mondolariano
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sabato 28 maggio 2011
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assurdo
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Uno dei tipici best-sellers il cui compito non è quello di fare cultura ma di fare commercio. Al cinema questi fenomeni servono da veicolo a vicende finto-mitologiche condite da orgiastici effetti speciali, il tutto confezionato per le nuove generazioni in cerca di diversivi. Questa “bussola d’oro” segue la scia de “Il signore degli anelli” e deriva dal medesimo padre (“La storia infinita”). Un film confuso, inenarrabile e totalmente assurdo. Ha però il merito di sfoggiare Nicole Kidman in veste di cattiva: un ruolo di co-protagonista che non aggiunge niente alla sua carriera di attrice. Buono l’orso corazzato e l’atmosfera notturna del polo nord, ma come tutti i prodotti di questo genere non supera le due stellette.
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Uno dei tipici best-sellers il cui compito non è quello di fare cultura ma di fare commercio. Al cinema questi fenomeni servono da veicolo a vicende finto-mitologiche condite da orgiastici effetti speciali, il tutto confezionato per le nuove generazioni in cerca di diversivi. Questa “bussola d’oro” segue la scia de “Il signore degli anelli” e deriva dal medesimo padre (“La storia infinita”). Un film confuso, inenarrabile e totalmente assurdo. Ha però il merito di sfoggiare Nicole Kidman in veste di cattiva: un ruolo di co-protagonista che non aggiunge niente alla sua carriera di attrice. Buono l’orso corazzato e l’atmosfera notturna del polo nord, ma come tutti i prodotti di questo genere non supera le due stellette.
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dakar
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venerdì 4 gennaio 2008
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film freddo e vuoto
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Come da frase da lancio, il film dai trailer promette molto a chi non ha letto i libri. Io ho avuto il piacere di leggerli. "piacere" nel senso letterario e nulla piu', visto che pur avendol iletti non ho trovato piacere alcuno in loro ne le tesi mi hanno convinto, poichè nella "libertà" professat aivi vi è sol osolitudine, nemmeno le proprie forze. Lungi da me appoggiare le tesi dei gruppi filocristiani. Tuttavia non trovo nulla di interessante nemmeno in quello che dice Pullman nei suoi libri. Il film riduce (giustamente) la trame del libro, ma ne stravolge anche eventi e motivazioni. La cosa è ...divertente...in quanto nel tentativo di immagine semi-buonista si scorge che la trama originaria era molto più oscura e, personalmente, nella caratterizzazione che hanno dato, io non riesco ad immaginare nel secondo film Daniel Gcraig (lo zio/padre duro ma giusto) ammazzare Roger per aprile il portare nella sua sua guerra contro Dio per creare la Repubblica dei Cieli al posto del Regno dei Cieli o Lyra stessa, questa Lyra, ammazzare Dio.
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Come da frase da lancio, il film dai trailer promette molto a chi non ha letto i libri. Io ho avuto il piacere di leggerli. "piacere" nel senso letterario e nulla piu', visto che pur avendol iletti non ho trovato piacere alcuno in loro ne le tesi mi hanno convinto, poichè nella "libertà" professat aivi vi è sol osolitudine, nemmeno le proprie forze. Lungi da me appoggiare le tesi dei gruppi filocristiani. Tuttavia non trovo nulla di interessante nemmeno in quello che dice Pullman nei suoi libri. Il film riduce (giustamente) la trame del libro, ma ne stravolge anche eventi e motivazioni. La cosa è ...divertente...in quanto nel tentativo di immagine semi-buonista si scorge che la trama originaria era molto più oscura e, personalmente, nella caratterizzazione che hanno dato, io non riesco ad immaginare nel secondo film Daniel Gcraig (lo zio/padre duro ma giusto) ammazzare Roger per aprile il portare nella sua sua guerra contro Dio per creare la Repubblica dei Cieli al posto del Regno dei Cieli o Lyra stessa, questa Lyra, ammazzare Dio. Il film e' davvero, come è stato scritto, pieno di "icone" personaggi buttati li come quadri, addirittura un Cristopher Lee, uno dei piu' grandi attori viventi, li per un cammeo giusto perche' i produttori possano dire "non ci siamo fatti mancare nulla". Il tutto per dire che il film è offensivo per l'autore stesso, che possonon condividere, ma rispetto. I suoi sono libri da leggere co nserietà ed una certa cognizione delle cose di cui si sta parlando. Può piacere ai bambini che vedono le scene spettacolari, ma il tema di fondo è più serio, più pesante di quello che viene presentato. Si sa, se hanno poteri magici al giorno d'oggi vanno al cinema, in quanto ormai viviamo in un mondo in cui "ognuno per se e Dio per tutti" per cui è più accattivante pensare ad avere poteri magici che risolvano i problemi che impegnarsi a farlo di persona contando sulle proprie forze. Il film porta (o trascina) nell'ombra e dice: "ora sei libero", ma forse si è solo soli.
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giulio brillarelli
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mercoledì 26 marzo 2008
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new line, gli anelli escono meglio delle bussole
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Venendo in possesso di un aggeggio magico in grado di rispondere a QUALUNQUE domanda, VOI quali curiosità vi togliereste? La mia top five:
1. che schedina devo giocare per vincere un pacco di milioni al SuperEnalotto?
2. chi ha fatto fuori i dinosauri?
3. Dio c'è?
4. chi è l'assassino di Kennedy?
5. è nato prima l'uovo o la gallina?
“La bussola d'oro”, costato 150-180 milioni di dollari, prodotto dalla stessa casa cinematografica della trilogia del “Signore degli Anelli”, la New Line Cinema, è solo l'ultimo (per ora) romanzo fantasy a trasformarsi in un film per il grande schermo. Peccato che gli esiti siano piuttosto deludenti, se paragonati con dei gioiellini come la trilogia tolkieniana diretta da Peter Jackson o anche il primo episodio della eptalogia di C.
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Venendo in possesso di un aggeggio magico in grado di rispondere a QUALUNQUE domanda, VOI quali curiosità vi togliereste? La mia top five:
1. che schedina devo giocare per vincere un pacco di milioni al SuperEnalotto?
2. chi ha fatto fuori i dinosauri?
3. Dio c'è?
4. chi è l'assassino di Kennedy?
5. è nato prima l'uovo o la gallina?
“La bussola d'oro”, costato 150-180 milioni di dollari, prodotto dalla stessa casa cinematografica della trilogia del “Signore degli Anelli”, la New Line Cinema, è solo l'ultimo (per ora) romanzo fantasy a trasformarsi in un film per il grande schermo. Peccato che gli esiti siano piuttosto deludenti, se paragonati con dei gioiellini come la trilogia tolkieniana diretta da Peter Jackson o anche il primo episodio della eptalogia di C.S. Lewis, “Le cronache di Narnia. Il leone, la strega e l'armadio”. Anche se risulta curioso come, nel passaggio dal romanzo di Philip Pullman al film, il regista-sceneggiatore Chris Weitz sia riuscito secondo me a migliorare la zuppa, rendendo molti passaggi della storia più incisivi ed efficaci.
Forse l'operazione più evidente compiuta da Weitz sul romanzo di Pullman consiste in una edulcorazione. Nel romanzo il lettore si trova più di una volta di fronte a scene che rasentano il macabro; ovviamente nel film non ne è rimasta traccia. Ma Weitz ha anche polarizzato le psicologie dei personaggi (i “buoni” sono buoni al 100%, i “cattivi” sono cattivi al 100%), rendendole più comprensibili e accettabili per un pubblico di bambini, una scelta certamente criticabile dal punto di vista di un adulto ma quasi inevitabile visto il target di riferimento.
Al contrario, leggendo il romanzo non si capisce bene se l'intenzione di Pullman fosse quella di rivolgersi a un pubblico di bambini, di adolescenti, di adulti; non solo per la presenza di alcuni passaggi, come si diceva, piuttosto “forti”, ma anche per l'attacco tutt'altro che velato alla Chiesa, dipinta come un potere opprimente che mira al controllo delle coscienze e all'occultamento della verità. Nel film questa critica non è del tutto assente, ma viene limata e smussata da una semplice omissione lessicale: laddove il romanzo di Pullman parla spesso di “Chiesa”, il film si limita a usare il termine “Magisterium”. Weitz, insomma, riesce almeno a confezionare un prodotto con un'identità ben precisa, quella del “film fantasy di Natale per famiglie”.
Confrontando “La bussola d'oro” con altri film fantasy degli ultimi anni, soprattutto “Il Signore degli Anelli” e “Le cronache di Narnia. Il leone, la strega e l'armadio”, quello che sembra mancare alla pellicola di Weitz è la capacità di ricostruire un vero e proprio mondo alternativo; una “subcreazione”, come avrebbe detto Tolkien. “La bussola d'oro” si apre mostrando le innumerevoli galassie che riempiono l'universo, ma in realtà fallisce nel tentativo di offrire allo spettatore quel realismo e quel livello di dettaglio che fanno la differenza nel cinema e nella letteratura fantasy. Malgrado certi spunti interessanti, come l'idea dei daimon o quella dell'aletiometro, “La bussola d'oro” segna dunque, purtroppo, un altro punto a favore di chi continua a considerare il fantasy come un genere, letterario e cinematografico, di serie b.
Da salvare l'eterea canzone dei titoli di coda, evocativa di quel Nord e di quell'aurora boreale che nel romanzo ben rappresentano il fascino dell'avventura e dei luoghi selvaggi e lontani, soltanto accennati nel film.
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(di leinonsachisonoio)
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