un reportage, non fa comunicazione politica, tocca semplicemente le corde dell'anima, ti scuote dal torpore mediatico e dall'assuefazione alla assurda normalità della guerra e della violenza..
Scioccante e vibrante.
Da rivedere.
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[+] che idiozia
(di miki spin95)
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piernelweb
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giovedì 13 marzo 2008
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fantasmi dall'iraq
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Dopo l'esordio col botto per "Crash - Contatto Fisico", lo sceneggiatore Paul Haggis si conferma regista di valore con questo suo secondo e sentito lavoro. I fantasmi della guerra in Iraq si materializzano in una pellicola che si concentra sui retroscena della vita militare, ponendo gli accenti sulla deriva psicologica e umana di coloro che hanno calpestato il campo di battaglia. La narrazione nel suo incedere con toni da giallo-thriller, mette in luce la perdita di coscienza e moralità che coinvolge reduci e istituzioni, ben celata all'opinione pubblica, conseguente alla catastrofe propria dell'atto bellico. Tommy Lee Jones è la maschera perfetta dell'uomo diviso tra il senso militarista e il dolore della perdita di un figlio, mentre Charlize Theron trova finalmente una nuova parte all'altezza dei suoi allori.
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Dopo l'esordio col botto per "Crash - Contatto Fisico", lo sceneggiatore Paul Haggis si conferma regista di valore con questo suo secondo e sentito lavoro. I fantasmi della guerra in Iraq si materializzano in una pellicola che si concentra sui retroscena della vita militare, ponendo gli accenti sulla deriva psicologica e umana di coloro che hanno calpestato il campo di battaglia. La narrazione nel suo incedere con toni da giallo-thriller, mette in luce la perdita di coscienza e moralità che coinvolge reduci e istituzioni, ben celata all'opinione pubblica, conseguente alla catastrofe propria dell'atto bellico. Tommy Lee Jones è la maschera perfetta dell'uomo diviso tra il senso militarista e il dolore della perdita di un figlio, mentre Charlize Theron trova finalmente una nuova parte all'altezza dei suoi allori. Dolorosa e agghiaciante la sequenza dell'incidente con il mezzo blindato che travolge una giovanissimo bimbo iracheno. La bandiera americana issata nel finale alla rovescia, è il messaggio più esplicito del regista che nega l'attuale coerenza ai valori sui quali si è fondata la gloriosa nazione americana. Niente che non sia già stato in qualche modo narrato ma con un approccio differente e soprattutto con la consapevolezza e l'abilità da grade filmaker.
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rossano gilioli
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giovedì 9 giugno 2011
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il grido silenzioso di una nazione.
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Appena rientrato dall'Iraq, Mike, giovane militare in licenza , misteriosamente scompare. Il padre Hank (T.L. Jones), un veterano in pensione, cerca con ogni mezzo di scoprire la verità sull'accaduto. La sua ricerca lo condurrà ad una realtà sconcertante, che non solo mette in discussione il militarismo ed il forte senso patriottico del vecchio Hank ma lo sconvolge nel profondo e sottolinea quanto poco cononosciamo anche di coloro che sono vicini a noi. Il talentuoso e politicamente impegnato Paul Higghins confeziona un'altra pellicola di indubbia originalità (pur rimanendo nei canoni hollywoodiani) servita da interpreti di straordinario valore tra cui spicca un Tommy Lee Jones, impregnato di un dolore dal quale sembra non possa più liberarsi e nel continuo tentativo di soffocare tale dolore per poter continare nella sua ricerca.
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Appena rientrato dall'Iraq, Mike, giovane militare in licenza , misteriosamente scompare. Il padre Hank (T.L. Jones), un veterano in pensione, cerca con ogni mezzo di scoprire la verità sull'accaduto. La sua ricerca lo condurrà ad una realtà sconcertante, che non solo mette in discussione il militarismo ed il forte senso patriottico del vecchio Hank ma lo sconvolge nel profondo e sottolinea quanto poco cononosciamo anche di coloro che sono vicini a noi. Il talentuoso e politicamente impegnato Paul Higghins confeziona un'altra pellicola di indubbia originalità (pur rimanendo nei canoni hollywoodiani) servita da interpreti di straordinario valore tra cui spicca un Tommy Lee Jones, impregnato di un dolore dal quale sembra non possa più liberarsi e nel continuo tentativo di soffocare tale dolore per poter continare nella sua ricerca. Forse la sua iterpretazione migliore di sempre.
Da sottolineare l'alzabandiera finale con la bandiera degli stati uniti rovesciata. Il grido silenzioso di una nazione che invoca aiuto.
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reservoir dogs
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domenica 12 dicembre 2010
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un "golia" troppo grande
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Hank Darfield, veterano militare, viene a conoscenza del fatto che il figlio Mike è scomparso poco dopo essere tornato dall'Iraq.
Il giovane verrà ritrovato brutalmente ucciso e il padre deciderà di indagare per conto proprio mentre la polizia passa tranquillamente il caso ai militari.
Con l'aiuto della poliziotta Sanders, molto più motivata dei suoi colleghi , l'uomo combattera contro l'omerta che aflligge la milizia e verrà a conoscenza della sconvolgente verità.
In un Iraq dove tutto è concesso per difendere "il Proprio Paese", dove non ci si ferma per non essere colti in un imboscata, l'ultimo essere (veramente) umano scende per vedere cosa ha investito.
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Hank Darfield, veterano militare, viene a conoscenza del fatto che il figlio Mike è scomparso poco dopo essere tornato dall'Iraq.
Il giovane verrà ritrovato brutalmente ucciso e il padre deciderà di indagare per conto proprio mentre la polizia passa tranquillamente il caso ai militari.
Con l'aiuto della poliziotta Sanders, molto più motivata dei suoi colleghi , l'uomo combattera contro l'omerta che aflligge la milizia e verrà a conoscenza della sconvolgente verità.
In un Iraq dove tutto è concesso per difendere "il Proprio Paese", dove non ci si ferma per non essere colti in un imboscata, l'ultimo essere (veramente) umano scende per vedere cosa ha investito.
Una bandiera che sventola capovolta è una richiesta di soccorso internazionale, soccorso che l'America chiede ad ogni piccolo "David"americano per combattere contro un "Golia" troppo grande.
Dopo la morte di un soldato c'è ne sempre un altro a prendere il suo posto (branda), più giovane del precedente.
Un padre che ha perso in guerra entrambe i suoi figli per dei valori che consciamente o inconsciamente ha trasmesso loro è anche un padre che vede tutti quegli ideali scomparire grazie alla follia divagante fra i soldati; un Tommy Lee Jones ucciso moralmente.
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filippo catani
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venerdì 7 dicembre 2012
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toccante dramma sui postumi della guerra
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Un ex militare riceve una telefonata dalla base dove si trova il figlio che non è rientrato per l'appello. L'uomo allora decide di partire per il New Mexico per ecrcare di saperne di più. Il caso si complicherà ancora di più quando il giovane verrà rinvenuto smembrato e bruciato. Le indagini saranno allora condotte da una giovane investigatrice.
Il film è davvero molto duro e intenso allo stesso tempo e si regge per grande parte sulla bravura di Tommy Lee Jones che si trova perfettamente a suo agio nel ruolo del burbero padre ex soldato. Ovviamente l'uomo è schieratissimo in favore della guerra, odia i messicani e insomma in poche parole è pronto a votare nuovamente Bush (i fatti si svolgono infatti nell'imminenza della tornata elettorale che avrebbe riconfermato il presidente uscente).
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Un ex militare riceve una telefonata dalla base dove si trova il figlio che non è rientrato per l'appello. L'uomo allora decide di partire per il New Mexico per ecrcare di saperne di più. Il caso si complicherà ancora di più quando il giovane verrà rinvenuto smembrato e bruciato. Le indagini saranno allora condotte da una giovane investigatrice.
Il film è davvero molto duro e intenso allo stesso tempo e si regge per grande parte sulla bravura di Tommy Lee Jones che si trova perfettamente a suo agio nel ruolo del burbero padre ex soldato. Ovviamente l'uomo è schieratissimo in favore della guerra, odia i messicani e insomma in poche parole è pronto a votare nuovamente Bush (i fatti si svolgono infatti nell'imminenza della tornata elettorale che avrebbe riconfermato il presidente uscente). Tutto cambierà mano a mano che procede con le indagini scoprendo quello che i soldati fanno al fronte e quello che fanno una volta tornati a casa. E' chiaro che il tema è stato affrontato molto spesso ma a colpire lo spettatore in questo film è il viaggio nelle indagini sulla morte del figlio che consegnerà al padre un'immagine diametralmente opposta del ragazzo che era abituato a vedere via webcam. E' difficile tornare dentro la società così come è difficilissimo lasciarsi tutto alle spalle. Ed è davvero azzeccata ed emblematica la bandiera che sventola rovesciata al contrario (segno internazionale che sta per una richiesta di aiuto) volta a testimoniare uno smarrimento personale e anche della nazione che manda al macello i propri giovani e assiste impotente alla trasformazione che subiscono. Ed è prorpio questa violenza gratuita e la metamorfosi da giovane a bestia che impressiona. Molto intenso anche il ruolo della Theron nei panni di una investigatrice mal vista dai suoi colleghi perchè ha fatto carriera, secondo loro, solo perchè è andata a letto con il capo (con cui ha fatto anche un figlio che l'uomo finge di attribuire ad un'altra relazione) e che in realtà dimostrerà passione e intraprendenza verso questo caso scontrandosi anche con le gerarchie militari. Nella valle di Elah il futuro re Davide sconfisse il gigante Golia; purtroppo accade più spesso che sia il gigante a divorare il giovane specialmente quando questo gigante si chiama guerra.
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fausta rosa
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venerdì 31 agosto 2012
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un pugno nello stomaco
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La guerra è atrocità, ma la guerra vista attraverso gli occhi di un padre che crede ciecamente al sacrificio per la patria e si trova a vivere il sacrificio del proprio figlio che è ben lontano dai valori militari a cui era stato educato, non può che lasciare lo spettatore paralizzato e partecipe della tragedia che si sta snocciolando sotto i suoi occhi. La gelida impassibilità di Tommy Lee Jones, il padre, occupa la scena scavando nella psiche di chi guarda e lasciando un segno. Fa male il suo sguardo, fa male immaginare il suo dolore per l'atroce perdita del figlio, per il crollo dei suoi ideali, per la verità devastante che lo investe .Perfetta la figura di Emily Sanders,l'investigatrice,che affianca il protagonista da protagonista e che alterna ai numerosi momenti di azione anche violenta teneri momenti di affettuosità materna che ancor più sottolineano la tragedia della perdita.
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La guerra è atrocità, ma la guerra vista attraverso gli occhi di un padre che crede ciecamente al sacrificio per la patria e si trova a vivere il sacrificio del proprio figlio che è ben lontano dai valori militari a cui era stato educato, non può che lasciare lo spettatore paralizzato e partecipe della tragedia che si sta snocciolando sotto i suoi occhi. La gelida impassibilità di Tommy Lee Jones, il padre, occupa la scena scavando nella psiche di chi guarda e lasciando un segno. Fa male il suo sguardo, fa male immaginare il suo dolore per l'atroce perdita del figlio, per il crollo dei suoi ideali, per la verità devastante che lo investe .Perfetta la figura di Emily Sanders,l'investigatrice,che affianca il protagonista da protagonista e che alterna ai numerosi momenti di azione anche violenta teneri momenti di affettuosità materna che ancor più sottolineano la tragedia della perdita. Attraverso una vicenda personale la denuncia senza riserve nè mezzi termini, senza giustificazioni nè scontata retorica del fallimento dei valori americani, del mito della nazione americana, del militarismo come sa ben fare Paul Haggis, mantenendo sempre alta la tensione dello spettatore che ne esce emotivamente ma anche fisicamente provato. Un vero pugno nello stomaco
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kondor17
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martedì 26 marzo 2013
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veramente tosto
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Film amarissimo e vero sul degrado psico-fisico-attitudinale dei militari USA impegnati in azioni di guerra contro pseudo-nemici. Su questo film si è detto tutto; sui motivi per cui gli USA dichiarano ciclicamente guerra a qualche paese, ben poco. I bidelli del Nord-Dakota e gli insegnanti vanno a scuola con le armi adesso. Il secondo emendamento è sempre più attuale, dentro e fuori gli Stati Uniti, come pure la libertà di cui queste "truppe di pace" godono. Droga violenza tortura omicidio ... chi più ne ha più ne metta. Anche un padre distrutto si ravvede, perdona, o meglio capisce, sia il figlio che il suo assassino, come pure l'omertà del gruppo.
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Film amarissimo e vero sul degrado psico-fisico-attitudinale dei militari USA impegnati in azioni di guerra contro pseudo-nemici. Su questo film si è detto tutto; sui motivi per cui gli USA dichiarano ciclicamente guerra a qualche paese, ben poco. I bidelli del Nord-Dakota e gli insegnanti vanno a scuola con le armi adesso. Il secondo emendamento è sempre più attuale, dentro e fuori gli Stati Uniti, come pure la libertà di cui queste "truppe di pace" godono. Droga violenza tortura omicidio ... chi più ne ha più ne metta. Anche un padre distrutto si ravvede, perdona, o meglio capisce, sia il figlio che il suo assassino, come pure l'omertà del gruppo. Una guerra assurda, come lo fu quella del Vietnam, con militari drogati che sfogano la loro depressione torturando malcapitati civili, come ben sapeva fare "Doc". E la bandiera issata al contrario in segno di disonore lo dimostra. Negli occhi del padre si scorge l'amarezza di giovani vite spezzate, gettate al vento, in nome di assurde guerre politiche, contro nemici costruiti ad arte dai media, ed atte solo a giustificare massicci investimenti in armi con la gioia e la benedizione delle lobby, vere padrone degli USA. Grandi, grandissimi gli attori, tutti! Ma, nella valle di Elah, chi è Davide e chi Golia?
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