marcos
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sabato 11 febbraio 2012
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comicita' e drammaticita'
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MARCOS
Comicita' e drammaticita' sono i giusti termini per evidenziare il primo giovane cinema di Carlo Verdone.
Il film datato 1980 segue il successo di "Un Sacco Bello" e risultera' essere anche l'ultima fase sperimentale del regista riguardo il legame con i suoi personaggi creati negli innumerevoli sketch televisivi da lui creati. Il successivo "Borotalco" rappresentera' infatti una nuova visione filmica completamente diversa.
La struttura e' la stessa di un "Sacco Bello" ; film a ad episodi, stesso palcoscenico ma con nuovi personaggi. I nuovi sono un nevrotico pignolo e un immigrato lucano che ha qualcosa di molto chapliniano.
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MARCOS
Comicita' e drammaticita' sono i giusti termini per evidenziare il primo giovane cinema di Carlo Verdone.
Il film datato 1980 segue il successo di "Un Sacco Bello" e risultera' essere anche l'ultima fase sperimentale del regista riguardo il legame con i suoi personaggi creati negli innumerevoli sketch televisivi da lui creati. Il successivo "Borotalco" rappresentera' infatti una nuova visione filmica completamente diversa.
La struttura e' la stessa di un "Sacco Bello" ; film a ad episodi, stesso palcoscenico ma con nuovi personaggi. I nuovi sono un nevrotico pignolo e un immigrato lucano che ha qualcosa di molto chapliniano. L'unico sopravvissuto e' il personaggio di "Mimmo"parente del "Leo" di un "Sacco Bello. Quel che risulta accomunare entrambi e' la enorme difficolta' con il mondo femminile.
Per quanto riguarda la narrazione filmica il regista non rinuncia a far muovere i personaggi dentro una cornice di tempo ben limitata. Nel primo film la giornata di Ferragosto, nel secondo la giornata per le votazioni politiche.
Nel film si ride e anche di gusto, ma e' una risata anche un po' amara che forse appartiene alla vecchia e mitica commedia italiana degli anni sessanta. Non hanno qualcosa di simile la scena quasi surreale del cimitero di "Bianco Rosso e Verdone" con quella del mitico "Sorpasso" dove Gasmann dentro al cimitero cerca ancora le ragazze tedesche. Non avvertiamo la stessa presenza che un qualcosa di negativo accadra? Un qualcosa che vagamente potrebbe chiamarsi morte.
Dunque il film si ricora anche per il suo rovescio della medaglia, per il suo secondo volto forse autentico che si nasconde sotto la mole pesante della maschera comica.
Vi sono momenti o meglio dei luoghi assolutamente tristi, come l''hotel dove si muove nervosamente una fauna di personaggi frustrati e delusi dalla vita. Il regista mette in luce uno zoo umano fatto di ipocrisia e disperazione.
Ad iniziare dal triste portiere che sembra sapere gia' tutto su ogni cosa, dal dongiovanni interpetrato perfettamente da un bravo Angelo Infanti che non ha nessun pudore perl provare a conquistare una madre di famiglia che tenta di fare il possibile per non tradire il marito e infine grandiosa la figura di una prostituta che pesantemente truccata le tenta tutte per accalappiare un cliente. Memorabile e malinconica la scena del ballo.
Si ride ma si riflette molto e ci si commuove specialmente nella triste scena della morte della nonna nel seggio elettorale.
MARCOS
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lalli
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lunedì 4 luglio 2011
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cult
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un cult, bravissimo Verdone (Furio è uno dei personaggi più noioso e stressante mai visto nella storia del cinema)
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paolomiki
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domenica 15 agosto 2010
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verdone grande attore italiano
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Il film rende perfettamente l'idea di una italietta dove imperversava la Democrazia Cristiana.Ogni volta che guardo questo film quasi quasi mi viene la nostalgia.......Grande Verdone,un grande attore spesso sottovalutato.
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aratos
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giovedì 27 maggio 2010
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un fantastico verdone
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Un fantastico Verdone in 3 ruoli differentissimi tra loro, con tre personalità distanti e persino voci diverse. Pura dimostrazione dell'eccellenza narrativa di Carlo. Commedia davvero piacevole e mai volgare, che ancora a distanzi di 30 anni piace, eccome.
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luca scialò
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giovedì 7 gennaio 2010
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verdone ironizza sugli italiani e la politica
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Commedia solo apparentemente comica e banale, ma che offre invece spunti di riflessione sugli italiani e perchè no, sulla politica italiana in generale.
Verdone riesce a lanciare frecciatine molto amare proprio perchè critica l'italiano medio e chi ci governa con l'arma della leggerezza e dell'ironia. I tre protagonisti, tutti da lui interpretati, rispecchiano tre tipologie di italiani agli antipodi, tutti in viaggio per andare a votare: l'emigrato lucano che viene dalla Germania, il torinese pignolo e saccente, il romano mammone e imbranato. Ognuno di loro però va anche incontro al proprio destino, finendo per perdere alla fine la propria cosa più cara.
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Commedia solo apparentemente comica e banale, ma che offre invece spunti di riflessione sugli italiani e perchè no, sulla politica italiana in generale.
Verdone riesce a lanciare frecciatine molto amare proprio perchè critica l'italiano medio e chi ci governa con l'arma della leggerezza e dell'ironia. I tre protagonisti, tutti da lui interpretati, rispecchiano tre tipologie di italiani agli antipodi, tutti in viaggio per andare a votare: l'emigrato lucano che viene dalla Germania, il torinese pignolo e saccente, il romano mammone e imbranato. Ognuno di loro però va anche incontro al proprio destino, finendo per perdere alla fine la propria cosa più cara.
Verdone ironizza anche la politica italiana, ossia la sua goffaggine e la sua pomposa quanto inutile autocelebrazione, simboleggiata proprio dalle elezioni e dalla lotta tra i partiti. Ne è un esempio lampante il litigio banale cui dovrà assistere il romano nel seggio elettorale, con i rappresentanti dei partiti che si fanno la guerra per una scheda (quindi un voto), mentre egli è disperato. Ma l'apoteosi è raggiunta dalla scena finale, con la quale Verdone congeda nel modo migliore l'Italia e i suoi governanti.
Ciliegina sulla torta, la genuinità della sora Lella.
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(di nicola1)
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ame25
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giovedì 10 settembre 2009
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veramente spettacolare
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Un dei più bei film che ha mai fatto.
Meravigliosa è la parte di mimmo e la nonna.
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concreto
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sabato 28 febbraio 2009
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fratello gemello
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Gemello di Un sacco bello e capolavoro come il suo gemello
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nino & salvatore p.
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domenica 15 febbraio 2009
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la conferma camaleontica di carlo verdone
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Carlo Verdone prosegue con questo secondo film la sua capacita' camaleontica gia' brillantemente evidenziata nel suo buon esordio. La particolarita' di questo secondo film, rispetto al precedente, è sicuramente una piu' spiccata capacita' di introspezione e di riflessione dei personaggi protagonisti dei tre episodi del film.Pasquale e Furio sono due invenzioni magistrali di Verdone.Al primo Verdone riesce a dargli voce semplicemente con gesti e sfogando tutte le sue disavventure in un esilarente monologo finale;il secondo personaggio cosi' pignolo e logorroico, è frutto della capacita' del regista di portare sullo schermo una tipologia di persona che si puo' riscontrare nella nostra vita quotidiana.
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Carlo Verdone prosegue con questo secondo film la sua capacita' camaleontica gia' brillantemente evidenziata nel suo buon esordio. La particolarita' di questo secondo film, rispetto al precedente, è sicuramente una piu' spiccata capacita' di introspezione e di riflessione dei personaggi protagonisti dei tre episodi del film.Pasquale e Furio sono due invenzioni magistrali di Verdone.Al primo Verdone riesce a dargli voce semplicemente con gesti e sfogando tutte le sue disavventure in un esilarente monologo finale;il secondo personaggio cosi' pignolo e logorroico, è frutto della capacita' del regista di portare sullo schermo una tipologia di persona che si puo' riscontrare nella nostra vita quotidiana.Infine l'ultimo, Mimmo e'un semplice continuo del malcapitato Leo che tuttavia ci commuove nella scena finale relativa alla perdita della nonna in quanto riassume in se' tutto il profondo significato che il caro Verdone ha voluto trasmetterci.
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alex
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martedì 2 settembre 2008
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le borchie
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-C'hanno fregato le borchie?
-Eh!
-Eh lo fanno,lo fanno,lo fanno!!!
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denny79
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lunedì 26 maggio 2008
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un film favoloso!!
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Un capolavoro!! Ritrae perfettamente l'italia degli anni 80 con la loro spensieratezza. Sono andato nei luoghi dove hanno girato il film e tante cose erano ancora uguali. La maggior parte delle scene le hanno girate sull'autostrada Roma-L'Aquila che tra l'altro "paesaggisticamente è una favola"!!!L'unica cosa che non sono riuscito assolutamente a trovare è l'hotel dove vanno a dormire dopo l'incidente. P.S. L'autogrill dove hanno girato la scena del " ciai il colesterolo" è sulla Roma Firenze, e del gruppo Fini E'quasi uguale a come 27 anni fa......Denny79
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