L'opera è sicuramente un capolavoro, degno della fama che da più di trent'anni lo segue. Certo, l'argomento trattato non è dei più godibili, per cui i giudizi che si esprimono sul film sono sempre molto contrastanti. Il tema? La violenza, il seme violento che è insito in tutti noi e che si manifesta in molteplici forme. Così si parte dalle violenze più esplicite, cioè pestaggi e stupri, per poi passare ad altre violenze più nascoste ma non meno devastanti, quali una società estraniante, una famiglia priva di valori educativi, una politica falsamente tesa ad un bene collettivo e che in realtà mira solo al controllo totale degli individui. Nello svolgimento del tema Kubrick si pone la domanda se questa violenza, spesso così distruttiva, sia eliminabile dalla natura umana. La sua conclusione è certamente negativa: la violenza è uno strumento di autodifesa contro altra violenza, indispensabile all'uomo per rispondere agli attacchi che da sempre il mondo gli riserva. E alla fine, dunque, non rimane che accettare questa nostra condizione.
Dicevo un capolavoro, e su questo permettetemi non si può discutere. Per i colori, le inquadrature, le scene, le sequenze, il linguaggio strampalato. Ma soprattutto per l'uso geniale della musica, il "Ludovico Van" e Rossini, che con la sua devastante potenza riesce ad elevare la più bieca delle nefandezze a un qualcosa di sublime e grandioso. Se non è magia questa...
Alla fine la domanda è sempre quella, la stessa che tormenta chiunque tenti di vedere oltre la logica della sopravvivenza: cos'è l'uomo, chi siamo? Quesiti fondamentali, a cui tutti prima o poi giungono. E il non trovare una risposta, spesso, porta a violente reazioni.
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gianpaolo
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venerdì 9 maggio 2008
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kubrick non fa violenza
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Aggiungo una nota in risposta ad alcune recensioni che ho letto: non sono sicuro che l'intento di Kubrick fosse quello di suscitare repulsione verso la violenza, non è da Kubrick. Qui c'è solo una grandiosa esposizione del tema, il giudizio rimane alla coscienza dello spettatore. Per questo il film riceve da sempre spietate critiche: non è un'esplicita condanna della violenza. Semmai ha il pregio, come tutte le grandi opera d'arte, di lasciarsi 'violentare' da qualsiasi interpretazione. 'Suscitare repulsione' sarebbe solo un'altra forma di violenza, stavolta sullo spettatore. E almeno questa Kubrick ce l'ha risparmiata.
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weach
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domenica 20 marzo 2011
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codivido ed apprezzo la tua rencesione
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Ciao Gianpaolo son qui in questo "giardino" pe condidere un amore per questo uomo misteriso che è sto Stanley kubrick .Qualcuno ha detto di Kubrick che è stato un regista immenso soprattutto peché ha saputo ipnotizzare ed ipnotizzarsi con la musica .Vorremmo ora toccare l’approccio “Kubrickiano” musicale con l’opera “A Clockword orange”.La chiave visionaria ed onirica del film del film viene esaltata dalla vibrazione Rossiniana e di Beethoven che divengono strumento e contrappasso per rendere incisive e non devastanti le azioni di violenza rappresentate , idem dicasi per”Singin the Rain “: le vibrazioni musicali si piegano alla trama “durissima “ accettando anche “innovative rimodulazioni”Provate a rivedere “A Clockword orange”senza la base musicale ed il contenuto surreale scomparirà e resterà solo la violenza .
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Ciao Gianpaolo son qui in questo "giardino" pe condidere un amore per questo uomo misteriso che è sto Stanley kubrick .Qualcuno ha detto di Kubrick che è stato un regista immenso soprattutto peché ha saputo ipnotizzare ed ipnotizzarsi con la musica .Vorremmo ora toccare l’approccio “Kubrickiano” musicale con l’opera “A Clockword orange”.La chiave visionaria ed onirica del film del film viene esaltata dalla vibrazione Rossiniana e di Beethoven che divengono strumento e contrappasso per rendere incisive e non devastanti le azioni di violenza rappresentate , idem dicasi per”Singin the Rain “: le vibrazioni musicali si piegano alla trama “durissima “ accettando anche “innovative rimodulazioni”Provate a rivedere “A Clockword orange”senza la base musicale ed il contenuto surreale scomparirà e resterà solo la violenza .Cosa volesse poi ottenere il regista , nessuno lo ha ancora capito e forse neanche lui!Azzardo un ipotesi: forse aveva capito che la violenza è parte della vita ma per capirla e giudicarla bisognava prima assorbirla .Il film fu ritirato dallo stesso Kubrick dal commercio in Inghilterra dopo due anni :Kubrick aveva capito, con dolore, il pericolo del suo film per le masse dei giovani alla ricerca di un modello da seguire. Kubrick , geniale ma anche mistero dei misteri .un salo con stima per Gianpaoloda weach illuminati
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zambetta
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giovedì 26 luglio 2012
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tratto da un'intervista a stanley kubrick
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"Era assolutamente necessario dare rilievo alla brutalità di Alex, altrimenti, credo, ci sarebbe stato il rischio di una confusione morale nei confronti di ciò che il sistema punitivo metteva in atto contro di lui. Se egli fosse stato dipinto come meno malvagio, lo spettatore avrebbe potuto dire "Oh, sì, certamente non si dovrebbe infliggere un simile condizionamento psicologico ad un individuo; è tutto così orribile e lui non era così crudele dopotutto". D'altro canto, quando si mostra Alex commettere azioni così brutali e si riesce comunque a cogliere la profonda malvagità di quella parte del sistema che tenta di trasformarlo in qualcosa di meno che umano per renderlo più buono, a quel punto credo sia chiara l'idea fondamentale del libro.
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"Era assolutamente necessario dare rilievo alla brutalità di Alex, altrimenti, credo, ci sarebbe stato il rischio di una confusione morale nei confronti di ciò che il sistema punitivo metteva in atto contro di lui. Se egli fosse stato dipinto come meno malvagio, lo spettatore avrebbe potuto dire "Oh, sì, certamente non si dovrebbe infliggere un simile condizionamento psicologico ad un individuo; è tutto così orribile e lui non era così crudele dopotutto". D'altro canto, quando si mostra Alex commettere azioni così brutali e si riesce comunque a cogliere la profonda malvagità di quella parte del sistema che tenta di trasformarlo in qualcosa di meno che umano per renderlo più buono, a quel punto credo sia chiara l'idea fondamentale del libro. E' necessario che l'uomo possa scegliere tra bene e male e che ci sia il caso in cui egli scelga il male. Privarlo di questa possibilità di scelta, significa renderlo qualcosa di inferiore all'umano - un'arancia meccanica appunto."Non credo possa esserci significato più esatto
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