Dogville |
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Un film di Lars von Trier.
Con Nicole Kidman, Stellan Skarsgård, Siobhan Fallon Hogan, Chloë Sevigny, Patricia Clarkson.
continua»
Drammatico,
durata 165 min.
- Danimarca, Francia, Svezia, Norvegia 2003.
MYMONETRO
Dogville
valutazione media:
3,99
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sui rapporti umanidi stefano capassoFeedback: |
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lunedì 9 giugno 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dogville è una cittadina degli Stati Uniti, isolata, la strada che ci arriva si interrompe lì. Una piccola comunità ci vive nelle sue abitudini consolidate e immutabili. L'arrivo improvviso di Grace, che cerca di sfuggire ai gangster innesca una serie di processi relazionali tra gli abitanti. Grace è una giovane e bella donna che ha bisogno di aiuto e da questo gli abitanti di Dogville partono nel costruire la relazione con lei. Solidarietà e fiducia. Che nel tempo cominciano a trasformarsi; la natura degli individui fuori dal contesto gruppale riprende il sopravvento e di lì poco a poco anche il sentimento gruppale della comunità si ridisegna sui nuovi sentimenti individuali. Cosi Grace poco a poco, da oggetto da salvare diventa, oggetto di persecuzione infine oggetto indesiderato. Dal canto suo, Grace che si è trovata in quella situazione perché voleva sciogliersi dal laccio familiare di stampo malavitoso, - il papa era il gangster che la inseguiva -, inizialmente è disposta a tutto, vuole guadagnare l’amore e l’attenzione di tutti, è disposta a perdonare e a comprendere anche le umiliazioni inflittele in nome di una sorta di espiazione che compie per distinguersi dal padre. E alla fine, quando ormai abbandonata anche dal suo innamorato, il padre torna a prenderla, accetterà le sue origini, si riappacificherà col padre e troverà modo di prendersi la sua terribile rivincita con gli abitanti di Dogville. Abbandona gli abiti virtuosi per indossare quelli più scomodi e per lei più soddisfacenti di figlia di un gangster, accettando in sostanza ciò che è.
Poca scenografia e tanta indagine sui rapporti umani, nel tipico stile dei grandi drammaturgi scandinavi; rapporti difficili, contradditori, penosi, a volte dolorosi che tutti, tra adattamenti funzionali di comodo e a volte necessari viviamo giorno per giorno nelle nostre vite.
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