antonello villani
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mercoledì 25 ottobre 2006
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una streep cattiva più che mai
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In un mondo dove la moda è sinonimo di successo, il look diventa un autentico must. Lo sanno bene i protagonisti di “Il diavolo veste Prada”, film fuori concorso all’ultimo Festival del Cinema di Venezia. David Frankel, cineasta semisconosciuto con qualche titolo alle spalle, dirige una commedia che non fa sconti a nessuno: riviste e stilisti escono con le ossa rotta, eppure la ragazza del midwest che arriva nella Grande Mela per lavorare come segretaria di una direttrice stile Crudelia De Mon ha divertito il pubblico americano. Tratto dall’omonimo libro di Lauren Weisberger -la scrittrice è stata assistente personale di Anna Wintour, l’ex numero uno di Vogue- “Il diavolo veste Prada” ha in poco tempo sbancato il botteghino con la storia dell’aspirante giornalista che vuole realizzare il sogno americano; solo che i sogni possono trasformarsi in incubi, il mito della donna in carriera vacilla quando si tratta di scegliere tra la promozione e un fidanzato innamorato.
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In un mondo dove la moda è sinonimo di successo, il look diventa un autentico must. Lo sanno bene i protagonisti di “Il diavolo veste Prada”, film fuori concorso all’ultimo Festival del Cinema di Venezia. David Frankel, cineasta semisconosciuto con qualche titolo alle spalle, dirige una commedia che non fa sconti a nessuno: riviste e stilisti escono con le ossa rotta, eppure la ragazza del midwest che arriva nella Grande Mela per lavorare come segretaria di una direttrice stile Crudelia De Mon ha divertito il pubblico americano. Tratto dall’omonimo libro di Lauren Weisberger -la scrittrice è stata assistente personale di Anna Wintour, l’ex numero uno di Vogue- “Il diavolo veste Prada” ha in poco tempo sbancato il botteghino con la storia dell’aspirante giornalista che vuole realizzare il sogno americano; solo che i sogni possono trasformarsi in incubi, il mito della donna in carriera vacilla quando si tratta di scegliere tra la promozione e un fidanzato innamorato. Così il regista newyorkese scivola nel finale retorico e si rifugia nello stereotipo della donna di casa prendendo le distanze dalle frivolezze della moda: mobbing e competizione spinta all’eccesso, l’analisi di Frankel è ricca di spunti anche quando il ritratto che ne viene fuori non è proprio edificante. Tanto che importa, se la spietata protagonista ha il nome di Meryl Streep tutto sembra accettabile: calcolatrice e crudele sino al sadismo, Miranda Priestley è un’icona per milioni di “fashion victim”, temuta ed ammirata dalle ragazze taglia 38 che vogliono far carriera a qualunque costo. L’attrice americana impersona l’odiosa direttrice -gustose le ramanzine condite di spiegazioni filosofiche- che fa tremare i dipendenti vessandoli con orari da lavoro forzato; vicino un esercito di lacchè che ogni giorno deve evitare il licenziamento, uno stilista dalla battuta fulminante e una fanciulla che crede ancora alle fiabe. La bella addormentata sarà vittima di scarpe ed accessori da migliaia di dollari, poi capirà il suo posto nel mondo con una presa di coscienza da manuale: non si può rinunciare a se stessi senza essere condannati all’infelicità. Il messaggio buonista è da regista alle prime armi, ma Frankel sembra seguire i cliché della commedia brillante. Cinefili poco convinti, pubblico estasiato per gli abiti di Valentino in bella mostra.
Antonello Villani
(Salerno)
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rox
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mercoledì 25 ottobre 2006
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scontato il "lieto fine": ma è poi così lieto?
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Andy, il brutto anatroccolo timido ed insicuro che diventa maestoso cigno e poi ancora anatroccolo. Dopo tutto l'impegno, la dedizione e le sofferenze per raggiungere un obiettivo, quando finalmente ce l'ha a portata di mano, rinuncia. Si riscopre paladina di quei valori di bontà, di lealtà e di giustizia che, nel mondo della moda, come in molti altri ambienti di alto livello, non sono certo le doti più apprezzate e ricercate. Quando è a un passo dalla carriera, preferisce abbandonare tutto e seguire l'Amore, il fidanzato a Boston. Per quanto il film sia adorabilmente piacevole e divertente nella prima parte, il finale mi ha deluso. Chi fatica tanto per arrivare da qualche parte, in quell'ambiente, è alquanto improbabile che improvvisamente decida di mollare.
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Andy, il brutto anatroccolo timido ed insicuro che diventa maestoso cigno e poi ancora anatroccolo. Dopo tutto l'impegno, la dedizione e le sofferenze per raggiungere un obiettivo, quando finalmente ce l'ha a portata di mano, rinuncia. Si riscopre paladina di quei valori di bontà, di lealtà e di giustizia che, nel mondo della moda, come in molti altri ambienti di alto livello, non sono certo le doti più apprezzate e ricercate. Quando è a un passo dalla carriera, preferisce abbandonare tutto e seguire l'Amore, il fidanzato a Boston. Per quanto il film sia adorabilmente piacevole e divertente nella prima parte, il finale mi ha deluso. Chi fatica tanto per arrivare da qualche parte, in quell'ambiente, è alquanto improbabile che improvvisamente decida di mollare. Perchè quello è veramente il lavoro che un milione di ragazze vorrebbero avere.
Strepitoso tutto il cast. Meryl Streep è divina, Anne Hataway adorabile, Tucci geniale. E i due maschietti non lasciano certo indifferenti...
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lucia
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martedì 24 ottobre 2006
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quando si arriva al bivio
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un film al femminile dove i personaggi bel delineati si scontrano per far posto alle loro aspettative, per realizzare i loro sogni al di là di ogni sopportazione e di ogni tolleranza.
Il vero protagonista del film è il prestigioso mondo di una donna che non vuole vivere una vita vera e non dà ascolto ai suoi sentimenti anzi li sacrifica per lasciare spazio alla carriera.
E' una sfida soffocante che annulla ogni veridicità ed ogni sentimentalismo se non nel soddisfare le richieste assurde di due bambine che chiedono l'mpossibile.
Miranda ed Andrea sembrano incontrarsi ma poi avviene la separazione perchè vedendosi l'una nell'altra si rendono conto della necessità della scelta, ognuna di loro sceglierà ed in questa svolta è compresa la stima che le due donne matureranno l'una per l'altra.
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un film al femminile dove i personaggi bel delineati si scontrano per far posto alle loro aspettative, per realizzare i loro sogni al di là di ogni sopportazione e di ogni tolleranza.
Il vero protagonista del film è il prestigioso mondo di una donna che non vuole vivere una vita vera e non dà ascolto ai suoi sentimenti anzi li sacrifica per lasciare spazio alla carriera.
E' una sfida soffocante che annulla ogni veridicità ed ogni sentimentalismo se non nel soddisfare le richieste assurde di due bambine che chiedono l'mpossibile.
Miranda ed Andrea sembrano incontrarsi ma poi avviene la separazione perchè vedendosi l'una nell'altra si rendono conto della necessità della scelta, ognuna di loro sceglierà ed in questa svolta è compresa la stima che le due donne matureranno l'una per l'altra.
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movieslover
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martedì 24 ottobre 2006
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mi sembra un film un pò...strano
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Se il film si poneva come obiettivo quello di ridicolizzare tutto quanto ruota attorno al mondo della moda allora la missione è perfttamente compiuta. Il fatto è che, vedendo il film, questo non ha suscitato in me questa impressione... Il film scorre via fluido, senza alti nè bassi, non c'è un evento, un fatto, un'impressione principale che funge da radice per tutto il film. Percarità l'attrice che interpreta la protagonista del film non è affatto scarsa, è lo svolgersi del film, la trama che è molto scarna e prevedibile. Si distingue comunque da molti altri film del gener ed è ammirabile l'idea di trattare l'argomento in una maniera "piatta", senza esaltazioni. Ma, di contro, questo agli occhi del pubblico può risultare uno sbaglio.
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Se il film si poneva come obiettivo quello di ridicolizzare tutto quanto ruota attorno al mondo della moda allora la missione è perfttamente compiuta. Il fatto è che, vedendo il film, questo non ha suscitato in me questa impressione... Il film scorre via fluido, senza alti nè bassi, non c'è un evento, un fatto, un'impressione principale che funge da radice per tutto il film. Percarità l'attrice che interpreta la protagonista del film non è affatto scarsa, è lo svolgersi del film, la trama che è molto scarna e prevedibile. Si distingue comunque da molti altri film del gener ed è ammirabile l'idea di trattare l'argomento in una maniera "piatta", senza esaltazioni. Ma, di contro, questo agli occhi del pubblico può risultare uno sbaglio.
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[+] ma va
(di sexy sexyssima sara)
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francesco
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martedì 24 ottobre 2006
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il diavolo veste prodi
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Qualcuno potrebbe dire che è un film sulle buone intenzioni. Quasi un film di lotta di classe. In linea con la finanziaria 2006. Il diavolo veste Prodi.
www.francesconardi.it
[+] ma dai
(di superlilla)
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stefanobuoro
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lunedì 23 ottobre 2006
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bel film
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Ottimo, divertente, per certi versi profondo. Mi sono decisamente divertito. E Meryl Streep e fantastica.
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emilia
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domenica 22 ottobre 2006
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moda e realismo
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Piacevole commedia con una eccezionale Maryl Streep, attrice veratile, sempre bravissima.
Morale molto attuale sull'eccesiva identificazione dell'uomo con il suo lavoro e perfetta immagine esasperata della tirannia di alcuni "principali".
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anakin
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domenica 22 ottobre 2006
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videoclip...
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Questo è solo un gran bel videoclip con una grandissima attrice...niente di piu ' niente di meno!!!
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gigigi 23
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domenica 22 ottobre 2006
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troppo bello !!
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davvero bello !!!! molto divertente e appassionante, è un film diverso dagli altri, molto creativo. è stato molto bello !!!!
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vincenzo anicito
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sabato 21 ottobre 2006
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runaway
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Una cenerentola dotata di tanto talento e poco sex-appel, riuscirà ad inserirsi nel difficile mondo della moda? Sì, se capisce che per riuscrirci deve vendere l'anima al diavolo! Potrebbe concentrarsi in queste poche parole il film in questione, ma non è così. GLi intrecci della protagonisti sono il leit-motiv del movie, dato che da ingenua e (soprattutto) arruffata ragazza di periferia, Andrea si trasformerà in una spietata segretaria di prim'ordine. Anche se il finale non è scontato, o quantomeno non rispecchia la realtà, perchè "Il posto ambito da più di un milione di ragazze" lettrici di Runaway, la rivista protagonista di questo film, non può essere gettato alle ortiche così! La realtà, avrebbe proposto altre alternative, ma in fondo "Il Diavolo veste Prada" è bello per questo, per questo tocco di sentimentalismo che in definitiva si conclude con il classico lieto fine.
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Una cenerentola dotata di tanto talento e poco sex-appel, riuscirà ad inserirsi nel difficile mondo della moda? Sì, se capisce che per riuscrirci deve vendere l'anima al diavolo! Potrebbe concentrarsi in queste poche parole il film in questione, ma non è così. GLi intrecci della protagonisti sono il leit-motiv del movie, dato che da ingenua e (soprattutto) arruffata ragazza di periferia, Andrea si trasformerà in una spietata segretaria di prim'ordine. Anche se il finale non è scontato, o quantomeno non rispecchia la realtà, perchè "Il posto ambito da più di un milione di ragazze" lettrici di Runaway, la rivista protagonista di questo film, non può essere gettato alle ortiche così! La realtà, avrebbe proposto altre alternative, ma in fondo "Il Diavolo veste Prada" è bello per questo, per questo tocco di sentimentalismo che in definitiva si conclude con il classico lieto fine. Sublime l'interpretazione di Meryl Streep, assolutamente unica in un ruolo plasmato per le sue indiscusse doti di attrice.
Il film è da non perdere, e merita sicuramente un volto altissimo.
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