32 dicembre

Non siamo ai livelli delle altre opere del buon De Crescenzo,ma questo è un altro prodotto privo di volgarità,delicato a suo modo, ed indubbiamente originale nei temi trattati.
Spezzettare il tempo in tre episodi, per ricordarcene importanza,percezione e purtroppo scadenza,
Il terzo ,che vede coinvolto Caccavale è sicuramente la più divertente e miscela diversa sentimenti ,quasi puramente meridioniali, anche se il prodotto finale credo possa risultare gradevole anche agli abitanti della pianura padana.
Non disdegnerei il secondo che lega generazioni  diverse e che ci ricorda che l'amore non ha età,mentre sul primo si fa pura filosofia,riuscita o meno a seconda dei gusti personali. [+]

Non siamo ai livelli delle altre opere del buon De Crescenzo,ma questo è un altro prodotto privo di volgarità,delicato a suo modo, ed indubbiamente originale nei temi trattati.
Spezzettare il tempo in tre episodi, per ricordarcene importanza,percezione e purtroppo scadenza,
Il terzo ,che vede coinvolto Caccavale è sicuramente la più divertente e miscela diversa sentimenti ,quasi puramente meridioniali, anche se il prodotto finale credo possa risultare gradevole anche agli abitanti della pianura padana.
Non disdegnerei il secondo che lega generazioni  diverse e che ci ricorda che l'amore non ha età,mentre sul primo si fa pura filosofia,riuscita o meno a seconda dei gusti personali.
Pur non potendo parlare di capolavoro,credo che si possa tranquillamente asserire che registi dalle buone idee,come Luciano, fanno sempre bene al nostro cinema.

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Terzo e ultimo film di Luciano De Crescenzo suddiviso in 3 episodi. Aventi come minimo comune denominatore: Il Tempo, come convenzione umana gestibile e relativa. Nel primo episodio due attori falliti si prestano a interpretare la parte di antichi filosofi al soldo di una signora il cui marito crede di essere Aristotele. Nel secondo, una sessantenne gravemente ammalata vuole godersi gli ultimi istanti con una fuga d'amore a Capri, incontrando l'astio dei figli. Nel terzo, un padre di famiglia disoccupato vorrebbe comprare i botti di fine anno ai figli e gira per chiedere un prestito, ma si scontra solo con discorsi filosofici e moralisti.
Nel suo complesso, il film è un crescendo. [+]

Terzo e ultimo film di Luciano De Crescenzo suddiviso in 3 episodi. Aventi come minimo comune denominatore: Il Tempo, come convenzione umana gestibile e relativa. Nel primo episodio due attori falliti si prestano a interpretare la parte di antichi filosofi al soldo di una signora il cui marito crede di essere Aristotele. Nel secondo, una sessantenne gravemente ammalata vuole godersi gli ultimi istanti con una fuga d'amore a Capri, incontrando l'astio dei figli. Nel terzo, un padre di famiglia disoccupato vorrebbe comprare i botti di fine anno ai figli e gira per chiedere un prestito, ma si scontra solo con discorsi filosofici e moralisti.
Nel suo complesso, il film è un crescendo. Il terzo corto è sicuramente il più riuscito: ironia e amarezza si mescolano scientificamente. Il primo è quello qualitativamente più basso, mentre il secondo si pone come giusto intramezzo tra i due, benché non manchino attori di fama.  [-]

Commedia spassosa e a tratti surreale di Luciano De Crescenzo del 1988 che ironicamente mette alla berlina le convenzioni sociali, le ipocrisie piccolo borghesi nelle relazioni parentali, i luoghi comuni dettati dal buon senso su ciò che è normale e consentito e su ciò che viceversa è scandaloso. Film in tre episodi, girato con stile naif e senza troppe pretese estetiche, in modo quasi dilettantesco, che hanno quale unico filo conduttore il tempo, inteso come concetto soggettivo e di per sé inesistente, con riferimento alla tradizione della filosofia greca, in particolare di Aristotele, di cui De Crescenzo era un cultore ed un divulgatore popolare attraverso libricini di successo, come orologio biologico indipendente dalla coscienza individuale, ed infine come elemento indissolubile ed interdipendente dallo spazio sulla scia della teoria della relatività di Einstein. [+]

Commedia spassosa e a tratti surreale di Luciano De Crescenzo del 1988 che ironicamente mette alla berlina le convenzioni sociali, le ipocrisie piccolo borghesi nelle relazioni parentali, i luoghi comuni dettati dal buon senso su ciò che è normale e consentito e su ciò che viceversa è scandaloso. Film in tre episodi, girato con stile naif e senza troppe pretese estetiche, in modo quasi dilettantesco, che hanno quale unico filo conduttore il tempo, inteso come concetto soggettivo e di per sé inesistente, con riferimento alla tradizione della filosofia greca, in particolare di Aristotele, di cui De Crescenzo era un cultore ed un divulgatore popolare attraverso libricini di successo, come orologio biologico indipendente dalla coscienza individuale, ed infine come elemento indissolubile ed interdipendente dallo spazio sulla scia della teoria della relatività di Einstein. Godibile e divertente, è il caso di dire, nonostante il tempo trascorso, soprattutto grazie alle numerose irresistibili gag a cui prende parte talvolta lo stesso De Crescenzo, il film è impreziosito dalla partecipazione, in un cast formato per lo più da ottimi attori napoletani, tra gli altri Tommaso Bianco, Benedetto Casillo ed Enzo Cannavale, dalla presenza di Riccardo Cucciolla e Massimo Serato, che recitano accanto a caratteristi di primo piano, sia a livello nazionale, quale Renato Scarpa, sia locale e partenopeo come Antonio Allocca e Peppe Lanzetta. Molto divertente la scenetta al bar in cui appare Riccardo Pazzaglia nella parte del cliente petulante. [-]