weach
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domenica 6 marzo 2011
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un volo plastico di purificazione
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Dice James Cameron di non aver apprezzato Alien 3; altrettanto ha fatto Rideey Scott : forse entrambi i registi difettano per avere come “guardato” questo lavoro dal punto di osservazione del loro film .
Alien 3 è tentativo riuscito di individuare un percorso narrativo con contenuti e modalità espressive che sono parte del modo di essere di David Fincher
Ci piace riportare un giudizio espresso dal pubblico di allora , molto appropriato:”l’idea della colonia spaziale di alta sicurezza è interessante,la solitudine dei detenuti è ben rappresentata come pure il loro stato di abbandono ;i dialoghi riflessivi dei detenuti condannati sono interessanti, commoventi ed esprimono ,nelle loro contraddizioni una solitudine mistica ed esistenziale ;La perdita di RIpley è dolorosa ma il il volo di abbandono plastico nel fuoco simboleggia purificatrice ed è molto cinematografica.
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Dice James Cameron di non aver apprezzato Alien 3; altrettanto ha fatto Rideey Scott : forse entrambi i registi difettano per avere come “guardato” questo lavoro dal punto di osservazione del loro film .
Alien 3 è tentativo riuscito di individuare un percorso narrativo con contenuti e modalità espressive che sono parte del modo di essere di David Fincher
Ci piace riportare un giudizio espresso dal pubblico di allora , molto appropriato:”l’idea della colonia spaziale di alta sicurezza è interessante,la solitudine dei detenuti è ben rappresentata come pure il loro stato di abbandono ;i dialoghi riflessivi dei detenuti condannati sono interessanti, commoventi ed esprimono ,nelle loro contraddizioni una solitudine mistica ed esistenziale ;La perdita di RIpley è dolorosa ma il il volo di abbandono plastico nel fuoco simboleggia purificatrice ed è molto cinematografica. “
Questo comunque resta il “parto “ della serie Alien più difficile per la regia di David Fincher .
Molti i pretendenti registi , molte le defezione, perché non era facile confrontarsi con film di successo e di grande risonanza ” come il primo Alien di Ridley Scott e il secondo di James Cameron dal titolo Scontro finale .
Il secondo fu un successo per la dinamicità, potenza , eccellenza degli effetti scenici.; il primo fu un spettacolare per la novità del suo innovativo “thriller horror da astronave “.
Ma il terzo ?
Ingrato compito perché qui si sceglie di fare morire il tenete Ellen Ripley , invasa “da un piccolo alien” in un film dalle tonalità cupe , “claustrofobiche”, dove la dinamica dell’ azione , a volte appare più scontata;poi le pause introspettive prendono il sopravvento con qualche nocumento alla fluidità della storia .
Ma forse non è così: difficile trovare un uno nuovo percorso originale ed altrettanto incisivo partendo sempre una “traccia nota”.
Forse Ellen Ripley doveva proprio morire ; a mio modo di vedere ” Alien “ aveva mirabilmente trovato il suo degno epilogo con “Scontro finale “di James Cameron .
Noi non siamo detrattori di David Fincher che è eccellente regista , avendolo poi confermato ampiamente can la sua successiva cinematografia ; con personalità ci ha proposto il suo “Alien “ che è stato comunque un buon film e con idee sicuramente”diverse”.
Ma misfatto era ancora dovuto e nel 1997, per la regia di Jean Pirre Jeanet, arriverà il definitivo epilogo con “ La clonazione”
Altro da dire ? Buon lavoro,lo consigliato a chi ama la fantascienza; è produzione che merita rispetto giusto ed un bel voto 7.5 o quattro oneste stelle d’oro.
Buana visione
Weach illuminati
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weach
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sabato 5 marzo 2011
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scrifichiamo ellen ripley !!!!
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“Alien 3”
Forse il “parto “ della serie Alien più difficile per la regia di David Fincher ;molti i pretendenti registi , molte le defezione, perché non era facile confrontarsi con film di successo e di grande "risonanza ” come il primo Alien di Ridley Scott e il secondo di James Cameron dal titolo Scontro finale .
Il secondo fu un successo per la dinamicità, .potenza , eccellenza degli effetti scenici. ; il primo fu un spettacolare per la novità del suo innovativo “thriller horror da astronave “.
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“Alien 3”
Forse il “parto “ della serie Alien più difficile per la regia di David Fincher ;molti i pretendenti registi , molte le defezione, perché non era facile confrontarsi con film di successo e di grande "risonanza ” come il primo Alien di Ridley Scott e il secondo di James Cameron dal titolo Scontro finale .
Il secondo fu un successo per la dinamicità, .potenza , eccellenza degli effetti scenici. ; il primo fu un spettacolare per la novità del suo innovativo “thriller horror da astronave “.
Ma il terzo ?
Ingrato compito perché qui si sceglie di fare morire il tenete Ellen Ripley , invasa “da un piccolo alien” in un film dalle tonalità cupe , “claustrofobiche”, dove la dinamica dell’ azione , a volte appare più scontata;poi le pause introspettive prendono il sopravvento con qualche nocumento alla fluidità della storia .
Ma forse non è così: difficile trovare un uno nuovo percorso, originale ed altrettanto incisivo partendo sempre una “traccia nota”.” .
Forse Ellen Ripley doveva proprio morire ; a mio modo di vedere ” Alien “ aveva mirabilmente trovato il suo degno epilogo con “Scontro finale di James Cameron .
Noi non siamo detrattori David Fincher che è eccellente regista , avendolo poi dimostrato ampiamente can la sua filmografia a seguire ; con personalità ci ha proposto il suo “Alien “ che é stato comunque un buon film e con delle idee sicuramente innovative.
Ma misfatto era ancora dovuto e nel 1997, per la regia di Jean Pirre Jeanet, arriva il definitivo epilogo Con “ La clonazione”
Altro da dire ?Consigliamo questa “fantascienza “ a chi ama il genere; è produzione che merita rispetto meritando un bel voto 7.5 o quattro oneste stellled’oro.
Buana visione
Weach illuminati
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sky73
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giovedì 5 marzo 2009
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...ripley è sempre ripley...
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Terzo capitolo della saga di fanta-horror più bella di sempre.
Anche questa volta il film riesce a non scadere nella banalità e nella ripetizione riuscendo, ancora una volta, a far "lottare per la sopravvivenza" lo spettatore contro creature sempre in evoluzione.
Ottima ambientazione, ottimo alieno, ottimi attori.....certo ormai non è più una novità, ma resta comunque un buon film.
ps: è così difficile non svelare il finale del film nei commenti?
ci vuole tanto? non capisco....non capisco proprio cos'ha in testa qualcuno......
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nicolas bilchi
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sabato 15 gennaio 2011
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alien³
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Il terzo capitolo della celeberrima saga di Alien, avviata nel 1979 da Ridley Scott, vede il debutto sul grande schermo di David Fincher, regista che si ritaglierà negli anni seguenti un importante (e meritato) spazio tra i grandi registi contemporanei. In quest'occasione però non c'entra pienamente il colpo, ma non tanto per suoi demeriti qualitativi, quanto perchè un regista appena affacciatosi sulla scena e sostanzialmente inesperto si trova a dover dirigere un'opera complessa ed ardua a causa dei due illustri precedenti di Cameron e Scott. Il punto debole di Alien 3 è che il regista si è "limitato" a seguire schemi e tecniche tradizionali dei film horror (o horror-fantascientifici) gestendoli in modo originale ed elegante, lasciando intravedere alcune di quelle caretteristiche che faranno fortuna nella sua produzione futura; tutto andrebbe molto bene se si trattasse di un film giudicato singolarmente, ma in questo caso il giudizio non può essere dato a prescindere da un confronto con i due numeri precedenti, e ciò influisce molto negativamente sul voto finale.
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Il terzo capitolo della celeberrima saga di Alien, avviata nel 1979 da Ridley Scott, vede il debutto sul grande schermo di David Fincher, regista che si ritaglierà negli anni seguenti un importante (e meritato) spazio tra i grandi registi contemporanei. In quest'occasione però non c'entra pienamente il colpo, ma non tanto per suoi demeriti qualitativi, quanto perchè un regista appena affacciatosi sulla scena e sostanzialmente inesperto si trova a dover dirigere un'opera complessa ed ardua a causa dei due illustri precedenti di Cameron e Scott. Il punto debole di Alien 3 è che il regista si è "limitato" a seguire schemi e tecniche tradizionali dei film horror (o horror-fantascientifici) gestendoli in modo originale ed elegante, lasciando intravedere alcune di quelle caretteristiche che faranno fortuna nella sua produzione futura; tutto andrebbe molto bene se si trattasse di un film giudicato singolarmente, ma in questo caso il giudizio non può essere dato a prescindere da un confronto con i due numeri precedenti, e ciò influisce molto negativamente sul voto finale. Tutto acquista un immeritato sapore di déjà vu che dà un tono piatto e poco incisivo sia ai personaggi (anzi Fincher cerca di cambiare atmosfera, passando dalla sbruffonaggine tutta americana dei Marines di Cameron ad una congregazione futuristica di galeotti ispirati dalla Bibbia, che però risulta un po' artificiosa proprio perchè "innaturale", nata sulla scena da una necessità di variazione imposta all'autore), incluso l'alieno, la cui figura ormai non spaventa più nessuno, soprattutto dopo aver visto Ripley battersi con la gigantesca Madre nell'episodio precedente, sia alle scene, tutte chiuse all'interno di una specie di microcosmo che però ricorda troppo quello del Nostromo di Scott, sia le tematiche (e ce ne sono diverse) che vengono affrontate durante la narrazione.
Bisogna però anche sottolineare che il film è vittima anche di altre imprecisioni che devono essere imputate direttamente all'autore; sono stati indicati i lati positivi della pellicola, che portano tutti al risultato di trasformare Alien 3 in un film molto, molto godibile sul piano prettamente visivo e sostenuto da un ritmo incalzante che non annoia mai, ma Fincher pecca anche di eccessiva schematicità, prediligendo il dinamismo e l'azione rapida e violenta (anche nel lessico, forte e ricco di parolacce) a quella staticità quasi intimistica che però permetteva a Ridley Scott di fare il salto di qualità; la scelta sacrifica sostanzialmente i personaggi che rimangono confinati al ruolo di macchiette parzialmente stereotipate che rimangano prive di una personalità autonoma (e, assurdamente, l'unico personaggio che riesce ad acquistare un po' di spessore e quindi di realismo, Clemens, viene ucciso due secondi dopo il discorso che gli fa raggiungere tale risultato), a parte la straripante Ripley della Weaver, che occupa completamente la scena e della quale vengono accentuate con arguzia le caratteristiche di "donna di ferro", psicologicamente solida e combattiva, mossa da una energia interiore che manca a tutti gli altri uomini, quasi in contrasto con il suo fisico magro ed emaciato, fino al suicidio finale.
Da segnalare, infine, un paio di sequenze veramente ben costruite da Fincher, come l'inseguimento tra l'alieno e i soldati nei sottorranei e, nel finale, Ripley che lotta col neonato alieno per far sì che cadda nel fuoco con lei.
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piernelweb
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giovedì 31 gennaio 2008
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una nuova era per alien
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L'esordiente Fincher raccoglie la pesante eredità lasciata dai film di Scott e Cameron che hanno segnato profondamente l'immaginario della fantascienza moderna. Nonostante mezzi tecnici più potenti, il regista americano non riesce ad aggiungere niente di particolarmente nuovo: l'introduzione molto stringata serve soltanto a definire gli scenari (un carcere di massima sicurezza) e i protagonisti (la solita Ripley e un gruppo di ergastolani) della prevista caccia dell'alieno. La tecnica di ripresa e il montaggio sono discreti ma mancano il pathos e veri momenti ad alta tensione; predominano le scene di inseguimento filmate con telecamera a mano. La sceneggiatura si contraddistingue per l'idea di proporre una Ripley contaminata, che porta nel grembo l'"Alien": inevitabile che il finale sia diverso dai precedenti.
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L'esordiente Fincher raccoglie la pesante eredità lasciata dai film di Scott e Cameron che hanno segnato profondamente l'immaginario della fantascienza moderna. Nonostante mezzi tecnici più potenti, il regista americano non riesce ad aggiungere niente di particolarmente nuovo: l'introduzione molto stringata serve soltanto a definire gli scenari (un carcere di massima sicurezza) e i protagonisti (la solita Ripley e un gruppo di ergastolani) della prevista caccia dell'alieno. La tecnica di ripresa e il montaggio sono discreti ma mancano il pathos e veri momenti ad alta tensione; predominano le scene di inseguimento filmate con telecamera a mano. La sceneggiatura si contraddistingue per l'idea di proporre una Ripley contaminata, che porta nel grembo l'"Alien": inevitabile che il finale sia diverso dai precedenti. Gli apassionati della più terrificante creatura spaziale mai vista accorsero ancora numerosi, ma il risultato fu appena soddisfacente.
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piernelweb
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giovedì 31 gennaio 2008
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una nuova era per alien
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L'esordiente Fincher raccoglie la pesante eredità lasciata dai film di Scott e Cameron che hanno segnato profondamente l'immaginario della fantascienza moderna. Nonostante mezzi tecnici più potenti, il regista americano non riesce ad aggiungere niente di particolarmente nuovo: l'introduzione molto stringata serve soltanto a definire gli scenari (un carcere di massima sicurezza) e i protagonisti (la solita Ripley e un gruppo di ergastolani) della prevista caccia dell'alieno. La tecnica di ripresa e il montaggio sono discreti ma mancano il pathos e veri momenti ad alta tensione; predominano le scene di inseguimento filmate con telecamera a mano. La sceneggiatura si contraddistingue per l'idea di proporre una Ripley contaminata, che porta nel grembo l'"Alien": inevitabile che il finale sia diverso dai precedenti.
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L'esordiente Fincher raccoglie la pesante eredità lasciata dai film di Scott e Cameron che hanno segnato profondamente l'immaginario della fantascienza moderna. Nonostante mezzi tecnici più potenti, il regista americano non riesce ad aggiungere niente di particolarmente nuovo: l'introduzione molto stringata serve soltanto a definire gli scenari (un carcere di massima sicurezza) e i protagonisti (la solita Ripley e un gruppo di ergastolani) della prevista caccia dell'alieno. La tecnica di ripresa e il montaggio sono discreti ma mancano il pathos e veri momenti ad alta tensione; predominano le scene di inseguimento filmate con telecamera a mano. La sceneggiatura si contraddistingue per l'idea di proporre una Ripley contaminata, che porta nel grembo l'"Alien": inevitabile che il finale sia diverso dai precedenti. Gli apassionati della più terrificante creatura spaziale mai vista accorsero ancora numerosi, ma il risultato fu appena soddisfacente.
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the man of steel
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sabato 30 ottobre 2010
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appena godibile
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Infelice esordio di Fincher per un film la cui eredità era troppo grande da raccogliere e la strada dell'innovazione anche se spesso è originale non vince e non soddisfa. Alien fatto male animatronico e ancora peggio in digitale, la minaccia costante del primo capitolo e l'orda assassina del secondo sono svanite per lasciare spazio ad una pellicola dominata da una tecnologia da età della pietra che si distacca nettamente dal glorioso inizio e dal perfetto sequel. La fanno da padrona ripetitività, un imbarazzante alien che viene fuori da un cane e parecchie cose inspiegabili che non giovano al film. Appena sufficiente.
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fabal
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venerdì 8 settembre 2023
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incoerente e spietato
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Due stelle e mezzo. L'ipersonno degli unici tre superstiti a bordo della Sulaco è interrotto da un cortocircuito: un modulo di salvataggio viene espulso dall'astronave a atterra sul pianeta Fiorina 161. Solo Ripley sopravvive: il caporale Hicks ha il cranio perforato, la piccola Newt è annegata nella criocapsula... Ma un'abrasione di acido sul relitto fa venire un terribile sospetto al tenente Ripley, che ora si trova in una colonia di ergastolani. In questa nuova ambientazione claustrofobica il terribile mostro torna a mietere vittime.
La travagliatissima genesi del film, con alle spalle ben quattro sceneggiature diverse, pesa come un macigno sulla credibilità narrativa di Alien 3, costituendone il principale punto debole.
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Due stelle e mezzo. L'ipersonno degli unici tre superstiti a bordo della Sulaco è interrotto da un cortocircuito: un modulo di salvataggio viene espulso dall'astronave a atterra sul pianeta Fiorina 161. Solo Ripley sopravvive: il caporale Hicks ha il cranio perforato, la piccola Newt è annegata nella criocapsula... Ma un'abrasione di acido sul relitto fa venire un terribile sospetto al tenente Ripley, che ora si trova in una colonia di ergastolani. In questa nuova ambientazione claustrofobica il terribile mostro torna a mietere vittime.
La travagliatissima genesi del film, con alle spalle ben quattro sceneggiature diverse, pesa come un macigno sulla credibilità narrativa di Alien 3, costituendone il principale punto debole. Singolarmente funzionerebbe, inserito come sequel dell'ottimo secondo capitolo firmato Cameron, purtroppo no.
Troppe incoerenze – perché il Facehugger contagia due individui, come poteva l'uovo trovarsi a bordo della Sulaco, per citarne solo due – e un generale senso di prosecuzione forzata, non necessaria del franchise, macchiano Alien 3 di una ragion d'essere sostanzialmente pretestuosa.
La debolezza narrativa è lampante fin dai primi sbrigativi fotogrammi con cui l'incipit vorrebbe mostrare l'aggancio narrativo ad Aliens, senza riuscirci e anzi facendo a pezzi il predecessore. Occorre fare uno sforzo notevole per mettere da parte l'incoerenza di trama e concentrarsi finalmente sul film.
Fatto questo sforzo, tuttavia, Alien 3 si rivela un buon sci-fi horror, con alcuni tratti in comune col primissimo capitolo firmato Scott e quasi nessuno con quello di Cameron. L'ambientazione è di nuovo claustrofobica ai massimi livelli: la struttura del penitenziario presenta fasci di tubi umidicci e contorti, catene, stanze fumose con liquami e pesantissimi portelli, come a bordo del Nostromo.
Di nuovo il mostro è uno solo, di nuovo si cerca di stanarlo in stretti cunicoli, ma non prima che i protagonisti muoiano dilaniati uno ad uno. La regia di Fincher è cupa, efficace, spietata. Come spietata è tutta l'atmosfera di Alien 3: togliendo di mezzo Newt e Hicks la sceneggiatura toglie, di fatto, qualsiasi concessione all'emotività di Ripley e ai buoni sentimenti. Anche l'unica figura apparentemente rassicurante del penitenziario, il dottor Clemens, (primo e unico uomo con cui Ripley fa l'amore durante la saga), viene subito ucciso dallo xenomorfo. Nessun messaggio positivo, nessuna speranza di redenzione per i protagonisti quanto per la spettatore che, fin dall'inizio, viene letteralmente oppresso da un' aria apocalittica che non presagisce alcun lieto fine. Che infatti non c'è.
Buona performance della Weaver che vediamo stanca (non sappiamo se lo fosse se anche di suo, ma comunque funziona), frustrata da una lotta contro il mostro ormai più simile ad una simbiosi e, come tale, destinata a finire soltanto con la morte di entrambi. Bene anche Dance e Dutton. Efficace la colonna sonora.
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andrea levorato
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venerdì 30 settembre 2011
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inutile e disarmante 2° sequel per alien
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Alien 3 **
Produzione: USA 1992
Genere: Fantascienza, Horror
Attori principali: Sigourney Weaver, Charles S. Dutton, Charles Dance
Regia: David Fincher
Trama:
Tutto comincia dove il secondo era finito. Ripley è l’unica sopravvissuta dell’atterraggio di emergenza della navetta. Ellen si trova in un carcere di massima sicurezza dove un alieno, arrivato lì con la stessa astronave caduta, semina il terrore.
Mini recensione:
Il 3° fa letteralmente a pezzi il precedente. Uccide i protagonisti (non c’era scelta, gli attori impiegati precedentemente non potevano o volevano partecipare) del secondo indisponendo i fan della saga.
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Alien 3 **
Produzione: USA 1992
Genere: Fantascienza, Horror
Attori principali: Sigourney Weaver, Charles S. Dutton, Charles Dance
Regia: David Fincher
Trama:
Tutto comincia dove il secondo era finito. Ripley è l’unica sopravvissuta dell’atterraggio di emergenza della navetta. Ellen si trova in un carcere di massima sicurezza dove un alieno, arrivato lì con la stessa astronave caduta, semina il terrore.
Mini recensione:
Il 3° fa letteralmente a pezzi il precedente. Uccide i protagonisti (non c’era scelta, gli attori impiegati precedentemente non potevano o volevano partecipare) del secondo indisponendo i fan della saga.
La Weaver è sempre meno convincente (ma pur sempre buona) e la regia di Fincher è sopra la media, ma a causa della sceneggiatura particolarmente pretestuosa, il prodotto delude. L’inizio non fa che rigirare il dito nella piaga facendoci rimpiangere il bellissimo “Aliens”. Gli sceneggiatori non sapevano più dove sbattere la testa. Tutto sommato chi non ha visto i primi capitoli potrebbe apprezzarlo, è un buon horror.
Interpretazioni:
Sigourney Weaver ***
Charles S. Dutton **
Charles Dance **
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iuriv
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domenica 2 novembre 2014
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l'alieno che fu
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Grazie a un budget elevato, alla partecipazione di personaggi molto capaci (tra i produttori figura anche Walter Hill) e all'utilizzo di un brand consolidato, questo progetto per la realizzazione del terzo seguito ufficiale di Alien sembrerebbe fondato su basi solide.
L'idea che pare muovere tutto il lavoro si direbbe essere quella di cambiare un po' registro narrativo, tentando possibilmente di non alterare troppo quelle atmosfere ad alta tensione che ne hanno caratterizato i predecessori.
Questa volta Ripley finisce schiantata in un pianeta carcere a seguito di un incidente. In questo luogo ostile, i detenuti rimasti sono tutti maschi convertiti a una sorta di cristianesimo fondamentalista e non vedono di buon occhio la presenza dell'ancora avvenente tenente.
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Grazie a un budget elevato, alla partecipazione di personaggi molto capaci (tra i produttori figura anche Walter Hill) e all'utilizzo di un brand consolidato, questo progetto per la realizzazione del terzo seguito ufficiale di Alien sembrerebbe fondato su basi solide.
L'idea che pare muovere tutto il lavoro si direbbe essere quella di cambiare un po' registro narrativo, tentando possibilmente di non alterare troppo quelle atmosfere ad alta tensione che ne hanno caratterizato i predecessori.
Questa volta Ripley finisce schiantata in un pianeta carcere a seguito di un incidente. In questo luogo ostile, i detenuti rimasti sono tutti maschi convertiti a una sorta di cristianesimo fondamentalista e non vedono di buon occhio la presenza dell'ancora avvenente tenente. Che chiaramente ha portato con se il suo inseparabile amico xenomorfo, ansioso di assaggiare i criminali che popolano la fortezza.
Con queste premesse Fincher mette in scena un lavoro che dal punto di vista estetico si lascia guardare senza temere troppo il confronto con Cameron. I buoni effetti speciali, che mischiano una CGI per forza di cose ancora acerba a un ottimo lavoro artigianale, e scenografie indovinate, danno al film un aspetto più vario rispetto ai precedenti. Il regista vuole inoltre arricchire il tutto mettendoci un tocco personale nelle riprese, riuscendoci a volte ed esagerando in altre.
Ma, come si può intuire dalla breve sinossi qui sopra, a convincere poco stavolta è la trama. L'idea di mandare Ripley in questo luogo e metterla a confonto con questi esaltati religiosi funziona poco. Inserire una componente così potenzialmente etica, in una pellicola che non ha ne il tempo ne gli appigli narrativi per svilupparla, finisce per rendere l'aspetto di unitarietà della setta quasi come marginale, togliendo grosso mordente a tutta l'avventura.
Inoltre, per tentare di ricostruire le atmosfere di tensione che, soprattutto nel film di Ridley Scott, costringevano lo spettatore a stare in piedi davanti allo schermo, Fincher gioca sull'aspetto del mistero, imponendo ai suoi personaggi di non svelare le propie carte. Il fatto è che questa attitudine appare priva di ogni logica, se non quella di portare la trama dove vuole lui.
Non è spiegabile in nessun modo il motivo per il quale Ripley non riveli subito ai suoi ospiti la possibilità che ci sia un alieno nella prigione, nascondendosi dietro a improbabili ipotesi di contagio. Così come non si capisce la falsa naturalezza di alcune decisioni, alle quali seguono altri misteri artificiali in una continua girandola di dialoghi imporponibili utili al solo scopo di arrivare alla fase calda della storia.
Ma, con queste premesse, quando arriva il momento della tensione ormai è troppo tardi e si è già abbandonato i protagonisti al loro destino. Non che quello che si vede sullo schermo riesca a risollevare l'attenzione. Se da un lato le luci mettono in mostra la bellezza della creatura, dall'altra tolgono quella claustrofobia che è parte integrante delle avventure di xeno e Ripley. In più, nella fase finale del film irrompe l'azione frenetica, portandosi via ogni ricordo dell'alieno che fu.
Insomma, un coraggioso tentativo di spostare il tono della serie. Ma anche un tentativo fallito.
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