elgatoloco
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domenica 28 marzo 2021
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ancora hitichock, but as comedy
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"To Catach a Thief"(Alfred Hitchock, da un romanzo di David Dodge, sceneggitrua di John Michael Hayes, 1955), sotria del ladro di gioielli "pensionato"che è stato membro della Resistenza francese(non tanto per convinzione quanto per opporunità), che deve dare la caccia, un'altra volta anche sui tstti a colui(o colei)che lo imita e questo per salvrasi egli stesso e per fare in modo che le cose vadano per il verso giusto. Ma c'è anche una doppia complicazione sentimentlae... Grande storia d'amore(dove la scelta del protagonista sembra dettata da saggezza, mentre l'altra opzione sarebbe stata una pericolosa"iperbole romantica", ma certo non solo)ma soprattutto una grande e vera "commedia"nell'accezione più nobile del termine, dato che tutto è bello, piacevole, tra i grandi hotels del Midi e della Cotè d'Azur, dove persino i tetti, che evocano certo anche l'epopoea resistenziale, hanno un fascino romantico, ma verso il versante giocoso.
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"To Catach a Thief"(Alfred Hitchock, da un romanzo di David Dodge, sceneggitrua di John Michael Hayes, 1955), sotria del ladro di gioielli "pensionato"che è stato membro della Resistenza francese(non tanto per convinzione quanto per opporunità), che deve dare la caccia, un'altra volta anche sui tstti a colui(o colei)che lo imita e questo per salvrasi egli stesso e per fare in modo che le cose vadano per il verso giusto. Ma c'è anche una doppia complicazione sentimentlae... Grande storia d'amore(dove la scelta del protagonista sembra dettata da saggezza, mentre l'altra opzione sarebbe stata una pericolosa"iperbole romantica", ma certo non solo)ma soprattutto una grande e vera "commedia"nell'accezione più nobile del termine, dato che tutto è bello, piacevole, tra i grandi hotels del Midi e della Cotè d'Azur, dove persino i tetti, che evocano certo anche l'epopoea resistenziale, hanno un fascino romantico, ma verso il versante giocoso... Persino il morto che ci scappa, qualche sparo, qualche scena un po'più"hard"dal punto di vista della violenza(ma nulla rispetto ad oggi e poco anche in confronto ad altre opere di sir Alfred), sono assolutamente nel quadro di una bella avventura comica o meglio appunto da commedia, dove il sentimento ha la sua parte, ma anche l'occhio alla"plata"(la fdanzata del ladro è una ricca ereditiera "gringa" come lui)induibbiamente gioca, realisticamente, un certo ruolo, Sembra(ma non è così, in realtà)9un divertissement puro e semplice di Hitchcock che, essendosi concesso una vacanza, filma un film che fa sorridere(e che faccia sorridere è vero, e il sorriso, mai il ghigno , dura per tutto il film). Ma, ripeto, è l'impresisone che sir Alfred, genialemnte e dall'alto della sua eccelsa bravura, si concede o meglio concede allo spettatore. C'è poi un tratto che ricorre in altri film e soprattutto nell'ultimo film di Hitch, posteriore di vent'anni, "Family Plot", una folle corsa in macchina, con alla guida la spericolata Grace Kalley, grande amatatissima interprete htichockiana, nei panni di Frances Stevnes. Velocità e paura della stessa(ma anche birivido, ambiguamente)quasi una variante dell'agorafobia.... Grace Kelly, Carfy Grant, as the Thief/The Cat che qui non è tale, brillantissimo, benissimo anche Jessie Royce Landis , come madre di miss Stevens, preoccupatissima del furuto della figlia e come tale "aficionada"del"Cat., ma anche Charles Vanel in un cameo e Brigitte Auber, Musiche, sempre perfette di Lyn Murray, solo stavolta collaboratore del grande Alfred. El Gato
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giulio andreetta
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domenica 14 giugno 2020
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non un capolavoro, ma è pur sempre hitchcock
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Questo film non mi ha mai appassionato al pari di altri capolavori di Hitchcock, penso soprattutto a Intrigo Internazionale, vero capolavoro del maestro, assieme a Nodo alla gola. Tuttavia bisogna ammettere che, in parte grazie ad un cast d'eccezione che annovera niente meno che la fascinosa principessa di Monaco, Grace Kelly, e un seducente e carismatico Cary Grant, il film è godibile, dall'inizio alla fine. Innazitutto da menzionare il livello spettacolare della fotografia, che ritrae i panorami veramente sublimi e coloratissimi della Costa Azzurra, ma anche la scenografia non è da meno: le dimore nobiliari, le feste in costume, i fuochi d'artificio (i migliori che abbia mai visto in un film), rendono questa pellicola sicuramente un classico.
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Questo film non mi ha mai appassionato al pari di altri capolavori di Hitchcock, penso soprattutto a Intrigo Internazionale, vero capolavoro del maestro, assieme a Nodo alla gola. Tuttavia bisogna ammettere che, in parte grazie ad un cast d'eccezione che annovera niente meno che la fascinosa principessa di Monaco, Grace Kelly, e un seducente e carismatico Cary Grant, il film è godibile, dall'inizio alla fine. Innazitutto da menzionare il livello spettacolare della fotografia, che ritrae i panorami veramente sublimi e coloratissimi della Costa Azzurra, ma anche la scenografia non è da meno: le dimore nobiliari, le feste in costume, i fuochi d'artificio (i migliori che abbia mai visto in un film), rendono questa pellicola sicuramente un classico. Sembra quasi, che a Hitchcok interessi più l'aspetto tecnico-formale del film che non la narrazione, che risulta forse in alcuni momenti un po' convenzionale, anche se sempre corretta. Gli attori, oltre ai due protagonisti, offrono in genere prove eccellenti, da citare soprattutto l'ottima prova di Jessie Royce Landis, sempre misuratissima e concentratissima, ma soprattutto estremamente credibile, senza alcun compiacimento, e con sottili sfumature di humor che caratterizzano il personaggio della madre come meglio non si potrebbe. E' sicuramente un film adatto a tutti, e in molti ci potranno trovare motivi di interesse, se non altro per apprezzare con curiosità alcuni dettagli della fotografia, o per ammirare la bellezza senza tempo degli attori.
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daniele fanin
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venerdì 8 maggio 2020
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il piacere della differenza
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Esattamente 364 giorni separano l’uscita di La Finestra Sul Cortile (1954) e del successivo Caccia al Ladro, due tra i più famosi ed amati film di Alfred Hitchcock, che in quel periodo degli anni ’50 era probabilmente al culmine della popolarità e del successo, sia di critica che di pubblico. Eppure, sebbene entrambi contengano alcuni elementi tipici della cinematografia del regista di Leytonstone ed alcune similitudini oltreché un’irresistibilmente affascinante Grace Kelly, i due film non potrebbero essere più diversi: dove James Stewart era immobilizzato ed osservava gli altri, Cary Grant è un acrobata, come simpaticamente lo era stato davvero in gioventù, costantemente sotto osservazione, dove La Finestra sul Cortile era statico ed interno, così Caccia al Ladro è dinamico ed esterno.
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Esattamente 364 giorni separano l’uscita di La Finestra Sul Cortile (1954) e del successivo Caccia al Ladro, due tra i più famosi ed amati film di Alfred Hitchcock, che in quel periodo degli anni ’50 era probabilmente al culmine della popolarità e del successo, sia di critica che di pubblico. Eppure, sebbene entrambi contengano alcuni elementi tipici della cinematografia del regista di Leytonstone ed alcune similitudini oltreché un’irresistibilmente affascinante Grace Kelly, i due film non potrebbero essere più diversi: dove James Stewart era immobilizzato ed osservava gli altri, Cary Grant è un acrobata, come simpaticamente lo era stato davvero in gioventù, costantemente sotto osservazione, dove La Finestra sul Cortile era statico ed interno, così Caccia al Ladro è dinamico ed esterno.
John Robie (un cinquantunenne Cary Grant che, per quanto affascinante, non potrà mai passare per un trentacinquenne come il film vuole far credere, forse per prudentemente attenuare la differenza d'eta' cn una venticinquenne Grace Kelly), ex acrobatico ladro di gioielli ed eroe della resistenza, si gode il frutto della sua malavita in un meritato ritiro dorato nel sud della Francia quando una serie di colpi eseguiti nel suo inconfondibile stile lo pongono al centro dell’attenzione della polizia e dei suoi ex complici come il perfetto ed inevitabile ‘solito sospetto’. Poiché’, com’è noto, solo un ladro può catturare un ladro, John si attiva per assicurare alla giustizia il vero colpevole, contando sull’aiuto dell’apparentemente tranquilla ma vivacissima ereditiera americana Frances Stevens, a cui Grace Kelly presta la sua assoluta bellezza nell'ultima apparizione in un film di Hitchcock di prima di diventare una principessa.
Uno dei primi film girato in Vistavision, un procedimento che permise di ottenere effetti di profondità e fuoco rivoluzionari per quel tempo, Caccia al Ladro è più vicino al genere commedia che al genere giallo, impreziosito dalla scioltezza delle interpretazioni, non solo dei protagonisti ma anche di Jessie Royce Landis nel ruolo della madre di Grace Kelly e di Brigitte Auber, giovane e disinibito ruolo chiave, e dagli spumeggianti dialoghi, ampiamente conditi di doppi sensi fortemente sessuali, abbastanza arditi per gli anni 50. Correttamente definito da parte della critica un thriller romantico, Caccia al Ladro ha in fondo una sola ed unica suspense: Cary Grant e Grace Kelly resteranno insieme alla fine del film?
La pellicola rimane comunque, anche dopo molti anni, un film gradevolissimo da vedere e da rivedere, per la leggerezza e la solarità, sia delle scene, che hanno fruttato un Oscar a Robert Burks per la fotografia, che dei caratteri, come ben evidenziato dalla sfrontatezza sentimentale e sessuale sia di Grace Kelly che di Brigitte Auber, che hanno reso John Robie un immediato eroe e modello per la quasi totalità degli uomini!
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samanta
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lunedì 23 luglio 2018
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l'amore e i diamonti
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Il film è quasi un "divertissement" di Hitchcock e ha come protagonisti Cary Grant uno dei suoi attori preferiti (in precedenza l'aveva diretto ne Il sospetto e in Notorious) e Grace Kelly "ghiaccio bollente" come la definì il regista al suo terzo film (consecutivi) con lui e che sicuramente sarebbe stata protagonista in altri film se non avesse sposato Ranieri.
La trama: John Robie (Cary Grant) è un ex famoso ladro di gioielli denominato il "gatto", messo in prigione nel 1940 era fuggito con un gruppo di detenuti, aveva raggiunto le file della Resistenza diventando un eroe famoso, viene quindi al termine della guerra graziato sia pure in libertà condizionata.
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Il film è quasi un "divertissement" di Hitchcock e ha come protagonisti Cary Grant uno dei suoi attori preferiti (in precedenza l'aveva diretto ne Il sospetto e in Notorious) e Grace Kelly "ghiaccio bollente" come la definì il regista al suo terzo film (consecutivi) con lui e che sicuramente sarebbe stata protagonista in altri film se non avesse sposato Ranieri.
La trama: John Robie (Cary Grant) è un ex famoso ladro di gioielli denominato il "gatto", messo in prigione nel 1940 era fuggito con un gruppo di detenuti, aveva raggiunto le file della Resistenza diventando un eroe famoso, viene quindi al termine della guerra graziato sia pure in libertà condizionata. Vive tranquillo nell'entroterra della Costa Azzurra, in una splendida villa. Purtroppo dopo alcuni anni (siamo nel 1954) riprendono i furti di gioielli negli alberghi di lusso della Costa effettuati con la sua stessa tecnica e la polizia sospetta che il "gatto" abbia ripreso l'attività di ladro. Robie decide di dare la caccia al vero ladro , incrociando l'ereditiera americana Frances (Grace Kelly) che con la sua ricchissima madre è in vacanza a Cannes e possiedono splendidi gioielli tra cui una favolosa collana di diamanti. Dapprima incontrerà l'ostilità di Frances che sospetta di lui poi divampa il suo amore e lo aiuterà a scoprire il vero ladro.
Il film pur non essendo in assoluto un capolavoro è molto bello, girato in VistaVision con paesaggi mozzafiato , spesso inquadrati dall'alto (da un elicottero una novità per l'epoca) e con una splendida fotografia a colori che meriterà l'Oscar. La storia narrata non ha il ritmo di un thriller spasmodico, ma è una vicenda con venature brillanti e umoristiche, con dialoghi intelligenti che si vede con interesse e che coinvolge lo spettatore senza però una tensione particolare. "Hitch" che aveva scoperto la duplice personalità di Grace Kelly si divertì ad inserire nei dialoghi tra Frances e Robie dei doppi sensi (sia pure molto blandi) come ad esempio nel picnic o quando i due protagonisti assistono dalla camera d'albergo allo spettacolo dei fuochi artificiali.
Ottima l'interpretazione dei due protagonisti con un Cary Grant in ottima forma e con Grace Kelly che in fin dei conti recita se stessa: algida e fredda nell'apparenza passionale e sensuale all'interno della sua personalità, sono affiancati da bravi coprotagonisti in specie la madre di Frances (Jessie Royce Landis che sarà la madre di Cary in Intrigo internazionale) e John Williams l'agente delle assicurazioni (era l'ispettore di polizia nel Delitto Perfetto), Le riprese del film in Costa Azzurra furono gitare tra la fine di maggio e quella di settembre del 1954, ai primi di giugno Grace fu raggiunta da Oleg Cassin che le faceva la corte da molto tempo, lasciò il suo accompagnatore Barney Strauss per lo stilista con cui si fidanzò ufficialmente nel luglio in Costa Azzurra. Certo fa un pò impressione vederla guidare spericolatamente nella strada in cui ebbe l'incidente mortale 28 anni dopo.
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elgatoloco
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mercoledì 5 ottobre 2016
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hitchock ueber alles
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Forse il più"svagato", questo film di (Sir)Alfred Hitchock, per il suo andamento che potrei definire"goldoniano", non fosse che per il fatto che il genio inglese, che a suo tempo rispondeva a Godard e Truffaut, che rintracciavano elementi"giansenisti"nei suoi film: "What is jansenist?", magari non avrebbe ritrovato nulla di simile, non conoscendo(bene, intendo)il teatro goldoniano. Un"Allegro con brio", comunque, basato sullo scambio di ruoli e di personaggi(John Robie non è-più-il ladro, chi è il vero ladro, anche al netto dei travestimenti), che se la ride di eventuali parrucconi che potrebbero scandalizzarsi per l'"impunità"riservata a un(ex, però, attenzione)ladro, passato ad altra, lecita invece, attività; nessuna "immoralità", ma un sorriso da parte di quel birbaccione geniale e simpaticissimo di nome Alfie, forse l'unico(forse un'iperbole, ma dovendo scegliere, scegliere lui, si potesse rimaterializzarlo non solo virtualmente) regista da rimpiangere.
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Forse il più"svagato", questo film di (Sir)Alfred Hitchock, per il suo andamento che potrei definire"goldoniano", non fosse che per il fatto che il genio inglese, che a suo tempo rispondeva a Godard e Truffaut, che rintracciavano elementi"giansenisti"nei suoi film: "What is jansenist?", magari non avrebbe ritrovato nulla di simile, non conoscendo(bene, intendo)il teatro goldoniano. Un"Allegro con brio", comunque, basato sullo scambio di ruoli e di personaggi(John Robie non è-più-il ladro, chi è il vero ladro, anche al netto dei travestimenti), che se la ride di eventuali parrucconi che potrebbero scandalizzarsi per l'"impunità"riservata a un(ex, però, attenzione)ladro, passato ad altra, lecita invece, attività; nessuna "immoralità", ma un sorriso da parte di quel birbaccione geniale e simpaticissimo di nome Alfie, forse l'unico(forse un'iperbole, ma dovendo scegliere, scegliere lui, si potesse rimaterializzarlo non solo virtualmente) regista da rimpiangere. Tempi e scansione delle scene(comprese le forse troppo famose, perché ipercitate a danno del resto del film, scene sui tetti di Nice/Nizza)perfette, perfetto, appunto, il ritrmo, perfetti/e gli/le interpreti, di cui cerco di dire qualcosa dopo, l'uso delle musiche(un altro merito enorme di Hitch, qui come altrove, l'uso perfetto del soundtrack; forse solo Carpenter, che però compone egli stesso le musiche, gli si può apparentare, ma da lontano...), in questo divertissement(tra il Mozart più"sottile", forse l'aria del"Farfallone amoroso"e François Couperin, anche perché è inevitabile stabilire similitudini musicali, per"A Catch to Thief", credo sia inevitabile o almeno"naturale", ammesso che si possa riproporre la dicotomia natura/cultura...), tutto torna, senza dimenticare che siamo nel 1955, anno certamente per felice per uncle Alfie, tanto che gira anche"The trouble with Harry"(in italiano"La congiura degli innocenti"), dove però prevale il registro comico-grottesco, che qui invece è in sordina, per non dire praticamente assente. Di >Grace Kelly s'è detto e scritto di tutto, ma non sarà inutile ribadire che qui è perfetta, come Cary Grant, peraltro: coppia"assoluta", nel senso letterale del termine, da"ab-soluta", ossia sciolta da ogni vincolo), ma certo non sfigura Charles Vanel, che interpreta un collega di scorribande di John, come anche Brigitte Auber, che interpreta l'acrobatica(e acrobata lo era per davvero, come Hitch apprese dopo aver realizzato il film)-simpatiche presenze francesi nel film, che ha il"Hitch-touch", ma anche il"french-touch", come giusto e necessario... Un piccolo rimpianto, per quanto riguarda la mia pochezza; anni fa(trenta, ormai, purtroppo, o quasi)per una tesina in storia del cinema sulle"fonti letterarie dei film di A.H."(poi indegnamente pubblicata come saggio da una rivista culturale)non riuscii a recuperare la"novel"(romanzo)di David Dodge da cui il film è tratto. El Gato
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great steven
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lunedì 7 marzo 2016
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chi è l'autentico ladro che sgattaiola sui tetti?
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CACCIA AL LADRO (USA, 1955) diretto da ALFRED HITCHCOCK. Interpretato da CARY GRANT, GRACE KELLY, JESSIE ROYCE LANDIS, JOHN WILLIAMS, CHARLES VANEL, BRIGITTE AUBER, JEAN MARTINELLI, ROLAND LESAFFRE
John Robie è un abilissimo ladro di gioielli che, dopo aver partecipato alla Resistenza in Francia, ha deciso di ritirarsi dalla professione per dedicarsi all’onesta attività di dirigente del personale della sua tenuta, una splendida villa sulla Costa Azzurra. Americano di origine, viene immediatamente accusato quando una serie di furti sconvolgono le dame francesi del luogo, dal momento che il modus operandi è lo stesso suo. Conscio di non aver alcuna responsabilità nei ladrocini, John sceglie di collaborare con Hughson, poliziotto incaricato di indagare dalla Lloyd’s di Londra.
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CACCIA AL LADRO (USA, 1955) diretto da ALFRED HITCHCOCK. Interpretato da CARY GRANT, GRACE KELLY, JESSIE ROYCE LANDIS, JOHN WILLIAMS, CHARLES VANEL, BRIGITTE AUBER, JEAN MARTINELLI, ROLAND LESAFFRE
John Robie è un abilissimo ladro di gioielli che, dopo aver partecipato alla Resistenza in Francia, ha deciso di ritirarsi dalla professione per dedicarsi all’onesta attività di dirigente del personale della sua tenuta, una splendida villa sulla Costa Azzurra. Americano di origine, viene immediatamente accusato quando una serie di furti sconvolgono le dame francesi del luogo, dal momento che il modus operandi è lo stesso suo. Conscio di non aver alcuna responsabilità nei ladrocini, John sceglie di collaborare con Hughson, poliziotto incaricato di indagare dalla Lloyd’s di Londra. Mentre tenta tenacemente di mostrare la propria estraneità ai fatti, John fa amicizia con Jessie Stevens, vedova di un petroliere e proprietaria di un ricchissimo patrimonio, conquistandone subito la simpatia, mentre è visto in cagnesco da sua figlia Francine, convinta della sua colpevolezza ma anche irresistibilmente attratta da lui. Il gioco nel quale l’ex ladro si infila è un intrigante mosaico di possibili equivoci e affannosi depistaggi, ma al termine Robie scoprirà la vera identità del malvivente che ha colpito recentemente spacciandosi per lui. Il merito principale del film sta quasi integralmente nella scelta del suo autore di deviare dallo psico-thriller per puntare sul giallo, genere più rassicurante ma di certo anche più complesso per via dell’elevato numero di tasselli da ricomporre per comprendere il funzionamento della vicenda: ma il maestro del brivido non poteva fare un buco nell’acqua, data la sua preparazione ineccepibile in materia di storie avvincenti ed appassionanti, e infatti To Catch the Thief non tradisce la sua natura di pellicola tragicomica che tiene lo spettatore col fiato sospeso fino ad un finale che va contro ogni aspettativa e soddisfa anche i più increduli con una serie di colpi di scena ad effetto che, narrativamente parlando, si distinguono per una perfezione stilistica che dimostra, dietro di sé, un notevole lavoro di limatura e un piano architettato fin nei minimi dettagli. Come accade spesso, i gialli più azzeccati sono anche quelli in cui i contributi tecnici fanno sentire il loro peso, e non casualmente la fotografia di Robert Burks (premiata con un meritato Oscar), il montaggio di George Tomasini e gli effetti speciali di John P. Fulton (in cui la sobrietà va galantemente a braccetto con un meraviglioso trompe-l’oeil) si amalgamano per fornire una qualità dell’immagine fortemente genuina e una sequela di primi piani e campi lunghi ripartiti con splendida equità, elementi ulteriormente valorizzati dal recente restauro della pellicola. Interpretazioni da applauso e di un livello non comune per gli standard di un giallo che è di sicuro abituato a mettere in rilievo certi personaggi per adombrarne altri (in particolar modo i veri colpevoli, a discapito dei semplici sospettati e delle vittime), mentre qui ogni carattere sa ritagliarsi, grazie anche ad un Hitchcock più attento e altruista che mai, uno spazio espressivo perfettamente adeguato alle esigenze della sceneggiatura. Fanno breccia specialmente: un C. Grant protagonista in forma smagliante nella parte del ladro rinnegato che conosce in profondità i modi di lavorare delle forze dell’ordine e sa adoperare i doppi giochi e le false piste con un’abilità che lo estrania da ogni forma di dolo consapevole e lo rende, tutto sommato, un eroe degno di questo nome o, se preferiamo, un paladino della giustizia certamente poco ortodosso ma senza dubbio coerente coi suoi scopi; G. Kelly nel sofisticato e affascinante ruolo dell’ereditiera che sospetta fin dal principio dell’uomo del quale in seguito si innamora, nonostante la sua continua opera osteggiante nei suoi confronti, animata da una sorta di rancore invidioso; J. Royce Landis nelle vesti della madre spocchiosa, boriosa e annoiata dalla monotona esistenza nobile che la imprigiona in un apatico amore verso i suoi possedimenti materiali. Quanto al regista, ancora una volta è capace di stupire per come sa tenere dietro alla materia narrativa senza forzare la suspense, anzi, rendendola sempre un punto di forza imprescindibile sul quale far leva per palesare la natura focosa e deterministica di un’opera non certo secondaria che va ad aggiungersi all’immenso patrimonio cinematografico che questo uomo, la cui bizzarria non fu mai inferiore al suo genio artistico, ha lasciato ai posteri, consapevole che la stragrande maggioranza dei suoi lavori avrebbe fatto loro da scuola. Da non dimenticare neppure i temi ricorrenti del suo repertorio, che anche qui compaiono sottolineando sé stessi con fervore autentico: il passato, il sospetto, lo scambio accompagnato dall’identificazione, il binomio inamovibile colpevolezza-innocenza, il doppio inseguimento e l’ambiguo fascino del crimine.
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jackpug
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venerdì 14 agosto 2015
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tra i film più eleganti di hitchcock
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Uno tra i miei film preferiti di sempre e tra i migliori diretti dal grande regista Alfred Hitchcock.
"Caccia al ladro" è il perfetto miscuglio di commedia e thriller.
La trama è molto intrigante grazie anche al fascino dei due protagonisti : la bellissima Grace Kelly e il "ladro" Cary Grant.
La coppia funziona bene insieme e quindi aiuta molto la pellicola; bellissima la location in Costa Azzurra in un panorama affascinante e fantastica la scena durante i fuochi d'artificio con Grace Kelly e Cary Grant che mette in evidenzia l'ottima fotografia del film.
A mio avviso, un film da non perdere se piacciono i gialli di Hitchcock o le commedie con qualche sfumatura thriller.
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no_data
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venerdì 20 marzo 2015
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georgette anys
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Volevo segnalare che la suddetta attrice è morta il 04/03/1993 (fonte Wikipedia) mentre voi dite che è ancora viva.
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luigi chierico
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lunedì 3 novembre 2014
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una divertente caccia all’oro
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Un film di Alfred Hitchcock. Con Cary Grant, Charles Vanel, Grace Kelly, Brigitte Auber, Bess Flowers. 1955
UNA DIVERTENTE CACCIA ALL’ORO
Il grande regista del suspense Alfred Hitchcock, dopo aver fatto interpretare alla tanto bella Grace Kelly nel 1954 “La finestra sul cortile” e “Delitto perfetto”, la chiama a sostenere nel 1955 la parte principale nel film “Caccia al ladro”. Il film si svolge, fatalmente, tutto sulla Costa Azzurra, nel Principato di Monaco. Lei è Frances Stevens, (che nome francese per una ricca fanciulla dell’alta borghesia americana!), che con sua madre Jessie ,vedova, sono a spassarsela in Riviera tra il lusso e l’eleganza. Jessie altri non è che l’attrice Jessie Royce Landis (che strana coincidenza!) Alfred si diverte anche così.
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Un film di Alfred Hitchcock. Con Cary Grant, Charles Vanel, Grace Kelly, Brigitte Auber, Bess Flowers. 1955
UNA DIVERTENTE CACCIA ALL’ORO
Il grande regista del suspense Alfred Hitchcock, dopo aver fatto interpretare alla tanto bella Grace Kelly nel 1954 “La finestra sul cortile” e “Delitto perfetto”, la chiama a sostenere nel 1955 la parte principale nel film “Caccia al ladro”. Il film si svolge, fatalmente, tutto sulla Costa Azzurra, nel Principato di Monaco. Lei è Frances Stevens, (che nome francese per una ricca fanciulla dell’alta borghesia americana!), che con sua madre Jessie ,vedova, sono a spassarsela in Riviera tra il lusso e l’eleganza. Jessie altri non è che l’attrice Jessie Royce Landis (che strana coincidenza!) Alfred si diverte anche così.Il rubacuori è l’ex ladro John Robie, detto il “gatto”, in arte il bellissimo Cary Grant. L’affascinante fanciulla, che tra breve sarà nell’”Alta Società” (vedi il film girato nel 1956), per poi diventare la Principessa di Monaco moglie del principe Ranieri, sebbene nel film a John Robie che le chiede: “Siete in Europa per cercare marito?” gli risponde:” L'uomo che io voglio non ha prezzo”, riuscirà a non cedere al fascino del presunto ladro dei suoi gioielli?
John Robie è diventato l’amico di famiglia, la stessa vedova Jessie non è insensibile al suo fascino. Ed è così che tutti sono chiamati a dare “La caccia al ladro”, dallo stesso amoso gatto, all’ispettore d’assicurazione (non quello del film “Il ladro” dello stesso regista!), dall’ispettore con i suoi gendarmi , allo stesso Alfred Hitchcock, che gli siederà accanto in un autobus, ed infine dalla conturbante magnifica derubata. Accanto al presunto o vero ladro di gioielli,corre il rischio di percorrere in auto la magnifica strada che costeggia la Costa Azzurra, fatta di pericolose curve e tornanti e strapiombi, là dove purtroppo la giovane principessa tornerà fatalmente nel 1982! Chi corre sui tetti che scottano? un gatto o una gatta? Il drammaturgo Tennessee Williams direbbe:”una gatta” le inquadrature sono eccezionali, la storia di un giallo tinto di rosa o di nero un po’meno. I protagonisti eccellenti ed imperturbabili. La grandiosa festa da ballo in maschera , che serve a nascondere volti, identità e verità, ma a mostrare i migliori gioielli, è tra le più belle della storia del cinema, ci voleva Alfred col suo occhio, con la sua macchina. La corsa in macchina rimasta nella storia è l’unico momento di vera suspense, gli altri episodi dalla cadute alle strette di mano non suscitano alcuna emozione, si sa sempre come va a finire o meglio come deve andare a finire. La fotografia ottima,Oscar meritatissimo. Per il resto tutto scorre con ironia e fredda rassegnazione. Sarà il ladro John Robie o l’amante perduto, e qui c’entra Hitchcock a ben ricordare i suoi numerosi film!, a portare a casa i gioielli unitamente agli splendidi occhi ed al sorriso della prossima francesina Frances? Al film partecipa un notevole stuolo di attori tutti all’altezza della situazione,o se vogliamo all’altezza della prossima Sua Altezza la Principessa di Monaco. Che sia un bel film non v’è dubbio, ma certo non è un capolavoro, né ottimo,salvo a voler dare un voto al carisma, alla eleganza ed allo stile della coppia Kelly-Grant e all’arte di un insostituibile regista. chibar22@libero.it
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emmylemmon xd
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martedì 16 luglio 2013
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lo champagne di hitchcock
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Costa Azzura. John Robie (Cary Grant) è un celebre ex ladro di gioielli, detto "Il Gatto", che, ritiratosi nella sua splendida tenuta vinicola in campagna, scopre che qualcuno compie una serie di furti con il suo stesso stile. La polizia è convinta che ne sia lui l'autore, e l'unico modo che avrà Robie di dimostrare la sua innocenza sarà quella di cogliere sul fatto il suo imitatore... Diretto da Alfred Hitchcock, "Caccia al ladro" è quasi del tutto privo di suspence, ma in compenso pieno zeppo di humor. Una critica lo ha definito "lo champagne di Hitchcock" per la sua sceneggiatura allegra e frizzante, arricchita senz'altro dallo splendido cast: la bellissima Grace Kelly, definita dal regista "ghiaccio bollente",è perfetta come sempre alla sua ultima collaborazione con Sir Alfred, e Cary Grant, allora cinquantenne (il doppio della sua partner) non ha trovato la minima difficoltà nell'interpretare il protagonista, grazie alla sua elegantissima ironia.
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Costa Azzura. John Robie (Cary Grant) è un celebre ex ladro di gioielli, detto "Il Gatto", che, ritiratosi nella sua splendida tenuta vinicola in campagna, scopre che qualcuno compie una serie di furti con il suo stesso stile. La polizia è convinta che ne sia lui l'autore, e l'unico modo che avrà Robie di dimostrare la sua innocenza sarà quella di cogliere sul fatto il suo imitatore... Diretto da Alfred Hitchcock, "Caccia al ladro" è quasi del tutto privo di suspence, ma in compenso pieno zeppo di humor. Una critica lo ha definito "lo champagne di Hitchcock" per la sua sceneggiatura allegra e frizzante, arricchita senz'altro dallo splendido cast: la bellissima Grace Kelly, definita dal regista "ghiaccio bollente",è perfetta come sempre alla sua ultima collaborazione con Sir Alfred, e Cary Grant, allora cinquantenne (il doppio della sua partner) non ha trovato la minima difficoltà nell'interpretare il protagonista, grazie alla sua elegantissima ironia. Il punto forte del film è senza dubbio la fotografia che, premiata con l'Oscar, regala allo spettatore un quadro magnifico della Costa Azzurra. Sebbene non sia considerato uno dei film migliori di Alfred Hitchcock, "Caccia al ladro" è un film piacevolissimo, una commedia sofisticata che mette di buon umore, un perfetto esempio per molti registi attuali.
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