sara77
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giovedì 8 maggio 2008
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questo sarebbe cinema ?!
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Banale, scontato, alla ricerca disperata della polemica a tutti i costi, della serie "non importa se si parla bene o male, l'importante è che se ne parli". Regia in linea col resto del film, da fumetto, sceneggiatura per aspiranti bulletti del bene,troppo complessati ed insicuri per metter in atto i loro sogni seppure, come in questo caso, vili. Non è volgare perchè violento, anche perchè non lo è così tanto, ma per la sua banalità.
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(di shadow)
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sergio pensato
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mercoledì 23 aprile 2008
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i critici staccano i biglietti
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Non c'è un centimetro di pellicola in questo film che giustifichi la violenza: è la discesa di un morto che cammina, e se cerchiamo il suo assassino è la società che lo ha cancellato dall'anagrafe per farne consumatore e oggetto di consumo. Nichilista come può essere un dannato senza speranza, allora il protagonista rivolge alienazione e violenza contro il sistema,nella stessa misura in cui li ha subiti come principi ontologici; per rigettare infine (apparentemente come da copione)le sue allucinazioni quando incontra l'amore. Poco di sentimentale, qui si parla di forze in gioco come stelle che collassano, quando assumiamo il valore perturbante di ciò che ci abituano a considerare normale; l'amore vale allora come riappropriazione di sé e capacità di rivolgersi all'altro; l'amore è alterità dal brodo primordiale in cui la cosiddetta comunicazione ci coltiva: continuum masturbatorio e regressivo, coattivo e frustrante.
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Non c'è un centimetro di pellicola in questo film che giustifichi la violenza: è la discesa di un morto che cammina, e se cerchiamo il suo assassino è la società che lo ha cancellato dall'anagrafe per farne consumatore e oggetto di consumo. Nichilista come può essere un dannato senza speranza, allora il protagonista rivolge alienazione e violenza contro il sistema,nella stessa misura in cui li ha subiti come principi ontologici; per rigettare infine (apparentemente come da copione)le sue allucinazioni quando incontra l'amore. Poco di sentimentale, qui si parla di forze in gioco come stelle che collassano, quando assumiamo il valore perturbante di ciò che ci abituano a considerare normale; l'amore vale allora come riappropriazione di sé e capacità di rivolgersi all'altro; l'amore è alterità dal brodo primordiale in cui la cosiddetta comunicazione ci coltiva: continuum masturbatorio e regressivo, coattivo e frustrante. Altro che volgare! Chi ha fatto questo film ci fa guardare il mostro in faccia, i critici che ne parlano male si smascherano da soli. Nemmeno Weir aveva osato tanto (occhio al montaggio subliminale).
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[+] solo rabbia adolescenziale
(di pep82)
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ramoff
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sabato 19 aprile 2008
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le cose che possiedi alla fine ti possiedono!
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Per diversi anni ho evitato di guardare FIGHT CLUB perchè dal titolo presagivo l'ennesima americanata.
Bhè, mi sbagliavo...e di grosso!
Questo film è una critica feroce al mondo vacuo e superficiale del consumismo, è una reazione lucida e violenta ad una società che ti attanaglia con il superfluo, è la ricerca di un sentiero per fuggire e poco importa se passa per centri di supporto psicologico per malati terminali o per scantinati dove si pratica la box clandestina, l'unica cosa che conta è sentirsi vivi!
David Fincher dirige con abilissima maestria, e con una buona dose d'ironia, i due protagonisti che, partendo da mondi diametralmente opposti, finiscono per incontrarsi ( e scontrarsi ) in un crescendo schizofreneticamente reazionario.
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Per diversi anni ho evitato di guardare FIGHT CLUB perchè dal titolo presagivo l'ennesima americanata.
Bhè, mi sbagliavo...e di grosso!
Questo film è una critica feroce al mondo vacuo e superficiale del consumismo, è una reazione lucida e violenta ad una società che ti attanaglia con il superfluo, è la ricerca di un sentiero per fuggire e poco importa se passa per centri di supporto psicologico per malati terminali o per scantinati dove si pratica la box clandestina, l'unica cosa che conta è sentirsi vivi!
David Fincher dirige con abilissima maestria, e con una buona dose d'ironia, i due protagonisti che, partendo da mondi diametralmente opposti, finiscono per incontrarsi ( e scontrarsi ) in un crescendo schizofreneticamente reazionario.
Pitt e Norton ( o Norton e Pitt ) sono bravissimi!
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roberta
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venerdì 11 aprile 2008
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tostissimo e bellissimo
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non solo è un ottimo film che va aldilà di quello che poteva essere un film ispirato al fight club....qui le "botte"non sono il fulcro(come invece ci si poteva aspettare!)....ma è altamente introspettivo e con una sottile trama psicologica!belli anche i dialoghi e anche Lei molto molto brava nell interpretazione....che dire di Norton,non delude mai e....ciliegina sulla torta:Pitt.........in qsto film semplicemente tostissimo e arrapante........!continua così,sei il migliore!Beata ANGELINAAAAAAAAAAAAAAAA.....................
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tyler
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sabato 5 aprile 2008
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cinema
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questo è il vero cinema se non siete d'accordo non capite niente.tutto perfetto e curato nei minimi dettagli.
[+] calma
(di bevete la grappa di pino)
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salvo \ glicine del cosmo
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martedì 25 marzo 2008
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non sono per nulla d'accordo...
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non concordo pienamente con la recensione, forse un pò troppo "asciutta" (lo scrittore mi perdoni il termine semi-offensivo...), offerta dal Sig.Farinotti, dal momento che non sono stati chiariti (anche se tal "far chiarezza" risulta sempre esser una soggettivazione derivante dai diversi punti di vista degli spettatori) i motivi principali di tal ricorso, predominante nel film, alla violenza più spinta nelle varie manifestazioni del personaggio cardine della storia (Tyler Durden). D'altronde, tale affermazione vitale non va considerata come un' "ideologia", come è stata definita nella precedente recensione, piuttosto qui diventa un'esigenza (alquanto discutibile, siam d'accordo...ma fa parte della licenza cinematografica del regista.
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non concordo pienamente con la recensione, forse un pò troppo "asciutta" (lo scrittore mi perdoni il termine semi-offensivo...), offerta dal Sig.Farinotti, dal momento che non sono stati chiariti (anche se tal "far chiarezza" risulta sempre esser una soggettivazione derivante dai diversi punti di vista degli spettatori) i motivi principali di tal ricorso, predominante nel film, alla violenza più spinta nelle varie manifestazioni del personaggio cardine della storia (Tyler Durden). D'altronde, tale affermazione vitale non va considerata come un' "ideologia", come è stata definita nella precedente recensione, piuttosto qui diventa un'esigenza (alquanto discutibile, siam d'accordo...ma fa parte della licenza cinematografica del regista...più che una chiave di lettura reale, va considerata come una metafora comportamentale, pertanto destinata a rimanere confinata in tal realtà fittizia) generata da quell'impasto eterogeneo di alienazione, disagio esistenziale, ansie, saturazione fisica e mentale, e così via...un calderone di sentimenti e stati d'animo di fronte ai quali l'uomo moderno, prigioniero com'è dei suoi vincoli borghesi quotidiani (e qui il personaggio interpretato dal Norton rende benissimo l'idea..), manifesta tutte le sue debolezze. Durden altro non è che la voglia, repressa costantemente nell'animo umano, di ribellarsi a tal condizione di paralisi e schiavitù isotropa; l'etichettar tale "ribelle virtuale" col termine "diavolo" è riduttivo e fuori luogo...dal momento che è una semplice emanazione della coscienza dell'uomo medio..impegnato a conservare la sua maschera perbenista all'interno di un contesto sociale poco propenso ad accogliere eventuali "sfoghi" (qui usiam un eufemismo massiccio...dal momento che semplice sfogo il Fight Club non è...) e al tempo stesso desideroso di espellere tutta la dose di rabbia e frustrazione accumulata nel corso della sua vita. Potremmo continuar a speculare sulla trama e sulle tematiche di codesto splendido film...nonostante ciò, tali righe spese a riguardo continuano a essere poco adatte a racchiudere il nucleo del messaggio lanciato qui da Dave Fincher...eventuali contro-commenti o spunti di riflessione saranno da me graditi...ecco la mia e-mail: jimmy_page22@hotmail.it...fa sempre piacere discutere attorno a codesti capolavori cinematografici...grazie
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steo
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mercoledì 19 marzo 2008
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fight club
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NON SO COME COMMENTARE QUESTO FILM SE NON CHE STUPENDO....E CON UNA STORIA ASSOLUTAMENTE ORIGINALE............GRANDE EDWARD E GRANDE BRAD...I MIEI 2 ATTORI PREFERITI....POTEVA USCIRE SOLO IL MEGLIO
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metropolis rolando
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venerdì 14 marzo 2008
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la box clandestina come strumento di ribellione...
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il film di Fincher affronta tematiche importanti quali la frustrazione dell'uomo e lo sfogo di quest'ultima tramite la box clandestina,ma dietro tutta quella violenza si cela una grande critica alla società consumista espressa dalle superbe interpretazioni di Edward Norton e Brad Pitt.
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paky
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lunedì 3 marzo 2008
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tre stelle
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Non condivido l'idea di base: occorre criticare per costruire non per distruggere. Ogni scontro deve essere costruttivo e non distruttivo.
Tuttavia per il film (e soprattutto per il finale che mi ha lasciato di stucco!!! assurdo, stupefacente) e per le interpretazioni tre stelle meritate. Comunque sia, da vedere.
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lucido71
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lunedì 3 marzo 2008
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film capolavoro tra i primi 5 nella storia
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Un film memorabile che tutti dovrebbero ammirare!! Ammetto che l'inizio è un po' lento e infangato da psiche deviate e confuse, ma che poi, col passar dei minuti, il tutto diviene chiaro e lampante, è come un percorso iniziatico dell'uomo moderno incastrato in questa società materiale e capitalistica: un film da sovversivi che risveglia coscienza e rabbia umana x le giuste cause, un film meraviglioso e illuminante che tutti (grandi e piccini) dovrebbero contemplare! fa parte di quei pochissimi film che ognuno di noi potrebbe vedere e rivedere all'infinito! Norton fenomenale più leader che di Pitt, anch'egli gagliardo e tosto. E' tra i più belli in assoluto (al pari di V per Vendetta!) che abbia mai visto!
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