Alessandra Levantesi
La Stampa
In una Venezia sospesa in un’atmosfera ipnotica e senza tempo, una donna giovane con capelli a caschetto e un elegante vestitino rosso instaura un bizzarro rapporto di complicità con un ladro che ha visto rubare con destrezza una tela da un museo. Poi, al buffo ansimare di una sveglia-caffettiera, ci troviamo nella cameretta di Parigi in cui quella stessa ragazza si sta risvegliando dal suo sogno. Anche se conduce una vita all’apparenza gratificante e serena - ha un innamorato, un buon lavoro e degli amici affettuosi - Anna Oz appena può preferisce «staccare», abbandonandosi al sonno che immancabilmente la riporta nella città lagunare a proseguire, di puntata in puntata, la sua inquietante vicenda onirica: in un antico appartamento dove abitano il fratello, che nella realtà non vede da oltre due anni, e il misterioso trafficante d’arte. [...]
di Alessandra Levantesi, articolo completo (2014 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 6 luglio 1997