Il petroliere |
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Un film di Paul Thomas Anderson.
Con Daniel Day-Lewis, Paul Dano, Kevin J. O'Connor, Ciarán Hinds, Dillon Freasier.
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Titolo originale There Will Be Blood.
Drammatico,
b/n
durata 158 min.
- USA 2007.
- Buena Vista International Italia
uscita venerdì 15 febbraio 2008.
MYMONETRO
Il petroliere
valutazione media:
3,51
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Trascinante e sconvolgente epopea di frontieradi teoFeedback: 0 |
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venerdì 10 ottobre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo averne fatto un’attenta e scrupolosa visione, “Il petroliere”, statene certi, non è un film che si può rimuovere facilmente. Un’immensa e incontenibile epopea capitalista, un viaggio nei tortuosi e scoscesi meandri della mente umana, un crescendo di emozioni forti, metafore, nevrastenie, materialismi. Con una regia impeccabile, Anderson crea un film che ricorda tanto i romanzi di stampo verista (“La roba”, per esempio, di Giovanni Verga), ma forse in modo ancora più solcato, oscuro, tenebroso, eterno, quasi a dimostrare che la figura di Plainview trova un’incarnazione anche nel presente. La storia è caratterizzata da uno sconvolgente e quanto mai trascinante climax ascendente, fatto di continui ed efficaci riferimenti metaforici. Plainview non è un uomo, è più che altro una misantropa figura animalesca, feroce, spietata. L’avidità e la bramosia lo hanno portato a essere un uomo che ha la convinzione di bastare a se stesso, prescindendo dagli altri. Per Plainview la ricchezza e il potere sono mezzi per elevarsi al di sopra del genere umano, di cui pessimisticamente ormai non riesce a vedere altro che il male. Tutto ciò lo porta a cercare continuamente ed esasperatamente il modo di prevaricare sugli altri, non riuscendo ad accettare, come dice egli stesso in uno dei rari momenti di auto-introspezione del film, la competizione. E poi c’è Eli Sunday, un giovane cattolico, che, attraverso i suoi insegnamenti, fa nelle sue arringhe un’aspra denuncia dell’avarizia e della corruzione dell’anima, riferendosi chiaramente a Plainview; tuttavia non fa che finire per rivelarsi un “falso profeta”, un’ipocrita che approfitta dell’ignoranza della povera gente per infondere in essa la sua superstizione infervorata, esasperata, febbrile. La lotta ideologica fra i due li porterà ad una spietata rivalità, che, infine, sfocerà drammaticamente nella follia. Un connubio perfetto di veri e propri virtuosismi interpretativi (a cominciare da quello di Daniel Day-Lewis, profondo e quanto mai ispirato), ambientazioni di frontiera e una musica spasmodica, trascinante, a volte quasi irriverente e fascinosamente disturbante. E, infine, quel nauseante odore di petrolio che pervade ogni singola scena, penetra nelle vene, surclassa l'interiorità dell'uomo, si mescola indissolubilmente con il sangue di chi ha la debolezza di farsi catturare dal suo pericoloso magnetismo.
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