kata
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mercoledì 24 novembre 2004
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christian, che folle dieta hai fatto?
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Ho visto il film ieri e devo dire che – nel complesso – mi è piaciuto.
Sicuramente manca quell’effetto “sorpresa” che film del genere sono soliti sortire con maestria, frutto di accurato studio dei tempi e dei dettagli.
Gli indizi sullo stato di malattia di Trevor sono tantissimi.
Troppo grottesco il nemico del protagonista (se stesso) per non accorgersi che è frutto di un’immaginazione malata.
Ma - forse – la forza del racconto sta proprio in questo: una spiegazione finale spiazzante e diversa da quella che si va costruendo – scena per scena – avrebbe rovinato il film.
Il regista e la fotografia ci aiutano a capire il personaggio e la trama.
Il gioco dei colori e degli ambienti è rivelatore.
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Ho visto il film ieri e devo dire che – nel complesso – mi è piaciuto.
Sicuramente manca quell’effetto “sorpresa” che film del genere sono soliti sortire con maestria, frutto di accurato studio dei tempi e dei dettagli.
Gli indizi sullo stato di malattia di Trevor sono tantissimi.
Troppo grottesco il nemico del protagonista (se stesso) per non accorgersi che è frutto di un’immaginazione malata.
Ma - forse – la forza del racconto sta proprio in questo: una spiegazione finale spiazzante e diversa da quella che si va costruendo – scena per scena – avrebbe rovinato il film.
Il regista e la fotografia ci aiutano a capire il personaggio e la trama.
Il gioco dei colori e degli ambienti è rivelatore.
La tensione si trasforma in angoscia, ma mai in terrore. Non esistono scene particolarmente agghiaccianti. Di agghiacciante c’è solo il volto scavato del protagonista al quale lo spettatore non riesce ad abituarsi fino all’ultima inquadratura. (Bravissimo… 30 kg per un film ed un’ottima interpretazione!)
Il film offre, inoltre, anche degli spunti di riflessione: fino a che punto si spinge l’immaginazione malata di Trevor? Cosa è realtà e cosa invece non esiste? Cosa succede nel momento in cui si interrompe bruscamente la fase di allucinazione?
Quegli spazi aperti in cui non tutto è scontato e banale, lasciati allo spettatore attento.
I temi della rimozione, della malattia mentale sono, infine, affrontati lucidamente e altrettanto lucidamente vengono descritti gli stati del personaggio.
In sintesi, un film originale. Originale nella sua ovvietà. Nella sua scarsa spettacolarità.
E sicuramente meritevole di una e di più visioni.
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kata
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mercoledì 24 novembre 2004
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christian, che folle dieta hai fatto?
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Ho visto il film ieri e devo dire che – nel complesso – mi è piaciuto.
Sicuramente manca quell’effetto “sorpresa” che film del genere sono soliti sortire con maestria, frutto di accurato studio dei tempi e dei dettagli.
Gli indizi sullo stato di malattia di Trevor sono tantissimi.
Troppo grottesco il nemico del protagonista (se stesso) per non accorgersi che è frutto di un’immaginazione malata.
Ma - forse – la forza del racconto sta proprio in questo: una spiegazione finale spiazzante e diversa da quella che si va costruendo – scena per scena – avrebbe rovinato il film.
Il regista e la fotografia ci aiutano a capire il personaggio e la trama.
Il gioco dei colori e degli ambienti è rivelatore.
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Ho visto il film ieri e devo dire che – nel complesso – mi è piaciuto.
Sicuramente manca quell’effetto “sorpresa” che film del genere sono soliti sortire con maestria, frutto di accurato studio dei tempi e dei dettagli.
Gli indizi sullo stato di malattia di Trevor sono tantissimi.
Troppo grottesco il nemico del protagonista (se stesso) per non accorgersi che è frutto di un’immaginazione malata.
Ma - forse – la forza del racconto sta proprio in questo: una spiegazione finale spiazzante e diversa da quella che si va costruendo – scena per scena – avrebbe rovinato il film.
Il regista e la fotografia ci aiutano a capire il personaggio e la trama.
Il gioco dei colori e degli ambienti è rivelatore.
La tensione si trasforma in angoscia, ma mai in terrore. Non esistono scene particolarmente agghiaccianti. Di agghiacciante c’è solo il volto scavato del protagonista al quale lo spettatore non riesce ad abituarsi fino all’ultima inquadratura. (Bravissimo… 30 kg per un film ed un’ottima interpretazione!)
Il film offre, inoltre, anche degli spunti di riflessione: fino a che punto si spinge l’immaginazione malata di Trevor? Cosa è realtà e cosa invece non esiste? Cosa succede nel momento in cui si interrompe bruscamente la fase di allucinazione?
Quegli spazi aperti in cui non tutto è scontato e banale, lasciati allo spettatore attento.
I temi della rimozione, della malattia mentale sono, infine, affrontati lucidamente e altrettanto lucidamente vengono descritti gli stati del personaggio.
In sintesi, un film originale. Originale nella sua ovvietà. Nella sua scarsa spettacolarità.
E sicuramente meritevole di una e di più visioni.
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mbh
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domenica 21 novembre 2004
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il pubblico ride , dorme o si esalta
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Questo film sarà un capolavoro ma la gente al cinema dorme o ride ( trevor quando si butta sotto una macchina per farsi male è una gag davvero divertente, alla mister Been ). La fotografia e la pellicola ( 16mm? ) saranno espressione dell' arte, ma solo per una nicchia di critici che prima di eprimere un giudizio od un'emozione, si girano nella sala , colgono i dettagli dei visi degli spettatori, e se percepiscono disapprovazione generale, la esaltano, facendo emergere l'essenza dell' arte.
Una ossessiva inclusione di dettagli e di particolari dove si fa a gara chi ne individua di più, è un ulteriore segnale che questo film è nato per diventare un cult non un film che piace ai più. E' indubbiamete originale e farà parlare di se.
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Questo film sarà un capolavoro ma la gente al cinema dorme o ride ( trevor quando si butta sotto una macchina per farsi male è una gag davvero divertente, alla mister Been ). La fotografia e la pellicola ( 16mm? ) saranno espressione dell' arte, ma solo per una nicchia di critici che prima di eprimere un giudizio od un'emozione, si girano nella sala , colgono i dettagli dei visi degli spettatori, e se percepiscono disapprovazione generale, la esaltano, facendo emergere l'essenza dell' arte.
Una ossessiva inclusione di dettagli e di particolari dove si fa a gara chi ne individua di più, è un ulteriore segnale che questo film è nato per diventare un cult non un film che piace ai più. E' indubbiamete originale e farà parlare di se. L'interpretazione di Bale è interessante e valida.
cinefili accorrete perchè è un film stimolante che mette a dura prova la vostra criticità, nel bene e nel male.
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andrea magagnato
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domenica 21 novembre 2004
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il passato ritorna
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Travor Resnick è un cadavere ambulante. Trascina lento e stanco le sue ossa dal posto di lavoro al letto di una prostituta. Lo sappiano già dal titolo..è un uomo che non dorme da un’anno, tormentato da un’insonnia che non gli da tregua e che, supponiamo, nasconda motivazioni psicologiche ben sepolte nella dimensione inconscia. Sappiamo già dalla sequenza iniziale che Travor nasconde qualcosa, niente di buono probabilmente, lo vediamo per la prima volta deformato e sgranato da dientro una vetrata mentre avvolge un corpo con un pesante tappeto. Lo seguiamo mentre, sconvolto, cerca di sbarazzarsi del cadavere gettandolo da una scogliera.
Il regista inglese Brad Anderson e il suo sceneggiatore Scott Kosar sono bravi ad iniziare subito alla grande facendo intravedere la natura disturbata del loro personaggio, regalando allo spettatore i primi dubbi e alimentando sapientemente le prime domande.
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Travor Resnick è un cadavere ambulante. Trascina lento e stanco le sue ossa dal posto di lavoro al letto di una prostituta. Lo sappiano già dal titolo..è un uomo che non dorme da un’anno, tormentato da un’insonnia che non gli da tregua e che, supponiamo, nasconda motivazioni psicologiche ben sepolte nella dimensione inconscia. Sappiamo già dalla sequenza iniziale che Travor nasconde qualcosa, niente di buono probabilmente, lo vediamo per la prima volta deformato e sgranato da dientro una vetrata mentre avvolge un corpo con un pesante tappeto. Lo seguiamo mentre, sconvolto, cerca di sbarazzarsi del cadavere gettandolo da una scogliera.
Il regista inglese Brad Anderson e il suo sceneggiatore Scott Kosar sono bravi ad iniziare subito alla grande facendo intravedere la natura disturbata del loro personaggio, regalando allo spettatore i primi dubbi e alimentando sapientemente le prime domande.
Per descrivere questo film sono state scomodate molte personalità illustri del mondo del cinema noir e dintorni, da Hitchcock a Lynch, da Cronenberg a Polansky...noi preferiamo riferirci alla letteratura e chiamare in causa Freud e Dostoevskij (è lo stesso Scott Kosar ad affermare di essere stato influenzato dal racconto "Il doppio" di Dostoesvkij). Personalità che per prime hanno chiamato in causa nei loro scritti incubi e pulsioni rimosse, un mondo sotterraneo fatto di ricordi involontariamente sepolti che riaffiorano di tanto in tanto per via onirica...o ,per chi non dorme, sotto forma di morbose allucinazioni. E’ “Il sottosuolo” per Dostoevskij e l”inconscio” per Freud. Per tutto il film assisteremo ad un continuo alternarsi più o meno evidente, di ossessionie vita reale, tra tormentati sensi di colpa e apparenti congiure in cerca di vendetta. Non ci è ammesso capire fino in fondo se è tutto frutto di una mente disturbata o se la verità non è poi troppo distante.
Quello che sappiamo e che vediamo chiaramente è un Christian Bale inaspettatamente grande. Una interpretazione ammirevole sia per l’impegnoe il duro lavoro sul suo corpo (lo vedremo con 30kg in meno) sia per l’intensità che riesce a trasmettere con i suoi occhi ispiritati in cerca di risposte. Una regia tutto sommato efficace che ama giocare con le superfici riflettenti (innumerevoli gli specchi ripresi) che storpiano molte volte il volto scavato di Travor, la m.d.p. si nasconde più di una volta dietro superfici opache, vetrate gocciolanti, lenzuoli trasparenti ed è accompagnata da un splendita fotografia pallida che avidenzia con efficacia i movimeni interiori del nostro pover’ uomo ossuto. Le pecche ci sono e le troviamo probabilmente a livello di sceneggiatura. Più di una domanda senza risposta e qualche elissi di troppo non pregiudicano comunque un bel film che se non altro ha il merito di risparmiare allo spettatore, che ha voglia di cinema, di subirsi una delle tante porcate horror in giro in questi tempi.
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