il prof. egizio domenico
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martedì 6 novembre 2007
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il prof.egizio domenico: "invade e travolge"
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UNO STILE SOBRIO QUELLO DI EMIDIO GRECO, ELEGANTE ED ALLO STESSO TEMPO IMPECCABILE. PELLICOLA INTELLIGENTE ( QUINDI NON PER TUTTI !) E SCENEGGIATURA CAPACE DI NON PROCURARE EMICRANIE CON LUNGHI PING PONG DIALOGICI (VEDI AD ESENPIO FILM DI MATRICE AMERICANA). DIRIGE CON MAESTRIA, IN QUESTO CAPOLAVORO TUTTO NOSTRANO, DUE OTTIMI ATTORI TOMMASO RAGNO E MYRIAM CATANIA.
FILM SENSIBILE, PENETRANTE, INTUITIVO.
LAVORO RASSEGNATO, DOLENTE E FURBO.
GRAZIE MAESTRO GRECO
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(di il prof. egizio domenico)
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cloe
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martedì 6 novembre 2007
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orrore parte 2
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d'accordissimo e grazie per il commento! Ti mando un saluto con l'augurio che un giorno a Greco venga in mente di leggere i commenti...quel giorno potrebbe riconsiderare la sua intera carriera e MAGARI decidere di cambiare mestiere!
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commentatore qualunque
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lunedì 5 novembre 2007
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orrore!
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Inutilmente ridondante, delirante, insensato, inconcludente.
Pessima anche la qualità degli attori.
Insomma pellicola sprecata.
Il "film" non è degno di ulteriori commenti.
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(di siano71)
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terzini
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lunedì 5 novembre 2007
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molto valore alle immagini
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Un bel film, piacevole sceneggiatura ed ottima regia. Poco credibile L'attore Tommaso Ragno nella parte del professore universitario affascinante. Intensa e molto interpretativa l'attrice della fase finale che non è menzionata nel cast ( Kres mi sembra) ma il cui sguardo vale da solo tutto il film.
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la fine
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lunedì 5 novembre 2007
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uscito, ho incontrato la mia ex con il suo new boy
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l'uomo privato è senza nome. l'uomo privato non prova sentimenti. l'uomo privato non parla di nulla concretamente. l'uomo privato non si accorge degli altri. l'uomo privato è morto.
si è suicidato quando era studente di legge per non diventare quello che poi è diventato.
non c'è nulla di più insensato che soffrire per la fine di un amore mai iniziato.
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ciuriciuri
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lunedì 5 novembre 2007
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un film falsamente introspettivo, vuoto e inutile
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Alla ricerca disperata di un cinema d'autore di cui copia solo gli stilemi, il film procede per accumulo di immagini senza convogliare mai a una vera introspezione del tema che con presunzione propone di analizzare, ma -ahimè- un'ora e mezza di aria fritta : linguaggio volutamente criptico e falso-intellettuale alla Baricco, dove l'assenza del concetto di base ne nega a monte la potenziale poeticità, condito da una fotografia scarna nel senso peggiore del termine (la cinepresa vaga continuamente alla ricerca di un particolare o di un punto di fuoco che non trova mai); dialoghi al limite del ridicolo, che mettono a dura prova le capacità attoriali dei protagonisti; infinite e ridondanti disquisizioni su temi apparentemente intellettuali ma che ti lasciano in bocca un retrogusto più finto della salsa barbecue di McDonald's.
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Alla ricerca disperata di un cinema d'autore di cui copia solo gli stilemi, il film procede per accumulo di immagini senza convogliare mai a una vera introspezione del tema che con presunzione propone di analizzare, ma -ahimè- un'ora e mezza di aria fritta : linguaggio volutamente criptico e falso-intellettuale alla Baricco, dove l'assenza del concetto di base ne nega a monte la potenziale poeticità, condito da una fotografia scarna nel senso peggiore del termine (la cinepresa vaga continuamente alla ricerca di un particolare o di un punto di fuoco che non trova mai); dialoghi al limite del ridicolo, che mettono a dura prova le capacità attoriali dei protagonisti; infinite e ridondanti disquisizioni su temi apparentemente intellettuali ma che ti lasciano in bocca un retrogusto più finto della salsa barbecue di McDonald's. Dopo tutto una sola domanda: il produttore l'ha visto?
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vitti
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domenica 4 novembre 2007
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film utile a rappresentare l'inutilità
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Ritengo il film interessante.Rappresenta bene l'inutilità del mondo nel quale si muove il protagonista e l'aridità del protagonista stesso e anche del suo lavoro fatto solo di parole inutili.Conosco bene l'ambiente e trovo che sia ben reso Tommaso Ragno é molto bravo e per me una sorpresa.Forse la regia é eccessivamente scolastica , con evidenti spunti presi da regie famose.
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real me
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sabato 3 novembre 2007
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è la noia ke ogni voglia spazza via!
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ke brutto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! eravamo 1 90ina in sala all'inizio della proiezione...xla fine se eravamo 12-13 era tanto...ke squallore!!! cm si fa a criticare LA TERZA MADRE di dario argento e ritenerlo inferiore a questo...................................ah già, mi ero scordato: SIAMO IN ITALIA!!!
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tata_innamorata
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venerdì 2 novembre 2007
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film uniko e stra special!
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silencio
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mercoledì 31 ottobre 2007
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un "film-fantasma" senza fantasia.
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A nostro parere (condiviso peraltro dal 90% della stampa accreditata che ne ha coperto i titoli di coda con fischi e cori di disappunto) "L'uomo privato" è un “film fantasma”, un film che in realtà non c’è. In conferenza stampa Greco parla di un linguaggio “nuovo, rivoluzionario”, di un “film che, nell’affrontare un tema di avvertita attualità, percorre strade meno frequentate nella costruzione drammaturgica e narrativa”.
Emidio Greco parte da lontano, nella sua carriera si appoggia volentieri ai riferimenti letterari, da Karen Blixen a Leonardo Sciascia. La storia de “L’uomo privato” (qui i dettagli della trama), invece, si limita a non essere originale. Il tema dell’uomo che “si guarda vivere”, oltre ad essere toccato da molti ("Lo straniero" di Camus, "L'uomo che non c'era" dei Coen), è anche uno dei più difficili da rappresentare, soprattutto sullo schermo.
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A nostro parere (condiviso peraltro dal 90% della stampa accreditata che ne ha coperto i titoli di coda con fischi e cori di disappunto) "L'uomo privato" è un “film fantasma”, un film che in realtà non c’è. In conferenza stampa Greco parla di un linguaggio “nuovo, rivoluzionario”, di un “film che, nell’affrontare un tema di avvertita attualità, percorre strade meno frequentate nella costruzione drammaturgica e narrativa”.
Emidio Greco parte da lontano, nella sua carriera si appoggia volentieri ai riferimenti letterari, da Karen Blixen a Leonardo Sciascia. La storia de “L’uomo privato” (qui i dettagli della trama), invece, si limita a non essere originale. Il tema dell’uomo che “si guarda vivere”, oltre ad essere toccato da molti ("Lo straniero" di Camus, "L'uomo che non c'era" dei Coen), è anche uno dei più difficili da rappresentare, soprattutto sullo schermo.
Una lezione che Emidio Greco, classe 1938, non ha saputo cogliere neppure lontanamente.
Tommaso Ragno, che viene dal teatro, è un protagonista immobile e antipatico, che fa perdere subito interesse alla storia, per niente aiutato dalla fissità dello sguardo (imposta da Greco?), i movimenti di macchina inesistenti e, in prima battuta, da un estenuante monologo di Vanessa Gravina. Con esemplare lentezza e ampollosità si snoda la “rappresentazione” della vita pubblica dell’uomo privato, fatta di fugaci storie di letto (una sola, gratuita scena di sesso non è un po’ poco per raccontarcele?), lezioni di diritto che in nulla sfiorano la plausibilità, un irreale e distantissimo rapporto con il padre (Nanni Materassi), la preparazione di un misterioso convegno su economia e cultura (l’espediente misterioso e ambiguo dell’argomento sempre taciuto stanca immediatamente, se trattato in quel modo) e la rottura con la studentessa Silvia (un’isterica e spiritata Myriam Catania, che manovra a stento un personaggio assolutamente scontato). Tutto questo, gestito con il ritmo più sonnolento che si possa provare a immaginare (un’interminabile e ripetitiva sequenza a una festa per studenti, ben 8 minuti abbondanti, e un’irritante carrellata finale sul tanto chiacchierato convegno, di poco dentro ai 15 minuti). Con queste premesse la “svolta” del film non esce dalle virgolette, ma comunque eccola: uno studente viene ritrovato morto suicida con in tasca nome e indirizzo del professore di diritto. Emidio Greco parla di “virata nel giallo”. Ma non è possibile in nessun modo appassionarsi alla misteriosa morte di un personaggio che fino a quel momento non esiste e dopo non acquista comunque spessore, né essere vinti dalla tensione per conoscere la sorte di un protagonista così antipatico. La scelta di utilizzare attori mediocri o troppo attaccati al teatro e di inserirli in situazioni pensate e scritte con rara ingenuità narrativa non sembra essere un presupposto rassicurante. E in alcuni casi assistiamo al “freestyle” della gratuità, una svendita di sequenze approssimate, compiaciute e senza un briciolo d’inventiva. No a un cinema di sola apparenza, soprattutto quando nemmeno la confezione è curata a dovere. Sì allo svecchiamento delle idee, in termini di età biologica, sì (Greco è del ’38), ma anche e soprattutto di età creativa.No alla presunzione, alla pretenziosità e al farsene profeti. No a un “uomo privato” così. Sì a qualcosa di meglio, che, fortunatamente, si è visto provenire da cantieri italiani (e realizzato anche con meno soldi, che non è mai male) durante la Festa del Cinema di Roma.
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