Harrison Ford dice di Ridley Scott: " mi a fatto morire di freddo, sono stato sotto l'acqua più tempo in questo film di quanto possa esserci stato per il resto della mia vita ; sul set, mentre ero intirizzito gli ho lanciato più sguardi infuocati , ma lui , imperterrito proseguiva .."
Dicono di Ridley Scott" se son fa il regista , legge, se non legge , parla; se non parla pensa; quando non parla osserva chi gli sta vicino " Altro ?In Blade Runner Richard Dachard , in un primo momento ,avrebbe dovuto essere interpretato da Dustin Hoffman;
alcuni esterni girati nel film sino dono di Stanley Kubrick, materiale che era stato non utilizzato in Shining;
lo splendido monologo di Roy, prima della morte ,fu scritto dallo stesso attore Rutger Hauer poco prima di girare la scena;
ai box office la partenza di Blade Runner fu flop; nel tempo la sua popolarità crebbe a dismisura divenendo cult indiscusso.
Il film incassò i seguenti premi :nomination per i migliori effetti speciali;nomination per miglior scenografia di Lorwrence G. Paull, David Snydr, anche Linda De Scenne ;nomination migliore colonna sonora dei Vangelis.
Blade Rnnerr di Ridley Scott’,1982, ebbi occasione di vederlo in circostanze speciali durante la mia luna di mile a Parigi in Inglese e sottotitoli in francese .
Noi , allora, ragazzi innamorati, rimanemmo folgorati dal film percependone subito l’intrinseca forza,la liricità, il forte substrato esistenziale,l’intensità sociologica , la lacerazione di un dramma, la storia di un amore che trascende lo spartiacque fra umano e non e ridipinge il sentimento che regge l’universo come condivisibile fra chiunque abbia la scintilla divina di sentire l’afflato esistenziale di essere e percepire .
Mi rimasero nella testa la regia di Ridley Scott di cui avevo apprezzato The Duellist del 1977 ,Dechard ,alias Harrison Ford, la spendida Rachael ,la replicante ,alias Sean Young,la figura di, Roy alias Rufger Hauer, Pris l’atletica replicante , alias Daryl Hannah.
Questo mondo dipinto è è quello di replicanti , macchine o ,se vogliamo robots,che hanno raggiunto una perfezione che intimorisce l’uomo: l’epoca rappresentata non è quella “transumanista” e biotech di Ray Kurzweil nel libro trasognato ed ottimistico “ the Singularity”;non è il mondo di Hal di 2001 odissea nello spazio di Stanley Kubrick dove l’intelligenza artificiale non ha sembianze umane e compete solo per la supremazia dell’intelletto e del potere………….siamo oltre , siamo in una realtà dove la macchina ,se vogliamo, fa paura all’uomo solo per il fatto che Nexus 6 è come l’uomo , meglio di lui e pretende una sua dignità di essere e non una vita a termine ;l’uomo sembra impreparato a sostenere un confronto alla pari “con il suo prodotto” .specialmente quando si accorge che questa “sua creatura” ha aspettative esistenziale simili alle sue.
Ridley Scott con Blede Runner, grande opere d fantascienza , dipinge un mondo futuribile con tonalità apocalittiche , un mondo apparentemente in crisi energetica ed ambientale dove la commistione delle razze ha determinato il sopravvento di quella asiatica, un mondo dove piove sempre, sovrappopolata, decadente con un uomo succube , silente privo di guizzi energetici,;questo uomo rappresentato dal regista sembra diventato arido, soffocato dalla tecnologia , dal business, incapace di sentire ,con cuore appassito ,senza forza di espansione vitale.
I replicanti” Nexus 6” sostituiscono l’uomo in tutte le funzioni sociali più dure ed ardite ma sono sprovviste di una dignità sociale, perché per l’uomo debole e decadente ,restano solo macchine e “questi balbettii esistenziali manifestati sono solo errori di programmazione “.
Il finale del film rappresentato ,nell’intento della regia , non sarebbe stato a lieto fine , ma motivazione di produzione e di commercializzazione hanno voluto che Rachael e Dechard potessero avere insieme un futuro d’amore senza limiti di tempo e con una prospettiva di una esistenza ricca dell’incertezza umana che non sa mai quando arriva la” fine corsa .“
Resta negli occhi un film capolavoro della cinematografia fantascientifica, riferimento per tanti altri lungometraggi, ma con un fascino speciale non riproducibile con eguale potenza scenica
Concludo con alcune frasi celebri del film :
(Richard Dechard)..”io non so peché mi salvò la vita forse in quegli ultimi momenti amava la vita più di quanto l’avesse mai amata ,la vita di chiunque , anche la mia.”
Tutto ciò che volevano erano le stesse risposte che noi tutti vogliamo: da dove vengo ?Quanto i resta ancora?Non ho potuto fare altro che restare a guardarlo morire”
Rachael : “io non sono nel businenes sono il business ,ricordo lezioni di piano, no so se ero io o la nipote di altri.”
“(Dechard).....l’’avevano lasciata vivere per quattro anni ma Rachael era speciale , non aveva una data di termine non sapevamo quanto saremmo rimasti insieme ma del resto chi lo sa?”
capolavoro
weach illuminati
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