cantastorie
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giovedì 14 gennaio 2010
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"for all you good people in the midwest..
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..sorry we said 'fuck' so much."
Inizio dal consigliarvi di vedere questo film in lingua originale, massimo con i sottotitoli in italiano, che sono più fedeli al testo originale. Il doppiaggio lascia alcune battute vuote e prive di alcun senso sia nel contesto globale del film che in quello particolare del momento.
Detto ciò.. ci troviamo davanti ad una pellicola con un narratore particolarmente simpatico anche se non propriamente brillante (che ci chiede scusa per una scena assolutamente inutile; ma ci avverte che non è un film alla "Signore degli Anelli" e non fa finta di finire 17 volte). Ho scritto "non propriamente brillante" perché Harry Lockhart (Robert Downey Jr.
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..sorry we said 'fuck' so much."
Inizio dal consigliarvi di vedere questo film in lingua originale, massimo con i sottotitoli in italiano, che sono più fedeli al testo originale. Il doppiaggio lascia alcune battute vuote e prive di alcun senso sia nel contesto globale del film che in quello particolare del momento.
Detto ciò.. ci troviamo davanti ad una pellicola con un narratore particolarmente simpatico anche se non propriamente brillante (che ci chiede scusa per una scena assolutamente inutile; ma ci avverte che non è un film alla "Signore degli Anelli" e non fa finta di finire 17 volte). Ho scritto "non propriamente brillante" perché Harry Lockhart (Robert Downey Jr.) è un uomo semplice, in qualche modo puro, vagamente infantile alla "ultimo cavaliere"; un ladruncolo sfigato, impacciato e follemente innamorato da 30 anni della stessa ragazza, Harmony Faith Lane (Michelle Monaghan).
Si trovano entrambi a L.A. e si vedono coinvolti in un giallo intricatissimo e ben bilanciato. Piovono cadaveri.. ma anche brillanti battute. Downey Jr. rende il suo personaggio incredibilmente dolce e crea una tenera simbiosi con Gay Perry (strepitoso Val Kilmer). "..questo è un film sull'amicizia, perché l'amicizia è sacra", riesce a dirci alla fine del film, prima che Perry gli tappi, per l'ennesima volta, la bocca. Commedia, giallo e noir si mischiano favolosamente alternando momenti esilaranti ad altri di una cupezza incredibile.
Gli elementi più comuni (non vorrei dire "banali") come l'uomo imbranato, la ragazza dei sogni, l'incastro, il gay, vengono giocati benissimo in un mix che soddisfa e lascia felici. E' propriamente uno di quei film che ti lascia uscire dalla sala o spegnere il televisore con un sorriso e la testa leggera. Infine, le interpretazioni sono accuratissime; le musiche non si fanno ricordare particolarmente; la regia è soddisfacente. Nota per l'edizione dvd: le gag sono assolutamente da vedere.
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ultimoboyscout
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martedì 30 agosto 2011
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tosta michelle!
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Il film si regge su una storia più che discreta, ingarbugliata ma non appesantita e sulle interpretazioni dei tre attori pricipali: Downey Jr., sulla carta il migliore del terzetto, appare il più incerto. Sorprende invece la Monaghan, davvero brava, convincente, calata nella parte, alla sua miglior prova della carriera, mentre piace e diverte un brioso Val Kilmer. Il titolo è copiato da un film di Tessari con Giuliano Gemma del 1966 e narra le vicende di una mezza tacca di criminale che viene scambiato per attore e che viene affidato alle cure di un detective gay per prepararlo ad interpretare la parte di un poliziotto e che invece finirà con l'aiuto dello stesso detective ad indagare sulla morte di una ragazza.
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Il film si regge su una storia più che discreta, ingarbugliata ma non appesantita e sulle interpretazioni dei tre attori pricipali: Downey Jr., sulla carta il migliore del terzetto, appare il più incerto. Sorprende invece la Monaghan, davvero brava, convincente, calata nella parte, alla sua miglior prova della carriera, mentre piace e diverte un brioso Val Kilmer. Il titolo è copiato da un film di Tessari con Giuliano Gemma del 1966 e narra le vicende di una mezza tacca di criminale che viene scambiato per attore e che viene affidato alle cure di un detective gay per prepararlo ad interpretare la parte di un poliziotto e che invece finirà con l'aiuto dello stesso detective ad indagare sulla morte di una ragazza. Con tempi più da commedia che da thriller, è un giallo a forti tinte rosa, dallo homour spiccatamente nero, con vaghi riferimenti al cinema di Tarantino: la storia si spalma su quattro giorni più un epilogo, con un plot incasinatissimo che di più non si potrebbe e con la voce narrante a portare ancora più scompiglio, bloccando il racconto, riproponendo scene in maniera diversa e facendo fare alla storia salti temporali. Nel marasma generale creato ad hoc da Black, già sceneggiatore di "Arma letale " e "L'ultimo boyscout" (scusate se è poco...) c'è spazio pure per Downey Jr. che si diverte a cantare la canzone dei titoli di coda e per trovate magari fuori moda e fuori tempo ma dall'impatto certo. Scorretto, ricco di citazioni e omaggi e parodie del noir. Il personaggio della Monaghan, unito alla sua interpretazione eprfetta, è forse la parte migliore e più riuscita del film.
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davide chiappetta
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venerdì 30 novembre 2012
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storia insensata
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Malriuscito tentativo di commistione tra la commedia e il giallo. Arriva con molti anni di ritardo sull'hardboiled rivisitato, 'Pulp Fiction' basta e avanza. La storia è faragginosa la storia puerile i personaggi superficiali che sembrano di interpretare altri personaggi di films, il film manca di cervello e di cuore, dopo meno una mezz'ora ci si comincia ad annoiare troppo, ci sono alcune sequenze che alzano più o meno la suspence ma tutto rimane nello sfondo, dopo pochi secondi torna la noia; inseguimenti sulle strade che ricordano troppo 'Arma Letale'; l'unica nota, diciamo positiva, è la bravura di Downey Jr in alcune scene, ma il resto è da dimenticare a partire da un insopportabile Kilmer cosi come insopportabili sono i dialoghi e la voce fuoricampo che tenta, vanamente, di spiazzare sorprendere o divertire il pubblico; l'unica scena degna di nota è la morte della ragazza dalla parrucca rossa uccisa da un killer mentre il protagonista è nascosto sotto il suo letto, e mentre sta esalando l'ultimo respiro lei e il protagonista si guardano negli occhi, ma forse anche questa scena è scopiazzata da Kill Bill volume 1.
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