La passione di Cristo

Acquista su Ibs.it   Soundtrack La passione di Cristo   Dvd La passione di Cristo   Blu-Ray La passione di Cristo  
Un film di Mel Gibson. Con Jim Caviezel, Maia Morgenstern, Monica Bellucci, Rosalinda Celentano.
continua»
Titolo originale The Passion of the Christ. Religioso, durata 126 min. - USA, Italia 2004. MYMONETRO La passione di Cristo * * * - - valutazione media: 3,21 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Natalia Aspesi

La Repubblica

Anche in Italia l’ha già visto una moltitudine, su invito esclusivo e quindi gratis, in quanto esperti di qualcosa, dalla Bibbia al cinema horror. In più se ne è parlato ormai così tanto che pare di conoscerlo scena per scena con tutti i pro e i contro, il colpo finale, anche se non sanguinolento, glie l’ha dato a “Porta a Porta” una folla di chiacchieroni (quasi sempre a vanvera): e se mancava la solitamente immancabile decana della trasmissione, Alba Parietti, c’era però monsignor John Foley, con cui Vespa andava sul sicuro, avendo l’illustre e gioviale religioso già riempito I giornali di tutto il mondo con il suo plauso per la Passione secondo Mel Gibson: d’accordo con lui tutti, tranne il cauto rabbino capo di Milano Giuseppe Laras e il dubbioso critico Gian Luigi Rondi, il cui sincero amore per il buon cinema ha avutola meglio sulla sua profonda fede cattolica.
Alla vigilia dell’invasione in più di 700 cinema, ovviamente nella settimana di Pasqua, ci si può anche chiedere se questo “snuff movie” (però finto, infatti il corpo martoriato di Gesù è di cartapesta) avrebbe suscitato tutto questo casino, apprezzamenti e insulti, ovazioni e disgusto, miracoli e indignazione, (e una quantità di miliardi) se forse lo stesso regista coi suoi amici oltranzisti cattolici, non avessero messo in giro la voce che trattavasi di onera antisemita. Pro-
prio adesso! Nel momento storico meno adatto! Con gli islamici che si fregano le mani! E il Papa che forse acconsente! E Baget Bozzo cui nessuno ha chiesto il parere. Costretti ad andarlo a vedere per carità di patria e ben contenti di dire la loro, si sono subito formati gli opposti estremismi, senza un minimo di freno: da una parte i cattolici integralisti con le lacrime agli occhi a dire che il film non è antisemita ma dice solo la verità sul deicidio ed è bellissimo, e dall’altra gli ebrei (e i cattolici che evitano la via Crucis in ginocchio sui sassolini acuminati, e i laici, e i liberal, e i biblisti e tutti quelli che almeno una volta hanno letto i Vangeli), a dire che è antisemita e non rispetta né la storia (Ponzio Pilato buono, quello che sterminava gli ebrei tanto da essere richiamato persino dall’imperatore Tiberio) né le Scritture ed è alla fine bruttissimo.
Dicono chele ragazze dei college americani fanno a gara a chi resiste più alla gragnola di torture inflitte al muto Gesù e la prima che chiude gli occhi paga pegno. Io gli occhi non li ho chiusi, perché quando a furia di frustate col gatto a nove code (preceduto da una gragnuola di bastonate) il Figlio dell’Uomo viene trasformato, come scrive il “SundayTimes”, in «una pizza umana», si perde fortunatamente ogni sen-sodi tragedia e sofferenza come fosse un cartone animato e ci si guarda attorno per vedere se gli altri spettatori invece svengono osi sono assopiti. Però dopo più di un’ora di questo schermo schizzato di rosso, quando al povero Cristo gli mettono in testa anche la corona di spine, ovviamente ghignando, mi sono detta, qui colpi di scena non ce ne saranno, e siccome so come la storia va a finire, meglio andare a respirare una boccata d’aria anche se mefitica. Insomma mi sono persa la Crocifissione, con chiodi piantati nelle mani e braccia disarticolate e altri litri di sangue e su croce oleografica, essendo quella d’epoca diversa, a forma di Te con seggiolino per il condannato.
A parte tutto, ci sarà una ragione, non solo estetica ma anche religiosa per cui l’arte ha risparmiato di infierire sul corpo di Gesù: e per esempio tra le migliaia di capolavori, penso al meraviglioso Ecce Homo di Antonello da Messina a Palazzo Spinola di Pellicceria a Genova, con quegli occhi spalancati e dolenti, il bianco corpo su cui splendono rare minuscole gocce di sangue e davanti a cui, mi dice la direttrice Farida Simonetti, non sono poche le persone che si commuovono e piangono. Mel Gibson dice di essersi ispirato, per la sua truce Passione, al Caravaggio e al Mantegna, ma fa pensare invece agli artisti del tetro Rinascimento tedesco, al verdastro e contorto corpo di Cristo sulla Croce dipinto nel 1515 da Matthias Grunewald, che suscita più spavento che devozione. E non nei Vangeli, molto sobri nel raccontare in poche righe la Passione, il forsennato Gibson deve aver trovato pane per i suoi denti, ma in certe mistiche che si ritrovavano coperte di stigmate e raccontavano che Gesù aveva loro rivelato il suo martirio in stile grand guignol, «bastonato 6. 666 volte sul corpo, 110 volte in testa... perse 28. 430 gocce di sangue...».
Quanto all’antisemitismo della Passione di Cristo, pare una esagerazione: come in tutti i film sempliciotti, soprattutto in costume, ci sono i cattivi qui rappresentati con pesanti e sontuosi costumi, lunghe barbe e sguardo obliquo (ebrei del Sinodo), folla vociante che chiede sangue (popolo stracciato ebreo) e torturatori sdentati e strabici (soldati romani). Ma, parlando in aramaico e latino, appaiono come macchiette un Po’ ridicole, quindi difficili da odiare, se non sei Mel Gibson o suo papa o qualche scriteriato via di testa. Se mai resteranno delusi i credenti del tipo pacifico, post Vaticano H: perché di Gesù manca la meraviglia della parola, manca il messaggio d’amore, manca Dio, e la Resurrezione, l’evento sacro che Io fa diverso dalle migliaia di persone condannate alla crocifissione dai Romani, è sbrigata in due minuti, come un incidente casuale ancorché magico. E Poi attenzione, per questo film dimenticarsi delle paroledi Gesù agliApostoli, “Lasciate che i fanciulli vengano a me”. Se potesse dire quel che pensa del film di Gibson oggi certamente raccomanderebbe: “E per favore non portateci i bambini’.
Una commissione di censura punitiva, in Italia, non ha previsto nessuna limitazione. Gli pare giusto che a qualsiasi età si assista a un’orgia di sangue, a due ore di sofferenza splatter, al film più horror mai arrivato nei cinema. Forse in nome dell’Inquisizione, che somministrava santi tormenti, e innalzava i roghi nelle piazze per educare le folle, il che potrebbe ispirare un altro efferato film di Gibson.
Da La Repubblica, 6 aprile 2004


di Natalia Aspesi, 6 aprile 2004

Sei d'accordo con la recensione di Natalia Aspesi?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
33%
No
67%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico
La passione di Cristo | Indice

Recensioni & Opinionisti Premi
Multimedia Shop & Showtime
Premio Oscar (1)


Articoli & News
Poster e locandine
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 |
Immagini
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 |
Scheda | Cast | News | Trailer | Poster | Foto | Frasi | Rassegna Stampa | Pubblico | Forum | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità