La bestia nel cuore |
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Un film di Cristina Comencini.
Con Giovanna Mezzogiorno, Alessio Boni, Stefania Rocca, Angela Finocchiaro, Giuseppe Battiston.
continua»
Drammatico,
durata 120 min.
- Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna 2005.
- 01 Distribution
uscita venerdì 9 settembre 2005.
MYMONETRO
La bestia nel cuore ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Roba da rotocalco
di Casina MauradierFeedback: |
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lunedì 24 ottobre 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
E’ vera gloria quella della Mezzogiorno e della Comincini? Sì, ma non più di tanto. Posso supporre che al mediocre gusto melodrammatico del pubblico italiano possa piacere, e molto, una specifica scena, la scena madre. Va descritta. E’ la notte di fine anno. La Mezzogiorno è ospite del fratello negli Stati Uniti, in una di quelle magioni di due piani, con tante stanze e tante vetrate, immerse nel verde, che a noi italiani fan pensare ai ricchi stratosferici è che lì sono la norma per una borghesia di medio-alto livello. E’ capodanno, dunque, e il fratello della Mezzogiorno se ne sta in giardino ad accendere i fuochi d’artificio quando una frase improvvida della di lui moglie detta alla nostra attrice fa scattare quest’ultima in un impeto, anzi in un raptus. Con viso stravolto si precipita in giardino gridando al fratello cos’è che devo sapere? Dimmelo? Cos’è? O qualche altra inconsulta frase del genere. La macchina da presa ondeggia, filtrata dalla sottile barriera dei fuochi di artificio che il fratello della nostra eroina stava accendendo, da lieve fumosità, da luci fuori fuoco e quindi dilatate, con i due fratelli che si abbracciano, si staccando, si stringono. Questa, dunque, la scena madre che molti ricorderanno come esempio di grande interpretazione. Una scena tipica di molti romanzi e film scadenti. Roba da rotocalco. Però la storia è una buona storia, raccontata senza lacrime e sangue, forse qualche lacrima; il tema è trattato da una certa distanza. La regia, più che discreta. Non ci si pente di aver speso due ore del proprio tempo sottratte alla lettura dei Classici – i Classici del fumetto, intendo – e circa 8 euro per il biglietto. Più della Mezzogiorno possono i personaggi e le storie di contorno: un’amica della Mezzogiorno (Stefania Rocca) cieca e pure lesbica che vive in un sottoscala – ed è proprio una bella ragazza, sebbene il termine che designa una parte per il tutto sarebbe più appropriato e renderebbe meglio l’idea; una collega della Mezzogiorno (Angela Finocchiaro) dotata di un certo esitante umorismo volontario e involontario. Dal film ho poi tratto una mia morale, al modo delle favole di Esopo. Che essere ciechi presenta comunque il vantaggio di poter vivere in un sottoscala e quindi in una casa oscura, senza patirne gli svantaggi e con ragguardevole risparmio sulle spese di affitto o acquisto. E il resto del film? Lieto fine travagliato con travaglio. Per la recensione completa www.acheserveilnichelino.splinder.com
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