The Life of David Gale |
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Un film di Alan Parker.
Con Kevin Spacey, Kate Winslet, Laura Linney, Gabriel Mann, Matt Craven.
continua»
Drammatico,
durata 131 min.
- USA 2003.
MYMONETRO
The Life of David Gale
valutazione media:
3,33
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il vero significato del filmdi FranzFeedback: 0 |
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venerdì 5 settembre 2008 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sulla recensione di Zappoli meglio stendere un velo. Raramente ho letto recensioni più superficiali. Come già qualcuno ha notato giustamente, il film usa il tema della pena di morte per parlare in realtà d'altro. E questo 'altro' è un problema filosofico-sociale molto complesso di cui ha sofferto la modernità dall'illuminismo in poi: la ricerca della Verità come base delle nostre azioni e delle nostre scelte. Da Kant in poi, la morale è diventata una questione privata, soggettiva ("la legge morale dentro di noi, il cielo stellato sopra di noi", ve lo ricordate?) e con Nietzsche questo aspetto è stato portato alle estreme conseguenze. Non è più da secoli la Verità a guidare il cammino dell'uomo moderno, ma UNA verità da imporre agli altri, con la forza o con la persuasione. Precisamente, la verità che più ci piace, o ci fa comodo. Il protagonista del film è un Socrate al contrario: Socrate morì per amore della Verità, lui muore per amore della SUA verità. Infatti, non riuscendo a dimostrare con argomentazioni incontrovertibili che la pena di morte crea danni sociali maggiori dei suoi 'vantaggi', decide di 'creare' artificialmente il caso che gli dia ragione. In un certo senso, questo è il male dei giorni nostri; giorni in cui i giornali, la televisione, i politici e perfino la gente comune mente, trucca le notizie, i sondaggi, i bilanci, il proprio stile di vita per far prevalere la rappresentazione sulla sostanza, ovvero una verità sulla Verità. E', questa, una moderna forma di sofistica, l'arte di OTTENERE ragione, non di AVERLA. Il film è molto raffinato, forse troppo, nonostante l'apparenza commerciale. Mi sorprende però che dei critici di mestiere non arrivino neanche vicino a comprenderlo. E' irrilevante de Parker sia a favore o meno della pena di morte, essa è solo un pretesto. Ma mi sorge il dubbio che, in fondo, questo film sia stato capito e 'rifiutato': che i nostri critici abbiano sentito fischiare le orecchie in quel finale di denuncia contro i novelli sofisti?
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